Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

mercoledì 27 aprile 2022

L’uomo, la tecnica, il divenire

“Siamo passati dalle canoe alle galee, dai battelli a vapore alle navette spaziali, ma nessuno sa dove stiamo andando. Siamo più potenti di quanto siamo mai stati, ma non sappiamo che cosa fare con tutto questo potere. Peggio di tutto, gli umani sembrano più irresponsabili che mai. Siamo dèi che si sono fatti da sé, a tenerci compagnia abbiamo solo le leggi della fisica, e non dobbiamo rendere conto a nessuno. Può esserci qualcosa di più pericoloso di una massa di dèi insoddisfatti e irresponsabili che non sanno neppure ciò che vogliono?”  (Yuval Noah Harari – Sapiens, da animali a dèi)

Il quesito che si pone lo storico nel suo saggio è più che lecito. È corretto chiedersi delle proprie origini sopratutto per capire dove andremo a finire. Anticamente certi lussi potevano permetterseli solo un’elite della società, le stesse cose erano desiderio anche delle classi lavoratrici, ma questi avevano già la certezza di non poterle possedere. Poi, sicuramente dopo la rivoluzione industriale, con il passaggio dalle campagne alla città, dopo l’inizio del “sogno americano”, con l’avvento della tecnica e quant’altro, anche le persone meno abbienti hanno potuto cominciare a concedersi certi sfizi di cui prima non potevano usufruire. Di conseguenza l’interiorità dell’uomo è mutata, non pensa all’essenziale ma al sovrappiù. La società del consumo ci fa sentire delle divinità che hanno la possibilità di fare e comprare ossessivamente tutto ciò che vogliamo. Ma è realmente ciò di cui abbiamo bisogno? Di certo ricercare la nostra interiorità e il nostro essere più vero non sarebbe poi tanto sbagliato. Agli occhi del mondo lo sarebbe, ma non certo per i nostri.  Un tempo l’uomo rifletteva il suo futuro, le sue speranze e le sue richieste nella divinità. Oggi le divinità, più che essere l’uomo e Dio, sono due: il denaro e la tecnica. La prima, come già detto ha il potere di poter possedere tutte le cose materiali che vogliamo, la seconda invece è molto più complessa. La tecnica è stata una grande invenzione dell’uomo che indubbiamente ha portato molto benessere e comodità che prima del suo avvento erano impensabili. Essa però sembra essere senza inibizioni, il che dovrebbe spaventarci perché prima o poi potremmo perdere il controllo e rimanere schiacciati da ciò che abbiamo creato. La tecnica è una nuova divinità perché dà tutto e non chiede nulla in cambio, è senza limiti ed è instancabile il che ci fa credere o sperare di essere come dèi, ma quando poi arriva la malattia o la morte, non c’è tecnica che tenga e bisogna accettare il divenire. L’uomo di oggi è chiaro non è più quello di prima, non che prima fosse molto meglio sia chiaro, quando si dice che una volta c’era più solidarietà e la gente si voleva più bene, basti pensare alle due guerre del novecento e finisce subito la poesia.  Il problema è che l’uomo ha sete di potere per sentirsi superiore agli altri. Questo ha portato a tante disgrazie dell’attualità, o che l’attualità ha solo portato a galla ma che ci sono sempre state. Penso alle violenze in famiglia, in cui l’uomo deve avere il controllo completo sulla vita della donna (che evidentemente non ha saputo vedere subito la crudeltà, spesso ben mascherata dell’altro). Penso alle guerre, che per quante comprensibili ragioni possano avere, alla fine, a rimetterci è solo la povera gente che di colpa non ne ha. L’uomo del domani è inimmaginabile ma prevedibile, oggi il mondo cambia in cinque minuti, o noi potremmo morire in cinque minuti … e cosa rimarrà di noi? Probabilmente un mucchio di ossa e qualche grana di eredità da lasciare a figli e nipoti. Possiamo solo avere la certezza del passato che ci insegna che l’uomo non cambia mai, ha sempre gli stessi difetti che lo contraddistinguono dagli animali con cui ha solo una cosa in comune: lo spirito di sopravvivenza.

