Quando da bambina mi chiedevano cosa volessi fare da grande, tra altre più o meno realizzabili, la carriera che più desideravo intraprendere era quella del giornalismo. Non sapevo bene cosa facesse un giornalista ma quello che mi affascinava era che, attraverso i suoi articoli, informava le persone rendendole consapevoli di ciò che accadeva nel mondo intorno a loro. E, probabilmente, è per portare avanti il desiderio della Paola di qualche anno fa che mi trovo qui oggi come nuova redattrice del Mattei’s Blog. Quando mi è stato proposto di entrare nel blog, ero combattuta tra l’entusiasmo di adoperarmi all’interno della scuola per qualcosa che mi interessava davvero e la paura di non essere all’altezza, di non riuscire a scrivere ma, anche grazie alle mie amiche che sono entrate in redazione con me, mi sono fatta coraggio e ho iniziato questa avventura. Man mano che scrivevo miglioravo e imparavo a spaziare tra più argomenti, uscendo dalla mia comfort zone, cioè le recensioni di libri.
Fin da quando ero piccola osservavo e scrivevo. La scrittura è ed è sempre stata un santuario in cui le mie emozioni trovano la loro voce e i miei pensieri, spesso aggrovigliati, si organizzano con coerenza. In ogni tratto della penna o tocco della tastiera, trovo conforto, mi concentro e riesco a dare un senso a me stessa e a un mondo caotico. Tuttavia, questa mia pratica ha sofferto moltissimo negli anni successivi al mio arrivo in Italia. Lo sforzo per comprendere una lingua, estranea alle mie radici culturali, amplifica le sfide affrontate nell'espressione dove ogni parola diventa una battaglia, ogni frase una salita. È un viaggio fatto di frustrazioni inespresse e del bisogno costante di mettermi alla prova, pur essendo riluttante a usare la mia voce. Tuttavia, essere una redattrice del Mattei’s Blog è un'opportunità per esprimere maggiormente me stessa, affrontare le mie paure e mettere in luce prospettive diverse. Assumo quindi il ruolo di redattrice, insieme alla mia amica Paola, per la Prabhjot di due anni fa, che mai si sarebbe candidata per questo ruolo, e per tutti gli altri studenti che mi somigliano e si sentono come me.
Da questa esperienza di “giornaliste in erba” entrambe ci aspettiamo di crescere e affinare la nostra penna per intraprendere magari, in un futuro non più tanto lontano, una vera carriera giornalistica. Nel frattempo, insieme agli altri membri della redazione, cercheremo di condurre il blog nel miglior modo possibile divulgando notizie sugli eventi di rilievo che accadono a scuola, senza però tralasciare articoli su ciò che riguarda i nostri interessi personali. Su questa piattaforma, però, non ci saranno per forza solo articoli nostri ma di qualunque studente della scuola che non si vuole limitare ad essere un lettore passivo ma che piuttosto desidera esprimere liberamente i propri pensieri attraverso uno spazio creato dagli studenti per altri studenti.
Paola Bravo e Prabhjot Kaur Chaggar 4BLS
Se volete segnalarci qualche argomento o spedirci foto di eventi che la scuola ha promosso, o semplicemente un fatto curioso che vi piacerebbe raccontarci, potete scrivere a: blog@polomattei.it
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).
Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).
Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).
Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).
Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).
La tragica vicenda è avvenuta, per un inquietante coincidenza, solo pochi giorni prima della giornata della memoria.
Ha presentato denuncia ai Carabinieri di Livorno il padre di un 12enne insultato e picchiato perché ebreo da due ragazzine 15enni presso un parco pubblico di Venturina Terme il 25 gennaio.
“Ti mettiamo nel forno” aggiungono , destando un profondo sdegno e dolore nei confronti della famiglia della vittima.
Il bambino è stato refertato al pronto soccorso e ha riportato 5 giorni di prognosi.
“Questo episodio non riguarda solo la famiglia del giovane e la comunità ebraica , ma tutti i cittadini che credono nei valori della democrazia , della tolleranza e del rispetto di ogni fede religiosa” dichiara il ministro dell’interno Luciana Lamorgese.
Nella denuncia sporta alla Procura dei minori di Firenze vengono ipotizzati il reato di ingiurie e lesioni , aggravate dall’indifferenza dei presenti.
