Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

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venerdì 26 maggio 2023

GLI AMICI DELL'UOMO: Jack Russell, un piccolo grande cane

Nel primo articolo della rubrica abbiamo parlato del cane e delle diverse attività in cui è impiegato. Anche se solitamente si pensa a pastori tedeschi, golden retriever o malinois anche piccoli cagnolini possono fare grandi cose.

Il Jack Russe nasce come cane da tana. Oggi però non vorrei parlare delle sue prove da lavoro o della sua morfologia ma vorrei raccontare alcune storie che coinvolgono queste piccole palline di energia e pelo.
Il motivo per cui si è scelto di impiegare proprio questa razza è legato al loro ottimo fiuto (sono stati selezionati come cani da caccia quindi è una caratteristica che li contraddistingue) e alla loro tenacia. Si tratta, come tutti i terrier, di cani particolarmente testardi ma questa loro peculiarità non è da vedere negativamente in quanto se valorizzata nel modo corretto li rende cani infallibili che non si arrenderanno di fronte alle difficoltà e faranno veramente di tutto per raggiungere i loro obiettivi. Sono dotati di grande intelligenza e sono in grado di creare un legame strettissimo con il proprio compagno di vita.
Un piccolo jackino ha salvato diverse vite in Ucraina e per questo motivo è stato premiato anche da Zelensky, il suo nome è Patron ed è uno scovatore di mine esplosive.
Questa razza ha un peso tale da non far scattare l'esplosione. Ed è per questo motivo che questi cani vengono usati in situazioni di guerra.

Su internet sono disponibili numerose fan art e disegni dedicati al piccolo eroe nazionale. Un video su Facebook pubblicato dal Servizio statale di emergenza ucraino (Ses) in cui Patron indossa il giubbotto tattico e si arrampica in grembo a un militare è diventato virale e accresciuto la sua popolarità. Il cane è stato “estremamente felice di incontrare un vero amico dell'Ucraina”, ha riferito il Ses, “anche se il presidente Trudeau non ha trovato un pezzo di formaggio da dare a Patron”.
 
A Genova un giovane jackino di nome Leone ha preso il posto della sua collega Cora, andata in pensione. Allevato in Veneto e addestrato alla Spezia, Leone sarà in servizio a Genova con l'unità cinofila antidroga della polizia.
 
Quella di Pocho è una storia particolarmente interessante perchè riguarda anche il mondo della mafia.
Proprio come un piccolo supereroe il suo racconto comprende anche la figura “del cattivo” che lo vuole morto perchè intralcia il suo operato.
Anche Pocho è un cane antidroga che però lavora a Napoli dove, per il suo ottimo operato, ha conquistato l’odio degli spacciatori e la camorra lo vuole morto
.

Pocho non è nato per svolgere il suo mestiere, o meglio, non doveva essere inizialmente questo il suo destino. La sua carriera ha inizio nel 2013 quando il piccolo Pocho aveva solo 8 mesi e la sua famiglia ha deciso di donarlo alla polizia per la quale il pelosino ha svolto da sempre il suo lavoro in maniera eccellente. Il suo conduttore si chiama Sandro e basta che gli dica un “cerca” per farlo scattare come un fulmine, raggiungere anche i posticini più stretti grazie alla sua piccola taglia e scovare la droga.
Purtroppo più e più volte la camorra ha provato ad avvelenarlo con polpette o veleno per topi ma senza riuscirci.
Pocho in 5 anni ha trovato la bellezza di 5 tonnellate di sostanze stupefacenti, a Salerno ha scoperto 30 kg di cocaina.
La camorra e gli spacciatori, oltre ai tentati avvelenamenti, hanno sempre provato a distoglierlo dal suo operato utilizzando diverse fragranze distraenti e addirittura cagnoline in calore ma nulla è riuscito ad allontanare il piccolo eroe dal suo compito.
 
Zippy è un altro jackino eroe che ha salvato una famiglia da un incendio a costo della sua stessa vita.  Erano le due di notte del 17 settembre quando i Butler stavano dormendo nella loro casa di Bradeton, una cittadina della Florida, negli Stati Uniti. A un certo puntoscoppia un incendio e incurante del pericolo, il piccolo jack russell ha attraversato le fiamme e iniziato a correre tra i letti del proprietario, Leroy Butler, del padre e dei figli, riuscendo a svegliarli. Sono riusciti tutti a scappare convinti che il piccolo li stesse seguendoma solo una volta fuori si sono accorti che Zippy era rimasto intrappolato.Nemmeno i pompierisono riusciti a recuperarlo: il piccolo era stato avvolto da fiamme per salvare la sua famiglia.

