Forse possiamo trovare un posto in cui sentirci bene, E possiamo trattare le persone con gentilezza,trovare un posto in cui sentirci bene
e se fosse la musica?
Cari lettori, sicuramente vi starete
chiedendo che cosa c’entri la musica con il concetto di “TOXIC MASCULINITY” ma,
prima di tratte conclusioni affrettate, sedetevi, prendete qualcosa da mangiare
e leggete con attenzione.Abbiamo deciso di aprire questa rubrica
dove seguiremo un tema principale per un determinato periodo di tempo e in cui
si alterneranno playlist consigliate e, perché no, anche condivisioni di
videoclip e traduzioni di alcune canzoni che magari hai sempre sentito alla
radio.
Il tema principale di questo mese sarà la
“TOXIC MASCULINITY”
Che c’entra con la musica? Intanto la
musica ci accompagna in ogni momento e quindi direi che c’entra sempre, ma non
è solo questo. Se osserviamo il mondo discografico possiamo notare molti stereotipi
di genere: videoclip in cui vediamo uomini con tante donne che ballano loro intorno
con fare ammiccante e vestite in modo succinto; la fatica che le donne devono
fare per emergere in un mondo – anche questo come quello del cinema –
fortemente maschilista ecc. ecc.
La musica però ci può liberare o quanto
meno ci può aiutare a capire in che modo sintonizzare la società verso un’uguaglianza
di genere e un ripulisti dagli stereotipi. La musica è universale e permette a
chiunque di potersi esprimere a 360 gradi. La musica è il mezzo con cui
tantissime persone comunicano, si esprimono, si mostrano per quello che sono,
ma noi parleremo anche di chi sta dietro la musica e che sceglie di usare
questo tipo di arte per tramettere i valori in cui crede che, spesso, non
coincidono con la mentalità comune. Non è solo musica, ma è anche di chi fa
musica e come sceglie di utilizzarla.
Allora provate a seguirci e vediamo se le
differenze di genere possano essere il nostro primo tassello sul quale
focalizzare la nostra analisi sociologica.
Prima di
tutto è necessario fare un piccolo excursus in cui andremo ad analizzare il
concetto di patriarcato perché, anche se non sembra, molti stereotipi
provengono da questo concetto.
Il
patriarcato è l’idea secondo la quale la famiglia e quindi anche la cultura derivino
dal ramo maschile, così come se parlassimo di matriarcato parleremo di
derivazione al femminile.
Inutile dire
che questo concetto che in sé non ha nulla di sbagliato ha dato vita ad un insieme
di altri sotto concetti stereotipati che vedono la figura maschile come quella
più forte, infatti spesso e volentieri si parla di “uomo di casa” proprio
perché si vede in lui la forza, sia fisica che emotiva, ma anche un sostegno
economico. Un esempio molto semplice di patriarcato, ma che facendo parte della
nostra tradizione non ci facciamo caso, può essere il seguente: perché il
cognome che tutti noi abbiamo deve necessariamente essere del nostro padre? Perché
è il risultato della radicazione del patriarcato nella nostra vita, fin dai
primi tempi infatti i figli devono discendere dalla parte del padre.
Ma cosa
c’entra questa definizione con il concetto di “toxic masculinity”? E cos’è
quindi questa ideologia?
Quando si
parla di «mascolinità tossica» si fa riferimento a quei comportamenti che in
una determinata società sono per forza associati all’uomo, andando così a creare
uno stereotipo, ovvero quello di “uomo alpha”, che incoraggia gli uomini a non
mostrare la propria fragilità e paura così da poter essere considerato un “vero
uomo” e sviluppando al contempo il sessismo e la misoginia.
Perciò il
patriarcato, che si è sviluppato principalmente nel medioevo e venendo supportato
anche dalla Chiesa, ha fatto sì che per generazioni e generazioni l’uomo
venisse considerato l’anello forte della società.
Questo ha alimentato
uno stereotipo dell’”alpha man” che, ancora oggi, in molte società è supportato
e idolatrato. Ciò è stato alimentato, come quasi tutte le idee “sbagliate”, dai
media, tradizioni culturali, poca informazione e distacco dal progresso
socio-culturale .
Gli esempi
che possiamo farvi sono i classici discorsi che si sentono ripetere la maggior
parte dei bambini: “Francesco piangere è da bambine e tu sei un maschio, sei
forte non debole come tua sorella; Francesco le bambole sono da bambine,
andiamo a prendere le macchinine; te l’ho già detto Francesco, lo smalto può
metterselo solo tua sorella perché è una femmina. “
Oggi, 2021,
la virilità maschile è ancora fondamentale, perché ti garantisce posto a
lavoro, un prestigio sociale, una “buona reputazione” ecc.
Ovviamente,
quando si parla di una visione del mondo, ci sono varie posizioni a cui
prendere parte, quelle più rilevanti sono: chi appoggia e sostiene questo modo
di pensare, chi cerca un modo per rompere questi stereotipi e chi, invece, se
ne sta in silenzio (questo, tuttavia, va incluso nella parte di chi appoggia
questi stereotipi perché, di fondo, la situazione non cambia).
Chi sceglie
di distaccarsi dalla mentalità patriarcale e sceglie di prendere posizione
esprime la sua opinione in vari modi.
Quello su
cui ci concentreremo maggiormente sarà la musica, anche se affronteremo
tendenzialmente tutto ciò che riguarda l’arte e che permette di essere più
liberi di appoggiare determinate posizioni nel campo socio-culturale e che vede
una vera e propria lotta contro tutti quegli stereotipi che moltissime società
hanno ancora radicate nelle proprie tradizioni.
