lunedì 28 dicembre 2020
POSSIBILITA’ OCCUPAZIONALI NEL MONDO DEL LAVORO POST COVID... lo chiediamo agli esperti
giovedì 24 dicembre 2020
Cambiare l’acqua ai fiori Di Valérie Perrin.
La nostra protagonista è Violette, la guardiana del
cimitero di una cittadina chiamata Borgogna; ama il suo lavoro, ama curare e
prendersi cura delle piante, ma soprattutto, ama consolare le persone che hanno
bisogno di conforto.
Lavorando in un cimitero Violette è a stretto
contatto con le famiglie dei defunti, c'è chi ha bisogno di indicazioni o
invece chi ha bisogno di un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, e la nostra
guardiana è sempre a disposizione per tutti offrendo, a chi ne ha bisogno, una
tazza di tè e qualche biscotto.
“Quando qualcuno è andato, è andato. Tranne
che nella mente di chi rimane, e la mente di un unico uomo è ben più grande
dell’universo”.
A
prima vista potrebbe sembrare una semplice lavoratrice che conduce la sua vita
serenamente ma in realtà nasconde un una vita piena di misteri!
Tra
passato e presente ci immergiamo in ricordi, avventure e segreti che mano a
mano prenderanno forma e ti lasceranno sbalordita fino all’ultima parola.
“E' un lusso essere proprietari del proprio
tempo, lo ritengo uno dei più grandi lussi che l'essere umano possa concedersi”
Se dovessi riassumere questo libro con una sola
parola, quella parola sarebbe ‘Dolcezza’, l’autrice ci avvolge con le sue dolci
parole nel mondo di Violette, un mondo che inizialmente potrebbe sembrarci
tutto rosa e fiori ma poi scopriamo essere tutt’altro.
Inizialmente questo libro mi è sembrato un po’
noioso, che raccontasse di una semplice signora e della sua triste vita ma poi
mi sono rimangiata subito le mie parole, questo testo è un capolavoro,
l’autrice è riuscita a inserire diversi temi forti come la violenza domestica,
la perdita di un figlio, la solitudine e la depressione in un testo unico e
travolgente, che ti appassiona talmente tanto da provare le stesse emozioni
della nostra protagonista.
Ho adorato questo libro e quello che mi è piaciuto
di più è stato il carattere di Violette, nonostante la drammaticità del suo
vissuto non ha perso il suo animo nobile e in lei regnano sempre pace e ottimismo.
-Signorile Martina-
“Perché si va verso certi libri come si va verso certe persone? Perché siamo attratti da determinate copertine come lo siamo da uno sguardo, da una voce che ci sembra conosciuta, già sentita, una voce che ci distoglie dal nostro percorso, ci fa alzare gli occhi, attira la nostra attenzione e cambierà forse il corso della nostra esistenza?”.
Come descriverei questo libro? Intrigante, tenero,
appassionante, commovente e ricco di colpi di scena!
Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e
corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia in un turbine di
mille sfumature, tutte da scoprire!
Ciò che più ho apprezzato maggiormente di questo
libro, a livello stilistico, è stata la tecnica del flashback utilizzata dalla
scrittrice che, permette al lettore di scoprire la vita passata della
protagonista, ciò che ha influito e contributo a renderla ciò che è diventata.
“ Se la vita è solo un passaggio, almeno su questo passaggio seminiamo fiori 🌺 💐”
martedì 22 dicembre 2020
HOLIDATE
Cari lettori del Mattei siamo tornate con un nuovo film, questa volta natalizio, per poterci rallegrare un po'.
La
storia racconta l’incontro di due ragazzi, Sloane e Jackson che, per una serie
di vicissitudini personali, non sono ancora riusciti a trovare l’anima gemella.
E
non è certo grazie all’aiuto della zia provolona o di una app di
incontri popolare che il processo di ricerca si velocizza e porta i suoi
frutti.
Sloane
è stata lasciata dal fidanzato e intanto la sua famiglia le mette molta
pressione. I parenti vogliono infatti che l’ultima figlia single si sistemi e
porti un uomo di tutto rispetto alle cene di famiglia importanti. Jackson
invece colleziona una serie di rapporti poco soddisfacenti e superficiali con
ragazze che non sono fatte per lui, e odia passare le festività da solo. Quando
incontra per caso Sloane al centro commerciale, decide di proporle uno scambio.