A rendere nota la vicenda è stato il comune del paese con un post su Facebook , che non intende banalizzare affatto l’accaduto.
“Una situazione incredibile , da pelle d’oca , sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia “ afferma la sindaca Alberta Ticciati che decide di organizzare una fiaccolata per la mattina del 27 gennaio , in ricordo degli orrori dell’olocausto.
L’episodio non può essere considerato come una ragazzata ma si tratta di un evento che racconta l’ignoranza nella quale viviamo , nella quale si crea il pregiudizio razzista.
Il mito di Pigmalione, racconta
di come Pigmalione si innamorò perdutamente della scultura che creò con le sue
mani, a tal punto da sentire il disperato bisogno di chiedere alla dea Afrodite
di tramutare in vita la pietra, così che il suo creatore potesse averla in
sposa.
Nella rivisitazione della
Miller, Galatea è una statua che il soffio della vita ha reso umana. Fredda
come la pietra che era, il suo cuore batte tra le mura di una stanza di quello
che sembrerebbe un ospedale. I medici la credono pazza quando afferma di essere
fatta di pietra e la zittiscono con degli intrugli caldi che credono la
facciano rinsavire, ma in realtà le tolgono le forze ora dopo ora. Suo marito,
il suo creatore, viene a trovarla ogni giorno essenzialmente per una sola
ragione: sfogare il suo desiderio sessuale. Il gioco inizia sempre nello stesso
modo: quando lui entra nella stanza lei finge di essere ancora una statua, e
quando lui prega che lei diventi una donna in carne e ossa, lei apre gli occhi
e lui si prende il suo corpo. Un uomo freddo, distaccato, che non accetta che
nel momento in cui Galatea ha preso vita ha acquistato anche la capacità di
parlare, e soprattutto ciò che più lo infastidisce: la libertà che le permette
di sfuggire al suo controllo, alla sua oscura e gelida possessione.
Pur essendo in origine una
statua, l’unico ad avere un cuore di pietra è il marito, incapace di un
qualsiasi atto d’amore, un uomo che ha costruito la sua esistenza su delle
fondamenta di egoismo.
“La sola cosa difficile sono le dita, cui mio marito ama dire di
aver dedicato un anno intero per farle apparire reali invece che immobili e
inerti, come l’opera di certi scultori indolenti. Quindi devo concentrarmi e
tenerle proprio come piace a lui, se no si rovina tutto.”
Madeline Miller non ha bisogno
di presentazioni, perché ormai è un’autrice di bestseller conosciuta in tutto
il mondo. Ho amato i primi due suoi libri ovvero: ‘La canzone di Achille’ e
‘Circe’ e mi sono già innamorata di ‘Galatea’. È una storia, ma assomiglia a
una leggenda tramandata oralmente di generazione in generazione; è una poesia,
di cui però non abbiamo né versi né rime baciate: una metrica assente, eppure
sempre poesia.
Ciò che più mi ha colpito di
questa lunga poesia sussurrata è la dualità della sua natura: fragile eppure
così forte, come un diamante racchiuso nei petali di un narciso.
La complessità umana, e
soprattutto la difficoltà dell’essere donna, viene indagata con una delicatezza
disarmante, che sfocia in un sentimento di amara tristezza.
Il linguaggio utilizzato è
dolce e affabile quando dialoga con il marito, ruvido e pieno di rabbia quando
racconta la verità a se stessa:
“Il punto è che mio marito non si aspettava che parlassi, credo.
Non lo biasimo affatto per questo, dato che mi aveva conosciuta solo come
statua, pura e bella e arrendevole alla sua arte. Naturalmente, quando mi
bramava viva era quello il suo desiderio, ma più che viva mi voleva tiepida, quel
tanto che bastava per potermi scopare.”
Galatea, riesce a interrogarsi sul
nostro presente, denunciando le ingiustizie e i temi che ogni giorno ci
indignano, e lo fa attraverso un mito antico, distante quasi duemila anni da
noi, eppure così attuale. Un dialogo del passato con il presente e il futuro,
una voce femminile che emerge in tutta la sua forza e potenza, senza mai
perdere la delicatezza e la bellezza che la caratterizzano, sin da quando altro
non era che una statua di marmo perfetto.
Qual è il vostro mito preferito?
