domenica 19 dicembre 2021

CANTO DI NATALE di Charles Dickens


Si avvicina il mio periodo dell'anno preferito e perché non iniziare con un bel classico di Natale?

Canto di Natale, il capolavoro di Charles Dickens, è una favola che racchiude tutto l'incanto del Natale e che, come ogni grande storia, continua a far sognare grandi e piccini, generazione dopo generazione.

Credo che tutti conoscano la storia del ricco E. Scrooge e delle sua avarizia ma ripassiamo un attimo: attraverso la visita di tre spettri, il protagonista, rivivrà in una sola notte tre volte il Natale, lo spirito del passato gli farà rivivere un lontano Natale, lo spirito del presente gli farà conoscere eventi che non conosceva e lo spirito del futuro gli mostrerà le conseguenze possibili alle sua decisioni; Scrooge sarà molto cambiato alla fine del viaggio e riuscirà a trovare il suo cuore comprendendo il vero significato del Natale ma anche della vita, come la gioia di amare il prossimo senza riserve e la felicità del donare.

Chiudersi in se stessi e circondarsi di cose materiali, rende il nostro tempo vano e perso; invece amare, condividere ed aiutare il prossimo è ciò che ci rende veri e vissuti veramente.

Canto di Natale è una lettura che non manca di emozionare il lettore, è un romanzo che sa risultare speciale e prezioso ad ogni lettura, sempre attuale e ricco di insegnamenti preziosissimi. Da leggere e rileggere, non mi stanco mai di questo libro, in questi anni hanno realizzato tantissime edizioni nuove e anche moltissimi adattamenti cinematografici, la mia edizione della Marsilio editore non è delle più nuove ma mi piace tantissimo perché oltre ad esserci la traduzione in lingua italiana c'è anche lo scritto in lingua inglese.

“O fredda, fredda, rigida, temibile morte, allestisci qui il tuo altare, e addobbarlo con tutti i terrori di cui disponi: perché questo è il tuo reame! Ma all’amato, riverito e onorato capo non potrai torcere un capello per i tuoi paurosi scopi, o rendere odioso uno solo dei suoi tratti. Non conta che la mano sia pesante e cadrà quando la si lasci; non che il cuore e il pulsare del sangue siano immobili; ma che la mano fosse aperta, generosa e sincera; il cuore saldo, caloroso e tenero; e il pulsare quello di un uomo. Colpisci, ombra, colpisci! E vedrai le sue buone azioni sgorgare dalla ferita, per disseminare il mondo di vita immortale!” 


Troppo spesso i nostri pensieri sono rivolti a ciò che vorremmo, senza tuttavia apprezzare quello che già abbiamo. Ma ciò che per noi è cosa insoddisfacente, come tutta quella profusione di ricchezza materiale che agli occhi del protagonista pare non essere mai sufficiente, per altri è un grandissimo tesoro, molto più di quanto potrebbe mai sognare. E non siamo forse egoisti nel non condividere, ma soprattutto, nel non apprezzare ciò che fortunatamente abbiamo?

A volte però basta fermarsi, fare un passo indietro e osservare, proprio come il Signor Scrooge, per capire che anche l’uomo più ricco non lo sarà mai realmente se il suo animo è povero.

“Canto di Natale” è un romanzo di rinascita, dove un vecchio avido ed egoista, illuminato dal suo stesso passato, presente e futuro, riscopre come dare un vero significato alla propria esistenza. A quel punto, che paura può fare la morte all’uomo che in vita è stato buono e generoso?

MARTINA SIGNORILE

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