Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

lunedì 27 novembre 2023

Fiorenzuola-Olanda: l’inizio dell’avventura !

 

Dal 12 al 16 ottobre le classi 1A e 1B del nostro Liceo Scientifico hanno partecipato alla prima fase di un progetto di scambio culturale con una classe arrivata a Fiorenzuola sin dall’Olanda, dall’Isendoorn College di Warnsveld. 

Gli olandesi sono stati ospitati da alcuni studenti italiani e nei giorni di permanenza assieme hanno visitato Piacenza, Parma e Ravenna, svolto un piccolo laboratorio sul tema dell’acqua come risorsa e sono stati accolti in Comune dal sindaco di Fiorenzuola.


Alcuni ragazzi della classe 1ALS hanno voluto condividere la loro opinione riguardo questa esperienza.

Lo scambio con gli Olandesi è stata un'esperienza molto bella, divertente anche se impegnativa e stancante. All’inizio devo ammettere che avevo molta paura di ospitare una ragazza olandese; avevo paura di non sapere bene la lingua, di non farla sentire a proprio agio e di non capire cosa mi avrebbe detto. Appena è scesa dall'autobus avvertivo molta paura, l’ho salutata e siamo andate a casa; all’inizio mentre le facevo vedere la casa non mi venivano proprio le parole, malgrado mi fossi preparata anche un discorso, e inoltre essendo io molto timida e anche la ragazza che ospitavo nessuna di noi cominciava un discorso, quindi a volte si creavano dei momenti di silenzio molto imbarazzanti. Con il passare dei giorni però ho cominciato ad avere più confidenza e a parlare di più. Sono stata molto contenta di vedere che le gite le sono piaciute, soprattutto quella a Ravenna dove siamo andati anche al mare.. Cinque giorni non sono tanti, ma alla fine mi hanno permesso di iniziare a scoprire qualcosa sulla mia nuova amica, ad esempio che le piace molto scattare fotografie per immortalare ogni bel ricordo, che fa danza moderna e che le piace molto ascoltare la musica; la cosa interessante è stata che ho scoperto anche qualcosa su di me: alla fine penso di essermela cavata! Ho superato le mie paure e ho capito che veramente ciò che mi frenava non era la lingua o la mia timidezza, ma tutti i complessi che mi ero creata nella mente. Così, dopo averli superati, ho cominciato a socializzare anche con nuove persone e ho visto che sono più brava di quanto pensassi a rompere il ghiaccio!Alla fine questa esperienza è stata molto importante per mettermi in gioco e anche per fare nuove amicizie, non vedo l’ora che sia aprile per andare in Olanda!” 

Beatrice Valla

Penso che l’esperienza di conoscere alcuni nostri coetanei provenienti da un altro paese ci abbia permesso di aprire porte su una nuova cultura e, grazie ai nostri nuovi amici olandesi, abbiamo potuto mettere a confronto i nostri stili di vita e le nostre abitudini, ritrovandovi alcuni aspetti simili e altri no.

In particolare, mi ha colpito il fatto di avere differenti metodi di studio e organizzazioni scolastiche o che in Olanda sia normale utilizzare abitualmente la bicicletta in ogni occasione, anche per lunghe percorrenze, per le quali noi in Italia useremmo l’auto. Trovo che il fatto di utilizzare così spesso la bicicletta renda l'Olanda un paese davvero ecologico e capace di vivere a stretto contatto con la natura nella vita di turri i giorni. Utilizzare di più la bicicletta sarebbe una buona pratica da attuare anche in Italia allo scopo di diminuire un po’ l’impatto ambientale delle automobili sul nostro paese. In Italia l’utilizzo delle biciclette non poi è così raro, specialmente in piccoli paesi come Fiorenzuola: il principale svantaggio che ostacola la diffusione di questo mezzo nel nostro paese è, secondo me, il suo territorio maggiormente collinare, che, a confronto con le grandi pianure dei Paesi Bassi, rende l’Italia un paese meno facilmente agibile in bicicletta. Costruire più piste ciclabili in ogni parte d'Italia sarebbe però un buon inizio per agevolare il traffico di bici, poiché così i cittadini potrebbero accedere a percorsi più sicuri.