Un mito che ho sempre adorato è ‘Il Minotauro’
Tragico incidente avvenuto poco dopo le 22.30 di sabato 22 gennaio nel territorio di Rezzato in provincia di Brescia: un’auto si schianta frontalmente con un autobus strappando la vita a cinque giovani.
Irene Sala di 17 anni, Dennis Guerra di 19 anni, Imad El harran e Imad Natiq, 20 anni e Sala Natiq di 22 anni .
L’auto sulla quale viaggiavano era di un amico che li seguiva con un altro mezzo e si è trovato l’orrore davanti agli occhi .
Dopo una cena insieme decidono di recarsi a Brescia per incontrarsi con altri amici, ma i loro progetti finiscono nel tratto di strada tra Rezzato e Brescia.
E’ iniziato il lavoro delle forze dell’ordine che hanno dovuto avvisare i famigliari e verificare come si è avvenuto lo scontro.
E’ l’autista dell’autobus a lanciare l’SOS , che quella sera viaggiava solo e riporta ferite lievi. L’auto, invece, è totalmente distrutta.
Tanti sono i dubbi che vengono di come sia andata la tragedia: sarà data dalla disattenzione di uno dei due conducenti? Da una velocità troppo alta?
Tra queste cose una è sicura, nessuno di loro compreso il ragazzo che si presume fosse alla guida, aveva la patente.
Nelle parole di chi li conosceva resta solo il ricordo di ragazzi semplici che conducevano una vita spensierata tra amici.
Mi piacerebbe riassumere il pensiero
proposto nel testo con una celebre frase di Cicerone.
“Siamo schiavi delle leggi per poter
essere liberi.”
Di certo quest’affermazione riguarda
l’ambito politico e giuridico, ma non solo. Come infatti l’aquilone si sentiva
incatenato e oppresso da quel filo che gli impediva di essere libero e di
volare senza controllo nel vento, così anche noi spesso ci sentiamo sottomessi
a leggi che non condividiamo o che crediamo ledano la nostra libertà. Altresì è
vero che appena l’aquilone si è staccato dal filo è stato guidato
dall’impetuoso vento che non gli dava una certezza di direzione, e che ha
rischiato di farlo annegare in una pozzanghera dopo averlo fatto sbattere
contro rami e su qualsiasi cosa avesse incontrato nel suo volo.
Di conseguenza affermerei che è
impossibile vivere la propria vita in piena libertà. Se non ci fossero leggi e
regole per ordinare la nostra vita, è scontato, in una società dureremmo poco.
Serve infatti una qualsivoglia “imposizione” per vivere felici e in armonia con
gli atri: se ognuno di noi facesse quello che gli passa per la mente le
medesime decisioni non sarebbero condivise da tutti. Malgrado Rousseau sperasse
di un ritorno dell’uomo allo stato di natura dove non vigevano regole e in cui
era completamente libero, oggi c’è comunque una parziale ricerca della libertà,
perché come già detto, nella società odierna così complessa e articolata, una
completa libertà è impensabile e irraggiungibile.
Un modo in cui la società cerca di
censurare e impedire la libertà, soprattutto di pensiero, credo siano la
censura e il politicamente corretto. Io, in prima persona, sento di soffrire di
questa restrizione: penso infatti di essere una persona anche troppo sincera, e
vista la mia scarsa empatia a volte mi spingo in frasi o affermazioni che
possono ledere gli altri. Ma il problema penso che non sia essenzialmente
quello di offendere gli altri, in quanto oserei dire, usando un’altra citazione
questa volta del Direttore Feltri: “la malizia è in chi ascolta.”
Applicherei questa frase oggi nel mio piccolo con le persone con cui condivido
le giornate, un domani con la società. Trovo infatti ridicolo che una persona
non possa esprimere appieno il suo pensiero o ritrarre semplicemente la verità
solo per timore delle reazioni altrui. L’importante è essere sinceri, e si sa
che la verità spesso fa male, ma bisogna anche avere senso critico e accettare
il dibattito e il pensiero altrui senza però necessariamente modificare le
proprie tesi. Sarò forse accusato di bigottismo o maleducazione ma questo è il
mio umile pensiero e ho la libertà di sostenerlo. Bisogna dare peso alle parole
senza però fare la guerra al dizionario inventandosi termini strani solo per
mascherare la verità. Anche le parole hanno il diritto di essere libere e di
essere usate liberamente. Concludendo vorrei dire che la libertà più
importante che secondo me debba essere tutelata sia quella di pensiero e di
parola. Quando la gente smetterà di pensare e di dire la sua … sarà il momento
di non ritorno che segnerà che la dittatura è vicina.
