Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

giovedì 25 novembre 2021

Scarpette rosse: il rosso deve diventare il colore dell’amore

Come ogni 25 novembre il nostro blog, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, vi propone un articolo su questa tematica.

Oggi voglio raccontarvi la storia di Juana Cecilia Hazana Loayza uccisa in modo atroce in un parchetto di Reggio Emilia, assassinata da un uomo la cui madre fu vittima stessa di femminicidio.

Mirko Genco che ha visto la madre vittima di quella stessa violenza, non ci ha pensato due volte e ha spento un’altra vita innocente.

Dietro al delitto vi è sempre e solo la stessa scusa: l’ho fatto per amore era lei che non ricambiava. La colpa era di lei che non lo amava, era colpa sua come era colpa di Elisa uccisa da Massimo ormai tre anni fa e come era colpa di Vanessa assassinata questo agosto. Sempre e solo colpa della vittima, una vita strappata troppo presto, una donna che invece di vedere sul suo viso carezze e baci prendeva schiaffi e pugni, giustificati da un amore malato e possessivo. La violenza è atroce a prescindere, ma quella verso le donne è proprio ripugnante, botte pugni e violenza giustificati con amore, ma questo non è amore è solo possesso.

Quello che mi ha colpito della storia di Juana Cecilia è proprio il fatto che la madre dell’assassino fosse stata vittima a sua volta, per questo lui doveva proteggere e trattare con vero amore la donna che amava, in onore anche a sua madre, ma invece per lui questo non era importante, la cosa fondamentale, come per tutti gli altri uomini che usano la violenza, è che la donna sia sotto il loro possesso perché: “O sei mia o non sei di nessun altro.”

In questa giornata dove tante scarpette rosse saranno esposte nelle piazze, stringiamoci attorno a queste vittime, facciamo sentire la loro voce in modo tale che il rosso di quelle scarpette arrivi a simboleggiare l’amore e non il loro sangue. 

La violenza non è mai amore, la violenza è violenza ed è inaccettabile che questa continui a perseguitare vittime innocenti.

“E scegli una strada diversa e ricorda che l'amore non è violenza, ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire, vietato morire”.

Vi lascio con questi versi di una delle più celebri canzoni di Ermal Meta, bisogna imparare a ribellarsi alla violenza perché ogni sorriso è sacro, perché la donna merita libertà, perché quelle scarpette rosse possano tornare a vivere nel grido di chi ce l’ha fatta a scappare.

Cattani Martina 5^A L.S.U.

martedì 23 novembre 2021

Milano Games Week


La mitica avventura di due poveri nerd di Fiorenzuola è iniziata alle 6:32 del mattino del 13 novembre al freddo, ma carichi per il viaggio. 

Direzione: Milano! 

Una volta arrivati nella grande città la tensione si faceva palpabile e finalmente, dopo un’ora di mezzi pubblici vari, arriviamo in fiera e… finalmente si aprono le porte del mondo nerd per antonomasia: il Cartoomics e la Milano Games Week.

Grazie al biglietto, preso con molto anticipo, riusciamo a saltare la fila che probabilmente era lunga qualche chilometro. 


L’interno della fiera sembrava incredibile, moltissimi stand di qualsiasi tipo: manga, gadget tema anime, esports, videogiochi su diverse piattaforme, PlayStation, Xbox, switch, pc., cibo (tanto cibo), spettacoli e molto altro. 

Per la prima volta nella nostra vita abbiamo assistito ad una partita di e-sport di persona. Un’esperienza quasi surreale: i telecronisti, le luci e la musica davano un’atmosfera di suspense ed esaltazione unica, per non parlare di tutte le persone in cosplay che sembravano appena uscite da una qualche realtà parallela, dalle innumerevoli Nezuko, ai Deku, agli svariatissimi personaggi di Genshin Impact fino a Star Wars. 