Dal
momento che entrambi hanno bisogno di compagnia nelle occasioni di famiglia,
Jackson potrebbe accompagnare Sloane alle cene di Natale e del 4 luglio, e lei
potrebbe così mettere a tacere una madre che non si fa gli affari suoi. Seppure
titubante, la ragazza accetta... come finirà?
Il
film mostra come l’amore possa arrivare quando meno lo si aspetta, o quando si
crede che ormai sia giunta l’ora di rassegnarsi.
Il
messaggio, di conseguenza, è di non smettere di sperare mai che arrivi la
persona giusta, pur con le sue imperfezioni.
Una
persona abbastanza coraggiosa da decidere di sceglierci “anche se”. Lo
stratagemma del “festa-amico” si inserisce proprio in questo quadro: Sloane e
Jackson credevano di avere trovato un modo per sfuggire all’impegno di
conoscersi davvero e di potersi anche innamorare.
Un
amico da accompagnare alle festività e poi il resto dell’anno ognuno per i fatti
propri.
Ma
è davvero possibile?
Per
essere due sconosciuti, i protagonisti hanno trascorso insieme tutte le
occasioni sociali più importanti.
Holidate ci
ricorda con dolcezza che i nostri piani vanno per aria quando si parla d’amore,
e che forse è anche bello così.
Come sempre vi lasciamo il trailer per chi si fosse interessato
Holidate con Emma Roberts | Trova la
compagnia perfetta | Trailer ufficiale (in ITALIANO) | Netflix
Selia e Katia, 3ALSU
domenica 20 dicembre 2020
Intervista a Hind El Bazzim
Cari lettori e lettrici, come state? Io sono molto felice perché vi sto per presentare un’intervista che mi sta molto a cuore ovvero l’intervista che ho avuto l’opportunità di fare a Hind El Bazzim, una ragazza di 17 anni che su Instagram ha una pagina dove informa i suoi followers dei problemi di attualità che ci sono nel mondo e non solo: parla delle discriminazioni di genere, le guerre dimenticate, leggi che tutelano i diritti e che in molti paesi non ci sono, e tanto altro. La pagina in questione è @bitcheslovingchampagne e vi invito a seguirla perché vi aprirà la mente su tanti argomenti che spesso e volentieri non si vedono trattati. In ogni caso vi sto già facendo degli spoiler, quindi vi lascio all’intervista, che spero vi piacere.
1. Parlaci un po’ di te.
Il mio nome è Hind, sono una 17enne che frequenta il quarto
anno del liceo classico e, un po’ come tutti i giovani, sono una sognatrice con
tante aspirazioni. Sono nata in Marocco e arrivata in Italia all’età di quattro
anni, dove vivo tutt’ora con la mia famiglia. Essere una ragazza immigrata e
musulmana, essere ‘quella con il nome e la pelle diversa’ in un paese come
l’Italia è forse stato ciò che mi ha fatto aprire gli occhi e capire che c’era ancora
qualcosa da cambiare nella nostra società.
2. Cosa ti ha spinta a creare questa pagina?
Ero (e lo sono tutt’ora) convinta che il mondo sarebbe un
posto migliore se tutti aprissero gli occhi e si rendessero conto dei problemi
che si trovano nella nostra società. Perché una volta che ti accorgi di un’ingiustizia,
del danno che reca a te o agli altri, diventa molto difficile ignorarlo e non
puoi fare a meno di desiderare di poter cambiare le cose. Così mi sono permessa
di avere un posto in cui poter, nel mio piccolo, informare quante più persone possibili
e, nel frattempo, consentire che anche loro mi trasmettessero qualcosa. E’
stato un successo! Non c’è stato giorno in cui non abbia imparato qualcosa o
che qualcuno mi abbia ringraziato per quello che svolgo.
3. Quali sono i tuoi ideali e questi ideali possono in un
qualche modo centrare con la tua pagina?
Principalmente la libertà d’espressione: può sembrare banale,
ma tengo a ogni singola opinione riguardo a qualsiasi argomento che tratto
sulla pagina; anche se sono pareri discordanti dal mio, voglio che i commenti
rimangano sotto al post e che chiunque si senta libero di poter iniziare una
discussione a riguardo.
4. Che impatto ha avuto sulla tua vita il creare questa
pagina?
Sicuramente mi ha aiutata a crescere e a maturare. Mi ha
insegnato ad ascoltare, a discutere, a cercare sempre di capire il punto di
vista dell’altro e soprattutto a combattere per quello in cui credo. Sarei una
persona completamente diversa se non avessi aperto la pagina, sarei una ragazza
con molte incertezze e che sta ancora cercando di capire qual è la propria
strada.
