venerdì 6 gennaio 2023

"PAOLO E FRANCESCA" di Matteo Strukul


 "Amor, ch'a nullo amato amar perdona
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona."
 
A pronunciare questi celebri versi del canto V dell’Inferno di Dante Alighieri è Francesca da Polenta, collocata insieme all’amante Paolo Malatesta nel girone dei lussuriosi. Entrambi sono i protagonisti del libro Paolo e Francesca, la riscrittura della storia d’amore che più ha colpito e appassionato generazioni da quando Dante ha scritto la Commedia.

Francesca è una ragazza di 16 anni che ama i libri e le avventure cavalleresche come quelle di Lancillotto. Viene promessa sposa dal padre a Giovanni “Gianciotto” Malatesta, guerriero rozzo e spietato. Quest’ultimo addirittura non si presenta al matrimonio e manda a celebrarlo per procura il fratello Paolo, bello e affascinante a differenza sua. Sin dal primo incontro scatta la passione tra i due cognati che, consapevoli del loro errore, tentano di autoconvincersi che la loro relazione non possa sussistere e cercano di condurre le proprie vite separate facendo in modo di non pensare l’uno all’altra. Però, non riescono a fermare il loro trasporto emotivo e iniziano ad avere incontri clandestini, anche al castello di Gradara dove Francesca si rifugia, coscienti che il loro sentimento impossibile potrebbe condurli alla morte.

“Paolo era l’alfa e l’omega. Era la sua maledizione e i suoi giorni di festa. La sua stella luminosa e la notte più cupa, la passione bruciante e la voglia che la divorava, il suo cavaliere e l’uomo che saccheggiava il suo corpo. Fino a farle mancare il respiro. Paolo era tutto questo e molto altro.”


Interessandomi di Dante, la storia di Paolo e Francesca la conoscevo già ma in questo libro mi ha colpito ancora di più perché mi è piaciuto come è stata raccontata. Avrei forse preferito che la narrazione fosse più lunga e dettagliata in quanto sono presenti salti temporali significativi all'interno della storia. Allo stesso tempo, però, penso che arricchendola ci sarebbe stato il rischio di renderla noiosa. Così invece risulta scorrevole e lascia il lettore attaccato alle pagine dall’inizio alla fine. Merito di questo è anche il modo di scrivere di Matteo Strukul, che appare semplice e fluido, anche se i termini utilizzati risultano curati nei dialoghi e nelle descrizioni.

Oltre alla storia, il libro mi è piaciuto per le tematiche trattate. Infatti, dall’amore infatti si passa al tema della donna nel Medioevo che, in questo periodo storico, veniva vista come un oggetto funzionale solo ad essere moglie e madre. Era reputata debole e sottomessa al marito, non poteva avere interessi considerati non femminili e se li aveva era malvista. 

“Una donna ha come il più sacro dei suoi compiti quello di procreare. Una moglie può così dare a suo marito un erede e una discendenza. Ma se non riesce in questo, allora è del tutto inutile.”

Un esempio di questo è proprio Francesca, che viene obbligata a sposarsi con un uomo che non conosce e che non si degna nemmeno di venire alla cerimonia. Gianciotto non apprezza neppure le sue passioni come quella della lettura e, per lui Francesca ha un solo compito: dargli un erede. Compito questo che la donna non porta a termine poiché perde il suo primo figlio alla nascita e successivamente partorisce una bambina. Per questa sua inadeguatezza viene disprezzata dal marito e dalla sua famiglia perché considerata inutile alla dinastia dei Malatesta.

Consiglio questo libro a chiunque abbia letto il V canto dell’Inferno in quanto può essere un piacevole approfondimento della vicenda e, in particolare, a chi si è approcciato a Dante solo da un punto di vista scolastico non apprezzandolo o trovandolo noioso per ricredersi e, magari poter rileggere il poema originale da una prospettiva più semplice e moderna.
 
PAOLA BRAVO – 3^B LS

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