Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

venerdì 28 febbraio 2025

Uno sguardo sul Festival di San Remo: Lucio Corsi e "Volevo essere un duro"

 “Volevo essere un duro” è il brano con cui Lucio Corsi ha partecipato al Festival di Sanremo 2025, classificandosi al secondo posto. La canzone rappresenta un ironico autoritratto, in cui l’artista riflette sulle aspettative della vita e sulla disillusione che spesso le accompagna. 

Il brano esplora il conflitto tra l’immagine ideale che desideriamo proiettare e la nostra autentica identità, mettendo in luce la pressione sociale verso la perfezione e l’infallibilità. 
Corsi affronta il desiderio di apparire forti e invulnerabili, contrapponendolo alla realtà delle nostre fragilità e insicurezze. 
Questa riflessione culmina in un messaggio di autoaccettazione, riconoscendo che la vera forza risiede nell’abbracciare le proprie imperfezioni. 
La canzone invita gli ascoltatori a liberarsi dalle aspettative esterne e a valorizzare la propria unicità, offrendo una prospettiva fresca e rilevante nel contesto musicale contemporaneo.
La redazione



A scuola di gusto!

 All’interno del nostro Istituto, è stato avviato un progetto che unisce inclusione, inventiva e
formazione pratica: un laboratorio di cucina in cui gli studenti sono chiamati a collaborare nella
preparazione di ricette provenienti da diverse parti del mondo. Un appuntamento settimanale di
condivisione e apprendimento che ha l’obiettivo di promuovere non solo le competenze culinarie,
ma anche il lavoro di squadra e la crescita personale.
L’iniziativa nasce dalla cooperazione tra le educatrici che seguono gli studenti, tra cui la dott.ssa
Laura Corsini, e il nostro blog d’istituto, il quale si fa portavoce di questa esperienza pubblicando
ogni settimana le ricette realizzate nel laboratorio. Così, gli studenti coinvolti possono documentare
il loro percorso, condividere riflessioni legate all’esperienza e, al tempo stesso, offrire spunti e
ispirazioni culinarie alla comunità scolastica.
Secondo la nostra redazione, il progetto rappresenta molto più di un semplice laboratorio di cucina,
in quanto questa iniziativa non solo promuove l'autonomia e la creatività in cucina, ma rafforza
anche il senso di comunità e collaborazione tra tutti gli studenti coinvolti, creando un ambiente
accogliente e stimolante. Ad uno ad uno, gli studenti avranno la possibilità di proporre un piatto a
settimana da realizzare insieme e si scambieranno i ruoli di chef, sous chef, assistant chef e
collaboratori, sviluppando la fiducia in sé stessi attraverso il piacere di cucinare e gustare insieme i
piatti preparati. L’attività è strutturata in modo da offrire agli studenti l’opportunità di sperimentare
diversi aspetti del lavoro in cucina: dalla scelta degli ingredienti alla preparazione, dalla gestione
del tempo alla presentazione dei piatti. Oltre a favorire l’apprendimento di abilità manuali, il
progetto ha una significativa valenza educativa e sociale, poiché gli studenti sono chiamati a
rispettare i ruoli assegnati, a seguire le regole del laboratorio e a collaborare in un contesto che
stimola la comunicazione e il rispetto reciproco.
Le direttrici del blog,
Paola Bravo e Prabhjot Kaur Chaggar 5B LS





lunedì 24 febbraio 2025

Orientamento universitario presso la facoltà di Medicina Veterinaria di Parma!

 Il 20 febbraio 2025, noi studenti di 5A e 5B del Liceo Scientifico abbiamo avuto l’opportunità di visitare l’Università di Veterinaria di Parma, un’esperienza formativa che ci ha permesso di avvicinarci al mondo della ricerca scientifica e del benessere animale.
Particolarmente importante è stata l'esperienza presso i laboratori dell’università dove abbiamo svolto uno studio batteriologico, condotto utilizzando latte fresco – munto direttamente dalle mucche di proprietà dell'università – con l’obiettivo principale di verificare la presenza di batteri patogeni nel latte. Per permettere lo sviluppo delle colonie batteriche, è stato utilizzato un terreno di coltura preparato in precedenza, il quale funge da supporto nutritivo per i batteri, consentendo loro di proliferare e formare colonie visibili a occhio nudo. Il latte è stato versato direttamente sul terreno, permettendo così l'assorbimento dei microrganismi presenti nel campione. È stato esaminato, in seguito, un terreno di coltura dopo un periodo di incubazione di circa ventiquattro ore, per verificare la crescita di colonie batteriche atte a fermentazione. Per visualizzare i microrganismi presenti, sono stati prelevati campioni di colonie batteriche dal terreno di coltura: le strisce di materiale batterico sono state trasferite in una goccia d'acqua su un vetrino, permettendo l'osservazione al microscopio. Questo passaggio ha consentito di riconoscere i diversi tipi di batteri presenti nel campione. Nell'analisi sono stati spiegati i batteri di fermentazione, simili a quelli utilizzati nella produzione di birra e formaggi, sono considerati sicuri per il consumo umano e non indicano problemi di salute nell'animale. Nel caso di colonie batteriche a partire dal latte, la presenza di batteri patogeni potrebbe segnalare un'infezione o una malattia dell'animale. L'esame batteriologico del latte permette di determinare lo stato di salute dell'animale e la qualità microbiologica del prodotto. La crescita di colonie batteriche è un indicatore chiave per valutare la sicurezza del latte e individuare eventuali rischi sanitari. Se non si osserva alcuna crescita batterica eccessiva o anomala, è possibile concludere che il latte proviene da un animale sano.
Successivamente, abbiamo approfondito il tema del benessere animale, un aspetto cruciale della veterinaria. Gli esperti dell’università ci hanno illustrato come il benessere degli animali
non riguardi solo la loro salute fisica, ma anche il loro comportamento e il loro ambiente di vita. Un animale che vive in condizioni adeguate, con cibo sano, spazi adeguati e interazioni
sociali positive, è un animale più sano e meno soggetto a malattie.
Abbiamo anche scoperto come la ricerca veterinaria lavori per migliorare le condizioni di vita degli animali, sia domestici che da allevamento, con nuove tecnologie e metodi di cura avanzati. Questo ci ha fatto riflettere sull’importanza del rispetto e della responsabilità che abbiamo nei confronti degli esseri viventi con cui condividiamo il nostro pianeta.
La visita all’Università di Veterinaria di Parma è stata un’esperienza estremamente interessante e istruttiva, che ci ha permesso di vedere da vicino il lavoro dei ricercatori e dei
veterinari. Abbiamo capito quanto sia fondamentale la scienza per la salute degli animali e dell’uomo e quanto sia importante garantire loro una vita dignitosa e rispettosa.
Ringraziamo l’Università di Parma per l’accoglienza e per averci trasmesso conoscenze preziose, che porteremo con noi nel nostro percorso di studi.

