“Cosa siamo capaci di fare per difendere le persone che amiamo?
È da questo che si misura il senso della nostra vita.”
In un fine settimana di Dicembre
il Palace de
Verbier, un lussuoso Hotel sulle Alpi svizzere, ospita l'annuale
festa di una importante banca d'affari di Ginevra che deve nominare il nuovo
presidente.
Durante la notte dell’elezione, nella stanza 622
avviene un omicidio che scuote l’Hotel, la banca e l'intero mondo finanziario
svizzero.
L'inchiesta della polizia non
riesce a individuare il colpevole, poiché molti dei presenti avrebbero il
movente per commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace
de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima
possibile la comoda normalità.
Quindici anni dopo un ignaro
scrittore sceglie quello stesso Hotel per trascorrere qualche giorno di pace,
ma non può fare a meno di lasciarsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto
e dalla bellezza di una donna molto curiosa, che lo spinge a indagare su cosa
sia veramente successo nella camera 622.
“Sono un vedovo, solitario e infelice. Sai, non sono stato
sempre così cupo e caustico.
C’è stato un tempo in cui amavo la vita. Ma dalla morte di mia
moglie vivo nelle tenebre.
Quando muore l’altro, è come se ti strappassero il
cuore e poi ti chiedessero di continuare a vivere. Da allora erro come
un’ombra. Recito la commedia per sopravvivere, vengo qui al Palace turandomi il
naso, copro tutti di grida, ma è solo una mascherata.
È solo un modo per
dimenticare chi sono.”
Da questo romanzo dobbiamo
aspettarci moltissimi colpi di scena, personaggi che nascondono una duplice o
tripla verità, mentre sullo sfondo ci sono giochi di potere, segreti di
famiglia, inganni, tradimenti e gelosie. Un romanzo congegnato con diabolica
perfezione, in cui nulla e nessuno è veramente come appare.
Sono rimasta incollata alle
pagine fino alla scoperta del mistero più grande, ovvero chi è la vittima, ma
dopo la mia attenzione si è lentamente affievolita nei confronti della trama
perché l’ho trovata inverosimile, un po’ forzata
e finanche finta.
La storia alterna momenti di
narrazione passata raccontando in modo molto dettagliato ciò che accadde
durante l’omicidio nella camera 622, e momenti di narrazione presente in cui lo
scrittore cerca di risolvere l’omicidio.
“La vita è un romanzo di cui si conosce la fine: il protagonista
muore. La cosa più importante, in fondo, non è come va a finire, ma in che modo
ne riempiamo le pagine. Perché la vita, come un romanzo, deve essere
un’avventura. E le avventure sono le vacanze della vita.”
E voi avete letto qualche libro
di questo autore? Io ho amato “La verità sul caso Harry Quebert”!
MARTINA SIGNORILE – 5^A LSU
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