Il Jack Russell oltre ad essere un piccolo eroe ha anche preso il posto del Corgi come cane reale. Infatti proprio come la defunta madre, anche Carlo ha deciso di avere a corte i propri cani: Beth e Blubell due piccoli jackini (bianco arancio e tricolore).
ANGELA VENEZIANO BROCCIA - 5^A LS

martedì 23 maggio 2023

Tramonto in riva al lago

Cari lettori del Mattei's Blog, finalmente i caldi raggi del sole stanno illuminando le nostre giornate. Perciò, ho deciso di condividere con voi questo mio scatto rubato al tramonto insieme ai pensieri sereni che mi ha suscitato.


La fotografia raffigura alcune persone in riva al lago mentre osservano il paesaggio illuminato dal sole al tramonto. L’atmosfera sembra molto piacevole e tranquilla, partendo dalle persone fino ai colori dell'ambiente circostante, che danno un tocco di espressività ancora più forte. 

La felicità e la tranquillità possono essere ritrovate in momenti improvvisi e in molteplici cose. Si tratta di emozioni meravigliose da provare, ma allo stesso tempo difficili da raggiungere. Comunque, quando si è sereni e si percepisce l'animo pieno di felicità si inizia a vedere il mondo sotto un altro punto di vista, così come anche le situazioni difficili o gli ostacoli, che possono essere superati in maniera più semplice.

ISKRA COLIC - 2^A LSU

lunedì 13 marzo 2023

GLI AMICI DELL'UOMO - I "NOBILI" PELOSI

Quante volte abbiamo osservato un dipinto che ci ha fatto sorridere alla vista di un piccolo peloso rannicchiato in un angolino, dal passo trionfante oppure accoccolato tra le braccia della sua dama?

La concezione del cane o del gatto è sicuramente cambiata nel corso del tempo ma già da secoli portano colore nella vita degli uomini.
In questo articolo percorreremo i corridoi di famosi palazzi e regge alla scoperta dei batuffoli di pelo che le animavano.

Quale reggia più famosa di Versailles?
Qui la regina Maria Vittoria faceva impazzire la servitù con le sue amate creaturine. Diverse informazioni sono giunte fino ad oggi grazie al Principe de Bearne e di Chalais, discendente diretto di Madame Tourzel e da Fersen, che ne parla nel suo diario intimo.
Il cagnolino preferito della regina era uno Spaniel battezzato Coco che le fu donato alle Tulieries da Madame de Lamballe ma non fu l’unico. Condivideva il palazzo con carlini liberi di scorrazzare ovunque che rosicchiavano mobili, arazzi, tende, divani e tappeti, numerosi Papillon, Maltesi e gatti.
Questi ultimi erano preziosi angora turchi da cui leggenda narra sia nata la razza Maine Coon.
Si dice che prima di essere imprigionata la regina abbia consegnato alcuni suoi amati gatti al capitano Samuel Clough diretto con la sua nave a Wiscasset Maine dove i gatti della regina, lasciati liberi, si unirono ai gatti a pelo corto locali dando così inizio alla razza Maine Coon.
I gatti Angora Turchi divennero particolarmente apprezzati presso le corti europee. Fu Pietro Della Valle ad introdurre per primo in Europa il gatto d'Angora Turco.
Anche Luigi XV ne possedeva uno regalatogli dall'ambasciatore turco, che aveva chiamato Brillant ovvero diamante. 
Il micio bianco era particolarmente grasso e molto docile. Godeva di privilegi che non erano concessi nemmeno a principi di alto lignaggio: svegliava personalmente il re ogni mattina e si divertiva a giocare sul tavolo del Consiglio di Stato durante le riunioni.
È stato anche rappresentato in un dipinto di Jean-Jacques Bachelier datato 1761.
 
Anche la famosa regina Vittoria era un’appassionata di gatti: la sua razza preferita era il persiano e il suo prediletto si chiamava White Heather, un micione un po’ grassottello e molto amato.
A Buckingham Palace era un vero e proprio principe: accoglieva gli ospiti insieme alla regina, partecipava all’ intensa vita di corte rispettando l’etichetta aristocratica a cui tutti erano sottoposti.
Il peloso stava sempre in compagnia della regina Vittoria da cui veniva spazzolato personalmente e con la quale dormiva.
Il gatto persiano è stato il più amato dalle stirpi reali: si narra che, oltre ad essere il gatto della regina Vittoria che possedeva anche diversi esemplari di colore blu, fosse il gatto del re di Persia.

