VITTORIA PRAZZOLI |
(vincitrice del secondo premio sezione poesia)
E' imprevedibile questa battaglia,
il nemico contro di me si
scaglia:
una lama attraversa il mio corpo
e le gambe cedono sull’arido
campo.
Rimembro tutto ciò che ho
perduto,
oscure ombre di quello che è
accaduto.
Mi lego
ai brandelli della vita,
ma
ancora sanguina la mia profonda ferita.
Nascondo
i cristalli delle mie lacrime
e
seppellisco le innocenti vittime
di
quell’intima guerra
che
dai miei sentimenti è stata persa:
sono
rimasto un bambino sognatore
che
non ha mai smesso di credere nell’amore;
anche in un mondo in cui regna la
violenza,
mi sono affidato ad un soffio di
clemenza.
Leso sono stato, ma non cerco
vendetta,
quello non è pensiero d’anima
eletta;
semino pace in un terreno di
sangue cosparso,
dalle inarrestabili fiamme d’odio
arso.
Ed ora vorrei guardare negli
occhi l’avversario,
stringerlo forte ed abbracciarlo,
perseverare per raggiungere la
fratellanza,
fino a distruggere la meschina
ignoranza.
Desidererei alzarmi ad aiutare i
compagni,
per realizzare con loro tutti i
sogni:
smettere di sparare ai più deboli
e porgere la mano ai più poveri.
Ambirei a salvare chi è in pericolo,
per superare ogni ostacolo
ed afferrare nuvole d’affetto
nel limpido cielo in cui le speranze
proietto.
Ed anche avvolto dai deliri della
morte,
tra i sospiri della notte che ha
chiuso le sue porte,
continuo con tenacia a lottare
per il mondo che vorrei plasmare;
colgo dell’esistenza ciascuna
sfumatura
e maschero sottovoce, nel
silenzio, la paura:
a terra abbandono le armi
dannate,
ormai da troppo tempo usate e
consumate.
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