domenica 15 novembre 2020

Il "cobalto" ha le mani sporche di sangue


 The energy solution of the future must not be built in human rights absues.”

Serma Joshi Capo delle imprese e dei diritti umani di Amnesty International.

Cosa si cela dietro agli apparecchi tecnologici che ogni giorno utilizziamo per comunicare e muoverci?

 Il cobalto è una delle risorse più importanti per la costruzione dei dispositivi tecnologici che ogni giorno utilizziamo come ad esempio l’auto, infatti si trova nelle batterie per auto elettriche, nei telefoni, nei computer, carica batteria ecc. Ma che cos’è questo materiale, a ben diritto ritenuto tra i più importanti dato che muove il nostro mondo?

La definizione scientifica che abbiamo trovato si trova nel sito di www.lenntech.it, riporto testualmente:” Il cobalto è un elemento ferromagnetico duro di colore bianco argenteo. È un membro del gruppo VIII della tabella periodica. Come il ferro, può essere magnetizzato. Nelle sue proprietà fisiche è simile a ferro e nichel. L'elemento è chimicamente attivo e forma molti composti. Il cobalto è stabile in aria ed inalterato in acqua, ma è lentamente attaccato da acidi diluiti”.

Per chi non si intende di chimica, non è altro che un elemento che si trova nell’ambiente, più precisamente all’interno del nucleo terrestre, e come già detto, alimenta gli apparecchi elettronici, di conseguenza è uno dei materiali più richiesti dalle grandi industrie.

La mia indagine si è dunque rivota soprattutto verso uno dei Paesi che detiene più del 50% del cobalto mondiale: Il Congo. Il Congo si trova nell’Africa Centro-occidentale ed è proprio da lì che la maggior parte del minerale viene estratto. Circa il 20% del minerale viene estratto a mano, quindi tramite un’estrazione artigianale, mentre la restante parte viene prodotta in miniere industriali, che appartengono ad aziende straniere, principalmente cinesi. Queste grandi aziende però hanno cercato per tanto tempo di nascondere le brutalità che avvengono nelle miniere di estrazione, come lo sfruttamento degli operai, tra cui tantissimi bambini, ragazzi minorenni forzati a lavorare in queste miniere per le loro condizione economiche. C’è stato però un rapporto, pubblicato da Amnesty International, pubblicato il 15 novembre 2017, che ha portato alla luce le violenze dei diritti umani celate dietro al commercio del cobalto. Le aziende che sono state tirate in ballo sono tante, quelle che ricordiamo sono Apple,  Huayou Cobalt (compagnia con base in Cina) , LG Cyem, Ford. Tesla. Nello stesso rapporto si parla delle condizioni disumane dei bambini, costretti a lavorare in condizioni estremamente pericolose, senza attrezzatura di alcun tipo. In risposta al questo rapporto, aziende come Ford, IBM, Lg Cyem si sono unite per dare inizio ad un progetto blockchain per poter tracciare i rifornimenti di Cobalto dalla Repubblica democratica del Congo. Il sito LIFEGATE.it riferisce che molte famiglie hanno deciso di denunciare ciò che i propri figli hanno dovuto subire, infatti nel testo della causa giudiziaria datata 15 dicembre 2019, presa in carico da ONG per i diritti umani International Rights advocates, si afferma che queste grandi aziende (Apple, Microsoft, Tesla, Alphavet) stanno traendo consapevolmente benefico dal sistema tradizionale artigianale in Congo e lo stanno supportando in maniera sostanziale. Oltre al duro lavoro che gli operai devono svolgere, la paga che gli viene retribuita è a dir poco imbarazzante in proporzione a quanto il materiale estratto costi realmente, infatti sono pagati con 50 dollari mensili.

In conclusione, cari lettori, vi invito a tenervi informati sulle questioni mondiali, magari anche solo leggendo qualche volta il giornale potrebbe aiutarvi a rimanere informati su ciò che avviene nel mondo, così da poter essere più consapevoli sulla realtà che ci circonda, magari anche guardando il telegiornale, perché non tutte le cose belle che vediamo celano una bella storia.

Vi ringrazio per l’attenzione e ci vediamo al prossimo articolo.

Siti consultati:

lifegate.it

Freccia del web

amnesty.org

Suha Marmash, 4ALSU

 

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