6. Chi sono le tue fonti di ispirazione?
Troppe persone per essere elencate tutte quante, ma
principalmente chiunque metta a repentaglio la propria libertà e incolumità pur
di difendere i diritti umani. Persone come Atena Daemi, una donna, che solo per
aver sognato la fine della pena di morte in Iran, è stata condannata a sette
anni di carcere. Oppure Nassima al-Sada che sta pagando con un carcere
durissimo la sua lotta per i diritti delle donne in Arabia Saudita. Insomma,
persone comuni che ce la stanno mettendo tutta pur di cambiare la vita degli
altri.
7. Hai mai pensato di lavorare nel campo della politica?
Mentirei se dicessi di non averci pensato, ma non penso sia la
strada giusta per me. Avere così tante responsabilità, non potersi permettere
di fare errori, dover scendere continuamente a compressi non è quello che
vorrei fare in futuro. Preferirei di gran lunga stare dall'altra parte e essere
piuttosto io quella che mostra cosa c’è dietro a tutto quello che noi chiamiamo
‘politica’, per poter permettere agli altri di compiere la scelta migliore.
8. Credo che tu sia la più giovane attivista che abbia mai
seguito sui social, hai mai percepito che la tua età fosse vista come un ostacolo?
Ci sono state critiche che ti hanno ferita?
Ho iniziato quando avevo soli 15 anni, quando ero ancora una
ragazzina che aveva più da imparare che da insegnare (e questo vale tutt’ora!).
La mia età è stata, più che un ostacolo, una mia insicurezza: inizialmente continuavo
a chiedermi perché proprio io, così giovane, così inesperta, dovessi mettermi a
parlare di argomenti così importanti. Chi mi avrebbe dato retta? Ci è voluto
veramente poco a ricredermi, perché ho presto incontrato altri ragazzi con le mie
stesse priorità e questo mi ha dato anche un po’ di speranza nella mia
generazione. Per quante riguarda le critiche, ce ne sono state eccome. Com’è
che diceva Friedrich Nietzsche? ‘Quello che non ti uccide, ti fortifica’, e
penso sia davvero azzeccato. Le critiche costruttive le ho sempre accolte con
piacere, gli insulti un po’ meno, però con il tempo capisci che non ha senso
prendersela con chi risponde solo con l’odio. Non è proprio contro chi
‘combattiamo’?
9. Che messaggio vorresti dare a chi ti segue o legge i
tuoi post?
Da quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò
ufficialmente la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sono trascorsi 72
anni, ma non abbiamo ancora fatto abbastanza per dare a quel documento piena realizzazione.
Purtroppo sono ancora molte le sfide e sarà una strada lunghissima, ma solo se
uniti i nostri sforzi non saranno vani. Non possiamo assolutamente aspettare
che siano gli altri a risolvere la situazione: siamo tutti quanti tutori dei
diritti umani. Non c’è chi può alzare la voce per chiedere la tutela dei diritti
a beneficio di tutti, e chi no. Facciamo modo che quella Dichiarazione
Universali dei Diritti Umani diventi qualcosa di effettivo e non solo un’utopia
10. Quale consiglio daresti ai nostri coetanei?
Molte volte le voci dei giovani non vengono prese in considerazione, molte volte ci considerano troppo immaturi e con troppa poca esperienza per essere in grado di formulare un'opinione su quello che ci circonda. Noi ragazzi siamo i futuri adulti di domani: siamo proprio noi quindi a dover prendere una posizione e affrontare questi problemi radicati nella società. Non permettiamo che le nostre voci vengano soffocate, non permettiamo che vengano compiute ingiustizie a nome nostro
Suha Marmash, 4ALSU
sabato 19 dicembre 2020
domenica 13 dicembre 2020
giovedì 10 dicembre 2020
“Il manoscritto” di Thilliez Franck
Léane
Morgan è la regina del thriller ma, per preservare la propria vita privata, in
ogni suo libro si firma con uno pseudonimo.