La mia ospite, inoltre, al suo arrivo ci ha regalato alcuni dei dolci tipici del suo paese e abbiamo quindi potuto avere un assaggio delle loro tradizioni. Gli stroopwafel sono uno dei dolci più famosi dei Paesi Bassi: sono cialde croccanti che al loro interno nascondono un ripieno di caramello e possono avere qualsiasi tipo di dimensione, da piccolissime a gigantesche. Come ci è stato spiegato dai nostri amici, la tradizione vuole che gli stroopwafel debbano essere appoggiati sopra una tazza di tè caldo per ottenere un ripieno ancora più morbido e saporito. Ci hanno spiegato poi che altri dolci tradizionali sono i pepernoten, piccoli biscotti natalizi di zenzero, e le famose liquirizie salate.

In conclusione, quella di questa prima fase dello scambio è stata per me un’esperienza divertente e anche aver avuto la possibilità di convivere con una ragazza olandese è stato bello! Non vedo l’ora di poter affrontare la seconda parte di questa esperienza ad aprile, quando partiremo per l’Olanda!”

Carlotta Bazzani

Io penso che quest’esperienza sia stata molto utile perchè mi ha spinto ad esercitarmi con la lingua inglese. Credo di aver imparato ad esprimermi meglio in questa lingua e a farmi capire anche da persone che non conosco. All’inizio, quando non sapevo come esprimermi, infatti provavo a farmi capire facendo degli esempi al ragazzo olandese. Mentre negli ultimi giorni parlavo con più sicurezza e in modo più fluido, perché ormai mi ero abituato al continuo uso della lingua inglese.

Ho anche avuto la possibilità di imparare qualche parola della lingua olandese! Ad esempio, ho imparato a dire Hoi!, “ciao”! Il ragazzo che ho ospitato era abbastanza timido e non sembrava avere interesse nell’imparare qualche parola in una lingua diversa, ma forse ad aprile qualcosa cambierà... Sono comunque felice che le varie visite e attività che abbiamo svolto lo abbiano in qualche modo entusiasmato. Non vedo l’ora di poter andare in Olanda per poter vivere esperienze nuove e divertirmi ancora con loro!” 

 Michele Braghi

Questa esperienza è stata quindi molto utile per affrontare situazioni apparentemente difficili, mettersi in gioco e sfruttare le capacità possedute o trovarne di nuove. Chissà cosa avrà in serbo la trasferta di aprile in Olanda…. Stay tuned if you want to find out!









lunedì 20 novembre 2023

Un nuovo modo di fare poesia, semplice e creativo: poesia dorsale!


Negli ultimi anni si è diffuso sempre di più il termine “poesia dorsale". 

Cosa significa?

Mettere dei libri uno sopra l'altro in modo che i titoli formino dei versi. 

Questo è fare “poesia dorsale”, una delle novità più raffinate e piacevoli incontrate sul Web negli ultimi tempi. Si chiama così perché nasce dai dorsi dei libri, non dai titoli.

Ebbene oggi, per poter capire meglio, possiamo osservarne un esempio. 

Basterà perciò osservare i romanzi presenti nelle nostre librerie personali a casa per comporre un testo originale, utilizzando proprio il dorso di questi ultimi, e per diventare poeti dorsali.


“Se nascerai donna 

non dirmi che hai paura

il tuo corpo è un’isola.


Sulla sponda del fiume Piedra

mi sono seduta e ho pianto

a riveder le stelle.


Tutto chiede salvezza,

finché le stelle saranno in cielo

io non ho paura.”


 Ziliani Arianna 3ALS


venerdì 17 novembre 2023

L' arte della musica


Musica. Un’arte conosciuta da tutti, formata da vari generi e che può essere praticata suonando uno o più strumenti, attraverso il canto o  semplicemente ascoltando.

Da cosa ha avuto origine e come si è  evoluta l’arte musicale?