“ Sii il cambiamento che vorresti vedere
avvenire nel mondo”
Dopo tanto lavoro e tanti sacrifici finalmente potrete
acquistare, leggere ed ammirare la nostra antologia. Potrete acquistarla su
Ibis, nelle varie librerie oppure direttamente dal sito della casa editrice www.rossinieditore.com
L’anno scorso abbiamo iniziato questo percorso, proclamando un
bando letterario, al quale potevano partecipare i ragazzi delle scuole
elementari, medie e superiori della provincia di Piacenza e Parma, tanti
ragazzi hanno partecipato con poesie, testi brevi, disegni, fumetti, e tutti
sono stati letti con piacere; solo oggi abbiamo portato a termine questo
progetto con la soddisfazione più grande, quella di esser stati pubblicati da
una casa editrice.
La nostra antologia racchiude alcuni testi e poesie dei ragazzi
che hanno partecipato al concorso e una sezione fuori concorso dove si trovano
i lavori dei ragazzi della redazione del mattei’s blog e altre opere come
fumetti o disegni.
“Vorrei...
Sì, vorrei
Vorrei un mondo...
Sì, vorrei un altro mondo
che non sia questo mondo...
Diverso da questo mondo:
un mondo silenzioso
che mi faccia sentire
il cinguettio degli uccelli
da un albero frondoso”
Adriana Fumi
La redazione del mattei’s blog ha voluto dare l’opportunità a
tutti di potersi esprimere e di potersi cimentare in questa avventura,
scrivere, perché non a tutti viene data l’occasione di poter scrivere qualcosa
di proprio e di vero, spesso, a scuola siamo costretti a svolgere compiti o
verifiche dove ci viene chiesto di scrivere ma siamo sempre vincolati dal
giudizio dell'insegnante, con questo concorso nessuno è stato costretto a
scrivere di un argomento in particolare e soprattutto nessuno giudicava il
testo in questione.
Visto il tanto successo che ha avuto il primo concorso
letterariola redazione del mattei’s
blog ha voluto dare l’opportunità ad altri ragazzi di partecipare alla SECONDA
edizione del nostro concorso letterario dal tema identità ed alterità,
al quale potranno partecipare i ragazzi delle scuole elementari, medie e
superiori della provincia di Piacenza.
Bentornati
cari lettori del Mattei’s Blog, lo so lo so in questo periodo sto recensendo
solo film Marvel, ma dovete capirmi io non posso esimermi vista la mia passione
per questi fumetti, ma vi prometto che tornerò a parlare anche di serie tv.
Ora vi
lascio alla recensione, buona lettura!
Le conseguenze di Anvergers:
Endgame hanno portato scompiglio sul pianeta Terra,
dove i Devianti, creature mostruose e feroci, si sono risvegliati per
perpetrare il loro scopo principale, uccidere gli esseri umani.
Di fronte a questa
minaccia, gli Eterni, esseri divini che da
secoli vivono sulla Terra, si riuniscono, per tentare di arginare la minaccia.
Lo scopo della presenza di
queste divinità sul Pianeta Azzurro è proprio questo: creati dal Celestiale
Arishem, gli Eterni sono stati mandati a difendere gli umani dai Devianti.
Dopo averli sconfitti,
secoli fa, sono rimasti a vivere sulla Terra, mimetizzandosi tra gli uomini,
pur mantenendo le loro caratteristiche divine, poteri, eterna giovinezza e
tutto il resto.
Il ritorno dei Devianti li
riporterà insieme, anche se presto capiranno che la minaccia che stano per
affrontare è molto più grande, persino più grande di Thanos stesso, e che solo
loro possono salvare il pianeta dalla distruzione.
Perfettamente inserito
nell’ottica di racconto a episodi, caratteristico dei film Marvel, Eternals è anche uno
dei pochi titoli della Casa delle Idee che potrebbe essere anche estrapolato
dal contesto seriale.
Questo perché si fa forte
di una componente cosmogonica che non solo ne detta il ritmo, ma lo rende anche
quasi del tutto indipendente dalla trama della Infinity Saga.
