Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

venerdì 28 aprile 2023

LA CHITARRA, TRA PASSIONE E STORIA

Ben ritrovati amici del Mattei’s blog.
Come avrete potuto notare sono appassionato di musica, ma non ho mai approfondito la tematica riguardante gli strumenti.
Per cui vi spiegherò qualche caratteristica inerente la chitarra, strumento che suona da circa 4 anni, e la sua storia.

La chitarra è uno strumento dotato di diversi componenti che variano in base al modello; i principali sono le 6 corde, il manico con i tasti, le chiavi, la cassa, il ponte e anche, in alcuni casi, l’amplificatore - specialmente per le chitarre elettriche.


Si tratta di uno strumento con origini antichissime ed infatti ci sono stati modelli precursori già dai tempi degli Egizi e di altre popolazioni.
Gli Egizi hanno utilizzato una sorta di chitarra a 3 corde con cassa di risonanza di cedro levigato e accerchiata dal cuoio. Col passar dei secoli sono state aggiunte anche le altre 3 corde. Inoltre la sesta corda è stata introdotta da un personaggio della musica famosissimo, ovvero il liutaio Stradivari. Agli inizi le corde sono state fabbricate con parti di animali; poi sostituite con quelle di nylon, le corde tipiche della chitarra classica. Successivamente, sono arrivate anche le corde in acciaio e, di conseguenza, le  chitarre folk ed elettriche.

La chitarra ha come tipica accordatura Mi, Si, Sol, Re, La, Mi (il primo Mi è la nota più acuta e l’altro è quella più grave). Tutto ciò è dovuto alla chitarra spagnola, dotata di 5 corde con queste note, la sesta è stata aggiunta dopo.

Le chitarre hanno modificato i tasti: si è passati da 8 a 12 per le chitarre classiche e folk poiché le elettriche ne hanno o 22 o 24.

La chitarra è composta da legno e di quest’ultimo ce ne sono diversi tipi che la formano come il mogano, l’ebano, il palissandro e l’abete (questi sono i più utilizzati). In realtà, in passato, è stato usato solamente un tipo di legno per fabbricare i primi modelli della chitarra poiché le chitarre di oggi sono formate da più di un tipo di legno.

Adesso passiamo alle tecniche principali usate per suonare la chitarra.
Per le chitarre classiche e folk, bisogna prendere gli accordi con diverse forme e suonarli con una ritmica oppure arpeggiandoli (si utilizzano le dita per suonare le note una per volta come se si stesse suonando l’arpa).
Poi si possono compiere anche slide, hammer-on e pull-off. Questi tre metodi consistono nel suonare più note contemporaneamente ma in modi diversi.
Con queste tre tecniche si deve ottenere un suono continuo che non deve essere interrotto.
Invece ci sono altre tecniche ,poco utilizzate con le chitarre classiche o folk, effettuate sulla chitarra elettrica e la principale di queste è l’assolo.
 
Concludo dicendo che la chitarra agli inizi è abbastanza difficilecome strumento da imparare a scuonare, ma con l'allenamento si riescono a raggiungere grandissimi risultati.
Infatti, per quanto riguarda la mia esperienza, per i primi due/tre anni dall’inizio della mia “carriera” chitarristica ho faticato molto sia per le difficoltà che si hanno le prime volte ma soprattutto perché a casa mi esercitavo poco.
Poi ho deciso di allenarmi maggiormente e ad oggi sono migliorato tantissimo.

giovedì 27 aprile 2023

LA FOCACCIA PUGLIESE - gustosa ricetta salata

La focaccia è una di quelle tipiche ricette che amo preparare insieme alla nonna, seguendo molto attentamente i suoi preziosi consigli.
La mia famiglia ha origini pugliesi e da quando i miei parenti si sono trasferiti qui hanno voluto mantenere vivo il ricordo delle loro origini cucinando pietanze tipiche come la focaccia pugliese. E a me hanno trasmesso questa grande passione!
 
INGREDIENTI:
 1 patata
 200 gr di farina di grano tenero di tipo "0"
 300 gr di semola di grano duro rimacinata
 12 gr lievito di birra (a cubetto)
 sale q.b.
 olio extravergine d'oliva q.b. (3-4 cucchiai)
 300 ml di acqua
● 10 pomodorini ciliegia (o anche di più se preferite la focaccia più condita)
 1 pizzico di origano
 sale q.b.
 olio q.b.

PROCEDIMENTO:
Come prima cosa bisogna lessare la patata, togliere la buccia e schiacciarla con uno schiacciapatate. La patata è fondamentale per ottenere un impasto morbido e favorire la conservazione della focaccia.

