Cara professoressa (la prof.ssa in questione è Anna Cigala, ndr), le scrivo a nome della classe per comunicarle che la decisione di non partecipare alle lezioni in data 11/01/2021 da parte di alcuni membri della classe non è stata casuale, ma ragionata e fondata da motivi validi secondo la nostra opinione.
Non siamo infatti d'accordo sul metodo
che è stato preso per contrastare questa situazione che risulta scomoda per
tutti, per noi studenti, che dobbiamo continuamente adattarci alle modifiche
senza mai sapere nulla di certo, e anche per i professori, che si ritrovano
quotidianamente a dover cambiare piani di interrogazioni e verifiche. Vorremmo
che in questa situazione, la scuola sia considerata più come una priorità al
contrario di come sta accadendo. Riteniamo, infatti, che l’impegno e le
attenzioni ad essa rivolte non siano sufficienti paragonate a tutti gli sforzi
e alle continue difficoltà che moltissimi studenti stanno avendo. Inoltre, i
continui prolungamenti del ritorno a scuola in presenza ostacolano
l'apprendimento di molti studenti. Pensiamo, quindi, che serva prendere una
decisione definitiva che renda chiaro il programma da seguire.
Speriamo che il nostro messaggio
possa passare in maniera più diretta, ma non tutti quelli che hanno aderito
allo sciopero poi hanno mantenuto la parola data, ovviamente non è un problema
perché sappiamo che pochi ci supportano in questa iniziativa.
Ci scusiamo per il disagio creato
ai professori e ai compagni di classe, ma pensiamo che serva agire per almeno
provare a cambiare la situazione.
La prego di mandare questo
messaggio anche agli altri professori per specificare che non abbiamo
scioperato senza motivi, ma per dare voce alle numerose ingiustizie subite e
per un rientro in classe sicuro il prima possibile.
Cordialità.
La classe 2ALS
Questa lettera è stata scritta dai ragazzi della 2° A del
Liceo Scientifico del nostro Istituto alla loro docente di italiano, una voce
fuori dal coro – purtroppo - una lettera forte che non deve finire inascoltata
perché il senso critico e la coscienza del ruolo che si ricopre resta un
caposaldo dell’insegnamento e del buon bagaglio culturale che la Scuola, quella
con la S maiuscola, deve o dovrebbe dare. Questi ragazzi hanno dimostrato non
solo di capire la drammatica situazione in cui versa la scuola del covid e, senza
però mai dimenticare che la sicurezza è fondamentale per una ripresa dello studio
in presenza, hanno comunque posto in luce un problema serio: il diritto allo studio,
oggi calpestato come fosse l’ultimo dei problemi sociali. Senza la scuola non c’è
futuro!
Bravi ragazzi!
Michela Pisu, docente di Filosofia e Scienze Umane
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