Per quanto riguarda i cani occorre fare una distinzione in quanto a prevalere erano due categorie: i cagnolini da salotto e i cani da caccia.
I primi erano principalmente Epagneul nani continentali (detti papillon), simil barboncini, levrieri (specie i piccoli levrieri italiani), piccoli terrier e soprattutto carlini.
Il carlino era apprezzato per il suo aspetto esotico e sono numerosi i dipinti di dame ritratte con un esemplare tra le braccia.
È particolarmente famosa la cagnolina posseduta dalla moglie di Bonaparte per un comico episodio.

Napoleone non era particolarmente amante di questo cane, descritto come “brutto, un pò bastardo, lungo nel corpo e basso nella gamba, color ruggine, con il muso nero e la coda riccia.
Finito il regime del terrore di Robespierre i due si sono uniti in matrimonio ma la piccola pelosa (di nome Fortune)  ha deciso di mettere lo zampino sulla famosa “prima notte”: siccome odiava Napoleone non voleva farlo entrare nella stanza della sua amata regina.

Era la padrona assoluta del letto di Madame, quando la sposai chiesi, inutilmente, di allontanarla, ma mi dissero che avrei dovuto scegliere una diversa sistemazione o accettarlo. Quindi, sebbene contrariato, non ebbi scelta: si trattava di prendere o lasciare. Il diletto cane di Madame fu meno accomodante e porto ancora i segni del suo disappunto sulla mia gamba.”

Purtroppo la sua vita non durò a lungo “Madame era così attaccata a questo piccolo animale che contattò Moscati, il più celebrare medico di Milano, per assisterla in una malattia.” e alla morte della sua piccola la regina decise di prenderne subito un’altra dal carattere molto più socievole e alla quale anche il generale si affezionò molto.
La leggenda narra che quando Napoleone e Giuseppina si separarono, l’imperatore non poté più portare la cagnolina con sé in battaglia: si trattava di Waterloo nota per la sua “tragica” conclusione.

Un’altra razza particolarmente amata era l’epagneul nano continentale (nelle sue due varietà: papillon con le orecchie dritte e phalene con le orecchie cadenti) raffigurato in 865 esemplari riprodotti da 350 pittori, dai più celebri agli anonimi, in circa 900 riproduzioni fra dipinti, sculture, porcellane e gioielli, distribuiti in più di 70 Musei ripartiti in 18 diversi paesi. Tuttavia, il destino dell’Epagneul sembra curiosamente legato alla Monarchia: infatti la fine del Secolo XIX vede il declino di questa razza ancora oggi purtroppo poco nota.  
Luigi XV era un grande appassionato di caccia, possedeva diversi cani e alla reggia di Versailles vi era la "sala da pranzo dei ritorni da caccia", dove riceveva i suoi compagni di caccia, nonché "l' anticamera dei cani" che prende questo nome per il soffitto, dove sono appunto rappresentati gli animali prediletti dal sovrano.

Per quanto riguarda i cani da caccia ci giungono diverse rappresentazioni in particolare di levrieri, segugi, spaniel e cani da ferma.
ANGELA VENEZIANO BROCCIA - 5^A LS

mercoledì 1 marzo 2023

ANTONIO LIGABUE - l'arte e la giustizia per la diversità

Cari lettori, oggi siamo qui per parlarvi della mostra sul pittore Antonio Ligabue “Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra. Il riconoscimento come artista e come persona” che abbiamo visto alla Galleria Bper Banca di Modena durante un’uscita didattica con la nostra classe.

La mostra, aperta dal 16 settembre 2022 al 5 febbraio 2023, trattava il tema della ventiduesima edizione del "Festivalfilosofia", che si tiene a Modena, Carpi e Sassuolo, cioè la giustizia. Attraverso le opere di Ligabue, infatti, c’era la finalità di portare il pubblico a riflettere a proposito della tematica della diversità e dell’inclusione tramite la vita dell’artista che è stato vittima di pregiudizi solo per la colpa di essere diverso, con l’idea quindi di dare giustizia a Ligabue per ciò che ha vissuto, rendendogli omaggio.

Il percorso espositivo, curato da Sandro Parmiggiani, si sviluppava a partire da quattro dipinti appartenenti alla collezione d’arte della banca con l’aggiunta di una ventina di opere provenienti da collezioni private, scelte per rappresentare al meglio i filoni a cui Ligabue si è dedicato passando dalle lotte tra gli animali selvaggi agli autoritratti o a scene di vita quotidiana che l’artista ha vissuto. I quadri in questione sono stati realizzati tra il 1929 e il 1962, anno in cui Ligabue, a causa di problemi di salute, è impossibilitato a dipingere.
Il catalogo della mostra è stato arricchito da alcune testimonianze che ricostruiscono la vita di Ligabue e le sue vicissitudini psichiatriche provenienti dall’Archivio ex Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia e raccolte grazie al direttore del Dipartimento ad attività integrata Salute Mentale e Dipendenze Patologiche Gian Maria Galeazzi e della responsabile Chiara Bombardieri.

