In ‘stai zitta’ di Michela Murgia è raccontato un presente in cui sono tanti gli episodi che mettono le donne in un
angolo, che provano a sminuire attraverso parole poco rispettose. E proprio
leggendo questo libro breve, incisivo ed efficace, che si riflette e si impara
a non lasciar più correre, a non accettare più certe parole.
Purtroppo, anche se viene detto il contrario, il linguaggio non è l’ultimo dei problemi, e questo libro ne è la prova lampante.
Una donna che esprime la sua opinione, ma
contraria a quella di un interlocutore maschio, sbaglia a prescindere, e ci
sono vari modi per zittirla, Michela Murgia ci racconta passo per passo quali
sono questi commenti che fanno sentire le donne sbagliate, costantemente in
difetto ed incolpa.
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva. Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. E una morte civile, ma non per questo fa meno male.
Questo scritto rende evidente quanta strada ci
sia ancora da fare per far capire a tutti che dietro le parole c’è sempre molto
di più.
Siamo stanche!
Prendete questo libro, mettetelo sul comodino e
leggetelo un pezzo alla volta.
Reagite, rispondete e fatevi sentire!
MARTINA SIGNORILE
Al giorno d’oggi si va alla ricerca della
perfezione, quando fondamentalmente la perfezione non esiste, l’autrice in
particolar modo evidenzia in questo suo saggio come questo ideale è richiesto
prevalentemente alle donne le quali sono, nonostante la propria intelligenza,
competenza ed esperienza, considerate
costantemente inferiori all’uomo, talvolta sono troppo alte, altre basse,
troppo colte e preparate, intelligenti e qualificate da umiliare l’uomo, e
vanno dunque anche in questo contesto ad essere condannate perché non
dovrebbero ostentare la propria sapienza, la propria superiorità verso chi gli
è inferiore.
Al giorno d’oggi, seppur in maniera moderata, Michela Murgia dichiara apertamente come vi siano ancora numerosi pregiudizi e stereotipi sulla figura femminile, ad oggi vi è infatti ancora la credenza che l’aspetto fisico influisca sulle competenze intellettuali, frasi quali: “Sei solo bella, non sai far niente”, “Sei bionda, non puoi capire” , “Sei una donna torna a stirare e a cucinare”, “Se ti comporti così nessuno ti vorrà sposare”; sono all’ordine del giorno. E dunque, ciò che maggiormente ho apprezzato dell’autrice e del saggio in generale è l’appello che quest’ultima fa a noi donne, ci invita a saper rispondere la prossima volta in cui cercheranno di zittirci, in cui ci diranno che non siamo abbastanza, in cui ci relegheranno in un ruolo o in un modo di essere che non ci appartiene ma è il risultato di anni di prevaricazioni maschili e sottomissioni femminili, per la prossima volta in cui la cultura sessista e maschilista, il patriarcato, ci frenerà e condizionerà ancora una volta.
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