Ci sono riferimenti a
Thanos, a Thor o agli altri Vendicatori, ma non sono determinanti, e questo
conferisce al film una indipendenza che fa bene, dopo tutte quelle storie
intrecciate, che alla fine non regalavano la soddisfazione di aver assistito ad
un film ma lasciavano soltanto il desiderio di sapere “cosa succede dopo”.
Eternals è la pellicola più
particolare che Marvel abbia mai realizzato, sia visivamente che per contenuto.
È epico, visivamente stupefacente ed emozionante.
Sono certa che non piacerà
a tutti i fan storici dell’MCU, tanti potrebbero trovarsi disorientati di
fronte all’opera della Zhao già dalle primissime immagini, ma altri potrebbero
incontrare il loro nuovo film Marvel preferito.
Eternals per target si
rivolge ad un pubblico più maturo rispetto ai soliti standard Disney, non è un
film indirizzato solo ed esclusivamente ai bambini, anzi.
I più piccoli potrebbero
non apprezzarlo essendo per lo più assente la classica comicità in salsa
Marvel, mentre dominano temi importanti legati all’umanità in generale, non
facilmente comprensibili per un pubblico di bambini.
Eternals è un ottimo punto
d’ingresso per nuovi appassionati di cinecomic: il film non è strettamente
connesso ai precedenti, poche sono le citazioni ai film pregressi e tutte
vengono adeguatamente contestualizzate, Eternals è, quindi, perfettamente
fruibile anche da chi non ha mai visto una pellicola Marvel.
Eternals commuove ed
intrattiene al tempo stesso. I temi principali sono importanti e delicati,
trattati a dovere e mai banalizzati. Spiccano, in particolare, l’amore per
l’umanità in generale, la fede nel proprio credo e nella propria famiglia,
l’autodeterminazione e la conoscenza di se stessi.
Costruire la propria strada
e creare un futuro come singolo individuo, seguendo le proprie personali
vocazioni e aspirazioni senza essere condizionati dalla famiglia è un altro
aspetto molto importante della pellicola.
La famiglia è composta da
tanti singoli ed ognuno deve trovare il vero se stesso per poter rendere al
meglio all’interno del gruppo.
Eternals è un'appassionata
lettera d'amore al nostro pianeta, anche grazie alle suggestive immagini girate
dal vivo.
Il film lascia poi un
messaggio di speranza e insieme apre un nuovo filone nell'Universo Marvel.
Non è perfetto ma nel
complesso il lungometraggio di Chloé Zhao è convincente sia per il messaggio,
sia per la regia, sia per un cast corale che si mostra all'altezza delle
aspettative. Ed è un buon inizio per creare un Cinema sempre più inclusivo che
esce finalmente dal modello del patriarcato e da una visione antropocentrica
del nostro pianeta.
Il mio voto è 8
su 10
Come sempre se
la recensione vi ha incuriosito vi lascio il trailer
“Ci sono occasioni in cui
occorre parlare e non bisogna dare nulla per scontato. Poi ci sono occasioni in
cui, invece, devi rimanere in silenzio perché nell’aria c’è qualcosa di
impalpabile e prezioso, e le tue parole potrebbero disperderlo in un istante.”
“Le tre del mattino “ è
un romanzo di formazione, una commovente storia di scoperte, formazione e di un
inaspettato incontro tra padre e figlio, scritto e pubblicato nel 2017 da
Gianrico Carofiglio,ex magistrato ed ex
politico italiano, noto attualmente per essere un celebre scrittore.
Il protagonista dell’opera è Antonio, un
adolescente solitario alla ricerca di un proprio posto nel mondo, di un proprio
ideale da inseguire, di una propria passione da custodire gelosamente erenderla successivamente il proprio
lavoro,come hanno fatto anni prima i
suoi genitori, in particolare suo padre, un matematico dal passato brillante,
oggi professore di una prestigiosa università.
