“La pubblicità emoziona,
innamora, seduce. Suscita emozioni. Un chilo di pubblicità può contenere 999
grammi di razionalità, ma brillerà e si distinguerà per il suo grammo di follia”.
Se l’aforisma di Luis Bassat
(uno dei più famosi pubblicitari che ha dato vita alla Bassat
Ogilvy, agenzia pubblicitaria spagnola), fosse uno
spot farebbe da apripista al Carosello.

Una notizia questa che mi è
apparso doveroso dare, vista la storia della pubblicità italiana mostrata appunto
durante la visita didattica.
All’ interno del museo è stato
possibile vedere la storia della pubblicità, dagli albori fino a tempi più recenti.
Opere di raro pregio, pensate e dalle grandi menti che hanno fatto della
pubblicità la loro arte. Cappiello, Dudovich, Mauzan; Boccasile; Codognato,
Carboni, Nizzoli, Testa, sono solo alcuni dei maestri delle prime grandi
agenzie pubblicitarie.
Un mondo quasi magico, fatto
di arte pittorica ma anche di capacità manipolativa: è importante capire come
si possano influenzare le persone a pensare e ad acquistare, solo utilizzando
disegni e colori.
Anche adesso la pubblicità
gioca di psicologismi e di attenzione a quello che il maestro della
psicoanalisi, Sigmund Freud, ha individuato come inconscio.
La comunicazione è un mondo
fatto di simboli e vendendo le opere esposte è stato possibile cogliere le
varie filosofie di pensiero dei periodi storici in cui sono state realizzante.
Sociologia e antropologia, due scienze che aiutano davvero tanto a cogliere
cosa si cela dietro un semplice messaggio promozionale.
Alessio Barbieri 3BLSU
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