A questo punto bisogna preparare l'impasto della focaccia.
Prendere un contenitore in cui mescolare con le mani i diversi ingredienti: la patata schiacciata, la semola, la farina, il sale, il lievito (precedentemente sciolto in acqua tiepida), l'olio extravergine d'oliva e l'acqua, quest'ultima da aggiungere lentamente fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Lasciare riposare la massa per circa 4 ore, avvolgendo il contenitore con una coperta o un canovaccio in modo che possa crescere restando al caldo.

Trascorse le 4 ore, si può disporre l'impasto nella teglia. Prima di farlo, inumidire con l'olio fin sopra i bordi e poi posare l'impasto all'interno della teglia, girandolo in modo da bagnare entrambi i lati; infine, stenderlo con i polpastrelli.

Farcire con pomodorini tagliati a metà e condire l'impasto spargendo sulla superficie olio, sale e origano quanto basta.
Preriscaldare il forno a 220°, inserire la teglia nel forno statico (non ventilato) e cuocere la focaccia a 200° (massimo 250°) per circa 30 minuti.
Prima di servirla e mangiarla, una volta cotta meglio farla raffreddare a temperatura ambiente (non lasciarla in forno, mi raccomando!).

La Puglia è in tavola: buon appetito!

MARTINA SIGNORILE - 5^A LSU

mercoledì 26 aprile 2023

"L’AGNESE VA A MORIRE" di Renata Viganò

In occasione del 25 Aprile, festa della Liberazione, è importante ricordare e rendere onore a chiunque abbia preso parte alla Resistenza, anche a costo di sacrificare la propria vita per liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista. Erano persone comuni che portavano con loro armi importanti: il coraggio e il desiderio di salvaguardare la propria patria. Tra queste ci sono anche tante donne partigiane che, al pari degli uomini, hanno fortemente contribuito alla lotta. Non vengono altrettanto ricordate e non viene data loro l’importanza che meritano per ciò che hanno fatto. Tra queste donne c’è Renata Viganò, autrice del libro a tratti autobiografico “L’Agnese va a morire” in cui racconta la storia dell’Agnese, una partigiana che ha conosciuto durante la guerra.

Ci troviamo nelle valli di Comacchio durante la Seconda Guerra Mondiale, negli otto mesi precedenti alla liberazione dell’Italia. Agnese è un’anziana lavandaia che vive con il marito Palita, comunista che, pur non potendo svolgere lavori pesanti a causa di una malattia avuta in passato, collabora con i partigiani. Dopo la deportazione e la morte dell’uomo da parte dei tedeschi, l’Agnese decide di seguire le orme del marito e di avvicinarsi agli uomini della resistenza, diventando una staffetta partigiana. Dopo l’ennesimo sopruso da parte di Kurt, un soldato tedesco, la donna lo colpisce in testa con un mitra e, credendo di averlo ucciso, decide di scappare. Inizia così la sua vita clandestina dedita alla lotta partigiana che la occupa fino agli ultimi momenti della sua esistenza.

«Capiva quelle che allora chiamava “cose da uomini”, il partito, l’amore per il partito, e che ci si potesse anche fare ammazzare per sostenere un’idea bella, nascosta, una forza istintiva, per risolvere tutti gli oscuri perché, che cominciano nei bambini e finiscono nei vecchi quando muoiono.»

Essendo stata anche l’autrice stessa una partigiana, questo romanzo è una testimonianza reale e concreta di ciò che è stata la resistenza. Vengono dunque delineate immagini vere di ciò che accaduto, raccontando, giorno dopo giorno, la lotta per la liberazione attraverso la vita quotidiana di questi partigiani fatta di fughe, fucilazioni, tradimenti, paura, vittorie e sconfitte.
L’Agnese fa parte di tutti quei combattenti che non ce l’hanno fatta a vedere il risultato del loro operato, diventando perciò il simbolo del sacrificio, della ribellione e della lotta per un ideale su cui bisogna riflettere affinché la Storia non si ripeta.
PAOLA BRAVO - 3^B LS

ZELDA: BREATH OF THE WILD

Ben ritrovati, cari lettori del Mattei’s Blog!
Siamo tornati per parlarvi di un classico che abbiamo voluto recuperare per immergerci nel suo fantastico mondo: stiamo parlando di Zelda, nello specifico The Legend of Zelda: Breath of the Wild.
 

Questo fantastico titolo Nintendo narra le vicende di un giovane eroe di nome Link, risvegliatosi in una grotta da un sonno secolare e di una principessa, Zelda, che in quest’attesa ha lottato senza sosta contro una calamità di nome Ganon che non vuole fare altro che distruggere il mondo. Una lotta tra bene e male che si ripete incessantemente e che i diversi cantastorie di Nintendo non hanno ancora smesso di farci vivere tramite gli occhi di questo giovane ragazzo alle prese con un destino che sembra già scritto.

Anche questa volta siamo riusciti a stupirci, a rivivere la stessa storia come se l’avessimo udita per la prima volta e ci siamo fatti travolgere da quel vento, maestoso e delicato.

