Siamo solo all'inizio del 2025 e le scoperte scientifiche e archeologiche sono già difficili da rincorrere.Infatti, anche all'inizio di un nuovo anno, il mondo della scienza continua a superare i confini, scoprendo nuove conoscenze e trasformando la nostra comprensione della realtà. Per quanto riguarda l’ambito archeologico, oltre alla scoperta importante della “megalografia”a Pompei che mostra rituali baccanali finora sconosciuti, gli scienziati hanno scoperto che il cervello di un uomo si è trasformato in vetro circa duemila anni fa, dopo la sua morte a causa dell'eruzione vulcanica del Vesuvio. I ricercatori hanno trovato il vetro, anche se nel 2020, e hanno ipotizzato che si trattasse di un cervello fossilizzato. I pezzi di vetro nero delle dimensioni di un pisello sono stati trovati all'interno del cranio della vittima, di circa 20 anni, morta quando il vulcano eruttò nel 79 d.C vicino all'odierna Napoli. Gli scienziati ora, nel 2025, credono che una nuvola di cenere calda fino a 510 gradi Celsius abbia avvolto il cervello, per poi raffreddarsi molto rapidamente, trasformando l'organo. Ed è l'unico caso di tessuto umano o di qualsiasi materiale organico che si sia trasformato in vetro in modo naturale. Si ritiene che nessun'altra parte del corpo dell'uomo si sia trasformata in vetro.
Per la prima volta in assoluto, i biologi hanno ricreato la base dell'evoluzione in laboratorio. Si chiama endosimbiosi ossia il processo attraverso cui un microrganismo prende residenza permanente all'interno di un altro diventando una parte essenziale dell'ospite. Questo processo è responsabile di alcuni dei nostri componenti cellulari più cruciali, come i mitocondri, la centrale elettrica della cellula che si teorizza un tempo erano batteri liberi, così come i cloroplasti che consentono alle piante di fare la fotosintesi. Solo l'anno scorso, gli scienziati hanno persino scoperto la mielina, una componente cruciale del nostro sistema nervoso, che un tempo era un virus che il nostro corpo scelse di conservare in modo permanente. Il concetto di endosimbiosi è ben consolidato, anche se il meccanismo alla base di esso era un mistero. I biologi hanno tentato di ricreare questo antico processo di adozione utilizzando un particolare ceppo di fungo Rhizopus microspores che si è evoluto senza il suo microbo vivente.Il problema era far passare di nascosto un batterio oltre una rigida parete cellulare. La svolta è arrivata da una fonte inaspettatamente semplice, una pompa per bicicletta. Lo studente laureato Gabriel Geiger ha sviluppato un metodo innovativo utilizzando aghi affilati e una pressione tripla rispetto a quella di uno pneumatico per far letteralmente esplodere il batterio attraverso le rigide pareti cellulari del fungo, e ha funzionato. Il team ha prima testato con l'Escherichia coli che si è riprodotto troppo velocemente e ha attivato il sistema immunitario del fungo. Tuttavia, quando hanno iniettato i batteri che si trovano naturalmente in altri ceppi del fungo, è successo qualcosa di straordinario. Il batterio è stato accolto dall'ospite. Infatti, le spore fungine sono diventate più sane ed efficienti e hanno persino sviluppato mutazioni genetiche per adattarsi meglio al suo inquilino. Questa è stata una grande rivelazione ed ecco perché implica che gli organismi vogliono effettivamente vivere insieme e che la simbiosi è lo stato di esistenza normale e desiderato.
Per la fonte e ulteriori informazioni si consiglia di consultare l'articolo pubblicato su "Nature" intitolato "Inducing novel endosymbioses by implanting bacteria in fungi".
Chaggar Prabhjot Kaur 5BLS
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