Lo spettacolo della “Umbrella Italian Division” ha reso il finale della giornata indimenticabile. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando si tratta di un’associazione che da anni si occupa di inscenare spettacoli nelle più importanti realtà nazionali dedicate al comics&games, tramite attori professionisti, effetti speciali e strumenti da teatro mettono in scena spettacoli ispirati alla saga di Resident evil.



Esperienza fantastica, consigliata per i nerd di tutto il Mattei e oltre! 

Margherita e Lorenzo




lunedì 22 novembre 2021

C’ERA DUE VOLTE Di Franck Thilliez

 


Avendo già letto due suoi romanzi non potevo perdermi il suo nuovo libro! Per puro caso ho conosciuto questo scrittore che ha la capacità di far diventare una lettura un vero e proprio mistero dove, tu, lettore, devi risolvere un caso di polizia molto intrigato e contorto.

Un uomo si addormenta nel 2008 e si sveglia nel 2020. In mezzo, una figlia scomparsa, il cadavere di una donna, una pioggia di uccelli morti, una amnesia che ha cancellato 12 anni di ricordi. C'era una volta, così iniziano le favole, ma qui C'era due volte perché Gabriel Moscato deve ricominciare tutto da capo, gli tocca ricominciare una vita e un'indagine che è tutto fuorché una favola.

'C'era due volte' è un thriller ben congegnato, in cui ogni tassello è perfettamente incastrato in un puzzle terribile e malefico, dove i tempi principali come l'amnesia, la malattia mentale e il lutto si concentrano in una caccia fatta di enigmi, manoscritti e arte. Proprio così l'arte che all'interno di questo libro gioca un ruolo sporco, un'arte oscura e violenta che nasconde la verità.

Franck Thilliez gioca con noi e con i suoi personaggi, costruendo una storia cupa e raggelante, come i paesaggi e la pioggia incessante della piccola cittadina francese in cui è ambientata la storia. Ammettiamolo, Franck Thilliez, è un genio. E' credibile e sfuggente allo stesso tempo, è capace di creare una costruzione narrativa mai vista prima; se avete amato la complessità morbosa del Manoscritto non potrete che impazzire per questo romanzo: palindromi, enigmi, giochi mentali sono all'ordine del giorno. Quello che leggerete, o meglio dire che vivrete sulla vostra pelle, è una manipolazione mentale in piena regola, non ci sconti o vie di fuga per nessuno.

'Cera due volte' è sicuramente tra i migliori thriller letti quest'anno soprattutto perché l'autore è riuscito a sorprendermi e a disorientarmi alla fine di ogni capitolo con la voglia di leggere ancora e ancora. Vi consiglio fortemente di leggere prima di questo libro 'Il Manoscritto' perché le storie sono collegate e inoltre molti passaggi possono essere capiti solo dopo aver letto anche 'Il Manoscritto'.

Avete mai letto qualcosa di Franck Thilliez? Io me ne sono follemente innamorata vorrei poter leggere tutto di questo autore!

 Martina Signorile, 4A lsu

 

L’ho uccisa per quella foto al pub


La vittima è  Juana Cecilia Hazana Loayza, 34 anni di origine peruviana ; uccisa dal marito Mirko Genco di 24 anni residente nella città di Parma.

Il corpo di Cecilia è stato trovato in un parco a Reggio Emilia la mattina di sabato 20  novembre; sul collo sono presenti ferite che sono provocate da un’arma, probabilmente da un coltello. Il colpevole è Mirko Genco, ventiquattrenne di Parma ed ex compagno della vittima. Questo aveva dei precedenti per stalking sempre nei confronti della donna ed è stato liberato il 4 novembre dopo 2 anni di reclusione. Secondo le ricostruzioni l’uomo ha commesso il delitto venerdì 19 dopo aver visto una foto postata su Instagram da Cecilia che, quella sera, si stava divertendo in un locale a Reggio Emilia; l’ex compagno da Parma si è recato immediatamente sul posto e ha imposto alla donna di seguirlo. La vittima, per rassicurare gli amici rimasti nel pub ha mandato loro un messaggio dove affermava di star bene: furono i suoi ultimi attimi di vita. L’aggressione è avvenuta in un parco non molto distante dal locale. Ad avvertire la polizia è stata una passante che la mattina dopo ha notato il corpo a ridosso di una recinzione che delimita il confine tra il parco e un condominio. Genco, che da mesi perseguitava la vittima, è stato immediatamente interrogato e ha confessato di averla soffocata e accoltellata. Inoltre, ha confessato che la foto al pub è stato il motivo dello scatto d’ira e della voglia di punirla. 