Antonio Ligabue nacque nel freddo 18 dicembre 1899 a Zürich in Svizzera da Maria Elisabetta Costa originaria di Cencenighe Agordino, comune della provincia di Belluno. Alla nascita il bambino venne registrato all’anagrafe con il cognome della madre ovvero Costa. Nel settembre del 1900, Antonio venne poi affidato alle cure di una coppia svizzero-tedesca, Elise Hanselmann e J.V. Göbel, e, anche se la sua adozione non venne ufficializzata, Antonio considerò sempre loro i suoi genitori. In questo modo il tedesco diventò la sua lingua madre.
Tuttavia, la madre biologica sposò Bonfiglio Laccabue, emigrato in Svizzera dal comune italiano di Gualtieri, il quale considerò Antonio il suo legittimo figlio, dandogli il proprio cognome. Il pittore, però, da adulto, cambiò il cognome in Ligabue per l’odio maturato negli anni nei confronti del padre. Il percorso della sua educazione fu pieno di disagi, infatti, lo sviluppo fisico, mentale e psichico del giovane artista venne compromesso dalle sue disabilità ovvero il rachitismo e il gozzo. Si distingueva per la sua capacità creativa e per il suo pessimo comportamento.

Nel 1917, dopo un violento sfogo nei confronti della madre adottiva, venne ricoverato per la prima volta nella clinica psichiatrica di Pfäfers e, nel 1919, venne espulso dalla Svizzera su denuncia della madre adottiva e disertato a Gualtieri, vicino a Reggio Emilia, il paese di origine di Bonfiglio Laccabue. Così, Antonio Ligabue diventò un esule e un estraneo, odiato ed emarginato da tutti. L’artista si ritrovò allontanato dalla famiglia e dal poco affetto che riceveva, non potendo, inoltre, comunicare con le persone intorno a lui perché non sapeva parlare l’italiano, che non ebbe opportunità di imparare poiché nessuno lo considerava degno della conversazione. L’uomo, abbandonato e discriminato, fu costretto a vivere ai margini della società e su questo precipizio traballante del mondo, Antonio Ligabue si rivolse all’arte per compagnia ed espressione di sé. Con le sue dita neglette dall’affetto umano prese il pennello e iniziò a conversare con l’arte. Sopravviveva giorno per giorno, scambiando i propri dipinti per un pranzo e comprando con i pochi soldi nuovi materiali per la pittura.
Nella sua vita viene ricoverato diverse volte in manicomio a causa della sua personalità irascibile e violenta e del suo comportamento autodistruttivo. Muore il 27 maggio 1965 alla casa di riposo Carri di Gualtieri.

I soggetti affrontati da Ligabue sono vari. Innanzitutto è possibile osservare scene dai suoi ricordi di infanzia dipinte con una certa bramosia per la vita che dovette lasciare conto la sua volontà. Inoltre, ritrae molti paesaggi della sua nuova ubicazione, con scene di vita quotidiana nei campi, anche se preferiva raffigurare animali, domestici o esotici, in situazioni di calma o di tensione. Molti di questi ritratti effigiano scene di caccia e violenza terribile nel regno animale, quasi sinonimi della situazione sociale del pittore stesso. Sono frequenti anche gli autoritratti di Ligabue in cui documenta e ricorda sé stesso mentre viene dimenticato dagli altri.

Ligabue viene definito infatti dal curatore della mostra «un artista tragico» perché nelle opere emerge l’aspetto angoscioso della sua vita tanto che sono diversi i quadri che hanno come soggetto la lotta per la sopravvivenza tra gli animali in cui l’autore si identifica nella vittima che viene sacrificata.
«In Ligabue c’è il fascino della distruzione: più lui avanza nel tempo, più si mostra in uno stato di abbandono e di degradazione. Nei suoi autoritratti si ha l’impressione che ciò che lui cerca di scandire è la distruzione di sé stesso: questa distruzione che lo affascina nel rapporto di lotta degli animali, lui la guarda nel tempo su di sé, e la dipinge» -Daniel Abadie.