Gli anni passano, Antonio cresce e tutte
le sue paure emergono incessantemente in un momento in cui inizia per lui un
lungo tunnel nero fatto di attacchi tachicardici, una temporanea abolizione
della capacità di entrare in contatto con gli altri per i tanti, troppi
stimoli, i suoni ordinari per lui si trasformano ben presto in un frastuono
intricato insieme ainumerosi flashback
che ogni giorno percepisce. Per Antonio sono momenti difficili, in quei giorni
per lui il tempo perde struttura, mattina, sera e notte si confondono senza
riposo, mentre l’esito delle sue analisi inizia a farsi sempre più evidente confermando
le sue sintomatologie :Antonio soffre
di epilessia idiopatica.
‘E così che un pomeriggio di giugno dei
primi anni Ottanta, Antonio e suo padre, un uomo silenzioso e riservato anche
con il figlio con il quale nel corso degli anni non è riuscito a creare un buon
rapporto fatto di sincerità, amore e lunghi discorsi a cuore aperto, atterrano
a Marsiglia, dove una serie di circostanze inaspettate li costringerà a
trascorrere insieme due giorni e due notti senza sonno in un “attraversamento
che li cambierà per sempre”, queste le parole dell’autore.
Passeggiando per le strade della città
parigina, tra croissants, concerti jazz e nuovi e inattesi incontri, padre e
figlio iniziano a parlare, a conoscersi davvero, con naturalezza. Per la prima
volta Antonio si apre con il padre, gli chiede pareri e consigli come fosse per
lui un vero punto di riferimento, come fosse l’unica costante in una vita di
orribili variabili. Con un linguaggio frizzante, preciso e dinamico, capace di
far breccia nel cuore di numerosi adolescenti, Gianrico Carofiglio costruisce
un indimenticabile romanzo sull’importanza del dialogo, della famiglia, del
talento e del tempo che tutti dovrebbero leggere.
«Per me
è un libro sul passare del tempo, dell’amore e del talento, destinate a passare
di mano. Da me a te, e da te a qualcun altro. Da un padre a un figlio. Questo
libro valorizza il talento, una cosa che ti è stata data e di cui hai completa
responsabilità, se la lasci lì, se non la riconosci, la coltivi, la fai
crescere, diventa materiale inerte.
È come
l’amore: hai la possibilità di averne cura ma puoi decidere di lasciarlo come
è, senza moltiplicarlo, scegliendo la strada che ti porta dove capita.”
Queste
le parole dell’autore Gianrico Carofiglio che termina il proprio discorso di
presentazione del libro con un audace e filosofico pensiero sull’indulgenza.
Gennaio è il mese dellaVEGANUARY ovvero una sfida per chiunque
voglia mettersi alla prova e seguire una dieta vegana per l'intero mese di
gennaio. Ovviamente mi sono cimentata in questa ardua sfida ma con una variante,
mangiare almeno una volta a settimana qualcosa di vegano e devo dire che non mi
dispiace per niente questa cucina.
Proprio per questo motivo oggi
vi consiglio un libro diverso dal solito, infatti è un libro di ricette vegane!
Carlotta Perego, conosciuta
anche come ‘Cucina botanica’ sulle sue pagine social, è una ragazza con un
sogno nel cassetto far scoprire all’italia la cucina vegana che, purtroppo,
ancora oggi, la si vede in modo fortemente negativo; ma Carlotta ci mostra la
cucina vegana come qualcosa di meraviglioso e spettacolare, creando piatti
unici ed appetitosi.
Questo è il ricettario più
interessante e particolare di sempre, Carlotta ci parla di cose semplici e
quotidiane, applicate alla cucina, consigliandoci prodotti ed alimenti in base
alla stagione, modi diversi e particolari per cucinare le verdure e i dolci
vegani sono qualcosa di spettacolare; con cucina Botanica è riuscita a far
conoscere a più persone possibili il suo modo di vivere semplice ma comunque
originale.
La ricetta che ho provato a
fare sono le ‘chips di patate dolci’, sicuramente in qualche bar o fast food
avrete sicuramente visto nel menù le sweet
potatoes e se non le avete mai assaggiate, fidatevi di me sono fenomenali.
Per accompagnare queste
patatine, ovviamente, la nostra amata maionese fatta in casa ma una maionese
diversa perchè senza uova; non vi preoccupate vi lascio subito la ricetta!
PER
LA MAIONESE
-120ml di olio di semi di
girasole
-60g di latte di soia
-½ cucchiai di succo di limone
(o aceto)
-1 pizzico di sale
-1 cucchiaino di senape
Versate tutto quanto in una
ciotola e con un frullatore ad immersione frullate tutti gli ingredienti fino a
che non si sarà addensata; poi la versate in una ciotolina e la servite a
tavola.
