lunedì 13 marzo 2023

GLI AMICI DELL'UOMO - I "NOBILI" PELOSI

Quante volte abbiamo osservato un dipinto che ci ha fatto sorridere alla vista di un piccolo peloso rannicchiato in un angolino, dal passo trionfante oppure accoccolato tra le braccia della sua dama?

La concezione del cane o del gatto è sicuramente cambiata nel corso del tempo ma già da secoli portano colore nella vita degli uomini.
In questo articolo percorreremo i corridoi di famosi palazzi e regge alla scoperta dei batuffoli di pelo che le animavano.

Quale reggia più famosa di Versailles?
Qui la regina Maria Vittoria faceva impazzire la servitù con le sue amate creaturine. Diverse informazioni sono giunte fino ad oggi grazie al Principe de Bearne e di Chalais, discendente diretto di Madame Tourzel e da Fersen, che ne parla nel suo diario intimo.
Il cagnolino preferito della regina era uno Spaniel battezzato Coco che le fu donato alle Tulieries da Madame de Lamballe ma non fu l’unico. Condivideva il palazzo con carlini liberi di scorrazzare ovunque che rosicchiavano mobili, arazzi, tende, divani e tappeti, numerosi Papillon, Maltesi e gatti.
Questi ultimi erano preziosi angora turchi da cui leggenda narra sia nata la razza Maine Coon.
Si dice che prima di essere imprigionata la regina abbia consegnato alcuni suoi amati gatti al capitano Samuel Clough diretto con la sua nave a Wiscasset Maine dove i gatti della regina, lasciati liberi, si unirono ai gatti a pelo corto locali dando così inizio alla razza Maine Coon.
I gatti Angora Turchi divennero particolarmente apprezzati presso le corti europee. Fu Pietro Della Valle ad introdurre per primo in Europa il gatto d'Angora Turco.
Anche Luigi XV ne possedeva uno regalatogli dall'ambasciatore turco, che aveva chiamato Brillant ovvero diamante. 
Il micio bianco era particolarmente grasso e molto docile. Godeva di privilegi che non erano concessi nemmeno a principi di alto lignaggio: svegliava personalmente il re ogni mattina e si divertiva a giocare sul tavolo del Consiglio di Stato durante le riunioni.
È stato anche rappresentato in un dipinto di Jean-Jacques Bachelier datato 1761.
 
Anche la famosa regina Vittoria era un’appassionata di gatti: la sua razza preferita era il persiano e il suo prediletto si chiamava White Heather, un micione un po’ grassottello e molto amato.
A Buckingham Palace era un vero e proprio principe: accoglieva gli ospiti insieme alla regina, partecipava all’ intensa vita di corte rispettando l’etichetta aristocratica a cui tutti erano sottoposti.
Il peloso stava sempre in compagnia della regina Vittoria da cui veniva spazzolato personalmente e con la quale dormiva.
Il gatto persiano è stato il più amato dalle stirpi reali: si narra che, oltre ad essere il gatto della regina Vittoria che possedeva anche diversi esemplari di colore blu, fosse il gatto del re di Persia.

Per quanto riguarda i cani occorre fare una distinzione in quanto a prevalere erano due categorie: i cagnolini da salotto e i cani da caccia.
I primi erano principalmente Epagneul nani continentali (detti papillon), simil barboncini, levrieri (specie i piccoli levrieri italiani), piccoli terrier e soprattutto carlini.
Il carlino era apprezzato per il suo aspetto esotico e sono numerosi i dipinti di dame ritratte con un esemplare tra le braccia.
È particolarmente famosa la cagnolina posseduta dalla moglie di Bonaparte per un comico episodio.

Napoleone non era particolarmente amante di questo cane, descritto come “brutto, un pò bastardo, lungo nel corpo e basso nella gamba, color ruggine, con il muso nero e la coda riccia.
Finito il regime del terrore di Robespierre i due si sono uniti in matrimonio ma la piccola pelosa (di nome Fortune)  ha deciso di mettere lo zampino sulla famosa “prima notte”: siccome odiava Napoleone non voleva farlo entrare nella stanza della sua amata regina.

Era la padrona assoluta del letto di Madame, quando la sposai chiesi, inutilmente, di allontanarla, ma mi dissero che avrei dovuto scegliere una diversa sistemazione o accettarlo. Quindi, sebbene contrariato, non ebbi scelta: si trattava di prendere o lasciare. Il diletto cane di Madame fu meno accomodante e porto ancora i segni del suo disappunto sulla mia gamba.”

Purtroppo la sua vita non durò a lungo “Madame era così attaccata a questo piccolo animale che contattò Moscati, il più celebrare medico di Milano, per assisterla in una malattia.” e alla morte della sua piccola la regina decise di prenderne subito un’altra dal carattere molto più socievole e alla quale anche il generale si affezionò molto.
La leggenda narra che quando Napoleone e Giuseppina si separarono, l’imperatore non poté più portare la cagnolina con sé in battaglia: si trattava di Waterloo nota per la sua “tragica” conclusione.

Un’altra razza particolarmente amata era l’epagneul nano continentale (nelle sue due varietà: papillon con le orecchie dritte e phalene con le orecchie cadenti) raffigurato in 865 esemplari riprodotti da 350 pittori, dai più celebri agli anonimi, in circa 900 riproduzioni fra dipinti, sculture, porcellane e gioielli, distribuiti in più di 70 Musei ripartiti in 18 diversi paesi. Tuttavia, il destino dell’Epagneul sembra curiosamente legato alla Monarchia: infatti la fine del Secolo XIX vede il declino di questa razza ancora oggi purtroppo poco nota.  
Luigi XV era un grande appassionato di caccia, possedeva diversi cani e alla reggia di Versailles vi era la "sala da pranzo dei ritorni da caccia", dove riceveva i suoi compagni di caccia, nonché "l' anticamera dei cani" che prende questo nome per il soffitto, dove sono appunto rappresentati gli animali prediletti dal sovrano.

Per quanto riguarda i cani da caccia ci giungono diverse rappresentazioni in particolare di levrieri, segugi, spaniel e cani da ferma.
ANGELA VENEZIANO BROCCIA - 5^A LS

0 commenti:

Posta un commento