Juana Cecilia Loayza lascia il figlio di un anno e mezzo avuto con un altro recente ex compagno.

Giulia Paradisi e Alice Riboni, 4Alsu


venerdì 19 novembre 2021

NEWS ENTRY DEL MATTEI'SBLOG

 


Ciao a tutti! Siamo Alice e Giulia della 4A liceo delle scienze umane,

ci siamo inserite da poco nel Mattei’s Blog per proporvi un nuovo tipo di rubrica giornalistica alla quale lavoreremo insieme. 

Parleremo di fatti attuali di cronaca e in particolare ci soffermeremo su quella nera (tutte le notizie su omicidi, femminicidi, violenze e abusi sessuali) , rosa (avvenimenti che possono suscitare simpatia, come fidanzamenti, matrimoni e nascite...) e sportiva (avvenimenti riguardanti lo sport, come gli esiti degli incontri e lo svolgersi di un torneo).

Concludiamo la nostra presentazione dicendo che è importante incrementare i canali trasmettitori di attualità , perché crediamo che al giorno d’oggi siano pochi i mezzi tramite i quali tali notizie arrivano a noi giovani. 

Vi salutiamo augurandoci che quello che vi porteremo vi piacerà. 

A presto!!!!!


giovedì 18 novembre 2021

LA CROSTATA DELLA NONNA


L’inverno sta arrivando, la stagione della cioccolata calda, dei maglioni caldi, di lana, e del camino acceso ma, come disse anche Shakespeare, “Non è tutto oro quello che luccica”!

Per noi studenti sono infatti mesi in cui verifiche e interrogazioni vanno a determinare le nostre giornate, contrassegnate da grande impegno e tanto studio e quindi… come migliorare queste se non con una fragrante e deliziosa fetta di crostata?.

La crostata è una torta semplice, un dolce tradizionale della pasticceria italiana, composto da una base di pasta frolla ricoperto con confettura, crema o marmellata di frutta fresca, con l'aggiunta di sottili strisce di pasta frolla intrecciate.

Per fare una squisita crostata ci serviranno:

       2 uova intere

       120 gr di zucchero

       100 gr olio di semi girasoli

       300 gr farina 00

       1\2 bustina di lievito

       un barattolo di marmellata di frutta fresca (scelta a vostro piacimento)

 

Procedimento : 


Rompere entrambe le uova, senza dividere gli albumi dai tuorli, unire queste ai 120 gr di zucchero e ai 100 gr di olio, precedentemente pesati, mescolando successivamente il tutto con una frusta oppure unendo i sopracitati ingredienti all’interno di una planetaria.

Unisci dunque all’interno di una ciotola la farina con il lievito, mescolandoli poi grossolanamente, anche con una semplice forchetta, in modo da unire le due polveri uniformemente.

Successivamente unisci gradualmente, le due polveri al composto creato inizialmente, mescolando costantemente questi con la frusta, l’unione dei due composti deve avvenire gradualmente e lentamente, in modo tale da unirli  senza la formazione di eventuali grumi.

Una volta terminato il seguente procedimento il composto di pasta frolla è creato, formateci dunque una palla e avvolgetela nella pellicola trasparente alimentare. Fatela riposare in frigorifero per almeno mezz’ora. Passato il tempo, riprendetela e mettetene da parte un terzo da cui successivamente si ricaveranno le strisce decorative della crostata.

