IO ESSERE TU
Ci avviciniamo
sempre di più alle alte figure e si intravedono delle... zampe da rana!!
«Noi venuti voi
qui».
Non ho capito cosa
hanno detto, quindi cerco di comprendere meglio.
«Tu grosso come
io».
Mi avvicino e la
piccola figura fa lo stesso.
«Tu bassa come io».
Siamo a pochi
centimetri di distanza.
«Tu come me, ma
umano».
Mi faccio indietro.
Non ho capito molto
bene cosa intenda. Torno a casa, ma dalla finestra di camera mia continuo a
osservare il grande ovale incastrato tra lo scivolo e l’altalena. Vedo la
piccola figura tutta sola, fuori dalla navicella, e mi dirigo di nuovo verso di
lei.
«Ciao».
Mi siedo.
«C-ciao».
«Come ti chiami?»
«Io chiamare come
tu».
«Come? In che senso
come me?»
«Ti chiami come
me?»
«Io essere tu».
Si sente un rumore
e una figura esce dal grosso ovale: è grande, molto più alta di quella con cui
ho parlato.
Si guardano e la
piccola figura rientra nella navicella. Controllo l’orologio e sono esattamente
le 22:30, l’orario in cui mia mamma dice che è ora di andare a dormire.
Aspetto che urli…
«E’ ora di andare a
dormireeee!»
L’invito
autoritario arriva puntuale.
Vado a dormire e
dopo qualche ora mi alzo dal letto con il fastidioso rumore della sveglia che
indica che devo andare a scuola. Butto l’occhio sul grosso ovale ancora
incastrato nel parco e vedo lei, la figura piccoletta che appare triste. Nel
pomeriggio vado a prendere Lorenzo, il mio ragazzo, che viene a casa mia.
Appena arriviamo vedo la figura pallida avvicinarsi pericolosamente.
«Tu essere lui
felice io».
Sia io che Lorenzo
non capiamo molto, quindi ce lo facciamo ripetere.
Dopo un bel po’ di
tempo comprendiamo che il piccolo essere se ne sta tutta solo e triste perché
gli manca il suo lui e credo che Lorenzo gli assomigli.
Lorenzo va via così
io e lei rimaniamo sole: ci guardiamo intensamente, occhi negli occhi, per
qualche istante… quando ecco che dal mio
giardino e dalla sua navicella ci chiamano per mangiare.
«Perché fai tutto
uguale a me?»
«Io essere te».
Questa frase mi
rimbalza in testa per ore e vorrei spiegazioni, quindi senza finire di mangiare
mi alzo e vado davanti al grosso ovale.
«Io voglio sapere
di più!».
Esce la figura più
alta che dice qualcosa che non capisco e rientra nella navicella, subito dopo
esce la figura piccoletta.
«Tu cosa fare qui?»
«Sono qui per
sapere perché dici che io sono te e tu sei me».
«Tu sedere qua, io
spiegare».
Mi siedo e aspetto
di sapere cosa significhi la frase.
«Noi scoperto su
mondo essere te umano».
«Non ho capito…»
«Ogni noi ha umano
su Terra».
«Cioè, quindi, ogni
umano ha... che??!»
«Ogni tu ha un me
su Luna...»
Sul più bello mi
chiama mia mamma, mi alzo senza aver capito bene quello che mi era stato spiegato,
ma dicono che la notte porti consiglio.
Il giorno dopo apro
gli occhi con il pensiero fisso di voler comprendere di più, mi alzo, guardo
fuori dalla finestra.
«Ma dov’è?»
Forse è stato tutto
un sogno…alzo gli occhi al cielo e penso che in ogni altro essere, anche in
quelli che ci appaiono tanto diversi e provengono da molto lontano, se
osserviamo bene, possiamo trovare un po’ di noi.
Anna Elizabeth
Gulla
Cl. 3D, Scuola Sec.
I grado “G. Ungaretti”, Castelvetro Piacentino, I.C. Terre del Magnifico
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