MARCO CERIATI

martedì 26 aprile 2022

IDENTITA' E ALTERITA': OPERE VINCITRICI DELLA SECONDA EDIZIONE DEL CONCORSO LETTERARIO


PREMIO DELLA CRITICA SEZIONE RACCONTO ILLUSTRATO: FRANCESCA FIORANI CON LE DUE PARTI DI ME 

PREMIO DELLA CRITICA SEZIONE POESIA: KARAJ MIKELA CON ALTERITA' E IDENTITA'; 

PRIMO PREMIO SEZIONE FOTOGRAFIA: FUMMI ALICE CON L'APPARIRE DI UN RITOCCO; 

SECONDO PREMIO SEZIONE FOTOGRAFIA: MONDIALI MARTINA CON MEDUSA; 

TERZO PREMIO SEZIONE FOTOGRAFIA: AGATA ILLICA MADRINI CON IL GIRASOLE; 

PRIMO PREMIO SEZIONE RACCONTI BREVI: ZOE ZALTIERI CASTELLANA CON FORTUNATA CONTRO GLI STEREOTIPI; 

SECONDO PREMIO SEZIONE RACCONTO BREVE: EDOARDO DEVOTI CON GLI OCCHI DELL'ANIMA; 

TERZO PREMIO SEZIONE RACCONTO BREVE: ANNA ELISABETH GULLA CON IO ESSERE TU

lunedì 25 aprile 2022

Cercasi commesse diciottenni


Il negozio “Magazzini del Sasso” ad Asiago in provincia di Vicenza cerca personale ed espone nella vetrina un cartello che recita “Cerchiamo commesse diciottenni libere da impegni familiari”. I titolari Mario Del Sasso e la sorella gemella hanno riportato questo annuncio nella speranza di trovare una ragazza disposta a lavorare nel loro centralissimo negozio a favore di turisti, privo di commessi da più di un anno.  

La frase ha fatto immediatamente il giro dei social-network, riaccendendo questioni come le condizioni lavorative femminili e i modelli “giovani commesse” che evidentemente non sono stati ancora del tutto scardinati. 

Al “Magazzini del sasso” dunque non sono accettati commessi uomini o donne adulte che possano avere questioni familiari. 

I primi a indignarsi sono stati dei turisti che hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine e successivamente è intervenuta anche la classe politica locale e la senatrice Daniela Sbrollini. 

Tale vicenda è analoga alla frase “intende avere figli?”, purtroppo tipica dei colloqui di lavoro che sottomette la donna agli stereotipi di genere.

Tutto ciò è avvenuto in un quadro occupazionale in cui è sempre più difficile trovare lavoro, sia per giovani sia per adulti. 

I proprietari del negozio e l’assessore del commercio del Comune di Asiago ritengono invece la faccenda di poca importanza; Mario Del Sasso dichiara: “Con i miei soldi pago e assumo chi voglio. Non sono un’azienda politica dove c’è l’obbligo delle pari opportunità. Io voglio solo donne serie senza impegni familiari”. 

Tuttavia con un cartello sono stati spazzati via ideali sulla parità di genere, sulla lotta agli stereotipi e sulle politiche di lavoro. Non è questione di individualità quanto invece di rispetto individuale, le donne infatti non devono essere disposte a tutto pur di avere un lavoro, e questo è fondamentale per smuovere un’Italia ancora un po’ bigotta dagli stereotipi. 


Giulia Paradisi

The Batman


Bentornati cari lettori del Mattei’s Blog, lo so lo so sono un po' in ritardo con questa recensione ma tra un uovo di pasqua e una colomba non ho trovato tempo, perciò vi lascio subito alla recensione.