 
La libertà narrativa, difatti, trova riscontro nella libertà offerta dalle dinamiche racchiuse nell’immenso mondo di gioco, totalmente a disposizione del giocatore. È addirittura possibile correre dritti alla fine dell’avventura, nonostante per ovvi motivi sia un’alternativa che non abbiamo minimamente preso in considerazione!
Quantificare la grandezza della mappa sarebbe come ammettere di voler trovare per forza un limite alle attività possibili, quando poi basta percorrere due sentieri e guardarsi un po’ attorno per ritrovarsi a raccogliere funghi o cercare oggetti magici sotto alle rocce in riva al fiume.
 
“The Legend of Zelda: Breath of the Wild” è l'esempio di come Nintendo abbia persone tra le sue fila in grado di trasformare i successi del passato, con i loro elementi distintivi, in capolavori del presente, e perché no, anche del futuro.
 
Come sempre vi invitiamo vivamente di provare questo fantastico gioco, se non l’avete già fatto, e a farci sapere cosa ne pensate!
 
Alla prossima, MARGHERITA BONETTI e LORY MITROFAN - 5^A LSU/5^A AFMI  


lunedì 24 aprile 2023

IL BENE CIRCOLARE SALVA - EMA, PESCIOLINO ROSSO

 “Quando anche un solo giovane ci dice un semplice “grazie” o “mi avete salvato la vita” e riesce a salvarsi, a cambiare idea o ripensare alla sua vita in modo positivo la nostra missione continua ad avere sempre più forza e ci sprona a portare avanti il nostro amore.” - Gianpietro Ghidini


Il 24 novembre 2013 Emanuele Ghidini, giovane sedicenne originario di Gavardo (BS), si suicidava dopo aver gridato più volte “Mi devo uccidere! Mi devo uccidere!” gettandosi da un ponte sotto gli occhi dell’amico, dopo aver assunto droghe allucinogene ad una festa alla quale era stato invitato. Il suo corpo venne
ritrovato il giorno dopo e il padre distrutto dal dolore noterà che il punto del ritrovamento era lo stesso dove anni prima un piccolo Emanuele aveva liberato il suo pesciolino rosso. 
La notte successiva papà Gianpietro sognò di salvare il figlio, e da questo sogno giunse l’ispirazione per scrivere una lunga lettera ad Emanuele, poi trasformata in un libro. Inoltre, la vocazione scaturita dal sogno lo mosse a fondare l’associazione "Ema - Pesciolino Rosso", dedicata all’aiuto e al supporto dei ragazzi in difficoltà.

Circa un mese fa, il 22 Marzo, papà Gianpietro ha portato la sua esperienza nella nostra scuola, raccontando la tragica storia della morte di Emanuele e del suo dolore, divenuto poi motore per il suo impegno dedicato al prossimo, in particolare ai giovani orfani o con problemi di tossicodipendenza, ludopatia o autolesionismo. L’incontro ha toccato il cuore di tutti i presenti, portando anche alcuni studenti reduci da storie simili a condividere le loro esperienze in un’atmosfera di conforto e solidarietà.

Credo che l’incontro con Gianpietro Ghidini sia stato uno dei più interessanti e significativi tra quelli svoltisi nel nostro Istituto, in quanto ci ha aiutato ad aprire gli occhi sulla realtà interiore dell’altro e a pensare al valore dato alla vita, che deve essere diverso dall’idea di “vita come un videogioco, dove ad ogni errore c’è
una riparazione, senza doversi assumere responsabilità” (cit. Mons. Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza).
Abbiamo ascoltato come il dolore può non avere l’ultima parola, perché se ci facciamo aiutare e facciamo circolare il bene è sempre possibile ricominciare!

EDOARDO DEVOTI - 3^A LS

venerdì 21 aprile 2023

"TUTTO IL TEMPO CHE VUOI" di Francesco Gungui

Franz ha 36 anni, vive la sua quotidianità e sembrerebbe andare tutto per il verso giusto: ha un lavoro come editor, una relazione stabile con Lucia da 10 anni, il progetto di ampliare la famiglia e una carriera in ascesa.
 
Finché un giorno i  pilastri della sua vita si sgretolano facendolo cadere giù.
La sua relazione stabile con Lucia finisce perché i due non riescono ad avere un figlio, il rifiuto di un futuro best seller gli fa perdere il lavoro e le varie difficoltà della vita quotidiana lo mettono in crisi.
A questo punto Franz si ritrova single e senza lavoro; dunque come si può, alla soglia di quarant’anni, reinventarsi e ricominciare tutto da capo?
 
