Era
una notte meravigliosa, una di quelle notti che possono esistere solo quando
siamo giovani, caro lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso,
che a guardarlo veniva da chiedersi: è mai possibile che vi sia sotto questo
cielo gente collerica e capricciosa?
È il 1848 a San Pietroburgo quando,
in una delle tante notti dove il sole non tramonta mai, un sognatore si aggira per le strade finché non nota una ragazza piangere e non può che darle a parlare. Così
iniziano le notti bianche, una serie di incontri tra due anime, ognuna oppressa da una
vita
troppo solitaria.
Il protagonista, il cui nome ci è
sconosciuto, vive le sue giornate nell’esclusiva compagnia della sua fervida
immaginazione: è riuscito a sopravvivere sette anni nella città
senza stringere rapporti con nessuno. Appena vede un passante con un volto
singolare, ecco che inizia una nuova storia: l’uomo diventa prima suo
conoscente e poi fidato amico e tutto ciò accade solo nei suoi irrefrenabili pensieri.
Dostoevskij vuole trasmettere un
messaggio: vivere nell’immaginazione alla stregua del caso è un veleno,
nascosto sotto forma di una dolce illusione.
Un nuovo sogno!
Una nuova felicità!
Un'altra dose di veleno dolce e raffinato!
Che cosa importa a lui della nostra vita reale?
Un'altra dose di veleno dolce e raffinato!
Che cosa importa a lui della nostra vita reale?
Infatti, il sognatore è un uomo impossibilitato
a vivere normalmente poiché prigioniero della sua stessa fantasia. Così,
durante una delle notti che trascorre confortando Nastenka, la ragazza incontrata
in lacrime, con il suo cuore spezzato realizza di non avere una storia, in
quanto non ha mai realmente vissuto.
D’altra parte vi è Nastenka,
dolce e un po’ ingenua, sicura solo del suo amore per un uomo che l'ha abbandonata.
Vive assieme a sua nonna, la quale è molto severa e la confina in casa tutto il
giorno tenendola legata a sé tramite un filo di stoffa.
I due personaggi sono l'emblema di
un dualismo
ben marcato: da una parte una persona che volontariamente sceglie una vita di rinunce
ed infelicità
e dall'altra una costretta ad un esilio
dal mondo tanto bramato. Eppure è proprio tale dicotomia rappresentata dai loro
stili di vita a far cambiare idea al nostro sognatore, in quanto
dopo aver parlato per ore con Nastenka egli si accorge di nutrire un’emozione
più forte di qualsiasi sogno: prova un affetto sincero per la ragazza. Tale
sentimento lo spinge a non essere più succube degli eventi, così inizia il suo
viaggio per trovare la felicità reale.
L'ambientazione crepuscolare, dove le notti
sono illuminate dal Sole e per questo dette quindi notti bianche, fa da sfondo alla
vicenda che alterna dialoghi e riflessioni dei personaggi a raffinate
descrizioni del paesaggio e del modo di vivere della Russia di metà Ottocento.
Ho amato lo stile di
Dostoevskij, e trovo che questo romanzo sia perfetto per affacciarsi alla letteratura
russa così carica di pathos.
L’autore si sofferma sulla parte più
emotiva dei personaggi, portandoci a riflettere su amore, solitudine e rimorso. Una lettura emozionante in queste
sere fredde, per lasciarsi trasportare nel sogno e riflettere sulla nostra
vita.
«Dio
mio! Un intero attimo di
beatitudine!
È forse poco, sia pure per tutta la vita di un uomo?»
È forse poco, sia pure per tutta la vita di un uomo?»
Buona lettura!
ARIANNA ZILIANI – 2^A LS
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