Stendete i due terzi rimanenti su carta da forno fino ad ottenere un disco non troppo sottile (3/4 mm di spessore) e di circa 30 cm di diametro. Sollevatelo con tutta la carta e deponetelo in una teglia rotonda di 24 cm di diametro e 3 cm di bordo, potete utilizzare sia una tortiera rigida di metallo sia uno stampo di silicone, che dovrete ungere molto bene con del burro.

Rivestite bene i bordi facendo sbordare eventualmente la pasta fuori dalla teglia.

Tagliate la pasta eccedente il bordo della teglia e aggiungetela a quella messa da parte in precedenza. Bucherellate la base della crostata con una forchetta e spalmate la marmellata sul disco di pasta in maniera omogenea.

Stendete quindi la pasta frolla rimasta e ricavatene, con il taglia pasta liscio o dentellato, delle strisce di circa 2 cm di larghezza. Utilizzate queste strisce di pasta frolla per rifinire il bordo esterno della crostata e per formare la classica gratella centrale. 


Cuocete la crostata alla marmellata in forno ventilato per 30 minuti a 180 °C. Una volta che si sarà ben dorata in superficie, sfornatela e fatela intiepidire prima di toglierla dalla teglia, impiattarla e aggiungere infine lo zucchero a velo.

 Ziliani Camilla

martedì 16 novembre 2021

LICEO DELLE SCIENZE UMANE

 


lunedì 15 novembre 2021

La casa di carta


Torna il gruppo di rapinatori più popolare nella storia delle serie tv e forse anche del cinema, un gruppo di personaggi che è spiaciuto abbandonare alla fine di ogni stagione, e sono state già quattro.

Per consolare i tanti "orfani" che La Casa di Carta lascerà, si è deciso di dividere anche questa quinta e ultima stagione in due tranche, entrambe da cinque episodi ciascuna (la seconda parte sarà diffusa in dicembre).

Che così subiranno una graditissima sorpresa, per poi angosciarsi molto per le sorti di un altro personaggio (ma non diciamo quale o perché); e, mano a mano che i due episodi procedono, anche per tutti gli altri (questo lo possiamo dire), che sono rimasti asserragliati dentro la Banca di Spagna per cento lunghissime ore, lontani dal loro Professore.

Sono assediati da nemici sempre più violenti e disposti a passare sopra ogni regola pur di rifarsi delle figuracce fatte, e prendersi quella che ormai è una vera e propria rivincita personale nei confronti di chi è stato capace di beffarsi di loro più e più volte.

Ma anche dal gruppo degli ostaggi arriveranno problemi e chiunque abbia esperienza della serie non dubita che il motore sarà ciò che è diventato uno dei personaggi più detestati dal web, Arturito.

Del resto, nemmeno fra le forze dell'ordine le cose vanno lisce, perché l'ormai esaurito Colonnello Tamayo ha deciso di chiamare un uomo dei corpi speciali, l'impassibile Sagasta, ai cui ordini agisce un gruppo di fedelissimi, uno più borderline dell'altro, peggio di un Suicide Squad; gente che se ne infischia dei "danni collaterali", creando scontento fra i suoi sottoposti più legalitari.

E fra i nemici non manca l'agguerritissima inspectora Alice Sierra, ottima new enrty della quarta stagione, ben decisa a ripulire la sua reputazione. Aumentano le minacce e quindi la nostra apprensione per quelli che dovremmo vedere solamente come dei vili malviventi, dei delinquenti psicolabili, dei furbi che cercano di scavalcare il sistema, a differenza di chi si esaurisce ogni giorno di sudato lavoro.

Si ripropongono tutti gli attori che ben conosciamo dal 2017 e in un breve "a parte" della narrazione su Tokyo, compare Miguel Ángel Silvestre.