‘Forse è questo quello che si deve fare, pensare alla vita come ad un romanzo incompleto e impreciso, una storia sulla quale vale senz’altro la pena di mettere le mani’

 
L’autore è stato in grado di raccontare con estrema semplicità e tenerezza quelli che sono i veri problemi della vita, che purtroppo non è sempre rosa e fiori, delle famiglie che non sono solo quelle del "mulino bianco" anzi richiedono impegno e a volte anche dolore, e del riscatto per la propria esistenza e la gioia per la rinascita personale. Francesco Gungui è riuscito a parlare di tutto questo in modo emozionante.
 
‘Passano le settimane e io mi impegno a essere normale, a fingere di vivere una vita serena.
Quante persone fanno come me? Tremo al pensiero di non essermi mai accorto di un altro dato statistico invisibile.
Quante persone hanno dovuto rinunciare ai proprio sogni e vivono una vita priva di sorprese, nascondersi tra gli affetti sicuri e qualche piccolo sfizio occasionale?’
 
Una lettura ironica, accattivante, intelligente e stravagante, molto romantica e passionale. Che mi ha insegnato che la vita non è mai come la si immagina, alcune volte è ancora meglio delle aspettative ed altre peggio; proprio perché non sempre è come l’avevamo immaginata bisogna reagire per essere gli editor della propria vita.
 
E voi come avreste reagito a questa situazione? Avreste riscattato la vostra vita?
 
MARTINA SIGNORILE - 5^A LSU

giovedì 20 aprile 2023

TORTA FRITTA SENZA GLUTINE

La torta fritta è pasta fritta, a base di acqua e farina, anche se il suo nome può variare dalla provincia emiliana in cui ci si trova. E’ perfetta per accompagnare salumi e formaggi, ma anche mangiata da sola è deliziosa.

INGREDIENTI:
500g di farina senza glutine
300g di acqua frizzante
1 cucchiaio di strutto o burro
2 cucchiaini di sale
Metà bustina di lievito per impasti salati
Abbondante strutto o olio per friggere

PREPARAZIONE:
Impastare bene la farina e l’acqua frizzante.
Aggiungere lo strutto o il burro ammorbidito.
Infine aggiungere anche il sale e il lievito.
Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Con un mattarello stendere la pasta fino ad un'altezza di circa 3 mm. Tagliarla a rettangoli o triangoli con la rotella tagliapasta. Friggere nello strutto o olio girandola da entrambi i lati fino ad ottenere un colore dorato.
Aggiungere un po 'di sale e servire
calda.

VITTORIA AIOLFI - 3^B LS

martedì 18 aprile 2023

"L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE" di Milan Kundera

“Quello che avviene soltanto una volta è come se non fosse mai avvenuto.
Se l’uomo può vivere una sola vita, è come se non vivesse affatto.”
 

Un titolo tanto curioso quanto calibrato, che rispecchia fino nei minimi dettagli quelle che sono le riflessioni, i sentimenti e le trame di questo libro.
 
Le storie e le vite che si vivono dentro il romanzo sono quelle di: Thomas, Tereza, Sabina e Franz.
Persone apparentemente sconosciute, ma tutte legate da un destino.
Thomas ha sempre amato due cose nella sua vita: le donne e il lavoro. Tuttavia, quando incontra Tereza, i due si innamorano e si sposano. Sarà poi difficile per la moglie accettare i piccoli vizi che il marito porta con sé.
Tereza è un’appassionata di fotografia che coronerà il suo sogno riprendendo gli attacchi che nel 1968 segneranno la sua città, Praga. Gelosa del marito, decide di incontrare una delle sue amanti, Sabina. Quest’ultima è la classica persona che vive nel momento, senza doversi preoccupare di cosa accadrà dopo. Le piace essere l’amante di Thomas, ma una volta conosciuto Franz, si innamora perdutamente di lui, tuttavia, non avendo il coraggio di stabilirsi, fuggirà abbandonandolo.
Quando, però, rimane solo, quest’ultimo protagonista, per tutta la vita inseguirà il ricordo di Sabina, senza neanche rendersi conto che i suoi continui tuffi nel passato non lo porteranno da nessuna parte, solo alla disgrazia.
 
“Sono proprio le domande per le quali non esiste risposta che segnano i limiti delle possibilità umane e tracciano i confini dell’esistenza umana.”
 

Sono i temi e l’ambiguità del libro che lasciano al lettore un senso di curiosità e insaziabilità. Infatti le continue riflessioni e provocazione che l’autore scrive, oltre a suscitare dubbi, stimolano la voglia di continuare a leggere.
Si tratta di una storia intrinseca di leggerezza e pesantezza, di equilibrio tra anima e corpo e confronti tra più punti di vista.  Scaturisce domande a cui risulta quasi impossibile rispondere: è davvero necessario scegliere tra anima e corpo? Tra leggerezza e pesantezza? Risulta realmente così fragile la nostra esistenza?
 
“Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta.
E’ per questo che l’uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.”
 