L'esperienza è stata molto interessante perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere un artista nuovo riflettendo anche su un argomento a noi caro: quello della paura della diversità.
Antonio Ligabue è uno fra i tanti artisti che è stato sottovalutato e reso quasi sconosciuto per colpa di un pregiudizio e di una società che non ha avuto il coraggio di andare oltre a ciò. Ha avuto un'infanzia difficile che lo ha portato ad avere comportamenti violenti e di conseguenza a essere emarginato dal resto della popolazione. Ligabue ha dovuto combattere contro la solitudine che si era creata intorno a lui quando tutto quello che desiderava era solo l'amore che gli era stato negato. Si rifugiava allora nella pittura dove trovava sfogo essendo l'unico mezzo con cui riusciva a esprimere i suoi sentimenti e le sue sensazioni, creando opere dal forte potere evocativo che riescono a trasmettere all'osservatore ciò che l'artista provava.

Negli autoritratti, Ligabue si rappresenta in modo realistico, senza tralasciare aspetti considerati antiestetici. In questo esempio sono osservabili i suoi baffi, il grande naso e le orecchie altrettanto smisurate. Tuttavia, il tratto più accattivante sono i suoi occhi che dimostrano una grande profondità e un grande dolore.

Il dipinto "Leonessa che azzanna una zebra" raffigura la scena di un’aggressione brutale da parte di un leone che con i suoi denti affilati straccia il collo di una zebra mentre gli altri animali sfuggono alla sorte della povera preda. Il realismo nella rappresentazione è sorprendente poiché questi animali sono assenti come riferimento al pittore. In questa scena, come in altre di brutalismo naturale dei diversi predatori nei confronti della preda, è facile trovare nella bestia cacciata una raffigurazione di Ligabue stesso.

VITTORIA AIOLFI - PAOLA BRAVO - PRABH CHAGGAR - 3^B LS

lunedì 23 gennaio 2023

GLI AMICI DELL'UOMO - L'AIUTO SOCIALE DEI NOSTRI FEDELI AMICI CANI

Cari lettori del Mattei’s Blog, ritorna per voi la rubrica _Gli Amici dell'uomo_: in questo articolo, vi racconto nuovi importanti ruoli che l’amico a quattro zampe ricopre!


Cani da assistenza
I cani da assistenza sono, purtroppo, poco conosciuti in Italia (dove ancora non sono presenti leggi in loro tutela) ma particolarmente valorizzati in America e in altri paesi europei.
Esistono diversi tipi di cani da assistenza tra cui cani da assistenza psicologica che
     segnalano la comparsa di comportamenti compulsivi o pericolosi al proprio compagno o alle persone circostanti
      forniscono aiuto durante attacchi di ansia o panico percependone l’arrivo con anticipo e reagendo di conseguenza per esempio leccando il volto
      ricordano l’assunzione di  medicinali o li consegnano al proprietario nel caso in cui la condizione in cui si trova non gli permetta il movimento
      interrompono gli incubi durante il sonno percependo per esempio l’aumento dei battiti e tantissime altre azioni che sono talvolta salvavita.

     cani da assistenza per persone disabili che svolgono tutti quei movimenti che la persona non riesce a fare in autonomia per esempio aprono sportelli o cassetti al posto loro, gli portano oggetti, aprono le porte e accendono le luci.
     cani da assistenza per persone epilettiche che percepiscono tramite l’odore e il sottile cambiamento di comportamento l’arrivo di un attacco epilettico agendo di conseguenza per cercare di evitare le convulsioni e chiamando i soccorsi. Per segnalare la situazione di pericolo che il suo amico umano sta vivendo il cane da assistenza abbaia talvolta si allontana in cerca di persone che possano prestare soccorso.

Cani da allerta per diabetici
Si tratta di cani che, al termine del percorso di addestramento, grazie al loro olfatto, sono in grado di perecepire e riconoscere un particolare odore nella saliva e nel sudore del proprietario diabetico,impercettibile al nostro naso, che si presenta in caso di ipoglicemia o iperglicemia. In Italia è presente l'Associazione Italiana Cani da Allerta Diabete che ha trovato subito molte adesioni di sostegno e supporto, per l'alto valore sociale e di supporto che offre a chi soffre di diabete. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia del lavoro di questi cani e l’addestramento sta diventando sempre più sofisticato per ottenere prestazioni sempre più elevate.