Riflettiamoci  insieme!


Etimologicamente il termine musica significa: “Arte delle Muse”, quindi si può intuire che la musica fosse una delle arti protette persino dalle Muse.

Invece, dal punto di vista tecnico, esso indica l’organizzazione di una successione di più suoni gradevoli all' orecchio.

La musica ha origini antichissime.

Infatti, le prime produzioni di suoni improvvisati risalgono al Paleolitico, anche se di ciò non si hanno  prove certe.

Un unico accertamento riguarda il ritrovamento di alcuni prototipi di strumenti musicali, come il litofono ( strumento musicale formato da una o più rocce che, se colpite, producono diversi suoni)  e lo zufolo (piccolo flauto in legno). 

Invece, i primi sistemi musicali elaborati vengono prodotti dalle civiltà antiche; il più conosciuto è quello greco.

Quest’ultimo è basato sul tetracordo che era  un modello di scala formata dalla successione di quattro suoni.

I  Greci hanno attribuito quattro funzioni alla musica:

-la prima è di carattere terapeutico, infatti la musica è in grado di purificare l’anima dalle emozioni pericolose 

-la seconda è la funzione educativa, infatti la musica è in grado di "ingrandire" l’animo delle persone.

-la terza è la funzione del diletto

-l’ultima è la funzione della ricreazione intellettuale.

Nel mondo romano si diffondono le prime forme di musica e, in particolare, di canto in età repubblicana.

Venivano intonati i carmina, ovvero le poesie.

Tra quelli più importanti troviamo i carmina convivalia e triumphalia.I primi erano recitati durante i banchetti e parlavano delle gesta eroiche.I secondi onoravano i militari vittoriosi.

La musica ha caratterizzato tantissime altre epoche come quella medievale, barocca e contemporanea.

Durante il Medioevo la musica era importante dal punto di vista letterario poiché era l’accompagnamento usato da alcuni scrittori come i poeti trovatori che intonavano le canzoni.

Durante l’epoca barocca si è diffuso il melodramma, ovvero la rappresentazione teatrale in cui le persone non dialogano, ma cantano accompagnate dagli strumenti musicali.

Infine, per la musica contemporanea sono stati fondati numerosi festival come la Biennale Musica di Venezia, che ogni anno  riporta notizie sulla musica, le tendenze stilistiche, le ricerche, i compositori...nazionali e internazionali. 


Maccagni Francesco 3BLSU

 


















mercoledì 15 novembre 2023

Laboratorio sull' Arte al Festival del Pensare Contemporaneo

Piacenza - Con il desiderio di reimparare a pensare, quest’anno è nata a Piacenza la prima edizione del Festival del Pensare Contemporaneo.

Questo festival ha fornito una piattaforma per acquisire nuove informazioni e competenze rivolte all’innovazione nella società contemporanea, per poter immaginare criticamente il futuro trasportando le idee e le conoscenze acquisite su un piano reale, attivo e pratico.

 In quattro giorni, la città di Piacenza,con un volteggiare di pensieri ed esperienze ha dato vita a più di 50 eventi e ha ospitato più di 100 importanti relatori  in 11 location diverse. Entusiasmanti sono stati gli incontri, i dibattiti, le esperienze laboratoriali che hanno permesso ai visitatori di riflettere su tantissimi aspetti della complessa realtà odierna.

Per tre giorni sono stati coinvolti ,inoltre,180 studenti di 30 delegazioni scolastiche locali e nazionali,al fine di stimolare i giovani nell’atto di pensare l’attuale e modellare il possibile nel modo  più sostenibile e consapevole possibile.

Il nostro istituto ha partecipato a due laboratori e io, insieme ad altri compagni di quarta del Liceo Scientifico e del Liceo Scienze Umane, ho avuto l’opportunità di far parte del laboratorio di arte “La scuola all’aperto incontra l’arte” presso  Palazzo Farnese.

 All’inizio siamo stati divisi in  gruppi eterogenei e successivamente siamo stati invitati a riflettere sull’arte, in particolare  sull’arte moderna che viene spesso confusa e mal giudicata, abbiamo quindi discusso sulle tematiche di una possibile mostra e della sua progettazione. 