Facendo tesoro dei difetti riscontrati nella stagione precedente, questi primi due episodi ci hanno catapultato in una ripresa nettamente migliore di quella precedente, quasi priva di quegli elementi più soap che hanno indisposto qualche spettatore, ricca di emozioni vere, e speriamo si prosegua con questo ritmo, oltre che con la capacità di chiudere ogni episodio con un aggancio degno di un finale di stagione, com'era caratteristica delle serie fin dall'inizio.

In questi due primi episodi la tensione è molto alta, il castello di carte sembra stia crollando. Aspettiamo di vedere nei prossimi episodi come la situazione si rovescerà. Perché possiamo sopportare di perdere ancora qualche personaggio lungo la via che porterà alla conclusione, ma non potremmo accettare che anche nella finzione alla fine vincano i cattivi. Che non a caso sono tutto quanto rappresenta l'ordine costituito, banche, polizia, esercito.

Forse c'è stato un tempo dell'innocenza in cui li consideravamo "buoni", alleati al nostro fianco. Ma quel tempo anche nella realtà è ormai lontano, offuscato da troppe storie ambigue, da troppe palesi malefatte, da una risibile retorica.

Abbiamo tifato per i ladri contro le guardie in tanti western, in tanti polizieschi, in tanti film storici. Come potremmo smettere di farlo? Se non altro, lo faremo "per Nairobi!".

 Alla prossima recensione 

Katia Binelli 4 ALSU

Il mio voto è 9 su 10

Come sempre cari lettori del mattei’s blog se vi è piaciuta la recensione vi lascio il trailer

La casa di carta - Parte 5: Volume 1 | Trailer ufficiale | Netflix Italia




mercoledì 10 novembre 2021

Attenzione ai desideri

 

(INTRODUZIONE)

Mi sto lavando i denti, d’improvviso sento un dolore lancinante al petto, come se un paletto mi stesse trafiggendo da parte a parte.

Sento i miei battiti rallentare: mi siedo… o almeno provo a sedermi, cado per terra, sbatto la testa.

Ora è tutto chiaro, capisco solo adesso come sono arrivato fin qui. Sono i miei ultimi respiri, affannati, come i miei pensieri. Apro per l’ultima volta le palpebre e poi... buio.

“ANNE & TEO”

Suona la sveglia e apro gli occhi, mi lavo, mi vesto ed esco correndo; Anne mi aspetta al bar per una colazione veloce e poi dritti in aula.

Dopo le lezioni di oggi la accompagno a casa, lei mi chiede di restare per la cena.

“Non posso, devo studiare” rispondo, ma lei insiste “Dai Teo, solo per questa volta”.

La accontento, ma devo riconoscere che certe volte è davvero un po’ troppo assillante; da un lato la capisco, passiamo veramente poco tempo insieme.

Nell’ultimo periodo io e Teo stiamo insieme sempre meno, mi dice di essere impegnato, ma come può non trovare tempo per me, io sono la sua ragazza eppure sembra quasi cerchi di evitarmi in ogni modo e questo mi fa uscire di testa!

Sono nella biblioteca dell’università e alzando gli occhi dalla mia postazione, la mia attenzione cade su un libro della sezione più antica, mi avvicino e lo estraggo.

E’un gran bel tomo, ma reggendolo non è poi così pesante.                                           Lo osservo: copertina in pelle nera, rilegato con filo d’oro, ma nessuna scritta. Improvvisamente mi assale un forte vento che mi smuove i capelli, sento freddo, molto freddo, poi un lampo di luce abbagliante mi acceca, e dal libro fuoriesce uno spillo.

Una goccia di sangue cade tra le sue pagine, urlo, o almeno credo, il libro si chiude ed io cado a terra svenuta.

Quando mi risveglio sono tra gli scaffali, forse ho sognato. Lo spero.

Eccomi, mi incammino finalmente verso casa quando, un vento gelido mi stringe in un abbraccio glaciale.

“Buona sera Anne, sono pronto a servirti: la tua richiesta sarà esaudita e il prezzo è stato concordato”.

Qualcuno o qualcosa mi sta parlando ma non lo vedo: è nascosto dalle tenebre.

