Martedì mattina siamo andati al cinema Capitol,qui a Fiorenzuola,a vedere il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”.
Il film racconta la storia di Andrea Spezzacatena: un quindicenne, studente al liceo scientifico Cavour di Roma,vittima di bullismo e il cyberbullismo,che nel 2012 decise di togliersi la vita.
Oggi Andrea avrebbe 27 anni e fa riflettere il fatto che,come un adolescente qualsiasi, non abbia potuto godere degli anni più belli della sua vita. La sua storia è una delle tante che ci rendono sempre più consapevoli di come i fatti e soprattutto le parole che diciamo possano avere un peso sugli altri, e che bisogna fare attenzione a come si usano. Inoltre, ci lascia anche un messaggio molto importante, ossia che se si e' vittima di bullismo o cyberbullismo, come nel caso di Andrea, non bisogna arrendersi, ma lottare, chiedere aiuto,farsi supportare.
In questo contesto anche il ruolo della famiglia è stato molto importante: la madre di Andrea lo ha sempre supportato, anche se non si era accorta del bullismo di cui era vittima suo figlio; ancora oggi ,raccontando nelle scuole,( e ora anche con il film), la sua storia contribuisce a mentenere vivo il ricordo di Andrea e a redarguire tutti noi.
I social hanno sicuramente avuto un ruolo fondamentale nella storia e hanno aggravato la situazione, anche questo ci fa capire molto di quanto influenzino i giovani d’oggi. L’ultimo aspetto di cui vorrei parlare riguarda l' omologarsi per piacere agli altri, tipico tutti gli adolescenti. Vestirsi o truccarsi come gli altri, fare cose o sport perché lo praticano gli altri, vedere un certo film perché lo hanno guardato gli altri; ma nella maggior parte delle volte magari a noi neanche piace quel vestito o quel film, ma lo mettiamo o lo guardiamo per far colpo sugli altri. Andrea ha fatto finta di essere qualcun altro per evitare il giudizio degli altri, ma questo gli è costato veramente molto molto caro.
Questa storia ci insegna a riflettere sul peso di azioni e parole a cui spesso potremmo dare poco peso, sull'importanza di chiedere aiuto, soprattutto se si e' vittima di episodi come quelli vissuti da Andrea.
Purtroppo molti ragazzi oggi faticano a confidarsi e ad avere punti di riferimento stabili, non vedono soluzioni e credono che l’unica soluzione sia arrendersi, arrivando anche a togliersi la vita.
Baistrocchi Alice 2 CLSU
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