mercoledì 11 novembre 2020

FOLIGNO E IL MOSTRO A CACCIA DI BAMBINI


Cattedrale di San Feliciano

F
oligno è un comune italiano situato in Umbria, nella provincia di Perugia; viene denominato il “centro del mondo”, in quanto cuore della nostra penisola e dell’intera Europa, al tempo considerata centro del mondo. Gli abitanti di Foligno sono i “cuccugnai”, ovvero le “civette”; tre sono le spiegazioni di questo appellativo: secondo la prima, le monete d’oro coniate dalla zecca di Foligno erano chiamate “occhi di civetta”; si narra inoltre che gli abitanti di Foligno, al tempo, erano esperti nella caccia, in particolare di civette; ma la spiegazione che più ha portato a questa denominazione è che, fino al XV secolo, secondo la tradizione, durante le feste di Pentecoste veniva fatta scendere dal campanile della cattedrale di Foligno una colomba di cartapesta, somigliante più ad una civetta che ad una colomba. Oggi i cuccugnai si riuniscono nelle ampie piazze del centro di Foligno, come piazza della Repubblica, che accoglie la fastosa Cattedrale di San Feliciano, temporaneamente chiusa in seguito al terremoto avvenuto nel 2016. Caratteristici sono i palazzi storici, tra cui il Palazzo Comunale e il Palazzo Trinci, che accoglie la rinomata Pinacoteca civica di Foligno; particolari sono inoltre le strette e suggestive vie, dove, fino a qualche anno fa, si aggirava il conosciuto “mostro di Foligno”. 

Ma facciamo un passo indietro. Era il 6 ottobre 1992 quando venne denunciata la scomparsa di Simone Allegretti, un bambino di quattro anni e mezzo. Durante le indagini, in una cabina telefonica, venne trovato un messaggio scritto in stampatello, che diceva: “Aiuto! Aiutatemi per favore. Il 4 ottobre ho commesso un omicidio. Sono pentito ora, anche se so che non mi fermerò qui. Il corpo di Simone si trova vicino la strada che collega Casale e Scopoli. P.s.: Non cercate le impronte sul foglio, non sono stupido fino a questo punto. Ho usato dei guanti. Saluti, al prossimo omicidio, IL MOSTRO.”

Fu proprio grazie a questo biglietto che nei pressi di una discarica tra Casale e Scopoli le forze dell'ordine quello stesso giorno trovarono il corpo nudo del piccolo Simone.

L’anno dopo, 7 agosto 1993, un secondo omicidio che sparse angoscia e panico tra i cuccugnai: Lorenzo Paolucci, tredici anni. Questa volta però l'assassino non riuscì a nascondersi perché sul luogo del delitto trovarono gocce di sangue che condussero dritto dritto alla sua abitazione. Tale “mostro” a caccia di bambini, che tanta angoscia e terrore aveva sparso tra gli abitati, venne trovato e arrestato: si trattava di Luigi Chiatti, un ragazzo di ventidue anni, geometra di professione.

Palazzo Comunale
Non servirono mai duri e lunghi interrogatori perché l'assassino confessò immediatamente tutto in tribunale. Chiatti infatti raccontò di aver sentito dentro di sé la necessità di trovare un contatto fisico con i bambini: c'era qualcosa che lo spingeva a ciò, man mano che aumentava la sua solitudine. Proprio per questo motivo aveva concentrato la sua attenzione "alla ricerca di bambini con i quali poter stare" ed è così che in quei due tragici giorni, prendendo la sua Y10 andò in giro per le strade di Foligno, incontrò i bambini, che liberi giocavano nei prati delle campagne, e dopo aver scambiato due chiacchiere li portò nella sua abitazione. Pensando però al grave reato che aveva appena compiuto sequestrando i bambini, gli rimaneva un'unica strada: ucciderli e abbandonare i loro corpi. 

Accadde proprio così con il piccolo Simone e con il povero Lorenzo.

Chiatti dopo aver scontato trent’anni nel carcere di Prato, nel 2015 è stato trasferito presso la Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) di Capoterra, in Sardegna. Oggi a Foligno non rimane più quella paura che colpì quel tragico periodo, ma resta comunque il ricordo di tali avvenimenti la cui storia è divenuta conosciuta in tutta Italia. 

Piazza della Repubblica

  ILARIA PIERANGELI , 3ALSU


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