“Chi sei? Come fai a conoscermi? Non capisco di cosa stai parlando”.

“Io,” aggiungo con voce tremante, “non ho chiesto niente”.

“Ma davvero? eppure mi è sembrato di sentire qualcosa nei tuoi pensieri… un nome, Teo, Teo…”

“Nei miei pensieri?” adesso sì che sento freddo, è il terrore che si diffonde e raggela il mio sangue.

“Questo cellulare è per te, ragazzina, anzi per il tuo ragazzo!” ed ecco che con una risatina si avvicina e lo vedo; piccolo omino rinsecchito, la pelle scura e grinzosa, gli occhi bianchi senza pupille, i denti aguzzi.

Ho un sussulto. E’un mostro.

“Ricordi il libro in biblioteca? ecco, io vengo da lì, il sangue che hai versato è il patto con il mondo delle tenebre; ora potrai sapere ogni cosa del tuo amato, essere sempre con lui, vicino a lui, dentro di lui…Hi Hi…Hi”

“A presto!” ed ecco svanisce, risucchiato dal buio della notte.

Sono ferma, immobile, non riesco a respirare, è vero? Un incubo? Cosa ho fatto?

Sono nella mia camera e guardo rapita il cellulare donatomi. Si è vero, questo oggetto apparentemente normale ha un riflesso cangiante, bellissimo e potente; sento una frenesia inarrestabile, ne sono soggiogata.

Dopo una notte insonne, appena rivedo Teo mi avvicino e gli allungo un pacchetto dove ho messo il “mio tesoro”, il cellulare.

Ed ecco, ora in ogni istante io sono con lui ed è fantastico: vedo con i suoi occhi, sento quello che sente lui, come se fossi un prolungamento del suo essere, non voglio dormire né mangiare, desidero continuare a vivere in lui…

Teo è cambiato, come svuotato: è dimagrito parecchio in poco più di un mese, non mangia e non dorme, come me; cosa importa? Siamo sempre insieme.

La sua vita adesso è mia.

Una sera come tante, mentre cammino intenta a guardare Teo dal mio cellulare, sento il mio corpo irrigidirsi ed una folata di vento gelido raggiungermi in piena faccia, allora capisco di non essere sola.

Mi volto di scatto e vedo uscire dall’ombra un ragazzone alto ed abbronzato, con gli occhi cerulei: mi sorride ed io capisco, rabbrividendo.

“Ciao, Anne, eccoti… ci vediamo per l’ultima volta e volevo ringraziarti per essermi stata così vicina ultimamente, ma come vedi io adesso ho una nuova vita. Addio”.

Maria Francesca Pighi, di I A Lsu


martedì 9 novembre 2021

LA CASA OLANDESE DI Ann Patchett


Conflitti, rancore, abbandono: sarò sicuramente di parte ma adoro leggere i romanzi che raccontano di famiglie complicate, con personaggi che sembrano uscire dalle pagine e ‘La casa Olandese’ è proprio uno di quei libri.

Il romanzo racconta la storia di due fratelli, Danny e Maeve, e del sentimento che li lega alla loro dimora in cui hanno trascorso la loro infanzia, una casa maestosa ma allo stesso tempo stravagante; la loro madre li abbandonò quando Danny aveva solo quattro anni e suo padre decide di risposarsi con Andrea, una donna senza scrupoli che decide di trasferirsi a Casa Olanda con le sue figlie. Da quel momento sembra che tutto vada a rotoli e l'apparente casa dei sogni comincia a dividere ogni membro della famiglia.

 “Guardiamo indietro attraverso la lente di quel che sappiamo adesso, perciò non vediamo gli altri come li vedevamo un tempo ma come li vediamo oggi, e questo significa cambiare radicalmente quello che è stato”

Il racconto si sviluppa in cinque decadi e, attraverso gli occhi di Danny, ripercorriamo il passato, scoprendo man mano gli eventi che hanno segnato la famiglia, fin da subito il vuoto lasciato dai genitori e l’importanza di associare il concetto di ‘casa’ alle persone care e non a un luogo specifico. 

