Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

domenica 31 ottobre 2021

OGNI MATTINA A JENIN di SUSAN ABULHAW


“Ogni mattina a Jenin” è un romanzo storico scritto da Susan Abulhaw, scrittrice palestinese e attivista per i diritti umani.

1948, intere generazioni di palestinesi sono costrette a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di sfollati “senza patria”.

Mediante una narrazione frizzante, estremamente drammatica e con un pizzico di tristezza, Amal, protagonista del romanzo, nipote del patriarca della famiglia Abuleja,  narra l’abbandono, suo e di tutta la sua famiglia, dalla propria casa, dal proprio paese, per il campo profughi di Jenin, città palestinese nella Cisgiordania settentrionale;  intrecciando la storia della sua famiglia, simbolo di tutte le famiglie palestinesi dell’epoca, alle vicende storiche riguardanti la Palestina del 1948, attraverso il racconto di una guerra tragica che ha portato la fine si uno stato e l’inizio di un altro.

“Guardo la vita stillare dallo squarcio di proiettile di un “esempio” di sedici anni e mi stupisco di cose normalmente innocue come le parole possano diventare crudeli e spietate per rispondere alla sete di potere, a dispetto della ragione o della storia.” 


Il campo profughi di Jenin fu fondato nel 1953 dalla Giordania per ospitare i palestinesi sfollati fuggiti o espulsi durante la guerra del 1948, durante questo sfondo di guerra e disperazione Amal accompagnerà il lettore in un viaggio drammatico fatti di grandi tragedie come quella riguardante i fratelli della stessa, separati da bambini per poi ritrovarsi a combattere militarmente su fronti opposti.

Amal nell’opera racconta la sua storia, a storia della sua ’infanzia, della sua adolescenza, le sue prime esperienze, i suoi momenti di gioia e tristezza, il matrimonio, la maternità e, infine, il bisogno di condividere tutto quello che ha vissuto con la persona più importante della sua vita: sua figlia.

 

La guerra era diventata grande come il mare e tutti i suoi pesci. Il dolore nel mio cuore era vasto come l’universo e tutti i suoi pianeti.”

“Ogni mattina a Jenin” è un romanzo di estrema attualità che costringe il lettore ad affrontare uno dei conflitti armati più complessi dei giorni nostri.

La narrazione è frizzante, con incredibili colpi di scena e inaspettati flashback temporali, il linguaggio è semplice, conciso ma d’effetto, i personaggi sono descritti in maniera approfondita sia fisicamente che psicologicamente, ad emergere durante la narrazione dell’opera sono però le emozioni che ogni personaggio, sia di importanza primaria che secondaria, prova, esprime o reprime.

Un libro semplice, una lettura non troppo impegnativa ma dai grandi insegnamenti morali. 


 “Nel tentativo di procedere con passo sicuro in una vita che vacillava d'incertezza, imparai a venire a patti con il presente recidendo inconsapevolmente i legami d'affetto del passato. Essendo cresciuta in un panorama di sogni improvvisati e astratti desideri patriottici, tutto mi sembrava transitorio. Non si poteva fare affidamento su niente, né sui genitori, né sui fratelli o le sorelle, né sulla propria terra.”

 Ziliani Camilla

martedì 26 ottobre 2021

HALLOWEEN O SAMHAIN? DI MANUEL


 

giovedì 14 ottobre 2021

il Policlinico disegno di Manuel


 

Stagista inaspettato


Inutile dirlo, le commedie più viste ed apprezzate dal pubblico sono quelle caratterizzate dal lieto fine o quanto meno da un andamento e da una conclusione rasserenanti. Degno esempio appartenente a questo filone è sicuramente la nuova pellicola della regista Nancy Meyers, Lo stagista inaspettato, che vanta la presenza di due degli attori più famosi (e bravi) del panorama cinematografico: Robert De Niro e Anne Hathaway. 

La storia del film è incentrata sull’attivo e dinamico pensionato settantenne Ben, il quale, rimasto vedovo, non ne vuole sapere di restare chiuso in casa a dormire o a poltrire davanti alla tv. Egli cerca in tutti i modi di occupare il suo tempo libero, ma nulla sembra funzionare. L’occasione per scacciare la solitudine e la noia dalla sua vita arriva da un singolare annuncio di lavoro per stagisti senior promulgato dall’agenzia di moda in fase di start-up “About The Fit”, la cui fondatrice è la bella e giovane Jules. Provate ad indovinare a chi è stato assegnato il ruolo di assistente di Jules? Ovviamente al nostro caro Ben. La ragazza inizialmente è molto diffidente nei confronti dell’arzillo anzianotto, ma col passare del tempo e nonostante la notevole differenza d’età (40 anni di distanza) i due riusciranno a costruire una relazione pura e sincera, un rapporto basato sull’ammirazione e sul rispetto reciproco, che aiuterà entrambi sia a livello professionale sia a livello privato. Jules a causa del suo carattere da comandante, la sua vita sentimentale è vuota e piatta, ma l’incontro con Ben (Robert De Niro, ormai perfettamente a suo agio nelle classiche commedie americane) porterà una ventata di freschezza e di brio. 

