Il dipinto El cuadro de la familia, come fu chiamato sino nel 1843, poi tramutato in Las Meninas, è stato realizzato dall’artista Diego Velazquez nel 1656 su commissione del re Filippo IV di Spagna. È un olio su tela di grandi dimensioni, 318 x 276 cm, attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid. Questo dipinto è stato oggetto di numerose riflessioni e analisi, interrogativi ricorrenti, al quale molti storici dell’arte hanno cercato di dare una risposta: perché l’artista, invece di raffigurare i sovrani nella loro fisicità, ha preferito rappresentare il loro riflesso in uno specchio? Perché ha deciso di collocare lo specchio in fondo alla stanza, al centro del dipinto? Come mai ha posto nel gruppo della famiglia reale anche il proprio autoritratto? Cosa rappresenta realmente il dipinto?
Cerchiamo
di dare una risposta a tutti questi interessanti quesiti, ci aiutiamo – nel
fare questo – osservando attentamente il dipinto e, soprattutto, contestualizzando
il periodo storico e anche la psicologia dell’artista.
Possiamo subito anticipare
che Velazquez voleva farsi ritrarre: lui non vedeva il ritratto
come una macchina di stato, ma come uno specchio del suo invecchiamento, ecco perché
ha preferito, anziché raffigurare i sovrani nella loro fisicità, rappresentare
il loro riflesso in uno specchio. Filippo IV temeva invecchiare e un quadro
avrebbe finito con l’essere una sorta di ritratto in perfetto stile Dorian Gray.
La penultima, o perlomeno l'ultima immagine in cui è rappresentato senza artifici è la raffigurazione che gli venne fatta durante la presa di Fraga, nella guerra di Catalogna. Posò per tantissime ore al freddo, infatti Velasquez imponeva anche al Re delle pose estenuanti. Aveva un atteggiamento trionfale, ma un volto pallidissimo. Dopo questo il Re decise di non farsi più ritrarre per nove anni. Poi quello di cui stiamo appunto riflettondo, un dipinto di quando Filippo IV aveva 51 anni, in cui si risalta il suo decadimento fisico del volto e del corpo. Questo invecchiamento era visto dal Re come una metafora del declino dello Stato. Il re Filippo IV e la regina Marianna d’Austria sono rappresentati in uno specchio. Questo simboleggia lo “Specchio della Maestà” o “Specchio del Principe”. Infatti il suo scopo è quello di rappresentare un’immagine ideale ed esemplare, una norma di condotta, di comportamento, di carattere e di pensiero, che non può essere di origine corporea. Lo specchio simboleggia quindi il riflesso di un ideale artistico e, in questo caso, il riflesso di un “Principe Perfetto” cioè del re ideale e della regina ideale.
Sulla
parete in fondo, sopra la testa dell’Infante Margherita e direttamente
di fronte agli spettatori della scena dipinta, c’è uno specchio alto circa un
metro in cui sono riflessi l’immagine del re Filippo IV e
della regina Marianna d’Austria. Velasquez ha deciso di
collocare lo specchio in fondo alla stanza, al centro del dipinto, così come
centrale era la loro figura nella società dell'epoca. Proprio dal re e dalla
regina dipendono le attività di tutti i cortigiani e le qualità morali della
corte. La posizione dello specchio rappresenta uno dei punti nevralgici e uno
dei tre punti focali della struttura della composizione. Inoltre è come se i
reali fossero al nostro posto, infatti gli sguardi dei personaggi del dipinto
sono rivolti verso il pubblico. Ci sono diverse interpretazioni sulla funzione
dello specchio e sul perché sia stato messo proprio in quel luogo. Esso si
trova di fronte alla tela che Velasquez sta dipingendo e questo, secondo
Palomino, gli permette di mostrarci ciò che sta rappresentando nella tela e che
noi non possiamo vedere, perché ci è visibile solo la parte posteriore. Secondo
invece Michael Foucault lo specchio non dovrebbe riflettere la tela, ma il re e
la regina in persona, di cui si certificherebbe la presenza al posto dello
spettatore di oggi: noi siamo il re e la regina. Di conseguenza, i due regnanti
stavano nel posto in cui avrebbe dovuto trovarsi Velasquez in persona
dipingendo il quadro. Allora il soggetto e l’autore
del quadro si mescolano magicamente. Secondo il suo ragionamento quindi, se lo
specchio non riflette la tela, ma il re e la regina in persona, allora nella
tela sta dipingendo Las Meninas, quindi un quadro, nel quadro. Questa ipotesi
però venne successivamente smentita e ritenuta più corretta quella di Palomino.