Cani da caccia, conduzione del gregge e cani da guardia
I cani da conduzione accompagnano il pastore e il suo gregge, lo radunano all’occorrenza facilitando il lavoro dell’amico umano. Tra le razze preferite c’è sicuramente il border collie per la sua velocità e capacità di indirizzare le pecore con il suo tipico sguardo magnetico.
I cani da caccia sono impiegati in attività venatoria che (in particolare con il cane da ferma) crea un particolare affiatamento (quasi “simbiosi”) con il compagno a due zampe. Ne esistono varie tipologie da quelli da tana (tra cui il famoso Jack Russell ) a quelli da ferma e riporto (tra cui golden retriever, cocker, weimaraner, labrador, breton, setter…). Sia per quanto riguarda la conduzione che la caccia (nelle sue varie forme: ferma, tana, seguita, riporto…)  esistono prove di lavoro (gare) organizzate da ENCI (ente nazionale della cinofilia italiana).
I cani da guardia si occupano di custodire proprietà o le greggi da intrusi o malintenzionati (a parte sono i cani da difesa personale il cui addestramento è molto più complesso e articolato).

Cani antidroga
L’addestramento del cane antidroga inizia dall’obedience di base e dalla ricerca di un manicotto (in principio il cane deve essere educato, sensibilizzato a differenti contesti e persone). Gli verrà insegnato a riportare l'oggetto ed a cercare e annusare fino a trovarlo quando è nascosto. Man mano che l'addestramento avanza, il manicotto sarà nascosto in scenari sempre diversi e in mezzi di trasporto come automobili, treni, aerei o altro. I cani riescono a riconoscere principalmente cinque sostanze stupefacenti: hashish, marijuana, ecstasy, eroina e cocaina. Vengono addestrati al rilevamento sia sulla sostanza “in movimento” che in posizione statica (quindi se il trafficante è in fuga il cane riesce comunque a rilevare e seguire la sua traccia). Le razze privilegiate sono pastori tedeschi grigioni e malinois.

Cani da slitta
Si dividono, in ordine di disposizione, in lead dogs (i cani guida ovvero quelli che stanno in testa al gruppo), swing dogs, team dogs ( quelli che danno velocità) e wheel dogs (quelli più forti che trovandosi più in prossimità della slitta devono sostenere la gran parte del peso). I cani da slitta oggi sono ancora impiegati da alcune comunità rurali, in Alaska, in Canada e Groenlandia.

Cani da guerra
I cani da guerra sono da sempre stati impiegati nella storia. I greci li usavano prima degli attacchi tra fanterie in quanto il soldato doveva abbassare lo scudo per difendersi dai morsi del cane, in questo modo, oltre a distrarsi, lasciava libere all’attacco del nemico le zone fragili superiori. Vari sono gli aneddoti e le storie da raccontare a riguardo.
I cani ancora oggi sono impiegati in guerra con mansioni differenti (dal trasporto di oggetti, alla difesa, alla guardia/allarme…) La razza preferita in assoluto è il malinois per la sua potenza, intelligenza e il suo affiatamento nei confronti del conduttore.

A presto con un nuovo articolo sui nostri amici pelosi!
 
ANGELA VENEZIANO BROCCIA - 5^A LS

mercoledì 28 dicembre 2022

GLI AMICI DELL'UOMO - I CANI: SONO "SEMPLICI" ANIMALI DA COMPAGNIA?

Cari lettori del Mattei’s Blog benvenuti nella nuova rubrica _Gli Amici dell'uomo_: qui tratteremo di diverse tematiche e curiosità sugli animali!


In questo articolo, vi racconto della figura del cane a partire dai luoghi comuni fino ad alcuni dei più importanti ruoli che l’amico a quattro zampe ricopre: cane da pet therapy, da ricerca su macerie, da salvataggio in acqua, da sport agonistico, da guida per ciechi, da assistenza, da caccia, conduzione del gregge e guardia, da allarme diabete, antidroga, da slitta, da guerra.

Se chiedessi di pensare alla figura del cane, la maggior parte delle persone visualizzerebbe una palla di pelo di variabili dimensioni intenta a poltrire su un divano o a passeggiare indossando un cappottino colorato (magari con il colore del mantello abbinato all’outfit del giorno del proprio umano), oppure che abbia correndo avanti e indietro in un giardino.
Alcuni associano il cane ad un peluche che ispira fiducia e libera gioia da ogni pelo, altri ad un essere inutile, fastidioso, pulcioso e puzzolente.
Perciò, per mostrarvi come anche i nostri amici animali più fedeli rivestano un ruolo importantissimo per tutta la società, ho deciso di parlare di  alcuni campi in cui il cane viene impiegato e delle attività in cui è coinvolto.


Pet Therapy
La “Pet therapy” è ad oggi un'attività piuttosto diffusa e non semplice come appare. E’ importante sottolineare che non tutti i cani possono essere impiegati per la pet therapy e, anzi, la scelta è individuale e piuttosto selettiva. Ci sono sicuramente razze più indicate ma la decisione finale dipende dal singolo soggetto che deve essere naturalmente predisposto per poter iniziare un vero e proprio percorso di addestramento.
benefici (dimostrati scientificamente) che porta questa attività sono notevoli e tra i tanti ricordo la guarigione da stati depressivi.