 Buona lettura.

Bruce Wayne da un paio di anni ha deciso di vestire i panni di Batman, per combattere il crimine dilagante nella città in cui vive: Gotham. Non tanto perché mosso da generosità e altruismo, ma soprattutto per dare sfogo alla propria repressione interna come ci viene mostrato molte volte nel film tutto quello che fa lo fa per il suo orgoglio. E per vendicarsi della morte dei propri genitori quando era bambino, durante una rapina. Oltre ad agire da solo, collabora con il Tenente Gordon. Conoscerà Selina Kyle, che a sua volta si traveste di nero da vera gatta misteriosa. Anche lei è mossa dalla voglia di vendetta per la scomparsa di una cara amica e collega in un Night club, gestito dal potente padre Carmine Falcone (che però è ignaro di esserlo), che tiene in pugno mezza città, corrompendo politici, funzionari e poliziotti. Ma a tenere tutti sulle corde è un altrettanto oscuro personaggio che si firma come L'Enigmista, che semina terrore e morte tra un enigma e l'altro. 

Tutti i film su Batman che arriveranno dopo la Trilogia di Cristopher Nolan pagheranno un prezzo di partenza: l'inevitabile confronto.

Se quelli inscenati da Ben Affleck non hanno convinto molto, ma sono stati comunque salvati dalla presenza di altri noti personaggi dei fumetti, Matt Reeves ha avuto il gravoso compito di provare quanto meno ad essere all'altezza di quei tre film. Il risultato finale, contro ogni pregiudizio iniziale: non è assolutamente male.

Robert Pattinson, che ha già prestato il volto a personaggi oscuri come può essere visto un vampiro, è credibile nei panni dell'eroe-pipistrello.

Gli viene cucito addosso un Batman versione "Emo", cupo e imbronciato con la società. Non che i suoi tanti predecessori non lo siano stati, del resto, Bruce Wayne è un ricco per nulla mondano, imbruttito da quanto accaduto da bambino ai suoi genitori. Tuttavia, Pattinson raffigura un introverso, un Batman alle prime armi, ancora immaturo e uscito dall'adolescenza con difficoltà, che si porta dentro tutti i fantasmi del passato. Questa volta il cattivo è l'Enigmista, il nemico di Batman che si diverte a lasciare in giro enigmi e nel frattempo, ad uccidere e distruggere.

Se negli anni '90 l'Enigmista di Schumacher era interpretato dal mitico Jim Carrey, ed era uno scienziato idealista snobbato da Wayne, in questo caso è un giovane cresciuto in un orfanotrofio, tra topi e freddo. Indispettito dal fatto che i media parlassero solo del ricco Bruce come orfano e non di tutti quei reietti come lui malgrado la tenera età.

Ad interpretarlo Paul Dano, dal viso tanto pulito quanto inquietante e ambiguo. Non manca poi Catwoman, interpretata da una quanto mai affascinante Zoe Kravitz, figlia del mitico Lenni, anche in questo caso, siamo di fronte ad un personaggio mix tra nemica e alleata. Con il suo passato difficile, in cerca di vendetta.

Una menzione va infine a Gotham, sempre cupa e maledetta, qui in versione Blade Runner. Il finale poi crea una connessione con The Joker, facendo sognare i fan sul prossimo capitolo, che se ci sarà la vostra Katia sarà qui per commentarlo

Il mio voto è 9 su 10

Come sempre se la recensione vi ha incuriosito vi lascio il trailer



sabato 23 aprile 2022

MILLE SPLENDIDI SOLI


Miriam è una giovane ragazza di quindici anni, felice e spensierata vive con la madre Nana in una “kolba” di legno in cima alle colline di Herat, città in cui tuttavia non è mai stata, la vita di Mariam infatti sebbene sia per la maggiorparte del tempo caratterizzata da sorrisi, momenti ilarità e divertimento, non è semplice, Mariam è un harami, figlia illegittima di un ricco proprietario terriero e commerciante, Jalil, il quale vuole bene alla figlia ma contemporaneamente a ciò se ne vergogna ampiamente, nonostante questo duplice atteggiamento del padre Mariam non dubita mai circa i grandi sentimenti che nutre nei suoi confronti  a differenza di Nana, la madre, che odia profondamente Jalil per l’atteggiamento che riversa nei confronti della figlia.