Leggendo questo libro ho potuto riflettere sul vero significato di ‘casa’, o almeno, ho capito che cosa significa ‘casa’ per me; proprio in questo periodo storico, dove siamo stati costretti a stare nelle nostre case con la nostra famiglia, a convivere con la nostra vita interiore, abbiamo vissuto appieno la nostra casa, forse fin troppo, forse fino ad odiare le nostre quattro mura di casa, ed ho capito che ‘casa’ non è solo il luogo dove dormo, dove mangio e dove vivo, CASA è la mia famiglia, i miei amici, i miei adorati libri, i miei parenti più lontani che non ho potuto vedere per moltissimo tempo a causa delle restrizioni, per me casa è la scuola dove ho sempre potuto esprimermi e dove ho sempre avuto un contatto diretto con i miei compagni e con i miei insegnanti, per me casa è il mondo che sta al di fuori delle quattro mura di casa mia. Fa paura come molte cose che ci vengono private spesso sono la risoluzione a moltissimi dei nostri problemi, il contatto umano con gli altri che ci è stato privato per molto tempo e che continuano a privarcelo è l’unico rimedio all’infelicità, alla tristezza e alla solitudine.

‘La casa Olandese’ è una storia estremamente coinvolgente che affronta le mille sfaccettature dei legami familiari. Ann Patchett è capace di caratterizzare i suoi personaggi brillantemente, la psicologia di Danny e Maeve è palpabile, viva; trascina il lettore nel loro mondo ed è impossibile distogliere gli occhi dalla lettura.

E voi avete letto questo libro? Che cosa ne pensate? Qual è la vostra saga familiare preferita?

MARTINA SIGNORILE

Roberto Saviano: “Sono ancora vivo”


Nel pomeridiano di Amici del 7 novembre 2021 è stato presente come ospite Roberto Saviano che ha presentato il suo nuovo libro “Sono ancora vivo”.

Il noto scrittore partenopeo decide di raccontarsi in una chiave completamente inedita: il fumetto. Attraverso i disegni racconta quei tredici anni di processo, di scorta, di una vita ferita dalle minacce di un boss.

«Immaginate di avere 26 anni e di essere convocati in questura per sentirvi dire sei condannato a morte!»

Così Saviano ha iniziato il discorso rivolto agli allievi della scuola più conosciuta d’Italia, spiegando poi che la scelta del fumetto è dovuta all’imbarazzo di parlare di fatti così personali, perché qui non abbiamo il racconto di grandi storie mafiose, qui conosciamo Roberto Saviano al 100 per cento.

«Ma non dovevi morire 13 anni fa?»

«Se volevano ucciderti lo avrebbero già fatto!»

«Il fumetto mi ha aiutato ad esprimere il senso di colpa che commenti come questi ti fanno entrare sotto pelle!»

Perché da 13 anni Saviano è posto quotidianamente a giudizi come quelli sopra citati, lui costretto a vivere sotto scorta è visto quasi come un criminale che sfrutta un servizio dello stato perché 13 anni fa un boss lo ha minacciato in tribunale, da un boss che alla fine – per i suoi detrattori – non gli ha fatto niente.

Non gli ha fatto niente, ma Saviano non può semplicemente andare a buttare la spazzatura; non gli ha fatto niente, ma da 13 anni la sua vita è sotto scorta; non gli ha fatto niente, ma lui deve programmare i suoi impegni settimane prima; non gli ha fatto niente, ma lo ha segnato a vita. Lo ha segnato a vita perché questa per Roberto Saviano è la più grande ferita della sua vita e raccontarla non è stato facile. Davanti a un pubblico che canta sempre, Saviano è riuscito a zittire tutti raccontando una storia personale, ma che alla fine tocca tutti.

Cattani Martina 5^A L.S.U.