L’alchimia fra i due attori è talmente evidente e tangibile che la vicenda assume una connotazione fortemente spontanea e naturale.  Uno stratagemma, questo, che consente allo spettatore di immedesimarsi completamente nei due protagonisti. C’è un continuo richiamo al passato, con Ben che arriva a lavoro con la sua valigetta considerata dai colleghi più giovani “vintage”, con le sue penne, il blocco per gli appunti, la sveglia analogica e i completi eleganti e poi ci sono gli uomini di oggi, con gli smartphone costantemente connessi, i tablet, le t-shirt e le felpe da eterni Peter Pan che sembrano così non voler crescere mai. Spesso dal confronto esce vincente Ben, che con la sua esperienza, saggezza e simpatia riesce a cavarsela in tutte le situazioni (come nella scena divertente e al “cardiopalma” in cui deve salvare Jules da un’e-mail inviata alla persona sbagliata), oltre che a conquistare un’affascinante massaggiatrice. Anche se apparentemente sembra una semplice commedia, il film tratta un argomento caro al tema del lavoro. Il gap generazionale, il rapporto tra carriera e famiglia, e la considerazione di ciò che vuol dire avere un’età e sentirsene un’altra. Inoltre il tema dell’utilità e l’esperienza degli anziani, che spesso in ambito lavorativo dopo una certa età vengono considerati pressoché inutili. 



Come sempre cari lettori del mattei’s blog vi lascio il trailer

Lo stagista Inaspettato Trailer Ufficiale Italiano (2015) - Robert De Niro HD

Il mio voto è 7 su 10

Katia Binelli 4 A LSU

 

 

martedì 5 ottobre 2021

Il Profumo del pane alla lavanda di Sarah Addison Allen


Come può un giardino rivelare qualcosa? Di fronte ad una frase così enigmatica e complessa penso sia normale porsi delle domande, soprattutto se questa si trova nelle prime pagine di un libro appena acquistato. Così continuo a leggere, incuriosita da questa famiglia così misteriosa e da quel melo che, dominando il giardino di casa Waverley, dona i suoi frutti dagli strani poteri.  Senza volerlo mi ritrovo immersa nei profumi di quella casa, come se ci abitassi da sempre, spettatrice imparziale di una tradizione culinaria e di vicissitudini familiari condite con un pizzico di mistero.

 “Generazioni di Waverley avevano coltivato il giardino. In quella terra c’era la loro storia ed il loro futuro. Ma qualcosa stava per accadere, qualcosa che il giardino non era ancora pronto a rivelare.”

 Regina di quei travolgenti profumi ed affascinati colori, eccellentemente mixati in cucina, era Claire unica custode di quel patrimonio nella cittadina di Bascom. Oltre che essere buoni i suoi piatti avevano qualcosa di incantato: i fiori usati nelle pietanze suscitavano sentimenti e ricordi.  Quelle erano le ricette che sua nonna le insegnò quando Claire e sua sorella Sidney avevano messo piede in quella casa; aveva deciso che sarebbe rimasta nella casa della nonna: lì era a casa, lì era una Waverly! Basò la sua vita sulle ricette e sui fiori del suo giardino, chiudendo se stessa ed il suo cuore in quella cucina, unico luogo dove si sentiva davvero sicura, libera di creare e senza paura che qualcuno possa ancora deluderla ed abbandonarla come 10 anni prima, senza un chiaro motivo, fece sua sorella.

 ‘Zia Claire, perché l’albero continua a lanciarmi addosso le mele?’

‘Vuole che ne mangi una’

‘Perché continui a sotterrarle?’

‘Perché nessuno possa mangiarle’

‘Perché non vuoi che le mangino?’

‘Perché se mangi una mela di quell’albero, vedrai quale sarà l’evento più importante della tua vita’

Il giardino ,forse il vero protagonista di questo incantevole romanzo, è  fino alla fine custode di un grande segreto e degno padrone di casa; ci accompagna alla scoperta di quei magici fiori che, se mangiati, suscitano emozioni e ricordi  e ci presenta tutti i protagonisti di questa calda, romantica e profumatissima storia avente alla base il continuo contrasto tra razionalità-desiderio, destino-progetti e  fuga-ritorno verso quella casa e  quel melo rivelatore del destino  di chi chiunque assaggi un suo frutto.

Un melo che rivela il tuo destino, impossibile resistere… Voi avreste mai assaggiato un suo frutto?

  MARTINA SIGNORILE

Salviamo l'ambiente, disegno di Manuel