Le nostre idee sono state arricchite dalla partecipazione a due mostre al centro culturale polifunzionale XNL di Piacenza: “Perimetro”, nata dalla collaborazione tra Luca Santes, vari fotografi piacentini e figure significative e contemporanee di Piacenza e “Sul Guardare” di Massimo Grimaldi. Paola Nicolin, curatrice e direttrice artistica, ha discusso con noi riguardo ciò che è valevole, utile ed essenziale in  un museo. 


Dopo aver interiorizzato tutte le informazioni e spunti a noi offerti, abbiamo iniziato il lavoro condiviso nel gruppo di progettazione e ideazione di un museo di arte contemporanea a Piacenza, fornendoci la possibilità di sentirci partecipanti attivi alla creazione di luoghi culturali per la nostra città.

 In tre soli giorni, tutti i gruppi dei ragazzi presenti  hanno lavorato per concepire un ambiente innovativo che sarebbe diventato un nuovo spazio culturale a Piacenza. 

In vari passaggi, i gruppi hanno dibattuto tra loro per scegliere l’ubicazione, il pubblico, i temi, la struttura del nuovo museo. 

Alla fine, tutti i gruppi dei vari laboratori hanno presentato i loro progetti all'ex chiesa del Carmine agli altri ragazzi e alle autorità locali.. 

 Al Festival del Pensare Contemporaneo le idee e le visioni del futuro generate e plasmate dai giovani hanno avuto la possibilità di prendere forma nel reale ed avere un impatto sulla città, visto che  le idee vincenti verranno realizzate.

 Inoltre, gli studenti sono diventati per questi giorni curatori attivi della città e dell’arte a cui si sono avvicinati con grande entusiasmo.

Anche se il tempo è stato  insufficiente per impadronirsi del progetto e dello scopo nella sua interezza, c’è stata comunque un’immersione nel mondo artistico e  sostenibile,  condivisa. Quest’esperienza rimarrà profondamente radicata nella mia memoria per la sua utilità, per la sua attualità e per gli insegnamenti sulla vita e sull’arte che mi ha impartito. 


Chaggar Prabhjot Kaur 4BLS





martedì 14 novembre 2023

Donne speciali :"Figlie dell'epoca"

 

Fiorenzuola, Istituto Mattei - Il Novecento si apre e si chiude a Sarajevo. Con questa frase, ripetuta poi più volte durante lo spettacolo, ha avuto inizio il monologo “Figlie dell’epoca” di Roberta Biagiarelli, proposto dall’Anpi di Fiorenzuola, alle classi quarte e quinte del liceo Scientifico e del liceo delle Scienze Umane, tenutosi il 7 novembre nell’aula magna del nostro istituto.

La rappresentazione ha avuto inizio a partire dalle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale, avvenute nel 2014, e dal più recente conflitto tra gli Stati dell’ex Jugoslavia che l’attrice rivela di conoscere bene come artista, in quanto da vent’anni lo porta in scena, e come persona, attraverso i viaggi e gli studi che ha via via approfondito.

Durante lo spettacolo si è tuttavia concentrata su un aspetto che viene spesso sottovalutato a scuola: le quasi duemila donne provenienti da diversi Stati del mondo che, il 28 aprile 1915, mentre il conflitto infiammava l’Europa, riunirono il Congresso Internazionale femminile all’Aja per chiedere la deposizione delle armi e la risoluzione pacifica delle dispute internazionali. Tra queste donne erano presenti la suffragetta olandese Aletta Jacobs, l’attivista americana Jane Addams, l’ungherese Rosita Schwimmer e una figura su cui Roberta Biagiarelli si sofferma particolarmente: Rosa Genoni, l’unica femminista italiana partecipante al congresso.

Tra le figlie dell’epoca ci fu un’altra italiana, Paolina Schiff, la quale non partecipò fisicamente al congresso, ma scrisse una lettera il cui contenuto è risultato fondamentale per l’attuale Unione Europea.

