“Siamo schiavi delle leggi per poter
essere liberi.”
Di certo quest’affermazione riguarda
l’ambito politico e giuridico, ma non solo. Come infatti l’aquilone si sentiva
incatenato e oppresso da quel filo che gli impediva di essere libero e di
volare senza controllo nel vento, così anche noi spesso ci sentiamo sottomessi
a leggi che non condividiamo o che crediamo ledano la nostra libertà. Altresì è
vero che appena l’aquilone si è staccato dal filo è stato guidato
dall’impetuoso vento che non gli dava una certezza di direzione, e che ha
rischiato di farlo annegare in una pozzanghera dopo averlo fatto sbattere
contro rami e su qualsiasi cosa avesse incontrato nel suo volo.
Di conseguenza affermerei che è
impossibile vivere la propria vita in piena libertà. Se non ci fossero leggi e
regole per ordinare la nostra vita, è scontato, in una società dureremmo poco.
Serve infatti una qualsivoglia “imposizione” per vivere felici e in armonia con
gli atri: se ognuno di noi facesse quello che gli passa per la mente le
medesime decisioni non sarebbero condivise da tutti. Malgrado Rousseau sperasse
di un ritorno dell’uomo allo stato di natura dove non vigevano regole e in cui
era completamente libero, oggi c’è comunque una parziale ricerca della libertà,
perché come già detto, nella società odierna così complessa e articolata, una
completa libertà è impensabile e irraggiungibile.
Un modo in cui la società cerca di
censurare e impedire la libertà, soprattutto di pensiero, credo siano la
censura e il politicamente corretto. Io, in prima persona, sento di soffrire di
questa restrizione: penso infatti di essere una persona anche troppo sincera, e
vista la mia scarsa empatia a volte mi spingo in frasi o affermazioni che
possono ledere gli altri. Ma il problema penso che non sia essenzialmente
quello di offendere gli altri, in quanto oserei dire, usando un’altra citazione
questa volta del Direttore Feltri: “la malizia è in chi ascolta.”
Applicherei questa frase oggi nel mio piccolo con le persone con cui condivido
le giornate, un domani con la società. Trovo infatti ridicolo che una persona
non possa esprimere appieno il suo pensiero o ritrarre semplicemente la verità
solo per timore delle reazioni altrui. L’importante è essere sinceri, e si sa
che la verità spesso fa male, ma bisogna anche avere senso critico e accettare
il dibattito e il pensiero altrui senza però necessariamente modificare le
proprie tesi. Sarò forse accusato di bigottismo o maleducazione ma questo è il
mio umile pensiero e ho la libertà di sostenerlo. Bisogna dare peso alle parole
senza però fare la guerra al dizionario inventandosi termini strani solo per
mascherare la verità. Anche le parole hanno il diritto di essere libere e di
essere usate liberamente. Concludendo vorrei dire che la libertà più
importante che secondo me debba essere tutelata sia quella di pensiero e di
parola. Quando la gente smetterà di pensare e di dire la sua … sarà il momento
di non ritorno che segnerà che la dittatura è vicina.
MARCO CERIATI, 4BLSU
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