“Quello che avviene soltanto una volta è come
se non fosse mai avvenuto.
Se l’uomo può vivere una sola vita, è come se
non vivesse affatto.”
Un titolo tanto curioso quanto
calibrato, che rispecchia fino nei minimi dettagli quelle che sono le riflessioni, i sentimenti
e le trame di questo libro.
Le storie e le vite che si vivono
dentro il romanzo sono quelle di: Thomas, Tereza, Sabina e Franz.
Persone apparentemente sconosciute,
ma tutte legate da un destino.
Thomas ha sempre amato due cose nella sua vita: le donne e il
lavoro. Tuttavia, quando incontra Tereza, i due si innamorano e si sposano.
Sarà poi difficile per la moglie accettare i piccoli vizi che il marito porta
con sé.
Tereza è un’appassionata di fotografia che coronerà il suo sogno
riprendendo gli attacchi che nel 1968 segneranno la sua città, Praga. Gelosa
del marito, decide di incontrare una delle sue amanti, Sabina.
Quest’ultima è la classica persona che vive nel momento, senza doversi
preoccupare di cosa accadrà dopo. Le piace essere l’amante di Thomas, ma una
volta conosciuto Franz, si innamora
perdutamente di lui, tuttavia, non avendo il coraggio di stabilirsi, fuggirà
abbandonandolo.
Quando, però, rimane solo,
quest’ultimo protagonista, per tutta la vita inseguirà il ricordo di Sabina,
senza neanche rendersi conto che i suoi continui tuffi nel passato non lo
porteranno da nessuna parte, solo alla disgrazia.
“Sono proprio le domande per le quali non
esiste risposta che segnano i limiti delle possibilità umane e tracciano i
confini dell’esistenza umana.”
Sono i temi e l’ambiguità del libro
che lasciano al lettore un senso di curiosità e insaziabilità. Infatti le
continue riflessioni e provocazione che l’autore scrive, oltre a suscitare dubbi, stimolano la voglia di continuare a
leggere.
Si tratta di una storia intrinseca
di leggerezza e pesantezza,
di equilibrio tra anima e corpo e confronti tra più punti di vista. Scaturisce domande a cui risulta quasi
impossibile rispondere: è davvero necessario scegliere tra anima e corpo? Tra
leggerezza e pesantezza? Risulta realmente così fragile
la nostra esistenza?
“Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza
veloce in linea retta.
E’ per questo che l’uomo non può essere
felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.”
Non esistono risposte opportune a
questi quesiti, tuttavia Kundera utilizza la metafora
della vita così simile e al contempo diversa, per rappresentare quanto,
a tratti, essa possa essere sia pesante, sia leggera.
Quello che l’autore intende scrivere
non è solo un comune romanzo, ma anche una vera e propria riflessione filosofica, che porta a ragionare al
di là degli schemi e delle conoscenze umane, destando pensieri quasi
inconcepibili per visioni così chiuse.
“Un romanzo non è una confessione dell’autore,
ma un’esplorazione di ciò che è la vita umana nella trappola che il mondo è
diventato.”
AGATA ILLICA MAGRINI - 2^A LSU
0 commenti:
Posta un commento