Fama e ricchezza tuttavia non sono le uniche componenti della vita di Léane, la quale deve affrontare il più grande dolore che una madre possa sopportare: la perdita dell’amata figlia Sarah, rapita quattro anni prima. La polizia locale dopo quattro anni di ricerca, ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo. Malgrado il tragico evento, Jullian Morgan, non si dà per vinto e crede di poter ritrovare la figlia ancora viva. Ma cosa si cela dietro la scomparsa della giovane? E Sarah è ancora viva o questa è l'illusione di un padre disperato?. Passeranno anni prima che Léane torni in quella villa solitaria e colma di ricordi dolorosi . Si vedrà però costretta a tornare in seguito alla perdita di memoria del marito Jullian, aggredito brutalmente. Questa aggressione è ciò che serve a Léane per iniziare a porsi una serie di interrogativi, domande a cui, prima di quel momento, non aveva voluto interfacciarsi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Che fine aveva fatto Sarah? Era ancora viva o era morta? Chi aveva aggredito la sua bambina?
Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un’altra vittima del presunto assassino di Sarah. Le indagini del poliziotto Vic, permetteranno di scoprire una pista, per anni ignorata, scoprendo così spaventose realtà tra varie ricerche, false piste e rompicapi … molteplici ipotesi andranno poi a confondere il lettore fino a raggiungere una realtà sconvolgente.
Personalmente
ritengo che “manoscritto” sia un thriller psicologico bellissimo,
caratterizzato da un incredibile genialità da parte dell’autore il quale in
tutto il corso della narrazione cerca di fornire al lettore tantissimi indizi per capire e comprendere le
vicende legate al crimine della giovane Sarah, descrivendo queste ultime in
maniera aggressiva, brutale e a volte
anche violenta.
Franck
Thilliez conduce il lettore lentamente
in un racconto oscuro, ricco di interrogativi e misteri. Inizialmente la trama,
ricca di intrecci, potrebbe sembrare
complessa e anche un po’ caotica tuttavia, Thilliez dimostra di sapersi
destreggiare egregiamente nella narrazione di questi crimini dove, ad un primo
sguardo, ogni cosa, ogni dialogo, ogni gesto, non è mai quello che sembra.
Questo libro è straordinariamente
brillante, in grado di coinvolgere già dalle prime pagine e che conduce ad un
finale sorprendente. La scrittura dell’autore è accattivante tanto che rende
chi sta leggendo partecipe di ogni avvenimento, gli permette di elaborare
teorie, ipotesi, e di immedesimarsi nelle situazioni assurde che capitano ai
protagonisti.
- Camilla Ziliani-
Brillante,
spaventoso, ricco di colpi di scena, intrighi e intrecci imprevedibili e
sorprendentemente incalzante. Il thriller di Thilliez è un libro spettacolare che trascina il lettore
nelle vicende che stanno accadendo dalla prima all’ultima pagina senza mai
annoiare il lettore poiché alla fine di ogni capitolo vi è un colpo di scena
che non può restare irrisolto e così facendo spinge, chi legge, sempre più ad
andare avanti con la lettura.
Ho
amato questo libro mi ha incantata non riuscivo a smettere di leggere, mi sono
immedesimata nei panni dei detective che indagano sulla scomparsa di Sarah e come loro trovavo indizi, mi ponevo domande
alle quali cercavo di rispondere e provavo le stesse emozioni che provavano gli
altri, ero proprio entrata nel personaggio.
Non
avevo mai letto un Thriller perché ho sempre paura e poi non riesco a dormire, ma
per questo libro ne è valsa la pena!
Lo
scrittore lascia degli indizi all'interno del libro e noi lettori abbiamo il
compito di trovarli e scoprire quello che ci sta dicendo… state attenti
all’ultima pagina, sarà quell’indizio che risponderà alle vostre domande.
-Martina Signorile-
sabato 5 dicembre 2020
GUBBIO: UN VIAGGIO NEL MEDIOEVO
vista dalla funivia
Gubbio è la più
antica città medievale dell’Umbria, in provincia di Perugia.
È un luogo d’arte e
di cultura, itinerario di tutti gli amanti dell’atmosfera medievale.
