Allora eccomi qui… a scrivere.
Mi sono interrogato su questo diario e mi sono chiesto, sarà
più un diario filosofico o teologico? Di
una cosa sono certo, quello che scriverò sarà stimolo per un dibattito …
È innegabile il mio inserire la religione dappertutto e questo
mi fa strano in un mondo in cui certe cose è meglio tenersele per sé. Ma
bisogna avere la forza, il coraggio, la schiettezza di poter dire ciò che si
vuole. E questo sarebbe un grande obiettivo da raggiungere, se tutti potessero
dire la loro come oggi grazie ai social è possibile, sarebbe bello. Ma sarebbe
altrettanto bello interrogarsi su cosa voglia dire veramente il poter dire
tutto ciò che si vuole. Noi, diciamo quello che veramente crediamo e
pensiamo o solo quello che gli altri si aspettano da noi e vogliono sentirsi
dire, tanto per essere politicamente corretti e buonisti. Dopotutto Ratzinger
diceva: “Si sa che oggi, per essere ritenuti buoni cattolici, bisogna parlare
con convinto entusiasmo di tutte le religioni, tranne che della propria.” E questo vale anche per gli altri argomenti
oltre che alla religione. E oggi purtroppo è proprio così, si cerca - per chi
crede - di seguire i precetti che la chiesa insegna da duemila anni (anche se un
personaggio si permette di violarli senza pudore, tanto è che si può
addirittura pensare che evidentemente lo Spirito Santo, durante l’ultimo Conclave
abbia fatto cilecca …), e se si è fortunati di essere in Italia o in Polonia,
dove si viene solo derisi, ma se ci si trova in Armenia o in Cina si può anche
essere ammazzati. La discriminazione non è solo a senso unico, direi che è a
doppio senso e, quando si dice nelle encicliche: “Fratelli Tutti!!” non per
atto di razzismo ma per solidarietà e coerenza si mettono le mani avanti. In
Tutte le lettere di Paolo si parla di fratelli, ma si riferisce solo ed
elusivamente a chi ritiene Cristo figlio di Dio e Re dell’universo. E’ quindi
inutile pormi la domanda, ma Dio esiste? Direi che si è intuito quale sia la
mia risposta e, partendo dal presupposto che la religione di appartenenza al
90% dipende dal nostro paese di origine e della nostra famiglia, non nasciamo a
caso, ognuno ha un suo scopo precedentemente deciso. Spesso si dice: “Troppo facile spiegare tutto
come se fosse volontà di Dio!”. In realtà credo proprio il contrario, è
riduttivo dire che tutto avviene per caso. Per caso si sono formati i pianeti?
Per caso siamo su questa terra che è di un equilibrio e di una perfezione strabiliante?
Per caso abbiamo un corpo meraviglioso
in cui se prendiamo una pastiglia di tachipirina, questa sa esattamente dove
andare e curare? Direi proprio di no,
sarebbe troppo facile. Dio è una cosa molto più complessa, e quando crediamo
che possiamo affidare tutto a lui, in realtà è il contrario, ci vuole tanto
bene che ci lascia liberi, di poter dire e fare ciò che vogliamo, ma ci ha
anche mandato un figlio, sacrificandolo per noi, per avviarci delle
conseguenze, e per dirci che tutto ha davvero un senso. Quanto gli sarebbe
stato comodo togliersi tre chiodi e scendere, invece no, ci invita anche noi a
portare la croce sul Calvario, e a soffrire. Perché dopo la sofferenza si sa,
si potrà godere del frutto delle proprie azioni, in bene o in male. E
attenzione, quando ci si vuole convincere che Dio è lo stesso per tutte le
religioni: grandissima eresia! Se, come
dice Gesù non crediamo in lui non crederemo nemmeno al Padre Suo che è nei
cieli. L’ecumenismo va preso a piccole
dosi.
Quindi, perché tante guerre, perché tante sofferenze? Persone
che muoiono di fame ecc …. come può Dio
permettere questo? Se pensiamo che ha fatto uccidere suo figlio in croce, non
credo gli faccia molta più impressione vedere noi che ci ammazziamo a vicenda
come moscerini. Lui ci ha provato a farcela capire, sta a noi accogliere la sua
parola, dopotutto la fede non è un dono da accogliere e coltivare? Altro grande fastidio, perché come si sarà
capito, tutto è incentrato su cosa non va … sono le persone che pensano di
poter farsi la religione su misura, come un semplice vestito. La religione è
qualcosa di preimpostato, basato su rivelazioni. Chi siamo noi per permetterci
di dire, “ma no, questo non ha senso, questo non lo voglio fare?” Come possiamo
permetterci di farlo.
Questa è la mia filosofia: semplicemente seguire precetti
scritti 2000 anni fa, che per il mondo di oggi non hanno quasi più senso se non
per una cerchia di fanatici. La cosa che ci spinge ad esserlo è semplicemente
la speranza, abbiamo bisogno di vedere al di là della maledetta siepe. Spesso
la verità è dura da accettare, ma la speranza è l’unica cosa che ci può far
star bene, il nostro domani incomincia da oggi e il nostro passato deve esserci
da maestro. Non possiamo e non dobbiamo pensare di poter andare nel nulla, il
nostro corpo è cenere, ma la nostra anima è destinata secondo le azioni del
corpo. Bisognerebbe chiedersi: meglio vivere il più possibile bene su questa
terra, magari nel peccato, o è meglio comportarsi per meritarsi il benessere
eterno? La scienza ci può aiutare ad
allungare la nostra vita terrena, quanto siamo egoisti del nostro corpo, ma
anche la scienza è fatta di umani, quindi sbaglia. Non possiamo affidare la
vita solo alla scienza, dobbiamo capirne il vero senso e vivere in questa
consapevolezza.
MARCO CERIATI, 3BLSU
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