Non esistono risposte opportune a questi quesiti, tuttavia Kundera utilizza la metafora della vita così simile e al contempo diversa, per rappresentare quanto, a tratti, essa possa essere sia pesante, sia leggera.
Quello che l’autore intende scrivere non è solo un comune romanzo, ma anche una vera e propria riflessione filosofica, che porta a ragionare al di là degli schemi e delle conoscenze umane, destando pensieri quasi inconcepibili per visioni così chiuse.
 
“Un romanzo non è una confessione dell’autore, ma un’esplorazione di ciò che è la vita umana nella trappola che il mondo è diventato.”
 
AGATA ILLICA MAGRINI - 2^A LSU

ROMA - CITTA' ETERNA

Dal 29 marzo al 1 aprile siamo stati in gita a Roma con le classi 3ALS, 3BLS, 4ALS, 4BLS e oggi siamo qui per raccontarvi la nostra esperienza e quella dei nostri compagni!


Abbiamo fatto un sondaggio nelle classi che hanno partecipato al viaggio d'istruzione per capire cosa fosse piaciuto di più e cosa avesse lasciato ai ragazzi questa esperienza, ricevendo risposte interessanti, anche molto diverse tra loro.

La tappa della gita per la Città Eterna che ha riscosso maggiore successo è stata la sontuosa Basilica di San Pietro. È stata scelta soprattutto per la sua maestosità e per l’atmosfera che si respira al suo interno. È inoltre un monumento illustre che non lascia indifferenti per la straordinarietà delle opere contenute al suo interno come la Pietà di Michelangelo Buonarroti che ci ha colpito particolarmente.
 
Al di sotto della basilica si trovano poi le Grotte Vaticane che rappresentano l’intercapedine tra l’attuale San Pietro e la vecchia Basilica di Costantinopoli. Al suo interno sono custodite le tombe di numerosi pontefici e opere d’arte provenienti dalla precedente basilica.

La fontana di Trevi è stata un'altra scelta popolare tra i ragazzi soprattutto per il suo ambiente tranquillo e quasi magico. Siamo emersi da una piccola strada laterale per trovarci improvvisamente davanti agli occhi la fontana più grande di Roma; meravigliosa con acqua turchese increspata, tutta illuminata in opposizione al cielo nero della sera. Il buio della notte faceva da contrasto con il marmo bianco che sembrava avere luce propria, facendo risplendere ancora di più l’intricata maestria delle statue. Anche in presenza di innumerevoli turisti, abbiamo avuto l'appagante impressione che quel posto fosse solo nostro e molti di noi desideravano soltanto restare ad ammirare la sua bellezza per ore.
 
Un altro edificio degno di nota è stata la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio per le sensazioni ammalianti che ha trasmesso, soprattutto il soffitto che, pur essendo una superficie piatta, si presentava come una falsa dimensione, maestosa e profonda grazie alle decorazioni percettive.

Questa gita è stata un’esperienza piacevole e interessante che ha dato modo ai ragazzi di approfondire le proprie conoscenze riguardo l’incantevole città di Roma dove, passeggiando per le sue strade, intrinseche di storia e di bellezza artistica, si assaporava un’atmosfera magica e caratteristica. Passando quattro giorni insieme, è stata inoltre un importante mezzo per conoscersi meglio, rafforzare i legami con i propri compagni di classe e per relazionarsi pure con ragazzi di altre classi. È stata fisicamente stancante considerando anche l’itinerario ricco di attrazioni, talvolta pesante e vari inconvenienti che si sono verificati ma che sono stati gestiti grazie ai professori, che ringraziamo, in particolare il prof. Dossena che ha organizzato e guidato questo viaggio.
Sono sicuramente diversi gli aspetti che sarebbero potuti essere migliori secondo le opinioni dei ragazzi ma globalmente sono stati giorni positivi che verranno ricordati con piacere e nostalgia.

PAOLA BRAVO - PRABH CHAGGAR - VITTORIA AIOLFI - EDOARDO DEVOTI - 3^B e 3^A LS

lunedì 17 aprile 2023

THE NIGHT AGENT

Cari lettori del Mattei's Blog, siete pronti per un’ intrigante storia che ci porta nel cuore della Casa Bianca!? 

The Night Agent è una serie Netflix ispirata all’omonimo romanzo di Matthew Quirk, disponibile dal 23 marzo 2023, creata da Shawn Ryan (già produttore di The Shield e S.W.A.T.), con protagonista Gabriel Basso.

La serie ruota attorno a Peter Sutherland, un giovane agente dell’FBI che durante un viaggio in metropolitana intuisce un pericolo e sventa un attentato terroristico.

Nonostante questo, con un salto temporale di diversi mesi lo ritroviamo centralinista alla Casa Bianca.
 