Ricerca su macerie
Si tratta di un'attività estremamente importante che prevede la formazione di unità cinofile (con un addestramento della durata di circa 2 anni)  a partire dalle basi di “obedience” fino all’attività di ricerca vera e propria. Queste unità sono impiegate in situazioni di emergenza, per esempio terremoti, che prevedono la presenza di dispersi.


Cani da salvataggio in acqua
Spesso ci capita di imbatterci in articoli di “cani eroi” con protagonisti cani da salvataggio in acqua. Anche in questo impiego sono importanti le caratteristiche del cane (dalla taglia all’indole) abbinate ad un buon addestramento.
Questi cani e i loro addestratori sono davvero degli eroi che spesso salvano migliaia di vite umane in tutto il mondo.

Atletica
I cani atleti coinvolgono i proprietari in svariate discipline tra cui la famosissima agility dog, l’obedience, gli sport acquatici, l’hoopers ecc... Dopo un periodo di addestramento del cane, l’uomo ha la possibilità di partecipare a sane competizioni con il suo fedele amico, a contatto con la natura e il mondo animale; i cani possono divertirsi, talvolta applicare il proprio istinto e rafforzare il legame con il proprio amico a due zampe.

 
Cani guida
I cani guida devono essere perfetti dal punto di vista genetico e comportamentale in quanto supporto quotidiano di una persona non vedente. Il loro ruolo è essenziale perché il cane svolge un compito importante anche a livello affettivo. Infatti, il legame che si viene a creare tra non vedente e cane è estremamente profondo e va al di là dell'aiuto materiale che l’amico peloso può offrire.
Di questi cani si occupano associazioni come “Lions” che, dopo lo svezzamento, affidano il cucciolo ad una famiglia (Puppy Walker), fino al primo anno di età per abituare il cane ai ritmi, ai rumori, agli stimoli e agli imprevisti di una vita familiare. Dopo questo periodo, il cane ritorna al Centro dove viene sottoposto a circa sei mesi di addestramento. Superati tutti i test, viene poi consegnato gratuitamente a una persona non vedente che ne abbia fatto richiesta.
 


A Gennaio la seconda parte del mio articolo, a presto con i nostri amici pelosi!
 
ANGELA VENEZIANO BROCCIA - 5^A LS

lunedì 26 dicembre 2022

THE GIRLS’ POWER - Katherine Johnson e il suo diritto di “contare”

 "Questo è un piccolo passo per l'uomo, ma un grande balzo per l'umanità" è la frase celeberrima pronunciata dal primo uomo a lasciare la propria impronta sulla luna, Neil Armstrong. I racconti sui primi passi cosmici dell’umanità, tuttavia, tralasciano spesso i percorsi, i salti, le corse fatte da centinaia di donne per il nostro arrivare a essere “animali spaziali”. Dalla cosmonauta Valentina Tereshkova alla scienziata informatica Katie Bouman, le donne sono sempre state figure cruciali per l’esplorazione e la comprensione dello spazio. Una di queste donne è Katherine Johnson, donna afroamericana che ha svolto un ruolo fondamentale nel 1962, quando ha contribuito a mandare in orbita il primo astronauta americano, John Glenn.
 
Creola Katherine Johnson, nata Coleman, conosciuta anche come Katherine Goble è stata una matematica, informatica e fisica afroamericana. È nata il 26 agosto 1918 a White Sulphur Springs, WV. La città in cui è stata cresciuta non offriva scuole per bambini neri dopo le scuole secondarie di primo grado, motivo per cui la sua famiglia ha dovuto viaggiare per 193 chilometri soltanto per poterle far frequentare il liceo.
La sua genialità le ha permesso di diplomarsi al liceo a soli 14 anni e, a 18 anni ha iniziato gli studi presso la West Virginia State College dove si è laureata con il massimo dei voti nel 1937. Nel 1952 viene assunta dal Comitato consultivo nazionale per l'aeronautica (NACA), predecessore della NASA, come uno dei computer umani insieme ad altre donne nere come Dorothy Vaughan e Mary Jackson nel West Area Computing Unit, dove un gruppo di donne afroamericane eseguivano manualmente complessi calcoli matematici per gli ingegneri del programma. Le donne, note come West Computers, avevano il compito di analizzare i dati dei test e fornire calcoli matematici essenziali per il successo del primo programma spaziale statunitense.

