Quanto la fame guida le azioni di una persona? Quanto il desiderio nauseabondo guida il modo in cui funziona il mondo? E quando la fame si trasforma in ossessione, famelica e insaziabile? Ma, cosa ancora più importante, quanto la fame è un problema sociopolitico?
“House of Hunger” di Alexis Henderson esplora i concetti complessi di potere e desiderio. Si tratta di un thriller claustrofobico con travolgenti sfumature gotiche sulla decisione di una giovane cameriera di lasciarsi alle spalle la sua vita infernale e di perdersi nei ranghi più alti della società, perdendo non solo il suo sangue ma anche rinunciando lentamente alla sua anima. Il romanzo segue Marion Shaw, una giovane donna di umili origini che si ritrova coinvolta in un mondo oscuro e seducente di sanguinarie d'élite. Queste sanguinarie servono le casate aristocratiche che governano questa società cupa e suggestiva, dando letteralmente linfa vitale ai suoi residenti. Trascinata nel mondo oscuro governato dalla contessa Lisavet, Marion viene rapidamente travolta dal suo fascino e da un desiderio disperato di compiacere a lei. Le mura della casa non riescono a nascondere tutto e quando l'espulsione della capo sanguinaria rivela uno schema di precedenti sanguinarie scomparse, Marion scopre che nel profondo della casa si nasconde qualcosa di veramente miserabile.
Facendo ricorso alla tipica ambientazione inglese della Rivoluzione post-industriale, questo libro si propone di incarnare appieno il romanzo gotico iniziale con le sue opinioni intrinsecamente politiche sulle classi sociali attraverso la grande metafora dell'aristocrazia che succhia il sangue delle povere e sfortunate ragazze della classe inferiore. Infatti, la storia inizia con Marion, intrappolata nella povertà e spinta dalla disperazione della sua vita mondana nel Sud, dove le opportunità sono scarse e i sogni ancora più rari. Nonostante tutto questo, lei desidera ancora una vita migliore, lontana dal fratello violento e dalle lunghe e disumane ore di lavoro. La prima fame che il lettore incontra è quindi quella della povertà e della bramosia di sopravvivenza in ogni condizione. La seconda fame nel libro è sicuramente l'insaziabile brama di potere e di lusso della classe sociale più alta. Con descrizioni vivide e una prosa sontuosa, Alexis Henderson dipinge un quadro affascinante di una casa desolata situata in una tenuta tentacolare e delle famiglie nobili per le quali il sapore del sangue ha ancora un ruolo dominante. I lettori si troveranno allo stesso tempo affascinati e turbati da questo mondo, in cui la classe privilegiata si sostiene e si sazia attraverso lo sfruttamento e il graduale consumo dei propri servi.
Una volta arrivata a casa, Marian diventa ossessionata dall'enigmatica contessa Lisavet, la cui bellezza e carisma esercitano un'attrazione inebriante su Marion. Il romanzo stabilisce rapidamente una tensione tra le due donne ma che porta con sé un sottile sentimento di paura e manipolazione sempre presente. Coinvolta in una seduzione ipnotica con la contessa Lisavet e innescata da una scoperta inquietante, il viaggio di Marion è costellato di disillusione e di una discesa dalla devozione incrollabile alla violenza.
Il personaggio di Marion è scritto con un'intensa miscela di vulnerabilità e resilienza, e la sua relazione con Lisavet si dipana come un gioco stratificato e seducente di fiducia e tradimento. L'ingenuità iniziale di Marion viene rapidamente temperata dalle brutali realtà del suo nuovo ruolo, e il suo viaggio diventa quello di navigare per sopravvivere in un sistema progettato per prosciugarla sia fisicamente che mentalmente. Il suo arco narrativo solleva domande su cosa si è disposti a sacrificare per sicurezza, amore e un senso di appartenenza. Henderson non si tira indietro dal descrivere gli aspetti raccapriccianti di questo accordo, rivelando la violenza che sostiene la bellezza, il lusso e il potere.
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