martedì 25 gennaio 2022

La libertà (e verità)


Mi piacerebbe riassumere il pensiero proposto nel testo con una celebre frase di Cicerone.

“Siamo schiavi delle leggi per poter essere liberi.”

Di certo quest’affermazione riguarda l’ambito politico e giuridico, ma non solo. Come infatti l’aquilone si sentiva incatenato e oppresso da quel filo che gli impediva di essere libero e di volare senza controllo nel vento, così anche noi spesso ci sentiamo sottomessi a leggi che non condividiamo o che crediamo ledano la nostra libertà. Altresì è vero che appena l’aquilone si è staccato dal filo è stato guidato dall’impetuoso vento che non gli dava una certezza di direzione, e che ha rischiato di farlo annegare in una pozzanghera dopo averlo fatto sbattere contro rami e su qualsiasi cosa avesse incontrato nel suo volo.

Di conseguenza affermerei che è impossibile vivere la propria vita in piena libertà. Se non ci fossero leggi e regole per ordinare la nostra vita, è scontato, in una società dureremmo poco. Serve infatti una qualsivoglia “imposizione” per vivere felici e in armonia con gli atri: se ognuno di noi facesse quello che gli passa per la mente le medesime decisioni non sarebbero condivise da tutti. Malgrado Rousseau sperasse di un ritorno dell’uomo allo stato di natura dove non vigevano regole e in cui era completamente libero, oggi c’è comunque una parziale ricerca della libertà, perché come già detto, nella società odierna così complessa e articolata, una completa libertà è impensabile e irraggiungibile.

Un modo in cui la società cerca di censurare e impedire la libertà, soprattutto di pensiero, credo siano la censura e il politicamente corretto. Io, in prima persona, sento di soffrire di questa restrizione: penso infatti di essere una persona anche troppo sincera, e vista la mia scarsa empatia a volte mi spingo in frasi o affermazioni che possono ledere gli altri. Ma il problema penso che non sia essenzialmente quello di offendere gli altri, in quanto oserei dire, usando un’altra citazione questa volta del Direttore Feltri:  “la malizia è in chi ascolta.” Applicherei questa frase oggi nel mio piccolo con le persone con cui condivido le giornate, un domani con la società. Trovo infatti ridicolo che una persona non possa esprimere appieno il suo pensiero o ritrarre semplicemente la verità solo per timore delle reazioni altrui. L’importante è essere sinceri, e si sa che la verità spesso fa male, ma bisogna anche avere senso critico e accettare il dibattito e il pensiero altrui senza però necessariamente modificare le proprie tesi. Sarò forse accusato di bigottismo o maleducazione ma questo è il mio umile pensiero e ho la libertà di sostenerlo. Bisogna dare peso alle parole senza però fare la guerra al dizionario inventandosi termini strani solo per mascherare la verità. Anche le parole hanno il diritto di essere libere e di essere usate liberamente.  Concludendo vorrei dire che la libertà più importante che secondo me debba essere tutelata sia quella di pensiero e di parola. Quando la gente smetterà di pensare e di dire la sua … sarà il momento di non ritorno che segnerà che la dittatura è vicina.

MARCO CERIATI, 4BLSU

0 commenti:

Posta un commento