domenica 14 febbraio 2021

La verità sul caso Harry Quebert


Nel 1975 Nola Kellergan scompare da Aurora, nel New Hampshire; per diversi anni non si saprà nulla di lei, del suo corpo e della sua vita fino a quando nel 2008 viene trovato il suo cadavere…

Marcus è un giovane scrittore alle prese con l'uscita del suo nuovo romanzo ma non ha più ispirazione, non riesce a scrivere, ha il blocco dello scrittore; il suo ex professore universitario Harry Quebert, che rappresenta per Marcus un vero amico, lo invita  nella sua bellissima villa  ad Aurora per ritrovare quella ispirazione che ormai era perduta. Ma quello che aspetta Marcus non è certo una vacanza, infatti nel giardino della villa del professore la polizia trova il cadavere della ragazzina scomparsa circa trent’anni fa, Nola Kellergan.

Nel 1975, Harry Quebert è un giovane scrittore newyorchese che si trasferisce ad Aurora per cercare ispirazione per il suo secondo libro, ma oltre che scrivere il suo celebre romanzo, ad Aurora conoscerà  Nola, una ragazza di quindici anni, quando Harry, di anni ne ha trentaquattro; tra i due è amore a prima vista, nessuno dei due può stare senza l’altro, ma allo stesso tempo non possono stare insieme perché Harry è troppo vecchio e Nola troppo giovane. 


“Nella mia vita c'era solo Harry; e per me, stranamente, non si trattava di sapere se fosse davvero colpevole o no: la risposta non avrebbe cambiato nulla nella profonda amicizia che provavo per lui”.

Andando avanti con la lettura ci immergiamo in vecchi racconti, storie segrete e casi oscuri; un’ondata di mistero si avvolge attorno al caso di questa povera ragazzina scomparsa e tocca noi scoprire quello che è successo. 

“L’amore è molto complicato. È la cosa più straordinaria e al tempo stesso la peggiore che possa capitare. Un giorno lo scoprirai. L’amore può fare molto male. Questo non significa che si debba aver paura di cadere, e soprattutto di precipitare nella voragine dell’amore, perché l’amore è anche bellissimo ma, come tutto ciò che è bello, abbaglia e fa male agli occhi. È per questo che spesso, dopo, si finisce per piangere.”


Un giallo che mi ha tenuta incollata alla pagina e con fiato sul collo per tutto il tempo perché non c’è nulla di scontato e quando ci sembra di essere vicini alla soluzione ci accorgiamo che, in realtà, siamo fuori pista. 

LEGGETELO. Non perché sia imperdibile, non perché sia il miglior romanzo della sua categoria ma perché la fantastica abilità narrativa di Joel Dicker saprà trascinarvi nel ‘75, in una tranquilla cittadina americana dove non succede mai nulla e un terribile omicidio è stato consumato.

-Martina Signorile-

Scrittura leggera, trama ben strutturata, continui colpi di scena.

La trama di “La verità sul caso Harry Quebert” possiede un gran potenziale, tratta di un'indagine investigativa inerente ad un crimine commesso anni prima. Ora, dopo anni di ricerche e indagini, a trent’anni dal caso, è stato ritrovato il cadavere della vittima: Nola Kellergan. Il principale accusato? Harry Quebert!  Migliore amico e mentore letterario del narratore della storia.

Personalmente trovo che l'idea potenziale a cui l’autore si è ispirato per lo scrivere il libro fosse ottima e che la struttura potesse essere avvincente tuttavia, la scrittura di Joel Dicker, così piena di espressioni ridondanti, colpi di scena sempre più surreali e flashback mal inseriti all’interno della narrazione delle vicende, mi hanno portato a interrompere la lettura più volte, non coinvolgendomi emotivamente. I piani narrativi su cui si struttura il libro sono tre: PRESENTE, PASSATO e PASSATO REMOTO, nel primo il protagonista partecipa alle indagini inerenti al crimine, alla ricerca dell’assassino della ragazzina, il periodo temporale che riguarda il passato invece, è ambientato trent’anni prima, negli anni in cui viene commesso il crimine in questione, ed infine nell’ultimo piano narrativo: Il passato remoto,  il protagonista racconta in prima persona della sua adolescenza, e dell’incontro con il principale indagato: Harry Quebert.

A non convincermi ulteriormente, oltre al piano strutturale, sono i personaggi: poco descritti e approfonditi, hanno un modo di interagire tra loro poco credibile e molto stereotipato. 


“ La verità sul caso Harry Quebert” è una lettura che non farei per una seconda volta, tuttavia alla luce delle mie argomentazioni, non mi sento di sconsigliarvela perentoriamente dal momento in cui io, non essendo un'amante del genere, potrei non aver colto alcune delle intenzioni dell’autore, tale per cui consiglierei questo libro a chi apprezza particolarmente il genere ed è alla ricerca di una lettura leggera e veloce mentre, per chi come me è orientato verso altri generi, proporrei altre letture, forse più coinvolgenti.

-          Ziliani Camilla -

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