«Non sono stato io, non è stata colpa mia…»
Non so cosa mi sia preso in quel momento, forse per colpa della rabbia o gelosia, ma non fui più lo stesso. Non so se fossi io o tu la causa dei miei continui stati di umore. Sono sempre stato un ragazzo ordinario dalla testa ai piedi, ma avevo la strana abitudine di avere il pieno controllo di ciò che mi stava intorno. Poi ti conobbi e tutto cambiò: cominciammo ad uscire e dopo due settimane ci mettemmo insieme. Eravamo adolescenti, l’età in cui le relazioni sono molto libere e aperte ma io volevo di più, volevo ciò che era mio: te.
Ricordo ancora quella domenica mattina in cui ti vidi con quel ragazzo, all’inizio pensai che fosse una cosa di poco conto, dopotutto era solo un amico. Ciò nonostante le settimane passarono ed il pensiero che quella fosse più di un'amicizia continuava a rimanermi fisso nella testa. Diventai sempre più irritabile ed iniziai a scriverti tutti i giorni, eri molto impegnata e molto spesso non potevi rispondere, ma io non ti capivo. Ero molto stressato ed un mio amico mi consigliò di lasciarti più spazio e di chiudere la relazione se ne sentivo il bisogno. Provai più volte a staccarmi da te, a chiudere quella relazione che mi stava lacerando da tempo, ma tutto fu vano. Le chiamate ei messaggi divennero sempre più frequenti, dieci messaggi al minuto, diventai paranoico e lei dopo poco si stancò. Come darle torto? continui scatti di gelosia e di rabbia: non poteva andare fuori in comitive in cui c’erano ragazzi, no alle discoteche, feste o altri eventi a cui io non ero presente. Lei era stanca di una relazione così opprimente e dopo poco tempo decise di voltare pagina. L’avevo persa, mi sentivo così male, non potevo crederci. Mi chiedevo dove avessi sbagliato. I dubbi e i pensieri mi perseguitavano. Da quell’istante non ti vidi più, forse eri sparita o forse non volevi stare con me, ma ora questo non ha più importanza. Io ti ho amato sempre ed ora che sono qui a guardare le nostre foto non posso fare a meno di piangere vedendo il tuo sorriso che mi riscalda il cuore.
«Non sono stato io, non è
stata colpa mia…»
La verità forse è che è stata
di entrambi.
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