Mariam ogni giorno in cima alla collina su cui vive, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti, intellettuali, giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema, film che Mariam non ha mai visto, cinema in cui lei non è mai entrata ma che con la sua fantasia e il racconto del padre immagina nella sua mente.

Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto.

Mariam è una ragazza molto intelligente, molto fantasiosa, nutre grandi speranze e molti sogni per il suo futuro: vorrebbe andare a scuola, poter visitare Herat liberamente, trovare un lavoro, innamorarsi, creare una famiglia…tutti sogni destinati ad essere infranti.


 

“ Donne, attenzione: Dovete stare dentro casa a qualsiasi ora del giorno.

Non è decoroso per una donna vagare oziosamente per le strade. Se uscite, dovete essere accompagnate da un mahram, un parente di sessomaschile.

La donna che verrà sorpresa da sola per la strada sarà bastonata e rispedita a casa. Non dovete mostrare il volto in nessuna circostanza.

Quando uscite, dovete indossare il burqa. Altrimenti verrete duramente percosse. Sono proibiti i cosmetici. Sono proibiti i gioielli. Non dovete indossare abiti attraenti. Non dovete parlare se non per rispondere.

Non dovete guardare negli occhi gli uomini. Non dovete ridere in pubblico. In caso contrario verrete bastonate.”

 Laila, la seconda protagonista del romanzo, è la  figlia di Fariba e di Hakim, cugino e marito di Fariba, soprannominato Babi da Laila, un tempo professore universitario, è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978, è una ragazza molto istruita, affascinante  e molto più giovane di Mariam,

In un Afghanistan in guerra in cui nessun diritto civile è riconosciuto,  tanto meno per le donne, Laila ogni giorno trova conforto tra le braccia di Tariq, un ragazzo bello, intelligente, ma soprattutto coraggioso egli infatti con lo scoppiare della guerra ha deciso di arruolarsi nell’esercito ed è proprio combattendo contro i talebani che ha  perso una gamba su una mina antiuomo.

Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse caratterialmente, fisicamente, moralmente, la guerra tuttavia le farà inaspettatamente incontrare e così dall'intreccio di due storie diverse, “Mille splendidi soli” racconta la storia di un  Afghanistan in guerra, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza in un Paese ormai al declino.

 


“Imparalo adesso e imparalo bene, figlia mia. Come l'ago della bussola segna il nord, così il dito accusatore dell'uomo trova sempre una donna cui dare la colpa.”

 

 “Mille splendidi soli” è un romanzo profondo che tocca le coscienze di tutti, un romanzo travolgente il cui linguaggio è semplice e scorrevole,  le cui parole  e la meravigliosa sceneggiatura descritta  portano il lettore a immedesimarsi nella tragica storia delle due protagoniste.

Un libro che consiglierei a tutti a partire dall’età adolescenziale, affinchè si prenda coscienza delle privazioni cui gli afghani sono stati soggetti, della durezza delle leggi talebane, delle dolorose morti e i martiri che sono stati commessi in questo teatro di guerra, ma anche la difficile decisione che molte persone hanno dovuto prendere di lasciare il proprio Paese, ormai in declino.