In tanti
conosceranno già alcuni scorci, in quanto qui sono state girate le scene della
conosciuta fiction televisiva “Don Matteo”, solamente fino all’ottava stagione,
in quanto la serie si è successivamente trasferita nella città di Spoleto. chiesa di San Francesco
La cittadina di
Gubbio sorge ai piedi del monte Ingino, sulla cui cima è eretta la Basilica di
Sant’Ubaldo, patrono degli eugubini, abitanti del posto. La basilica può essere
raggiunta a piedi, proseguendo un percorso in salita nel mezzo della natura,
oppure salendo con la funivia, un percorso di otto minuti dal quale si può
ammirare dall’alto il magnifico panorama della città. Una volta giunti sul
monte è possibile visitare la Basilica del Santo patrono, dove vengono
conservati i cosiddetti tre “ceri”, composti da prismi a base ottagonale sulla
cui sommità vi sono le statuette di tre santi (Sant’Ubaldo, San Giorgio e
Sant’Antonio Abate). I “ceri” sono alti cinque metri e pesano intorno ai tre
quintali; questi vengono portati ogni anno, nella vigilia della Festa di
Sant’Ubaldo, ricadente il 15 maggio, in processione, issati su delle barelle,
grazie allo sforzo fisico di molti uomini. La processione parte da Piazza dei
Martiri e termina sul monte Ingino. chiesa di San Giovanni Battista
Sulle pendici del
monte, inoltre, ogni anno, nel periodo natalizio, viene illuminato l’albero più
grande del mondo che rimane acceso dal sette dicembre al dieci gennaio e che
conduce molti turisti, provenienti da tutta Italia, ad ammirare questo
magnifico spettacolo di luci.
Gubbio è anche
strettamente legata alla vita di San Francesco d'Assisi, il quale vi soggiornò
nella prima metà del XIII secolo. Secondo il racconto, nei dintorni di Gubbio,
da molto tempo si aggirava un lupo; gli eugubini, terrificati, si rivolsero a
San Francesco sperando che egli potesse aiutarli: San Francesco si recò quindi
nel bosco e una volta trovato il lupo riuscì a calmarlo, così che non
spaventasse più gli abitanti. In seguito all'accaduto a Gubbio venne costruita
una delle prime chiese dedicate al Santo, situata oggi in Piazza dei Quaranta
Martiri. tre ceri
Proseguendo la
visita alla città di Gubbio ci addentriamo nel centro storico. Una delle
locations della fiction che vede protagonista Terence Hill è la Chiesa San
Giovanni Battista, che molti conosceranno come chiesa di Don Matteo. Da qui
possiamo godere della splendida vista di Piazza Grande, denominata anche
“piazza sospesa” o “piazza pensile”: si tratta infatti di una grandissima
terrazza, cuore di Gubbio, ed è la più grande d’Europa. In Piazza Grande è
situato il Palazzo dei Consoli, conosciuto come la caserma dei carabinieri di
“Don Matteo”, importante in quanto fu il primo edificio italiano ad avere
l’acqua corrente e i servizi igienici; oggi il palazzo ospita il Museo Civico
di Gubbio, dove è possibile visitare la pinacoteca e una splendida collezione
di ceramiche. Impossibile, inoltre, non fermarsi a scattare una fotografia
seduti al famoso tavolino del Bar Caffè Ducale, lo stesso dove Don Matteo giocava
a scacchi con il maresciallo Cecchini.
Proseguendo tra le
vie della città giungiamo al Palazzo del Bargello, una delle costruzioni più
antiche e belle di Gubbio. Il palazzo, oggi, ancora ben conservato, ospita il
Museo della Balestra, dove vengono conservate tutte più antiche balestre,
ovvero armi da lancio costruite con arco di legno, corno ed acciaio. Ogni anno
a Gubbio, in Piazza Grande, viene celebrato il tradizionale Palio della
Balestra, una competizione che avviene tra i balestrieri di Gubbio e quelli di
Sansepolcro (comune italiano della provincia di Arezzo). La competizione
consiste nel centrare un bersaglio posto a trentasei metri di distanza: il
balestriere che riesce a colpire il punto più vicino al centro vince il Palio,
che consiste in uno stendardo realizzato ogni anno da un noto artista. Nel
corso di questa manifestazione è inoltre possibile assistere all’esibizione
degli sbandieratori; a completare l’atmosfera medioevale sono i bellissimi e
antichi costumi indossati da sbandieratori e balestrieri. basilica di San Ubaldo
Davanti al Museo
della Balestra è collocata, inoltre, la “Fontana dei matti”, così chiamata in
quanto, secondo la tradizione, il turista che compie tre giri di corsa intorno
ad essa ed accetta di essere bagnato con l’acqua diventa un “matto onorario di
Gubbio”, inteso come persona ironica e scherzosa.
Tra i piatti tipici
di Gubbio, invece, troviamo sicuramente le zuppe di legumi (soprattutto farro e
lenticchie); tipica è inoltre la crescia, un misto tra piadina e focaccia, che
viene solitamente accompagnata con affettati vari, formaggi, salsicce alla
brace o spinaci cotti in padella; infine non dimentichiamo il tartufo, sia
bianco che nero, per il quale, nella stagione autunnale, si svolgono diverse
fiere tra cui la rinomata “Mostra del Mercato del Tartufo Bianco e dei prodotti
agroalimentari”, dove si possono degustare numerose varietà di tartufi
provenienti anche da tutta l’Italia.
