domenica 1 maggio 2022

TERZO PREMIO RACCONTI BREVI di ANNA ELISABETH GULLA 3D della scuola media di Castelvetro: IO ESSERE TU

 

IO ESSERE TU

 Si sente un rumore assordante, tutto il vicinato esce di casa e corre a vedere da cosa sia stato provocato. In lontananza si intravedono delle ombre, forse una famiglia, i cui membri sono tutti molto alti, tranne uno. Non si vede molto per colpa della nebbia, ma si riescono a sentire dei suoni.

Ci avviciniamo sempre di più alle alte figure e si intravedono delle... zampe da rana!!

«Noi venuti voi qui».

Non ho capito cosa hanno detto, quindi cerco di comprendere meglio.

«Tu grosso come io».

Mi avvicino e la piccola figura  fa lo stesso.

«Tu bassa come io».

Siamo a pochi centimetri di distanza.

«Tu come me, ma umano».

Mi faccio indietro.

Non ho capito molto bene cosa intenda. Torno a casa, ma dalla finestra di camera mia continuo a osservare il grande ovale incastrato tra lo scivolo e l’altalena. Vedo la piccola figura tutta sola, fuori dalla navicella, e mi dirigo di nuovo verso di lei.

«Ciao».

Mi siedo.

«C-ciao».

«Come ti chiami?»

«Io chiamare come tu».

«Come? In che senso come me?»

«Ti chiami come me?»

«Io essere tu».

Si sente un rumore e una figura esce dal grosso ovale: è grande, molto più alta di quella con cui ho parlato.

Si guardano e la piccola figura rientra nella navicella. Controllo l’orologio e sono esattamente le 22:30, l’orario in cui mia mamma dice che è ora di andare a dormire.

Aspetto che urli…

«E’ ora di andare a dormireeee!»

L’invito autoritario arriva puntuale.

Vado a dormire e dopo qualche ora mi alzo dal letto con il fastidioso rumore della sveglia che indica che devo andare a scuola. Butto l’occhio sul grosso ovale ancora incastrato nel parco e vedo lei, la figura piccoletta che appare triste. Nel pomeriggio vado a prendere Lorenzo, il mio ragazzo, che viene a casa mia. Appena arriviamo vedo la figura pallida avvicinarsi pericolosamente.

«Tu essere lui felice io».

Sia io che Lorenzo non capiamo molto, quindi ce lo facciamo ripetere.

Dopo un bel po’ di tempo comprendiamo che il piccolo essere se ne sta tutta solo e triste perché gli manca il suo lui e credo che Lorenzo gli assomigli.

Lorenzo va via così io e lei rimaniamo sole: ci guardiamo intensamente, occhi negli occhi, per qualche istante…  quando ecco che dal mio giardino e dalla sua navicella ci chiamano per mangiare.

«Perché fai tutto uguale a me?»

 «Io essere te».

Questa frase mi rimbalza in testa per ore e vorrei spiegazioni, quindi senza finire di mangiare mi alzo e vado davanti al grosso ovale.

«Io voglio sapere di più!».

Esce la figura più alta che dice qualcosa che non capisco e rientra nella navicella, subito dopo esce la figura piccoletta.

«Tu cosa fare qui?»

«Sono qui per sapere perché dici che io sono te e tu sei me».

«Tu sedere qua, io spiegare».

Mi siedo e aspetto di sapere cosa significhi la frase.

«Noi scoperto su mondo essere te umano».

«Non ho capito…»

«Ogni noi ha umano su Terra».

«Cioè, quindi, ogni umano ha... che??!»

«Ogni tu ha un me su Luna...»

Sul più bello mi chiama mia mamma, mi alzo senza aver capito bene quello che mi era stato spiegato, ma dicono che la notte porti consiglio.

Il giorno dopo apro gli occhi con il pensiero fisso di voler comprendere di più, mi alzo, guardo fuori dalla finestra.

«Ma dov’è?»

Forse è stato tutto un sogno…alzo gli occhi al cielo e penso che in ogni altro essere, anche in quelli che ci appaiono tanto diversi e provengono da molto lontano, se osserviamo bene, possiamo trovare un po’ di noi.

 

Anna Elizabeth Gulla

Cl. 3D, Scuola Sec. I grado “G. Ungaretti”, Castelvetro Piacentino, I.C. Terre del Magnifico


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