Il momento dello spettacolo di maggiore pathos è stato sicuramente quando l’attrice si è focalizzata sulla figura di Margherita Parodi Kaiser Orlando, una delle tante donne attive sul fronte, ma l’unica crocerossina medaglia di bronzo al valore sepolta al Sacrario di Redipuglia in mezzo a tanti altri soldati uomini.

Numerosi gli spunti di riflessione per i ragazzi presenti in merito al ruolo da protagoniste che hanno avuto queste donne, per trovare una soluzione pacifica al conflitto e su come non siano però state effettivamente ascoltate dai potenti dell’Europa. Tante sono state le riflessioni con l’attualità, sulle differenze di genere e su come sia cambiato il ruolo delle donne nella società di oggi.

Paola Bravo 4B LS








Così fan tutte? No, è possibile scegliere !

Così fan tutte?

 Quel punto di domanda apre immediatamente la strada alla riflessione.

Ma “tutte” da cosa sono guidate, chi decide per loro?

E se tutte fanno così dovrei farlo anche io? Tutte svoltano a destra, ma io? La mia volontà mi spinge a percorrere l’altro sentiero, anche se più ignoto. Allora forse non dovrei essere così? Perchè desidero percorrere il sentiero sbagliato? 

Sbagliato. Quante volte ce lo sentiamo ripetere. Quante volte ci sentiamo condizionate a compiere una scelta in base a ciò che ci appare più adatto, accettabile, più comune. 

Credo che ad oggi i più grandi ostacoli all’uguale partecipazione e all’equo contributo di uomini e donne all’ambito scientifico, siano principalmente, il pregiudizio e gli stereotipi, che si inseriscono in modo subdolo all’interno della società e manipolano la nostra visione della realtà e della nostra stessa identità in quanto donne. Non è facile infatti immaginarsi come scienziate, quando nell’immaginario comune, tale ruolo appartiene ad un uomo. 

Il futuro è programmato al computer, la tecnologia regna sovrana, e il mondo continua a disincentivare le donne che scelgono la carriera al di sopra della famiglia, costringendo indirettamente chi vorrebbe portare a termine entrambi i desideri, a rinunciare ad un sogno per realizzarne un altro; questa risulta un’ingiustizia intollerabile se la confrontiamo con la possibilità offerta agli uomini di realizzarli entrambi. 

Tuttavia le relatrici del Convegno “ Così fan tutte? Girls in Stem”, a cui la 2 A e 4 A LS dell’Istituto hanno partecipato,il 10 c.m. presso l’Università di Parma hanno aperto uno spiraglio nel trattare dei più vari ambiti scientifici, dalla più teorica matematica, al lavoro in aziende quali Nokia o Max Mara Fashion Group, all’insegnamento di tali materie in scuole e università. Importante anche la testimonianza dell’egittologa Federica Facchetti che dal 2014 lavora al museo egizio di Torino. Dopo aver illustrato il suo percorso scolastico e lavorativo, ha esposto brevemente una parte di storia dell’antico Egitto, con particolare attenzione al ruolo della donna nell’antichità. Personalmente mi ha colpita la concezione della donna nell’antico Egitto, che possedeva nella società uno status elevato, nonostante la differenziazione dei ruoli familiari; emblematico a questo proposito il gruppo statuario di Amenhotep e Merit, per la rappresentazione egualitaria dei due coniugi, espressa dalla dimensione quasi identica dei personaggi. 

La locandina stessa dell’evento reca l’immagine di una statuetta egizia femminile di fianco alla questione citata all’inizio dell’articolo: “Così fan tutte?”, affiancate quasi come domanda e risposta.  La donna in posizione eretta e solenne osserva quel colossale punto di domanda e, senza nemmeno provare a fornire una risposta, guarda oltre con gli occhi fissi all’orizzonte, fissi sul futuro, superando ogni interrogativo.

Nel complesso, ho trovato l’intervento utile, ma ancora di più, rassicurante. È stata una presa di coscienza e responsabilità sul mio futuro, mi è stato ricordato che cambiare è possibile, a patto che la nuova strada sia percorsa con passione e impegno. 