Dopo una giornata
intensa è possibile, infine, godersi un po’ di tranquillità alloggiando alcune
notti in caratteristici agriturismi o b&b sulle favolose colline umbre nei
dintorni di Gubbio. palazzo di Bargello e fontana dei matti
Cosa c’è di meglio di un tranquillo e rilassante pernottamento con la fantastica vista di un paesaggio collinare?
scena dei Don Matteo |
Ilaria Pierangeli, 3ALSU
crescia di Gubbio |
palazzo dei consoli |
processione della corsa dei ceri |
piazza Grande |
colline umbre |
giovedì 3 dicembre 2020
GHOSTBUSTERS 2016
Nel 1984 uscì per la prima volta sui grandi schermi Ghostbusters, film dal grande successo che ispirò il remake, uscito poi nel 2016.
Tale remake segue ovviamente la
storia dell’originale, proponendo però, alcune modifiche.
I protagonisti del film originale sono
quattro uomini che, nella città di New York, affrontano avversità ultraterrene
grazie al loro ingegno e alla loro tecnologia.
Ecco dunque come anche il remake
proponga simili avversità e scontri, modificando però l’entità dei protagonisti
che diventano quattro donne scienziate che, unendo le loro conoscenza, riescono
a salvare la “Grande mela”.
La trama si sviluppa attorno alla
vita delle quattro donne che a turno daranno il contributo per la vittoria
finale.
Il film si presenta ugualmente
dinamico e comico, adatto a tutte le età.
Ho trovato questo remake molto
interessante e, come stranamente perché è raro che accada, più incalzante
dell’originale.
Ghostbusters 2016 è il remake al
femminile del classico del 1984, la trama sostanzialmente segue quella
dell'originale con qualche cambiamento come il puntare su personaggi femminili
dando anche una visione nuova in stile "girl power".
Purtroppo però le critiche sono state
molte, il web si è diviso tra apprezzamenti per l'arrangiamento e insulti
razzisti contro l'attrice afroamericana Leslie Jones (a mio parere insensati).
A mio avviso è una commedia bella e
divertente, perfetta per trascorrere una serata di divertimento tra gli amici.
Consigliatissimo per ogni età, vi
lascio come sempre il link del trailer https://youtu.be/kUJiK0RbnbU
Selia
e Katia 3ALSU
mercoledì 2 dicembre 2020
Il tuo corpo adesso è un’isola
Ascanio vive con sua
madre, Chiara, che sta portando all’interno della loro casa il suo nuovo
compagno, Luca, ma Ascanio rema contro questa decisione; suo padre è invece un
dottore sempre impegnato nel suo lavoro che dedica dunque poco tempo a suo
figlio. Ad essere quindi le figure principali per Ascanio sono i nonni, a cui
si rivolge nel momento del bisogno perché
qui non si sente giudicato e osservato ma libero di esprimersi e di
essere sé stesso.
I suoi amici di scuola non sono veri amici, con loro ride e scherza ma non come con Siro, con loro non parla dei suoi problemi e delle sue difficoltà ma lo fa con Siro, con loro non farebbe un viaggio lontano dalla sua vita per trovare la sua felicità ma con Siro eccome se lo farebbe; Siro è un amico dell’infanzia con cui ha condiviso le sue prime esperienze di vita e a cui è molto legato. I due amici per stravolgere le loro vite compiono un viaggio lontano da tutti e tutto prima a Monaco, dove faranno i conti con il mondo del lavoro e della vita vera, quella che non ti insegnano a scuola, e poi ad Amburgo dove Ascanio incontrerà qualcuno che gli farà rivalutare l’idea di libertà e di avventura.
-Martina Signorile 3
ALSU-
- Camilla Ziliani 3A LSU -
giovedì 26 novembre 2020
Una, dieci, centomila: insieme contro la violenza sulle donne
"Scegli una strada diversa e ricorda che l’amore non è violenza, ricorda di disobbedire perchè è vietato morire è vietato morire”
25 novembre giornata mondiale contro la violenza sulle
donne, sono 91 i casi accertati quest’anno in Italia, quasi tre donne al giorno
vittime di carnefici che avevano giurato di amarle e poi? La loro storia non fa
notizia e il loro grido di aiuto non rimane che un eco nel buio di una mamma, un’amica,
una figlia, una sorella che ancora troppo presto lascia il nostro mondo succube
di un amore letale.