 “Mi auguro che le emozioni di chi legge facciano eco a quelle che questa storia racchiude e che, superando le forti differenze culturali, i lettori si identifichino con Mariam e Laila, con i loro sogni, le loro modeste speranze e la loro lotta per sopravvivere giorno dopo giorno. Come afghano, mi piacerebbe che i lettori, alla fine del libro, provassero un senso di empatia verso il mio popolo, e soprattutto verso le donne afghane, sulle quali gli effetti della guerra e dell'estremismo sono stati devastanti. Spero che questo romanzo sappia aggiungere un sottotesto profondo, fatto di sfumature ed emozioni, all'immagine ormai familiare di donne avvolte nel burga che camminano lungo una strada polverosa.

 

Khaled Hosseini “

 

Ziliani Camilla

LA BAMBINA SPUTAFUOCO


“Noi siamo Mina quando ascoltiamo il bambino che abbiamo dentro. Quando lasciamo che la fantasia ci faccia da guida. Quando ci fidiamo di un’amicizia vera, che non ci fa sentire soli”

Questo libro è speciale, perché racconta una storia di amicizia e di speranza fortissima quella di Martina e di Lorenzo. Due bambini che sono dei piccoli eroi, perché a differenza dei loro amici, loro combattono una guerra silenziosa la cui vittoria coincide con la vita.

Lorenzo aspetta un trapianto di midollo e il nemico di Mina è il Linfoma di Burkitt. Per loro, queste difficoltà, diventano una missione da portare a termine, come in un episodio di Harry Potter, Mina e Lorenzo affrontano la loro lotta per la vita con leggerezza, come un gioco, ma il mostro contro cui devono combattere farebbe rabbrividire perfino Voldemort.

Ma Mina è coraggiosissima, nessuno lo sa ma lei sputa fuoco come un drago, infatti MIna è un drago da quando è entrata in ospedale perché si è costruita un microcosmo con cui difendersi dai pensieri negativi e dalla forza della malattia. E sputa fuoco! Voi non ci credete? Invece dovreste perché l’acidità di stomaco prodotta dai farmaci fa crescere un fuoco dentro di lei.


La spontaneità di Mina e Lorenzo è luce pura: “Mi cadranno i capelli ma mi ricresceranno, l’infermiera dice che potrebbero crescere di un altro colore, peccato che non si possa scegliere, li avrei voluti blu”

La penna di Giulia è intima e profonda, senza la presenza di virgolette o caporali nei discorsi diretti, diventa un flusso di coscienza della nostra Martina, che ci racconta cosa vedono i suoi occhi e cosa sente il suo corpicino nel momento in cui inizia la sua missione.

“I draghi vivono in fondo alle cose. Sotto i vulcani, nel letto dei fiumi, dentro le caverne scavate nella montagna. Sono sempre soli e l’unica voce che sentono è quella del loro stomaco che brontola e allora a volte ci parlano insieme ed è per questo che fanno tutti quei ruggiti”


In un mondo in cui la morte incombe silenziosa, la fantasia e l’immaginazione costruiscono una realtà in cui esistono tunnel sotterranei, scatolette di tonno infinite e forchette che bloccano le porte delle stanze, tenendo fuori tutto il resto. Realtà dove basta stringere gli occhi per vedere il cielo stellato anche in una stanza d’ospedale, perché come dice Mina “L’universo intero ce lo abbiamo dentro gli occhi”.

 

MARTINA SIGNORILE

 

martedì 5 aprile 2022

UN flash mob per la PACE







 

domenica 3 aprile 2022

IL PIACENZA ON LINE INTERVISTA NICCOLO'

 https://www.ilpiacenza.it/zone/fiorenzuola/fiorenzuola-istituto-mattei-professore-costruisce-mouse-per-alunno.html


QUESTE SONO LE COSE BELLE DELLA NOSTRA SCUOLA.

GRAZIE A TUTTI I PROFESSORI DI SOSTEGNO CHE, IN SILENZIO, SI PREOCCUPANO DEI PIU' FRAGILI. 

GRAZIE ALLA PROF.SSA MANUELA BRICCONI E AL PROF.RE PASQUALE VENTORINO