PER
LA CHIPS DI PATATE DOLCI
-1 patata dolce
-2 cucchiai di amido di mais
-3 cucchiai di olio di semi di
girasole
-paprica dolce
-sale
Tagliate la patata in tanti
stecchini, come le classiche patatine fritte. Versatele in una ciotola capiente
insieme all’olio, sale e se volte, anche un po’ di paprica. Mescolate bene il
tutto e poi aggiungete l’amido di mais, distruggendolo su tutte le patate.
Disponete tutto su una teglia ed infornate nel forno per 10 minuti a 240°C da
un lato e 10 minuti dall’altro lato.
Qual è il vostro piatto
preferito vegano? Anche voi avete accettato la sfida di mangiare solo piatti
vegani per tutto il mese di gennaio?
Pesaro. L’ottantenne Vito Cangini ha ucciso la moglie
a coltellate per gelosia pensando che lo stesse tradendo, e questo dopo aver
rifiutato un rapporto sessuale.
La vittima è Natalia Kirichok , moldava, residente in
Italia da circa 20 anni e sposata con l’assassino da diciassette.
La tragedia è avvenuta nella notte tra Natale e Santo
Stefano e stando a quanto ricostruito fino ad ora Cangini, dopo aver ucciso la
moglie, avrebbe aspettato il mattino seguente per poi uscire e vagare per il
paese, fermandosi in diversi locali a bere fino ad ubriacarsi.
Successivamente si è avviato verso la campagna di
Gradara, nei pressi di Pesaro e qui ha incontrato un anziano amico al quale ha
confessato l’accaduto suggerendogli di chiamare i carabinieri ma l’uomo ha risposto
che preferiva non impicciarsi nella questione.
A lanciare l’allarme è stato il titolare della
pizzeria dove lavorava la vittima da 2 anni come cameriera, il quale non
vedendola e non ricevendo alcuna risposta da messaggi echiamate ha deciso di avvertire i militari
che si sono recati all’abitazione.
Il corpo di Natalia è stato ritrovato sul pavimento
della camera da letto, a fianco al quale si trovava un coltello da cucina
sporco di sangue. Il marito ha immediatamente ammesso l’omicidio e ha raccontato
di aver agito mosso dalla gelosia perché pensava che la moglie lo stesse
tradendo.
Cangini è stato accusato di omicidio volontario e
subito rinchiuso presso la casa circondariale di Villa Fastiggi a Pesaro. Il
medico patologo, già sopraggiunto dopo il ritrovamento del corpo, ha parlato di
probabili sei fendenti e uno di questi al cuore.
Bentornati cari lettori del Mattei’s Blog, che dire... finalmente posso recensire questo film perciò avviso chiunque non l’abbia ancora visto che questa recensione contiene SPOILER (muovetevi a guardare questo film se ancora non l’avete fatto).
Piccola premessa io sono andata a vedere il film il giorno in cui è uscito quindi mi sento di comunicarvi tutte le mie emozioni tra una riga e l’altra.
Il film si apre ripartendo esattamente dalla fine del suo predecessore, ossia Far From Home: l’identità di Spider-Man viene ufficialmente rivelata al mondo da Mysterio, e Peter Parker viene anche incriminato di aver ucciso il suo ultimo nemico, che ha fatto in modo di incastrarlo a dovere.
Questo innesca un enorme cambiamento nella vita di Peter e delle persone che sono da sempre al suo fianco, in quanto comunque si trovano esposti ad un mondo che li ritiene responsabili della morte di un personaggio che si è fatto passare come un eroe.
Nonostante questo, Peter, MJ e Ned cercano di continuare a vivere tranquillamente la propria vita. Quando però il nostro Spider-Man capisce che non può più resistere a tutto questo, decide di rivolgersi a Doctor Strange (Benedict Cumberbatch), per cercare una soluzione: Parker chiede a Strange di “cancellare” la memoria a tutto il mondo in merito all’identità di Spider-Man.
Strange accetta senza problemi, ma quando si appresta a lanciare l’incantesimo, Peter chiede (a ripetizione) di escludere alcune persone, di fatto interferendo con il rito.
