“Quando anche un solo giovane ci dice un semplice “grazie” o “mi avete salvato la vita” e riesce a salvarsi, a cambiare idea o ripensare alla sua vita in modo positivo la nostra missione continua ad avere sempre più forza e ci sprona a portare avanti il nostro amore.” - Gianpietro Ghidini
ritrovato il giorno dopo e il padre distrutto dal dolore noterà che il punto del ritrovamento era lo stesso dove anni prima un piccolo Emanuele aveva liberato il suo pesciolino rosso.
La notte successiva papà Gianpietro sognò di salvare il figlio, e da questo sogno giunse l’ispirazione per scrivere una lunga lettera ad Emanuele, poi trasformata in un libro. Inoltre, la vocazione scaturita dal sogno lo mosse a fondare l’associazione "Ema - Pesciolino Rosso", dedicata all’aiuto e al supporto dei ragazzi in difficoltà.
Circa un mese fa, il 22 Marzo, papà Gianpietro ha portato la sua esperienza nella nostra scuola, raccontando la tragica storia della morte di Emanuele e del suo dolore, divenuto poi motore per il suo impegno dedicato al prossimo, in particolare ai giovani orfani o con problemi di tossicodipendenza, ludopatia o autolesionismo. L’incontro ha toccato il cuore di tutti i presenti, portando anche alcuni studenti reduci da storie simili a condividere le loro esperienze in un’atmosfera di conforto e solidarietà.
Credo che l’incontro con Gianpietro Ghidini sia stato uno dei più interessanti e significativi tra quelli svoltisi nel nostro Istituto, in quanto ci ha aiutato ad aprire gli occhi sulla realtà interiore dell’altro e a pensare al valore dato alla vita, che deve essere diverso dall’idea di “vita come un videogioco, dove ad ogni errore c’è
una riparazione, senza doversi assumere responsabilità” (cit. Mons. Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza).
Abbiamo ascoltato come il dolore può non avere l’ultima parola, perché se ci facciamo aiutare e facciamo circolare il bene è sempre possibile ricominciare!
EDOARDO DEVOTI - 3^A LS
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