giovedì 25 novembre 2021

Scarpette rosse: il rosso deve diventare il colore dell’amore

Come ogni 25 novembre il nostro blog, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, vi propone un articolo su questa tematica.

Oggi voglio raccontarvi la storia di Juana Cecilia Hazana Loayza uccisa in modo atroce in un parchetto di Reggio Emilia, assassinata da un uomo la cui madre fu vittima stessa di femminicidio.

Mirko Genco che ha visto la madre vittima di quella stessa violenza, non ci ha pensato due volte e ha spento un’altra vita innocente.

Dietro al delitto vi è sempre e solo la stessa scusa: l’ho fatto per amore era lei che non ricambiava. La colpa era di lei che non lo amava, era colpa sua come era colpa di Elisa uccisa da Massimo ormai tre anni fa e come era colpa di Vanessa assassinata questo agosto. Sempre e solo colpa della vittima, una vita strappata troppo presto, una donna che invece di vedere sul suo viso carezze e baci prendeva schiaffi e pugni, giustificati da un amore malato e possessivo. La violenza è atroce a prescindere, ma quella verso le donne è proprio ripugnante, botte pugni e violenza giustificati con amore, ma questo non è amore è solo possesso.

Quello che mi ha colpito della storia di Juana Cecilia è proprio il fatto che la madre dell’assassino fosse stata vittima a sua volta, per questo lui doveva proteggere e trattare con vero amore la donna che amava, in onore anche a sua madre, ma invece per lui questo non era importante, la cosa fondamentale, come per tutti gli altri uomini che usano la violenza, è che la donna sia sotto il loro possesso perché: “O sei mia o non sei di nessun altro.”

In questa giornata dove tante scarpette rosse saranno esposte nelle piazze, stringiamoci attorno a queste vittime, facciamo sentire la loro voce in modo tale che il rosso di quelle scarpette arrivi a simboleggiare l’amore e non il loro sangue. 

La violenza non è mai amore, la violenza è violenza ed è inaccettabile che questa continui a perseguitare vittime innocenti.

“E scegli una strada diversa e ricorda che l'amore non è violenza, ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire, vietato morire”.

Vi lascio con questi versi di una delle più celebri canzoni di Ermal Meta, bisogna imparare a ribellarsi alla violenza perché ogni sorriso è sacro, perché la donna merita libertà, perché quelle scarpette rosse possano tornare a vivere nel grido di chi ce l’ha fatta a scappare.

Cattani Martina 5^A L.S.U.

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