E ricordatevi: “Treat people with kindness” (cit.
Harry Styles).
Suha Marmash
Mariarosaria Cipolletta
4ALSU
Abbiamo deciso di aprire questa rubrica
dove seguiremo un tema principale per un determinato periodo di tempo e in cui
si alterneranno playlist consigliate e, perché no, anche condivisioni di
videoclip e traduzioni di alcune canzoni che magari hai sempre sentito alla
radio.
Il tema principale di questo mese sarà la
“TOXIC MASCULINITY”
Che c’entra con la musica? Intanto la
musica ci accompagna in ogni momento e quindi direi che c’entra sempre, ma non
è solo questo. Se osserviamo il mondo discografico possiamo notare molti stereotipi
di genere: videoclip in cui vediamo uomini con tante donne che ballano loro intorno
con fare ammiccante e vestite in modo succinto; la fatica che le donne devono
fare per emergere in un mondo – anche questo come quello del cinema –
fortemente maschilista ecc. ecc.
La musica però ci può liberare o quanto
meno ci può aiutare a capire in che modo sintonizzare la società verso un’uguaglianza
di genere e un ripulisti dagli stereotipi. La musica è universale e permette a
chiunque di potersi esprimere a 360 gradi. La musica è il mezzo con cui
tantissime persone comunicano, si esprimono, si mostrano per quello che sono,
ma noi parleremo anche di chi sta dietro la musica e che sceglie di usare
questo tipo di arte per tramettere i valori in cui crede che, spesso, non
coincidono con la mentalità comune. Non è solo musica, ma è anche di chi fa
musica e come sceglie di utilizzarla.
Allora provate a seguirci e vediamo se le
differenze di genere possano essere il nostro primo tassello sul quale
focalizzare la nostra analisi sociologica.
Prima di tutto è necessario fare un piccolo excursus in cui andremo ad analizzare il concetto di patriarcato perché, anche se non sembra, molti stereotipi provengono da questo concetto.
Il
patriarcato è l’idea secondo la quale la famiglia e quindi anche la cultura derivino
dal ramo maschile, così come se parlassimo di matriarcato parleremo di
derivazione al femminile.
Inutile dire
che questo concetto che in sé non ha nulla di sbagliato ha dato vita ad un insieme
di altri sotto concetti stereotipati che vedono la figura maschile come quella
più forte, infatti spesso e volentieri si parla di “uomo di casa” proprio
perché si vede in lui la forza, sia fisica che emotiva, ma anche un sostegno
economico. Un esempio molto semplice di patriarcato, ma che facendo parte della
nostra tradizione non ci facciamo caso, può essere il seguente: perché il
cognome che tutti noi abbiamo deve necessariamente essere del nostro padre? Perché
è il risultato della radicazione del patriarcato nella nostra vita, fin dai
primi tempi infatti i figli devono discendere dalla parte del padre.
Ma cosa
c’entra questa definizione con il concetto di “toxic masculinity”? E cos’è
quindi questa ideologia?
Quando si
parla di «mascolinità tossica» si fa riferimento a quei comportamenti che in
una determinata società sono per forza associati all’uomo, andando così a creare
uno stereotipo, ovvero quello di “uomo alpha”, che incoraggia gli uomini a non
mostrare la propria fragilità e paura così da poter essere considerato un “vero
uomo” e sviluppando al contempo il sessismo e la misoginia.
Perciò il patriarcato, che si è sviluppato principalmente nel medioevo e venendo supportato anche dalla Chiesa, ha fatto sì che per generazioni e generazioni l’uomo venisse considerato l’anello forte della società.
Questo ha alimentato
uno stereotipo dell’”alpha man” che, ancora oggi, in molte società è supportato
e idolatrato. Ciò è stato alimentato, come quasi tutte le idee “sbagliate”, dai
media, tradizioni culturali, poca informazione e distacco dal progresso
socio-culturale .
Gli esempi
che possiamo farvi sono i classici discorsi che si sentono ripetere la maggior
parte dei bambini: “Francesco piangere è da bambine e tu sei un maschio, sei
forte non debole come tua sorella; Francesco le bambole sono da bambine,
andiamo a prendere le macchinine; te l’ho già detto Francesco, lo smalto può
metterselo solo tua sorella perché è una femmina. “
Oggi, 2021,
la virilità maschile è ancora fondamentale, perché ti garantisce posto a
lavoro, un prestigio sociale, una “buona reputazione” ecc.
Ovviamente,
quando si parla di una visione del mondo, ci sono varie posizioni a cui
prendere parte, quelle più rilevanti sono: chi appoggia e sostiene questo modo
di pensare, chi cerca un modo per rompere questi stereotipi e chi, invece, se
ne sta in silenzio (questo, tuttavia, va incluso nella parte di chi appoggia
questi stereotipi perché, di fondo, la situazione non cambia).
Chi sceglie
di distaccarsi dalla mentalità patriarcale e sceglie di prendere posizione
esprime la sua opinione in vari modi.
Quello su
cui ci concentreremo maggiormente sarà la musica, anche se affronteremo
tendenzialmente tutto ciò che riguarda l’arte e che permette di essere più
liberi di appoggiare determinate posizioni nel campo socio-culturale e che vede
una vera e propria lotta contro tutti quegli stereotipi che moltissime società
hanno ancora radicate nelle proprie tradizioni.
E ricordatevi: “Treat people with kindness” (cit. Harry Styles).
Suha Marmash
Mariarosaria Cipolletta
4ALSU
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