Pugni, calci, schiaffi ma anche insulti e minacce
giustificati con l’amore: come può essere tutto ciò amore? Questa è violenza e
possesso “perché se non sei mia non sei di nessun altro” e quindi o obbedisci o
ti ammazzo.
Sei mia, come se la donna fosse un oggetto, non un
essere umano che merita amore, ma tanto è stata lei che se l’è cercata, lei a
mettere la gonna troppo corta e a mandare sguardi provocanti, non sarà mai il
carnefice a pagare, ma lei sempre più spesso con la propria vita.
Si leggono molte storie ma ancora quante donne, magari
anche adesso mentre state leggendo questo articolo, sono vittime di abusi e non
riescono a scappare da coloro che dicono di amarle e invece si prendono libertà
che non dovrebbero avere: tanto loro sono le più deboli e quindi come tali
devono essere trattate.
Questo lockdown ha nascosto un altro lato negativo, proviamo
solo ad immaginare quanto possono aver subito le donne che ogni giorno hanno ricevuto
violenza per tre mesi chiuse in casa.
Come può un uomo nato da una donna diventare violento?
La colpa molto spesso sta anche nella società che vuole essere moderna e
progressiva, ma che continua anche in modo velato a discriminare il genere
femminile.
È ora di lottare, perché nessun dito sia più alzato e nessuna
parola sia più urlata, è ora che le donne siano libere di “amare”!
La violenza non è amore e non è normale che sia
normale.
Martina Cattani 4^ A L.S.U.
martedì 24 novembre 2020
Presidenziali America 2020: continuità o modernità?
Il 3 novembre 2020 l’America è stata chiamata a votare, scegliendo tra la continuità rappresentata da Trump o il futuro rappresentato da Biden.
La scelta è avvenuta e quest’ultimo è stato eletto 46°
Presidente degli States, certo c’è prima il passaggio del testimone del Presidente
uscente che non lascerà la Casa Bianca prima del prossimo gennaio.
C’è da chiedersi: il percorso che lo ha portato fino a
qui è stato così semplice?
Da una parte Joe Biden, partito democratico e
vicepresidente durante il mandato di Obama, dall’altra Donald Trump, partito
repubblicano e ultimo presidente in carica: lo scontro fra i due si fa subito
acceso. Ne sono testimonianza i vari dibattiti dove i due candidati non si sono
risparmiati insulti e interruzioni varie pur di dimostrare di essere meglio
dell’avversario.
A vincere, come abbiamo già detto, è Biden che grazie
all’ultimo dibattito avvenuto in Pennsylvania ha sostituito Trump alla Casa
Bianca.
“Sono onorato di servire il nostro Paese e state certi
che sarò il presidente di tutti”. Twitta il neo presidente nelle prime ore dopo
le elezioni, supportato con grande gioia dall’amico ed ex collega Barax.
Non condivide lo stesso sentimento Trump che dopo aver
giurato di non arrendersi e di citare in giudizio la Pennsylvania, sostenendo
il fatto che i democratici abbiano falsificato i voti, si è dato al silenzio per
diversi giorni.
Dopo aver citato i due protagonisti è doveroso
nominare la “rivoluzionaria” di queste elezioni: Kamala Harris, con lei
aumentano le donne americane al potere.
Rimanete collegati per continuare a seguire le vicende del nuovo presidente e della sua “squadra”.
Cattani Martina 4^ A L.S.U
lunedì 23 novembre 2020
Noi, ragazzi dello zoo di Berlino
Questo libro racconta la storia di Christiane Vera
Felscherinow, un’ex tossicodipendente che nel corso del 1978 è stata sottoposta
ad un processo per detenzione e spaccio di droga. Tra violenze domestiche, dipendenze e
prostituzione la vita di Christiane non è stata affatto semplice, soprattutto
per la sua giovane età.
“Mio padre mi guardò come un pazzo. Capii che adesso avrebbe dato di matto. Si mise a gridare e subito a battermi. Mi picchiava e io ero imprigionata nel mio letto e non ne venivo fuori. Non mi aveva mai picchiata così e io pensai: adesso mi ammazza. Quando si gettò a picchiare anche mia sorella ebbi due secondi di aria e tentai istintivamente di raggiungere la finestra. Pensai che sarei saltata dall’undicesimo piano".
