martedì 14 novembre 2023

Così fan tutte? No, è possibile scegliere !

Così fan tutte?

 Quel punto di domanda apre immediatamente la strada alla riflessione.

Ma “tutte” da cosa sono guidate, chi decide per loro?

E se tutte fanno così dovrei farlo anche io? Tutte svoltano a destra, ma io? La mia volontà mi spinge a percorrere l’altro sentiero, anche se più ignoto. Allora forse non dovrei essere così? Perchè desidero percorrere il sentiero sbagliato? 

Sbagliato. Quante volte ce lo sentiamo ripetere. Quante volte ci sentiamo condizionate a compiere una scelta in base a ciò che ci appare più adatto, accettabile, più comune. 

Credo che ad oggi i più grandi ostacoli all’uguale partecipazione e all’equo contributo di uomini e donne all’ambito scientifico, siano principalmente, il pregiudizio e gli stereotipi, che si inseriscono in modo subdolo all’interno della società e manipolano la nostra visione della realtà e della nostra stessa identità in quanto donne. Non è facile infatti immaginarsi come scienziate, quando nell’immaginario comune, tale ruolo appartiene ad un uomo. 

Il futuro è programmato al computer, la tecnologia regna sovrana, e il mondo continua a disincentivare le donne che scelgono la carriera al di sopra della famiglia, costringendo indirettamente chi vorrebbe portare a termine entrambi i desideri, a rinunciare ad un sogno per realizzarne un altro; questa risulta un’ingiustizia intollerabile se la confrontiamo con la possibilità offerta agli uomini di realizzarli entrambi. 

Tuttavia le relatrici del Convegno “ Così fan tutte? Girls in Stem”, a cui la 2 A e 4 A LS dell’Istituto hanno partecipato,il 10 c.m. presso l’Università di Parma hanno aperto uno spiraglio nel trattare dei più vari ambiti scientifici, dalla più teorica matematica, al lavoro in aziende quali Nokia o Max Mara Fashion Group, all’insegnamento di tali materie in scuole e università. Importante anche la testimonianza dell’egittologa Federica Facchetti che dal 2014 lavora al museo egizio di Torino. Dopo aver illustrato il suo percorso scolastico e lavorativo, ha esposto brevemente una parte di storia dell’antico Egitto, con particolare attenzione al ruolo della donna nell’antichità. Personalmente mi ha colpita la concezione della donna nell’antico Egitto, che possedeva nella società uno status elevato, nonostante la differenziazione dei ruoli familiari; emblematico a questo proposito il gruppo statuario di Amenhotep e Merit, per la rappresentazione egualitaria dei due coniugi, espressa dalla dimensione quasi identica dei personaggi. 

La locandina stessa dell’evento reca l’immagine di una statuetta egizia femminile di fianco alla questione citata all’inizio dell’articolo: “Così fan tutte?”, affiancate quasi come domanda e risposta.  La donna in posizione eretta e solenne osserva quel colossale punto di domanda e, senza nemmeno provare a fornire una risposta, guarda oltre con gli occhi fissi all’orizzonte, fissi sul futuro, superando ogni interrogativo.

Nel complesso, ho trovato l’intervento utile, ma ancora di più, rassicurante. È stata una presa di coscienza e responsabilità sul mio futuro, mi è stato ricordato che cambiare è possibile, a patto che la nuova strada sia percorsa con passione e impegno. 

Mikela Karaj 4A LS



Che strada intraprendere dopoil percorso delle scuole Superiori?

Viola Illica Magnani e Alice Redutto  ci invitano a riflettere.

Le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Math) sono sempre più richieste nel mercato del lavoro ma sono ancora oggi oggetto di un forte stereotipo di genere: per questo motivo è nata l’iniziativa “Girls in STEM”. Venerdì 10 novembre le classi 2A e 4A del liceo scientifico Mattei di Fiorenzuola d’Arda hanno partecipato al dibattito su questo tema, tenutosi presso l’Università di Parma e organizzato da Federica Poli, professoressa del dipartimento di ingegneria e architettura e ricercatrice. Le relatrici erano tutte giovani donne che hanno dedicato alle materie scientifiche i loro studi e la loro vita.

L’evento si è incentrato principalmente sul divario tra componente maschile e componente femminile nell’ambito delle materie scientifiche e, come dimostrato dalle statistiche, di come il numero di donne che si laureano in materie STEM e che successivamente proseguono il loro percorso lavorativo negli stessi campi sia ampiamente minore rispetto a quello degli uomini.

Le relatrici hanno raccontato le loro storie e riportato le loro testimonianze; tra loro Dajana Cassioli, Ingegnere elettronico e coordinatrice delle attività per l’inclusione dell’IEEE italiana (Institute of Electrical and Electronics Engineers). “Dobbiamo lavorare su noi stesse e superare i nostri limiti” ha affermato. Purtroppo, gran parte delle ragazze che dopo la scuola secondaria scelgono di intraprendere un percorso universitario in materie STEM si sentono bloccate e hanno paura di andare avanti, e ciò le porta a smettere di studiare o a cambiare completamente la loro strada. Dajana, nonostante le grandi difficoltà riscontrate, è riuscita a laurearsi e a ottenere un ruolo molto importante. Invita quindi ora tutte le ragazze a non abbattersi di fronte agli ostacoli, perché superando i propri limiti e facendo fatica i risultati e le soddisfazioni arrivano.

Molti giovani, non solo donne, per paura di deludere loro stessi e chi gli vuole bene o semplicemente per paura del giudizio, smettono di inseguire i loro obiettivi. A questo si collega un'altra riflessione di Dajana: “Per avere un mondo migliore sta a noi cambiare quello di adesso”. Se non agiamo per paura di fallire o di essere giudicati, non riusciremo a raggiungere quasi nessuna nostra meta, perché durante la vita di strade già spianate se ne trovano ben poche. Tante cose nel mondo vanno cambiate o addirittura rimosse, come la disparità di genere, anche in ambito STEM: l’unico modo per portare a termine ciò è mettersi in gioco e “buttarsi” in avventure e proposte, anche se magari si è convinti che siano troppo al di sopra delle proprie possibilità.

Non si può fare tutto alla perfezione” ha aggiunto Gabriella Bosco, professoressa ordinaria del dipartimento di elettronica e telecomunicazioni del Politecnico di Torino. Gran parte delle donne, soprattutto in età giovane, si sentono in dovere di essere sempre perfette e di svolgere qualsiasi incarico senza commettere errori. La parte critica di noi stessi ci dice che se sembriamo perfetti, allora le persone ci ameranno, ci ammireranno e ci daranno attenzioni, ma in realtà così ci si lascia solo scappare delle opportunità perché schiacciate da queste aspettative.

Non è mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo” ha sottolineato infine Elisa Araldi, ricercatrice del dipartimento di medicina e chirurgia, che da scienziata sperimentale è diventata biologa computazionale, e, dopo varie esperienze in giro per il mondo, è finalmente riuscita a tornare in Italia e all’Università di Parma può finalmente esercitare la sua professione. Si è lasciata andare alla commozione quando ha mostrato che ora può anche lavorare da casa, conciliando la sua attività con il mestiere di madre di una figlia molto piccola. Ciò dimostra che la vita e il lavoro non si ostacolano l’un l’altro: anche per le ragazze e per le girls in STEM!

Viola Illica Magnani e Alice Redutto 2A LS





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