Mikela Karaj 4A LS



Che strada intraprendere dopoil percorso delle scuole Superiori?

Viola Illica Magnani e Alice Redutto  ci invitano a riflettere.

Le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Math) sono sempre più richieste nel mercato del lavoro ma sono ancora oggi oggetto di un forte stereotipo di genere: per questo motivo è nata l’iniziativa “Girls in STEM”. Venerdì 10 novembre le classi 2A e 4A del liceo scientifico Mattei di Fiorenzuola d’Arda hanno partecipato al dibattito su questo tema, tenutosi presso l’Università di Parma e organizzato da Federica Poli, professoressa del dipartimento di ingegneria e architettura e ricercatrice. Le relatrici erano tutte giovani donne che hanno dedicato alle materie scientifiche i loro studi e la loro vita.

L’evento si è incentrato principalmente sul divario tra componente maschile e componente femminile nell’ambito delle materie scientifiche e, come dimostrato dalle statistiche, di come il numero di donne che si laureano in materie STEM e che successivamente proseguono il loro percorso lavorativo negli stessi campi sia ampiamente minore rispetto a quello degli uomini.

Le relatrici hanno raccontato le loro storie e riportato le loro testimonianze; tra loro Dajana Cassioli, Ingegnere elettronico e coordinatrice delle attività per l’inclusione dell’IEEE italiana (Institute of Electrical and Electronics Engineers). “Dobbiamo lavorare su noi stesse e superare i nostri limiti” ha affermato. Purtroppo, gran parte delle ragazze che dopo la scuola secondaria scelgono di intraprendere un percorso universitario in materie STEM si sentono bloccate e hanno paura di andare avanti, e ciò le porta a smettere di studiare o a cambiare completamente la loro strada. Dajana, nonostante le grandi difficoltà riscontrate, è riuscita a laurearsi e a ottenere un ruolo molto importante. Invita quindi ora tutte le ragazze a non abbattersi di fronte agli ostacoli, perché superando i propri limiti e facendo fatica i risultati e le soddisfazioni arrivano.

Molti giovani, non solo donne, per paura di deludere loro stessi e chi gli vuole bene o semplicemente per paura del giudizio, smettono di inseguire i loro obiettivi. A questo si collega un'altra riflessione di Dajana: “Per avere un mondo migliore sta a noi cambiare quello di adesso”. Se non agiamo per paura di fallire o di essere giudicati, non riusciremo a raggiungere quasi nessuna nostra meta, perché durante la vita di strade già spianate se ne trovano ben poche. Tante cose nel mondo vanno cambiate o addirittura rimosse, come la disparità di genere, anche in ambito STEM: l’unico modo per portare a termine ciò è mettersi in gioco e “buttarsi” in avventure e proposte, anche se magari si è convinti che siano troppo al di sopra delle proprie possibilità.

Non si può fare tutto alla perfezione” ha aggiunto Gabriella Bosco, professoressa ordinaria del dipartimento di elettronica e telecomunicazioni del Politecnico di Torino. Gran parte delle donne, soprattutto in età giovane, si sentono in dovere di essere sempre perfette e di svolgere qualsiasi incarico senza commettere errori. La parte critica di noi stessi ci dice che se sembriamo perfetti, allora le persone ci ameranno, ci ammireranno e ci daranno attenzioni, ma in realtà così ci si lascia solo scappare delle opportunità perché schiacciate da queste aspettative.

Non è mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo” ha sottolineato infine Elisa Araldi, ricercatrice del dipartimento di medicina e chirurgia, che da scienziata sperimentale è diventata biologa computazionale, e, dopo varie esperienze in giro per il mondo, è finalmente riuscita a tornare in Italia e all’Università di Parma può finalmente esercitare la sua professione. Si è lasciata andare alla commozione quando ha mostrato che ora può anche lavorare da casa, conciliando la sua attività con il mestiere di madre di una figlia molto piccola. Ciò dimostra che la vita e il lavoro non si ostacolano l’un l’altro: anche per le ragazze e per le girls in STEM!