Alla NASA Katherine è stata un membro dello Space Task Group, e nel 1960 è divenuta coautrice del rapporto sui calcoli fondamentali per mettere in orbita un veicolo spaziale: era la prima volta che una donna della sua divisione riceveva il merito di autrice di una ricerca aerospaziale. Lei è stata autrice o coautrice di 26 rapporti di ricerca durante la sua carriera.

Katherine Johnson
ha anche svolto un ruolo importante nel programma Mercury della NASA (1961-1963) su voli spaziali con equipaggio. Nel 1961 ha calcolato il percorso di Freedom 7, la navicella spaziale che portava nello spazio il primo astronauta statunitense, Alan B. Shepard Jr. Nell'era in cui i computer elettronici sono appena stati inventati, i funzionari hanno chiesto ancora a Johnson di ricontrollare e verificare i conti a mano, confidando più nel suo genio e nel suo intelletto che negli algoritmi perfetti progettati appositamente per il lavoro. John Glenn si era rifiutato di volare senza la sua specifica assicurazione. I suoi calcoli includevano le equazioni orbitali che avrebbero controllato l'intera traiettoria della capsula spaziale dal decollo allo schianto. Quindi, nel 1962, su richiesta di John Glenn, Johnson ha verificato che il computer elettronico avesse pianificato correttamente il suo volo. Successivamente Glenn ha fatto la storia a bordo di Friendship 7, diventando il primo astronauta statunitense a orbitare attorno alla Terra.

Katherine ha fatto parte anche parte del team che aveva calcolato dove e quando lanciare il razzo per la missione Apollo 11 del 1969, e che aveva inviato i primi tre uomini sulla Luna. In seguito ha lavorato al programma dello space shuttle. Si è ritirata dalla NASA nel 1986. Katherine è morta in una casa di riposo a Newport News il 24 febbraio 2020, all'età di 101 anni. Nel 2021, è stata inserita nella National Women's Hall of Fame.

Katherine Johnson è stata una delle prime donne di colore a essere una scienziata della NASA. Ha affrontato la segregazione di genere e razziale.
 
Essendo una donna di colore non le è stato permesso firmare con il suo nome su documenti di ricerca ufficiali. Nonostante ciò, è diventato chiaro a tutti che il suo lavoro è tra i migliori. La "Determinazione dell'angolo azimutale al burnout per il posizionamento di un satellite su una posizione terrestre selezionata" è il primo documento che accredita il suo nome anche se non è il primo su cui ha lavorato. Si tratta di trovare l'angolo a cui dovrebbe puntare il razzo dopo il lancio, quando i suoi motori sono spenti, in modo che poche orbite dopo si trovi sopra una posizione selezionata sulla Terra per iniziare il rientro: dato questo fondamentale da sapere in modo che l'astronauta e il satellite possano essere raccolti in sicurezza dopo l'atterraggio.

Questa grande donna è morta sola nel 2020 sovrapponendo la nostra vita alla sua. Ha ottenuto molto di più di quanto la maggior parte di noi possa sognare. Tuttavia, molte persone non sanno di lei o dei suoi preziosi risultati: questo fatto è indubbiamente correlato al suo essere una donna di colore. La sua esperienza di giovane donna nera non è stata riconosciuta. La sua voce e le voci di donne di colore come lei non sono state ascoltate.

È certo che, se non avesse avuto tutte le opprimenti barriere da superare, avrebbe potuto ottenere un riconoscimento degno del suo operato. La maggior parte della storia si concentra sugli uomini bianchi e oscura completamente la loro controparte femminile e di colore: la mediocrità maschile bianca è stata più accettabile dell'eccellenza femminile nera. È sempre molto importante sottolineare l’essere nera di Katherine Johnson insieme alla sua femminilità perché bisogna vedere e saper riconoscere il sessismo e i modi in cui il pensiero sessista modella l'identità femminile; è anche fondamentale comprendere i modi in cui il razzismo plasma l'identità femminile. 

Infatti Katherine Johnson, come molte altre donne di colore, non solo ha dovuto affrontare il sessismo ma anche il razzismo in ogni momento ed ambito della sua vita: minori possibilità d’istruzione, segregazione continua, lavori non accreditati e svalutazione in quanto donna ed anche come persona di colore. 

Perciò, è essenziale riconoscere i risultati di scienziate di colore per rendere completa e autentica la nostra consapevolezza di donne e dei nostri diritti oggi. Inoltre, è importante conoscere i diversi sistemi di oppressione per eliminare barriere morali e pregiudizi sociali, compiendo così un passo collettivo verso la parità dei diritti. Piccoli passi per tutti noi, un enorme balzo per l'umanità nella sua interezza.

PRABH JOTKAUR CHAGGAR - 3^B LS