Peter deve rispondere ad un telefono molto particolare: è il telefono a cui chiamano i Night Agent, spie sotto copertura in missioni speciali che solo in caso di estremo pericolo possono chiamare quel numero.
Una notte il telefono squilla: è Rose, una donna che ha assistito all’aggressione dei propri zii in casa e che ha avuto il numero speciale proprio dallo zio.
In questo modo, Peter viene coinvolto in un complotto intricato e pericolosissimo, pieno di imprevisti e colpi di scena.

Nel caso della nuova creazione di Shawn Ryan, The Night Agent, lo show non brilla certo per originalità, virtuosismi narrativi o registici né per spessore qualitativo, eppure è certo che la serie in 10 episodi è strutturata con intelligenza e una buona dose di professionalità in maniera tale da catturare lo spettatore nelle spire dei suoi continui rovesciamenti di trama e di un ritmo che non lascia fiato.

The Night Agent sembra qualcosa che viene fuori dal gorgo del tempo: una storia classicissima con spie, agenti segreti, misteri politici e intrighi personali, storyline che si accumulano una sull’altra sciogliendo di volta in volta i nodi in sospeso e contemporaneamente aggiungendone di nuove, in un perenne turnover.
Il gusto è prettamente vintage, con tematiche ampiamente mainstream che però si rivolge ad un’utenza adulta che non si prende troppo sul serio.
Certo è che forse il primo episodio è fin troppo esplosivo nel suo mettere in campo tutte le pedine e le tracce narrative creando inevitabilmente un dislivello con il passare delle puntate.
La sceneggiatura punta tutto su un incipit travolgente, per poi all’improvviso diluirsi in tanti rivoli che devono riempire una prima stagione che forse, considerando la storia, avrebbe avuto uno svolgimento più efficace se ristretta in meno tempo.
 
Gabriel Basso è un protagonista carismatico, con un carattere in punta di penna che sa equamente dividersi tra freschezza teen e consapevolezza classica: anche se in questo senso paga lo scotto di un’uscita fin troppo ravvicinata a The Recruit, altra serie mistery/spy che ha ben altro spessore, perché pur rinunciando alla piacevolezza affabulatrice ad un intreccio più complesso e meno piacione.

The Night Agent è una serie che sa essere avvincente e si crea un suo pubblico usando gli ingredienti giusti che però sembrano fin troppo studiati a tavolino.
Piace perché deve piacere, e la lunghezza del racconto mostra i suoi punti deboli strutturali e creativi.
Tutto è efficace ma senza guizzi: dalla regia alla recitazione, dalla sceneggiatura al comparto tecnico.
 
Il mio voto è 7/10
 
Come sempre se la recensione vi ha incuriosito vi lascio il trailer:
https://youtu.be/4DsKXqyUSpk
 
 
Alla prossima recensione! 
KATIA BINELLI - 5^A LSU  

venerdì 14 aprile 2023

"DIO DI ILLUSIONI" di Dona Tartt

 Mi sentivo in un mondo irreale, come in un film dalla complessa trama che avessi cominciato a vedere da metà, senza dunque riuscire a coglierne lo svolgimento.”


Tutto ha inizio quando Richard decide di frequentare un college del Vermont, attratto in particolar modo dal corso di greco. Solo altre cinque persone seguono questo corso: Henry, Bunny, Francis, Charles e Camilla. Il loro insegnante è Julian, misterioso e diverso da tutti gli altri professori, insegna ai suoi studenti lezioni incentrate su un passato mitico e distante.

È la mente il nostro luogo, ed essa può fare del paradiso un inferno.”

I protagonisti vivono in un mondo caratterizzato dagli studi classici e riti antichi, lontani dalla società che li circonda. Fino a quando, una notte, accade un fatto che stravolge le loro vite e che li costringe ad affrontare la realtà.


Non so perché lo facemmo; né sono affatto sicuro che, se le circostanze lo richiedessero, non lo faremmo di nuovo.”

Così inizia per loro un periodo colmo di segreti e bugie. Tutti cercano di nascondere l’accaduto, eppure, uno dei cinque la pensa diversamente. Questa inaspettata svolta porta gli altri studenti a comportarsi in modo impulsivo, senza ragionare su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Mi piacerebbe dire che fui guidato da un irresistibile, tragico motivo a fare ciò che ho fatto quella domenica pomeriggio di aprile: ma mentirei.”

Ho trovato questo libro coinvolgente e scorrevole. La trama mi ha conquistata dal primo momento in cui l’ho letta, con i suoi personaggi unici ed enigmatici e i suoi colpi di scena. Una volta iniziato non sono più riuscita a smettere di leggere, all’inizio si sa così poco dei personaggi, tuttavia, procedendo con la lettura, si scopre la loro vera natura.

