“Questo è un caso semplice, bisogna non farlo montare e sbrigarcene al più presto…”
Da quando vado a scuola ho il timore di leggere libri di grandi autori, proprio perché avendoli studiati e approfonditi, mi si sono presentati come dei grandi colossi e io, così piccola, non mi sento all’altezza; proprio per questo motivo non ho mai letto nulla di Leonardo Sciascia prima di questo piccolo libricino: Una storia semplice è la sua prima opera che leggo!
Una villa in rovina, un
cadavere, una pistola abbandonata sul pavimento, un brutto divorzio, una vita
lontana dalla propria terra senza famigliari. Semplice: suicidio.
Eppure al brigadiere Antonio
Lagandara nulla di questo caso sembra semplice.
Alla questura di polizia arriva
una telefonata a tarda notte da un tale Giorgio Roccella, che chiama chiedendo
aiuto e sostenendo di aver trovato una ‘cosa’; il brigadiere svolge un
sopralluogo e trova proprio il cadavere.
La scena del crimine presenta diverse incongruenze… mentre contribuiscono a confondere una testimonianza poco chiara di un caro amico della vittima, per non parlare della morte, pochi giorni dopo, di un manovale e del capostazione. E quell’uomo con la volvo…
Potrebbe sembrare un semplicissimo giallo, un racconto dei tanti che ti cattura per un’ora e ti tiene compagnia in un pomeriggio di pioggia. Eppure Leonardo Sciascia punta a farci riflettere su tutte le storie di spaccio, insabbiamenti, corruzione delle istituzioni, collisione tra Stato e Chiesa che sono state nascoste. Vicende quotidiane per l'autore, che raccontandole cerca di cambiare la sua Sicilia, e pur amandola teme fortemente che non la si possa più salvare. Storie ancora attuali per noi.Alla fine della lettura ho scoperto che le mie paure sono infondate: in questo romanzo ho trovato una scrittura semplice, essenziale, quasi ruvida ma con sprazzi di ironia che cercano di mascherare la tristezza della situazione.
E voi, avete un grande autore di cui non avete il coraggio di
leggere nulla?
MARTINA SIGNORILE - 5^ A LSU
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