Viola Illica Magnani e Alice Redutto 2A LS





ITACA...IL VIAGGIO!

 


Nella serata del 29 ottobre, si è tenuto, presso il “Teatro Verdi” di Fiorenzuola d’Arda, lo spettacolo “Itaca” con l’interpretazione di Lino Guanciale.

Lo spettacolo parte con il viaggio di Ulisse, che lascia Itaca, antica città greca e prosegue attraversando le storie e i luoghi di tanti altri personaggi che hanno in comune con lui l’ansia di conoscere.

L’Ulisse omerico apre le porte a una serie di avventure che, abbracciando ricordi del protagonista e del pubblico, arrivano fino alla contemporaneità.

Infatti, con la voce di Calvino, Pasolini, Dante, Leopardi,Pascoli e D’Annunzio,l’attore crea un ambiente magico, pieno di emozioni e sogni che prendono forma in illustre opere di grandi autori, sia del passato sia del presente.

Esemplare è l’interpretazione di Guanciale, che tramite la sua profonda sensibilità è riuscito a trasmettere messaggi condivisibili da ogni essere umano.

I temi come la giovinezza, il viaggio,la morte, la libertà, la speranza e la voglia di ricominciare sono i reali capisaldi della rappresentazione, che attraverso il mare possono essere racchiusi non solo in un Ulisse lontano, ma in ognuno di noi.

Importante è anche il contributo di Davide Canuti, regista dell’esibizione, che con il commento: “Nel testo scorrono le storie di vari personaggi in una sorta di fusione e scambio di emozioni, immagini, pensieri. I luoghi del racconto non sono mai astratti, con un denominatore comune che è il mare, padrone di ogni avventura e sventura “, ha ulteriormente esaltato la ricchezza del messaggio inviato.

L’attore ha teso la mano anche alle scuole, rievocando la Divina Commedia, celebre capolavoro di Dante Alighieri con il suo eroe del “folle volo”, simbolo di “hybris”, caparbietà, coraggio ed eterna sete di conoscenza che, seguendo le parole di Guanciale, ciascun ragazzo non dovrebbe mai dimenticare. E’ così che l’inno “siate affamati, siate folli” rimane perenne nella società di ieri e di oggi, donando speranza per un futuro migliore, più consapevole, nemico dell’indifferenza e sempre più interessato alla cultura. 

Isabella Amici e Giulia Scaglia  5ALSU








domenica 12 novembre 2023

INTERVISTA 5C LSU: LISA E LUDOVICA


A intervistare Pietro Negra il 12 ottobre per il primo incontro della Rassegna Grandi Imprese “100 minuti con…”, sono stati quattro ragazzi della 5C del liceo scienze umane tra cui Lisa e Ludovica che ci hanno raccontato la loro esperienza.

Vittoria Aiolfi, Paola Bravo, Prabhjot Kaur Chaggar 4B LS








Rassegna Grandi Imprese “100 minuti con…”: Pietro Negra e Maurizio Bassani

Pietro Negra con Elisa della 5clsu

Fiorenzuola, Istituto Mattei - A inaugurare la rassegna di incontri dedicati all’imprenditoria che si terranno nel nostro istituto dal 12 ottobre fino al 18 gennaio, è stato Pietro Negra, fondatore e amministratore delegato del noto marchio di abbigliamento Pinko.

La serie di appuntamenti “100 minuti con…”, realizzati in collaborazione con il Rotary Club di Fiorenzuola, Confindustria e il comune di Fiorenzuola, ha lo scopo di avvicinare i ragazzi al mondo dell’imprenditoria e orientarli verso il mondo lavorativo attraverso il dialogo con figure                                                                                    di rilevanza nazionale e internazionale.