MARTINA CAVALCA – 2^A LSU

TORTINI al cioccolato dal CUORE_TENERO

 
Bentornati cari lettori al nostro angolo di cucina.
Le vacanze di Pasqua sono finite da poco e ci rimangono in casa tante uova di cioccolato non utilizzate, questa ricetta anti-spreco è un metodo alternativo per trasformare il cioccolato in un ottima merenda!❤️

Ingredienti

  • 100 g di uova di cioccolato

  • 40 g di farina

  • 80 g di zucchero

  • 2 uova

  • 100 g di burro

  • 6 g di lievito

  • zucchero a velo q.b

  • Stampini rotondi


Procedimento

  1. Lasciare sciogliere a bagnomaria 100 g di cioccolato assieme al burro;

  2. Aggiungere due uova, farina, zucchero e lievito;

  3. Mescolare fino ad ottenere un composto ben amalgamato;

  4. Imburrare gli stampini ed aggiungere un pizzico di farina in ciascuno;

  5. Versare il composto negli stampini;

  6. Cuocere in forno ventilato a 200° per dieci minuti;

  7. Capovolgere gli stampini ed impiattare i tortini;

  8. Aggiungere lo zucchero a velo a piacimento.


Spero sia di vostro gradimento e buon appetito! 😋


ARIANNA ZILIANI -2^A LS









martedì 11 aprile 2023

THE GIRLS' POWER - CIRCE

 ‘Lassù le costellazioni ruotano e tramontano. La mia natura divina sfolgora in me come gli ultimi raggi di sole prima di tuffarsi nel mare. Un tempo pensavo che gli dèi fossero opposti alla morte, ma adesso vedo che sono più morti che altro, poiché sono immutabili, e non possono trattenere nulla nelle mani.’

 
Ci sembra di conoscere tutto sulla storia della maga Circe raccontata da Omero: la maga si innamora perdutamente di Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali; ma quello che non sappiamo è che c’è un prima e un dopo nella vita di questa donna, che ne fa uno dei personaggi femminili più belli e più complessi della mitologia classica.
 
Circe, figlia di un titano e di una ninfa delle acque, è molto diversa dai suoi genitori quanto dai suoi fratelli divini: preferisce stare con gli umani piuttosto che con gli Dei, ha un aspetto fosco e un carattere difficile. Proprio a causa di questa sua diversità, Circe si è sempre sentita inadeguata e sbagliata, ed è costretta a vivere in esilio sull’isola di Eea, dove scopre di possedere dei poteri divini.
Circe, oltre ad avere doti magiche, comprende di avere molte somiglianze con i mortali, poiché la maga tanto temuta ha dei sentimenti, ed infatti prova dolore e gioia, rabbia e felicità, soffre per amore ma ne è anche affascinata… eppure, arriva anche il momento in cui deve scegliere se appartenere al mondo dei mortali o al mondo degli Dei.
 
‘Per tutta la vita mi sono spinta avanti, e adesso eccomi qui. 
Di un mortale ho la voce, che io abbia tutto il resto.’
 
Circe, una dea che ha avuto la “colpa” di nascere donna, non particolarmente affascinante e con una voce sgraziata, viene posta sin dalla sua nascita ai margini della vita sociale nel palazzo della splendente Elios.
Circe, non completamente dea nè maga, ma una persona come tante, ha un animo puro, sincero, fragile nel suo essere forte, con le sue aspirazioni, i suoi timori, i suoi sbagli, i sentimenti che la contraddistinguono, rendendola semplicemente UNICA!
 
Dopo aver letto ‘La canzone di Achille’ non potevo non leggere ‘Circe’; devo dire che avevo grandi aspettative, avevo pensato ad un libro totalmente al femminile che mi facesse emozionare, ed è stato proprio così! anzi, ha superato le mie previsioni!
Il fatto che Circe provi dei sentimenti umani mi ha fatto completamente distogliere dalla visione che avevo prima su questa maga: la ricordavo solo come colei che aveva trasformato i compagni di Ulisse in maiali, invece questo libro mi ha fatto capire che è molto di più: una madre e una maga e una dea, insomma Circe non possiamo definirla in modo univoco perché è un personaggio multiforme.

Madeline Miller mi ha fatto emozionare anche questa volta ed è riuscita a trasportarmi nel mondo classico tra gli Dei e la magia di quel posto; la scrittrice non solo ho colto a pieno tutti i sentimenti e le emozioni che la maga Circe prova, ma tra dolore e gioia, preoccupazione e amore mi ha permesso di sentirla molto vicina a me.
Un bellissimo romanzo da leggere assolutamente per gli appassionati, come me, di mitologia classica, per scoprire un personaggio femminile davvero incredibile!
                                                                                               
MARTINA SIGNORILE - 5^A LSU

domenica 9 aprile 2023

"AMORE E PSICHE" di Apuleio, dall'albo illustrato di M. Rossato

 Stavo studiando ‘Le metamorfosi’ di Apuleio quando mi sono imbattuta nella favola di ‘Amore e Psiche’, della quale mi sono follemente innamorata.
Eppure, non volevo leggere solo la storia originale e così ho letto la favola illustrata da Michelangelo Rossato.
 
