Definire
Tredici un semplice teen drama è assolutamente riduttivo, e forse anche un
tantino “offensivo” se si considera l’altissima qualità del prodotto e la
sensibilità con la quale Brian Yorkey – autore della sceneggiatura – si è
approcciato ad una storia sì basata su un romanzo (“13 Reasons Why” dello
scrittore americano Jay Asher) ma allo stesso tempo capace di svincolarsi dalla
fonte letteraria e riuscire a camminare con le proprie gambe laddove alcuni
passaggi della materia originaria sono stati modificati con l’obiettivo di
rendere l’impatto sul pubblico di riferimento (composto non soltanto da
adolescenti) ancora più forte.
La serie si
avvale di una struttura narrativa assai complessa dove, viene raccontata non
solo la storia di un suicidio, ma anche quella di un malessere, prima personale
e poi collettivo.
Hannah
Baker è una liceale che un giorno decide di porre fine alla sua vita,
suicidandosi. Alcuni giorni dopo un suo compagno di scuola, Clay Jensen, riceve
una scatola contenente sette cassette registrate da Hannah prima di morire in
cui la ragazza spiega i tredici motivi per cui ha deciso di mettere fine alla
sua vita. Per scoprire il suo ruolo all’interno della storia della ragazza,
Clay inizia ad ascoltare le cassette, scoprendo a poco a poco alcune
sconvolgenti verità non solo sulla vita di Hannah ma anche su quella dei suoi
compagni di scuola.
Tredici è
una serie che non indora alcuna pillola. Il più grande merito della serie è
proprio quello di non edulcorare nessuno dei suoi delicatissimi temi, ma di
trasporli con lucidità e spesso con crudezza.
Brian
Yorkey e il resto degli sceneggiatori costruiscono un ottimo dramma dalle
venature thriller senza paura di mostrare la vacuità e l’orrore che
caratterizzano la vita dei protagonisti, ognuno tratteggiato splendidamente e
colto quasi alla perfezione mentre cerca di barcamenarsi con presunta furbizia
e palese ingenuità tra le proprie paure, le proprie insicurezze, la propria
posizione privilegiata all’interno di quell’inferno che può essere il liceo e i
propri scheletri nell’armadio.
Come sempre se vi ha incuriosito la recensione vi lasciamo il link del trailer
Selia e Katia
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