In effetti gli incontri vedono i big dell’imprenditoria del nostro territorio: 12 ottobre Pietro Negra, padre del marchio di moda Pinko; 9 novembre Maurizio Bassani, diretto generale del gruppo Parmalat; 20 novembre Andrea Pontremoli, amministratore delegato della Dallara Automobili; 23 novembre Greta Alberici, titolare dell’azienda Allied International e infine il 18 gennaio con Giuseppe Lavazza, presidente del gruppo omonimo.

Come detto, a fare da apripista agli incontri della durata di 100 muniti, da qui il nome degli eventi, è stato Pietro Negra, fondatore del marchio Pinko. Il dirigente si è prestato a rispondere alle domande poste da alcuni ragazzi della 5C del liceo scienze umane, che avevano il ruolo di intervistatori. Non sono mancate le domande dal pubblico. Negra appariva a suo agio nel rispondere ai quesiti e non ha lesinato alcuni insegnamenti per tutti i presenti sulle competenze che si dovrebbero possedere per avere successo nell’ambito industriale. Secondo lui, infatti, un buon manager deve disporre di autostima e di creatività per battere nuove strade nel mercato come nella vita di tutti i giorni. A questo proposito, l’imprenditore ha fatto un elogio all’errore, spiegando che è un atto di coraggio mettersi alla prova verso nuove sfide senza la certezza del successo. 

Maurizio Bassani con la Dirigente Rita Montesissa

Negra ha riferito poi che un buon industriale   deve saper sopportare lo stress e deve avere   una visione di insieme per dirigere al meglio   la sua azienda, non tralasciando, inoltre,   l'empatia nei confronti dei suoi dipendenti.   Queste qualità, secondo la sua esperienza,   devono essere insegnate ai ragazzi anche dalla   scuola, istituzione che – rivela –  di non aver   avuto un buon rapporto.

 A seguito, il 9 novembre è stato ospite del   nostro istituto Maurizio Bassani, direttore generale di Parmalat Gruppo Lactalis Italia. Insieme a lui, erano presenti il Dr. Alessandro Molinari di Confindustria Piacenza, l’assessore alla Pubblica istruzione del comune di Fiorenzuola Elena Grilli, il Dr. Giovanni Desco dell’ufficio scolastico regionale e il Rotary Club di Fiorenzuola.



L’intervista è stata svolta dagli studenti della 5B dell’istituto tecnico economico che hanno strutturato l’intervista in diverse fasi (produzione e innovazione), rendendola chiara ed efficace. 

Bassani si è concentrato sugli aspetti riguardanti il marketing e il valore del prodotto, la sostenibilità e il futuro dei giovani.

«Non abbiate mai timore di acculturarvi» è il monito che l’imprenditore ha rivolto ai ragazzi. Rispondendo a una domanda sull'occupazione giovanile, ha inoltre affermato che la disoccupazione giovanile sta calando e ha voluto spronare i presenti ad ascoltare le proprie inclinazioni e a non intraprendere una carriera lavorativa solo per il compenso economico ma, piuttosto, per la gratificazione che potrà dare in futuro «Non forzatevi a fare cose che non vi piacciono […] Se avete una passione seguitela» «Il lavoro deve piacere, almeno non deve essere un sacrificio».

Ciò che fa crescere un’azienda, secondo l’imprenditore, è la condivisione dei pensieri e della cultura di ciascun componente del gruppo di lavoro e il successo di un membro è anche il successo dei suoi collaboratori, dimenticando l’egoismo.

Ha infine ribadito che studiare e prendere una laurea è importante ma «Si può fare carriere interessantissime senza una laurea e si può fare delle carriere schifose, perché non ci piacciono, con la più bella laurea che magari ci è costata sacrifici e si è fatta l’università piangendo […] Cercate prima di tutto di essere voi stessi».

L’importanza del progetto “100 minuti con…” è stata espressa anche dal Dt. Giovanni Desco con l’affermazione “tutta la vita è una trama di incontri”. Tramite il mondo accademico, si entra a contatto con personaggi del passato e, tramite progetti come questa rassegna, si incontrano personaggi del presente che possono orientarci per il nostro futuro.

Vittoria Aiolfi, Paola Bravo, Prabhjot Kaur Chaggar 4B LS