Per l'ultimo giorno del calendario dell’Avvento del Mattei’s Blog, ecco la proposta per una visione
emozionante e significativa!
Le
festività natalizie hanno un altro sapore quando si è adulti. L'albero addobbato, le
decorazioni luminose, la spasmodica attesa prima di scartare i regali: il
turbinio di emozioni che si scatena il 24 Dicembre sembra coinvolgere solo i
bambini, mentre noi rimaniamo lì, seduti a tavola, capaci di attendere solo la
prossima portata di una cena interminabile.
E cosa fare quando un evento triste rovina per sempre le festività? Una tragedia proprio in prossimità del Natale è così devastante da essere percepita anche dai bambini, che smettono di aspettare quel giorno con gioia. Allora, bisogna cercare di andare avanti senza dimenticare chi ci ha lasciato e, farci più forti delle avversità imparando a custodire con coraggio la cicatrice che non scomparirà mai più dal nostro cuore.
Un
Bambino Chiamato Natale è un classico film natalizio: luminoso, colorato
e chiassoso, ma che nasconde (senza esagerare) un messaggio di resistenza al
dolore che vale per i bambini
quanto per gli adulti. Una pellicola leggera destinata ai più piccoli, ma che
non dispiacerà ai loro genitori grazie al buon uso della computer grafica e
alla sua trama godibile.
E cosa fare quando un evento triste rovina per sempre le festività? Una tragedia proprio in prossimità del Natale è così devastante da essere percepita anche dai bambini, che smettono di aspettare quel giorno con gioia. Allora, bisogna cercare di andare avanti senza dimenticare chi ci ha lasciato e, farci più forti delle avversità imparando a custodire con coraggio la cicatrice che non scomparirà mai più dal nostro cuore.
Dopo
aver fallito con i precedenti film a tema natalizio (ci basta ricordare la recensione di nei panni di una Principessa 3), questa volta Netflix inserisce nel suo
catalogo una pellicola semplice ma ben sviluppata da guardare nella fremente
attesa del 25 dicembre.
Una piccola famiglia composta da tre bambini e il loro padre. La casa è calda ed accogliente, ma è l'unica spoglia di addobbi natalizi in un quartiere molto luminoso che si prepara alla festa.
L'atmosfera che si respira nella loro abitazione non è per nulla gioiosa: i tre ragazzini hanno perso la loro madre, e con lei sembrano essere svanite anche la felicità e la speranza.
Tocca alla loro anziana zia Ruth riaccendere l'amore per il Natale, attraverso il racconto di un ragazzino finlandese che con il suo coraggio, e senza mai arrendersi all'angoscia, diventò Babbo Natale.
Il
piccolo Nikolas, detto Natale, è anch'egli orfano di madre e, parte alla ricerca del
padre verso la mitica città degli
elfi.
A fargli compagnia ci sono un topo parlante, una renna - indispensabile per
attraversare le praterie innevate della Finlandia - e, in seguito, una fata
che riesce a dire soltanto la verità.
Nikolas deve lottare contro le avversità rappresentate da uno dei peggiori difetti dell'uomo: il cinismo. Per riuscire nella sua impresa è essenziale non perdere la speranza, nonostante tutti intorno a lui cerchino di farlo arrendere ad una realtà triste e senza luce.
Il
potere della speranza richiama molto da vicino la storia di Peter Pan: infatti, anche in Un
Bambino Chiamato Natale basta credere fortemente
in qualcosa per far sì che l'oggetto del desiderio compaia davanti a sé.
Nikolas fa dei suoi sogni un'arma invincibile che lo aiuta a superare
tutti gli ostacoli,
scontrandosi con la dura realtà imposta da uomini senza scrupoli, pronti a
tutto per ottenere una volgare ricompensa.
L'atmosfera che si respira nella loro abitazione non è per nulla gioiosa: i tre ragazzini hanno perso la loro madre, e con lei sembrano essere svanite anche la felicità e la speranza.
Tocca alla loro anziana zia Ruth riaccendere l'amore per il Natale, attraverso il racconto di un ragazzino finlandese che con il suo coraggio, e senza mai arrendersi all'angoscia, diventò Babbo Natale.
Nikolas deve lottare contro le avversità rappresentate da uno dei peggiori difetti dell'uomo: il cinismo. Per riuscire nella sua impresa è essenziale non perdere la speranza, nonostante tutti intorno a lui cerchino di farlo arrendere ad una realtà triste e senza luce.
La storia è molto semplice e lineare, e il film diretto da Gil Kenan ha il pregio di scorrere piacevolmente senza dilungarsi troppo sugli elementi di contorno.
La trama nasconde tra le pieghe gioiose dei richiami natalizi il significato più profondo dell'accettazione del lutto. Il tema viene trattato con rispetto e senza mai scadere nell'esposizione vera e propria, lasciando al piccolo spettatore il compito di decifrare il significato della storia e renderla un'esperienza da conservare.
Al di là
del luminoso messaggio di speranza, Un
Bambino Chiamato Natale brilla per il suo ritmo narrativo incalzante
- che riesce a catturare l'attenzione anche di chi ha qualche anno in più - e
soprattutto per la bontà degli effetti speciali. Il racconto all'interno del
racconto, artificio di shakespeariana memoria, viene messo in pausa solo nei
pochi istanti in cui torniamo nella casa sconvolta dal lutto dell'apertura,
momenti utili per una breve pausa e qualche battuta sull'attenzione riposta dai
bambini nei confronti di una storia che li ha stregati.
Un Bambino Chiamato
Natale è
un film natalizio luminoso e pieno di gioia che al contempo nasconde il
profondo messaggio dell’elaborazione della perdita. La pellicola è destinata a
bambini capaci di assimilare l'insegnamento che si snoda tra le maglie di una
trama chiassosa e veloce, che ha il pregio di non risultare noiosa agli occhi
degli adulti.
Il mio voto è 9/10
Come sempre se la recensione vi ha incuriosito
vi lascio il trailer:
https://youtu.be/QuQ3oSo7qF8
https://youtu.be/QuQ3oSo7qF8
Buona visione e felice vigilia di Natale!!!
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