‘Quanto al tuo volto, io non cerco più di scoprirlo, ormai non mi danno più fastidio nemmeno le tenebre della notte: ho te, e tu sei la mia luce.’
 
Leggere questo libro è stato come fare un viaggio nel passato assaporando storie antiche e sconosciute, come trovarmi in un museo d’arte classica. Infatti, già dalla copertina di questo libro ho colto la stessa bellezza e fragilità della famosa scultura di Canova, che ha voluto rappresentare il momento che precede il bacio sospesa tra i due innamorati.
 

La favola racconta di un re e una regina e le loro tre figlie, tutte bellissime. La grazia e lo splendore della più piccola, Psiche, sono talmente grandi da attirare l’invidia della Dea Venere, che per vendicarsi decide di ricorrere all’aiuto di suo figlio Amore, al quale chiede di colpire Psiche con una delle sue frecce e di farla innamorare del più vile degli uomini. Inizialmente Amore accetta ma appena vide Psiche rimane così incantato dalla sua bellezza che si distrae e si punge con la freccia destinata alla ragazza; innamoratosi perdutamente di lei, la conduce nel suo palazzo per vivere insieme, però a una condizione: Psiche non deve mai vedere il volto di Amore.

Questa favola racconta dell’anima che dopo errori, sofferenza e espiazione ritrova la piena felicità. 
E’ dunque una storia tanto antica quanto attuale. Una storia complicata, l'amore da una parte e l'odio dall’altra.
 
‘Se Orfeo non si fosse girato, se Psiche non avesse tentato di conoscere, 
allora noi non avremmo creduto alla forza del loro amore.’
 
E voi, avete mai letto libri controvoglia solo perché te lo richiedevano gli insegnanti? che poi vi hanno inaspettatamente coinvolto? 
Fatemelo sapere nei commenti qui sotto!
 
MARTINA SIGNORILE  - 5^A LSU

giovedì 6 aprile 2023

GLI AMICI DELL'UOMO - IL CONIGLIETTO PASQUALE

Chi è il coniglio pasquale? E perché proprio questo animaletto è simbolo della pasqua?
 
In questo articolo scopriremo insieme il coniglio e le origini dell’ Easter Bunny: un personaggio tanto amato quanto misterioso.
Con l’arrivo della Pasqua il nostro piccolo amico risplende sempre in primo piano su cartelli pubblicitari e in tv.
Ma da quanto tempo va avanti questa tradizione?

Il primo riferimento al coniglietto pasquale risale a prima del XVII secolo, quando il popolo germanico d'Europa introdusse l' Osterhase, un coniglio che portava doni ai bambini nel periodo pasquale.
Una delle storie più interessanti riguarda però la divinità sassone della Primavera : Eostre ( detta Ostara, da cui deriva la parola Pasqua in tedesco, Ostern, e in inglese, Easter) che per far giocare i bambini  trasformò un uccellino che aveva appoggiato sul suo braccio un coniglio.
Eostre è spesso raffigurata come una lepre o coniglio, che porta uova alla luce della luna ( che è il simbolo di molte divinità ctonie e il cui ciclo è collegato ai ritmi della fertilità).

Effettivamente riuscì nel suo intento perché i bambini furono molto contenti ma l’uccellino era rattristato per cui i piccoli le chiesero di renderlo nuovamente volatile. Intanto però giunse l’inverno e la dea a causa della stanchezza non riusciva più ad annullare l’incantesimo. Era ormai primavera quando la dea riuscì a ridare all’uccellino la forma originale. Quest’ultimo felice ed onorato depose delle uova colorate che regalò ai bambini per averlo salvato e alla dea.


Il coniglietto è l’animale della Pasqua anche per la sua simbologia: è simbolo della vita e della fertilità.

Nonostante sia un animale piuttosto complesso da allevare (perché particolarmente delicato fisicamente e sensibile caratterialmente), è noto che in natura nelle giuste condizioni riproduce spesso numerose cucciolate ed è questo il motivo per cui fin dall’antichità è considerato il simbolo della primavera.

Questo piccolo pelosetto sta spopolando nelle case come pet e non solo! 
Sono ormai diversi i salterini protagonisti sui social! Ne è un esempio Wally: un pelosissimo Coniglio d'Angora che vive in Massachusetts.
seguito da oltre 287mila utenti!
I Conigli d'Angora, tra le più antiche razze di coniglio domestico, sono allevati per la loro lana più morbida del cashmere.

ANGELA VENEZIANO BROCCIA - 5^A LS