Questo è il pretesto che porta all’apertura del Multiverso: avendo interferito in maniera errata con lo spazio ed il tempo, tutti i personaggi che sono a conoscenza dell’identità di Spider-Man, provenienti da tutti gli Universi, stanno arrivando nell’Universo principale.
Per questo motivo arrivano i vari villain visti nei trailer: parliamo dunque di Dottor Octopus (Alfred Molina), Green Goblin (Willem Dafoe), Electro (Jamie Foxx), Sandman (Thomas Haden Church) e Lizard (RhysIfans).
Da qui tutti i vari personaggi si mettono a caccia dello Spider-Man dell’Universo in cui sono arrivati. Ovviamente Spider-Man viene incaricato da Strange di trovarli e riuscire a catturarli, in modo tale da poter ritentare l’incantesimo, rispedire tutti nei propri Universi, e quindi risolvere il problema.
Ma la domanda che tutti si sono posti è : Gli Spider-Man interpretati da Tobey Maguire e Andrew Garfield appaiono in questo film ?
Lo volete sapere?
Sicuri?
Sicuri sicuri ?
Eh va bene se proprio insistete... la risposta è SI’.
L'arrivo di questi due fantastici attori che sono tornati a vestire la tutina rossa e blu (non mi sto riferendo a Superman) è stato emozionante, ho visto gente piangere, gridare, alzarsi dalla poltrona e applaudire per un incontro che ogni fan Marvel in questi mesi ha sognato.
La tecnica della Sony e della Marvel di unire questi mondi è stata spettacolare, gli effetti di scena sono da lasciare senza parole e le scene drammatiche sono ben equilibrate con quelle divertenti.
È il film che tutti noi ci aspettavamo?
Assolutamente no ma è quello di cui avevamo bisogno, per farci tornare un po' di malinconia per chi ha cominciato il suo viaggio nel mondo nella Marvel con il primo Spider-Man e per chi credeva che i cattivi non fossero poi così cattivi (ancora oggi per me Willem Dafoe e Alfred Molina sono due dei miei cattivi preferiti)
Spider-Man no way home è la fine di una trilogia molto ben riuscita e la conclusione di una storia.
È veramente la fine ?
Certo che no, visto le voci che stanno circolando ma per aspettare un mio parare dovrete aspettare l’uscita del prossimo film.
Il mio voto è 9 su 10
Come sempre se la recensione vi ha incuriosito vi lascio il trailer
Cosa leggiamo oggi? (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)
recensioni di narrativa e poesia
La poesia dorsale
Negli ultimi anni si è diffuso sempre di più il termine “poesia dorsale".
Cosa significa?
Mettere dei libri uno sopra l'altro in modo che i titoli formino dei versi.
Questo è fare “poesia dorsale”, una delle novità più raffinate e piacevoli incontrate sul Web negli ultimi tempi. Si chiama così perché nasce dai dorsi dei libri, non dai titoli.
Ebbene oggi, la poesia dorsale è molto più che una realtà...
Fiorenzuola e dintorni
Gemellaggio Fiorenzuola-Olanda
Fiorenzuola ponte con l'Olanda
Dal 12 al 16 ottobre le classi 1A e 1B del nostro Liceo Scientifico hanno partecipato alla prima fase di un progetto di scambio culturale con una classe arrivata a Fiorenzuola sin dall’Olanda, dall’Isendoorn College di Warnsveld.
COSA GUARDARE STASERA - collaborazioni varie (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)
In occasione della Giornata della Memoria, diverse classi del Polo Mattei hanno assistito alla proiezione del film “One life” di James Hawes. Gli studenti hanno, in questo modo, avuto l’occasione di conoscere la figura di Nicholas Winton, un agente di cambio britannico, che diede il via all’operazione kindertransport. Attraverso questa iniziativa poco conosciuta, svoltasi tra il 1938 e il 1939, 669 bambini vennero portati dalla Cecoslovacchia all’Inghilterra, salvandosi così dall’imminente guerra e dalla deportazione nazista.
ARSTICAMENTE ribrica di KAUR CHAGGAR (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)
L'anno 2023 si è svolto come un caleidoscopio di espressioni artistiche, in cui i creatori hanno tratto ispirazione dal mondo tecnologico, ambientale, politico e personale.
LO SGUARDO IN ASCOLTO - rubrica di musica di Francesco Maccagni
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