Il
dipinto Las Meninas si potrebbe paragonare ad un trattato per l’educazione del Principe. Così Velasquez ha deciso di porre
anche il proprio autoritratto nel gruppo della famiglia reale, per evidenziare
la volontà di rispettare i propri doveri di cortigiano nell’educazione del principe. Ha deciso di ambientare l’opera nel suo atelier con lo scopo di elevare la sua
condizione di intellettuale. Inoltre, perché il suo studio è simbolo dello
spirito, dell’invenzione, della creazione,
dello studio degli ideali e della verità. Lui si rappresenta mentre sta
dipingendo una grande tela, di cui però è visibile solamente la parte
posteriore, quindi non si può sapere cosa stesse rappresentando. Secondo
Palomino stava dipingendo l’immagine del re e della regina,
la cui immagine è riflessa nello specchio. Secondo Foucault, invece, stava
rappresentando Las Meninas, ma successivamente questa teoria venne smentita.
Il vero
soggetto dell’opera è l’Infanta
Margherita. La sua immagine può avere più significati: il ritratto del suo
aspetto e della sua persona fisica e il riflesso naturale dei suoi genitori, ma
anche le condizioni del suo essere e della sua educazione. La bimb infatti è stata
raffigurata mentre stava in modo educato in posa, sotto la guida del riflesso
del re e della regina.
Il
dipinto rappresenta, anche, il terribile momento della posa, quella che Filippo
detestava. Può significare, inoltre, la “genesi” di
un ritratto. Mostra come nasce il doppio ritratto del re Filippo e della regina
Marianna. Velasquez però non immaginava di farci vedere il ritratto con gli
occhi dell’artista, ma con gli occhi del
soggetto in posa. Si dovrebbe vedere il ritratto del re, ma in realtà si
contempla la “genesi del ritratto del re”. Si
osserva l’artista al lavoro e la macchina
che doveva alleviare la noia del modello (i cortigiani, i nani, i cani e la
figlia del re con le sue ancelle). Quindi l’angoscia
del re, la sua noia e l’insofferenza verso la lentezza di
Velasquez sono il vero spettacolo. Il momento rappresentato nel quadro è la
fine della posa del ritratto, la fine delle sofferenze. Si può notare infatti
che il nano Nicolasito Pertusato sveglia con un piede il mastino del re, il
cane che lo seguiva in tutti i suoi spostamenti. Inoltre un paggio apre la porta.
Questo significa che la posa sta per finire e i sovrani possono lasciare l’atelier di Velasquez. Quest’ultimo,
infatti, sembra allontanarsi dal cavalletto per controllare se la sua opera è terminata
e se può concedere al re la sua libertà. Il quadro vuole rappresentare la fine
delle sofferenze di Filippo IV e fu questo il motivo per cui il re lo volle
porre nel suo studio, uno spazio aperto a tutti.
La fine
della posa ha però un significato metaforico, infatti allude all’invecchiamento del re e di Velasquez: moriranno poco dopo.
Per il sovrano questa quadro rappresenta la liberazione, una libertà dalle
costrizioni e dalle finzioni del governo, che solo la morte poteva dargli. Il
senso più profondo di Las Meninas è quello di svelare le contraddizioni, i
limiti, le sofferenze, le ambiguità del potere. L’arte
infatti celebra il potere, lo legittima, lo consacra da secoli. La libertà dell’artista si insinua come una lama, restituendo la libertà a
tutti e in particolare al re.
Martina Ferri, 4BLSU
0 commenti:
Posta un commento