Nella vita di Christiane questi avvenimenti quasi
preannunciano il suo futuro ingresso nel mondo della droga, avvenuto in un'età prematura
in cui si è ancora troppo giovani e troppo innocenti. Una madre troppo presa
dal suo nuovo fidanzato e un padre troppo ubriaco per poter ragionare, l’infanzia
di Christiane e della sua sorellina sono completamente compromesse.
“Andammo in un locale che era già aperto della stazione della metropolitana, fermata Zoo, il Bahnhof Zoo. Mi colpì subito lo squallore. Era la prima volta che ero al Bahnhof Zoo. Era una stazione enormemente squallida. C’erano barboni buttati nel loro vomito e ubriachi dappertutto.
Che ne sapevo che
entro un paio di mesi avrei passato qui tutti i pomeriggi?”
Con il passare del
tempo, il cambiare delle compagnie, la situazione ha iniziato a peggiorare,
fino a quando Christiane ha iniziato con l’assumere l'eroina.
“Posso smettere
quando voglio.”
A soli quattordici anni Christiane inizia a prostituirsi così come il suo ragazzo Detlef, per potersi permettere l'eroina di cui aveva costantemente bisogno: tutta la sua vita aveva perso significato, era diventata un continuo alternarsi di droga e prostituzione fino a quando, alla fine della narrazione, la madre di Christiane decide di allontanarla da Berlino e mandarla a vivere con dei parenti in un piccolo paesino vicino Amburgo.
“Noi,
i ragazzi dello zoo di Berlino” è un libro di denuncia, denuncia della
prepotenza, della prevaricazione, dei problemi e delle difficoltà.
racconta
la storia di una ragazza che passa dal vivere in campagna al frequentare la
discoteca "Sound" girovagando in un terrificante tunnel dell'orrore,
un mondo in cui il fumo, le pasticche e la droga sono all’ordine del giorno.
Inizi così il tuo viaggio con Christiane, un viaggio di alti e bassi che ti
permettono di immedesimarti nella protagonista tanto da farti deprimere per la
brutta piega che inizia a prendere la sua vita.
Questo
libro costituisce un invito a riflettere, a chiedersi il perché i ragazzi, già
in tenera età scelgono le strade della droga. Si comincia con un “assaggio”, si
continua per sentirsi sballati e poi ci si ritrova una vita completamente
distrutta. Questa lettura ha lo scopo di far riflettere il lettore, il quale si
pone domande come: “Quanto delle persone che siamo oggi deriva dal contesto in
cui siamo cresciuti ? E’ vero che si ha sempre la possibilità di scegliere?”.
Il
testo è un viaggio che alterna la descrizione di ambienti grigi e tristi, che
il più delle volte rispecchiano gli stati d'animo della protagonista, e le
sensazioni della giovane Christiane. Il libro è scritto in maniera scorrevole e
chiara, utilizza un linguaggio colloquiale tanto che molte volte vengono usati
slang e modi di dire tipici dei giovani di quel tempo. In questo libro, oltre
gli importanti valori di cui si fa portavoce, ho apprezzato il modo in cui sono
presenti i racconti di personaggi collaterali al racconto (il padre, la madre,
gli assistenti sociali ecc.) che aiutano il lettore a capire meglio le
dinamiche delle vicende. Consiglio la lettura di questo libro?
Assolutamente
sì!
-Camilla-
Finito il libro ho provato tante emozioni contrastanti fra di loro che non sono riuscita a capire se questo libro mi sia piaciuto o meno. So per certo che questo libro ha l’obiettivo di lasciarti dentro tante domande e zero risposte: è proprio questo il suo scopo, attraverso una storia difficile e angosciante come questa, vuole farti riflettere sul perché accadono certe cose. Grazie all’indirizzo di studi che ho scelto ho potuto leggere il libro da un punto di vista più sociologico, questo fatto che potrebbe sembrare riguardi solo Christiane, in realtà riguarda la società, questo è un fatto sociale; come ha potuto permettere che accadesse tutto questo la società? Questa è una delle mille domande che mi tormentano.
Oltre ad essere un fatto sociologico è anche un
fatto psicologico perché il libro ci riporta a galla tutti i pensieri e i
turbamenti che Christiane prova durante l’infanzia fino all'adolescenza,
pensieri che non devono lasciare indifferente il lettore, ma devono portarlo a
riflettere.
Una lettura forte, che ti lascia dentro tante
domande, ma imperdibile.
-Martina-