giovedì 16 marzo 2023

"PROTEGGERE I SIMILI, DISTRUGGERE IL DIVERSO" - diverso chi?



Immaginate di essere picchiati, fino alla morte, per un “no” alla domanda: “Hai una sigaretta?”. Non è necessario immaginarlo, perché ciò è accaduto davvero a Nicola Tommasoli. Era il 30 aprile del 2008, quando Nicola ed i suoi amici sono stati brutalmente aggrediti da un gruppo di cinque ragazzi: Raffaele Dalle Donne, Guglielmo Corsi, Andrea Vesentini, Federico Perini e Nicolò Veneri. 


Questa è la storia che l’attore Ture Magro ha portato in scena il 1° Marzo presso il Teatro Verdi di Fiorenzuola, davanti ai ragazzi del nostro istituto. L’attore, tramite una suggestiva esibizione, è riuscito a trasportare il pubblico nel tempo e nei luoghi della vicenda, descrivendo persino il momento dell’aggressione. 

Un pugno, un calcio e poi mi rialzo e poi ancora un pugno… 

Così Ture Magro, alzando il tono di voce, ammutolisce il teatro. Un momento durato circa 30 secondi, che nella realtà però, è successo in ben 3 minuti
Dopo lo spettacolo, l’attore ha affrontato con gli studenti un momento di dibattito, invitandoli a fare domande. La più comune è sicuramente: “Ma tutto questo solo per una sigaretta?”. E’ incredibile pensare come un semplice “no” possa scatenare reazioni imprevedibili nelle persone. 

Lo psicoterapeuta Alessio Congiu scrive in un articolo che la difficoltà ad accettare qualcosa nasce quando “paghiamo un costo molto alto, sia esso di tipo emotivo, lavorativo, affettivo, economico e così via”. Siamo mossi, quindi, da una sensazione di perdita nei confronti di qualcosa che vogliamo o già possediamo. Per quanto riguarda questo fatto di cronaca, è razionalmente condivisibile che la “perdita” di cui si parla era minima e la reazione esagerata. 

Questo, però, fa riflettere sul fatto che in questa società il “no” è parola sconosciuta. Basti pensare che il sito dell’Istat ha pubblicato i dati relativi al numero di violenze fisiche e sessuali sulle donne: 2 milioni 435 mila. Ma non solo: l’Istituto Superiore di Sanità e il Moige hanno rivelato nella loro ultima indagine che in Italia il 15% dei ragazzi subisce bullismo, con una percentuale del 20% nei bambini di 11 anni, cioè 1 su 5. 

Credo, quindi, che sia necessaria una maggiore educazione nei ragazzi, fin da bambini, in particolare educazione all’affettività, che ha come obiettivo quello di sviluppare l’intelligenza emotiva a partire dalla consapevolezza delle proprie sensazioni, emozioni e sentimenti, così da accrescere le abilità affettive al fine di favorire una buona relazione interpersonale. E’ chiaro che non basta semplicemente l’educazione per far sì che tutti i tipi di violenza cessino, credo però sia un primo passo fondamentale verso un cambiamento storico-sociale. 

LISA PICCIONI - 4^C LSU 

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