Estia Ballusci 5A LS e Paola Bravo 5BLS


Uno sguardo sul Festival di San Remo: Simone Cristicchi e "Quando sarai piccola"

 “Quando sarai piccola” è il titolo di una delle canzoni più belle che io abbia mai ascoltato negli ultimi anni ed oggi, cari lettori, vi descriverò sia di cosa tratta il testo sia delle impressioni che mi ha lasciato il brano.

La canzone è stata presentata al festival della canzone italiana, tenutosi a Sanremo, in provincia di Imperia, dall’11 al 15 febbraio 2025, dal cantautore romano Simone Cristicchi.

Per scrivere questa canzone, Cristicchi ha preso spunto da un’esperienza personale,infatti,nel 2018, la madre si è gravemente ammalata di Alzheimer e perciò il cantautore ha deciso di scrivere il brano, permettendo alla madre stessa di capire ciò che le stesse accadendo. 

Cristicchi ha dichiarato in un'intervista che il testo parla della pietà provata per una mamma ipotetica totalmente frastornata e costernata dai problemi che la vita quotidianamente le pone davanti e del fatto che, in un batter di ciglio, ci si ritrova a dover diventare “genitori dei propri genitori”, ossia si è spinti a restituire tutto l’amore che è stato donato dai genitori i quali, invecchiando, sono tornati ad essere “bambini” da accudire.

Il tutto è marcato da diverse frasi del testo, tra cui: “Ti starò vicino come non ho fatto mai”, “Parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce”, “Per restituirti quell’amore che mi hai dato”, “Per restituirti, tutto, tutto il bene che mi hai dato” e “Per restituirti tutta questa vita che mi hai dato”.

Il brano presenta due principali tonalità; esso è scritto in Lab e, a partire dalla seconda strofa, modula in Sib.

Entrambe hanno un temperamento malinconico, struggente e, combinate alla voce pungente di Cristicchi, rendono il brano coinvolgente e strappalacrime.

Dopo diversi ascolti, la canzone mi ha trasmesso principalmente sensazioni molto forti e da tenere sempre in considerazione.

Innanzitutto, così come è accaduto a Cristicchi, è essenziale imparare a farsi forza per affrontare qualsiasi difficoltà a prescindere da quanto sia difficile combatterci.

Ciò è assai redditizio in chiave psicologica poiché aiuta a sviluppare la resilienza, ovvero la capacità di far fronte alle difficoltà e di vedere esse come fonte di cambiamento.

Infine, nel testo, si parla anche del fatto che i ricordi della madre svaniscono e che, a partire da lì, si deve donare l’amore a chi lo ha donato precedentemente.

Questo passaggio mi ha fatto capire l’importanza del ricordo.

Infatti esso, quando è positivo, permette sempre di affrontare tutte le difficoltà.

Per concludere, volevo esprimere i miei complimenti a Cristicchi per aver composto un brano straordinario e degno di essersi posizionato quinto nella classifica finale del festival.

Francesco Maccagni 4BLSU





venerdì 21 febbraio 2025

Arcane: la brillantezza artistica dietro ogni fotogramma


Alcune storie sono raccontate con le parole; altre sono tessute con ogni pennellata. In Arcane, ogni fotogramma sembra un dipinto che serve a comprendere la narrazione. L'arte della serie tv è più di uno sfondo ma è l'anima stessa del suo racconto.
Arcane esplora le storie delle origini di personaggi iconici ispirate al videogioco League of Legends, concentrandosi sulle città gemelle di Piltover, una società utopica di innovazione, e Zaun, la sua controparte sotterranea piena di povertà e criminalità, oppressa in molti modi dalla sua città gemella. La storia è incentrata su due sorelle, Vi e Jinx (precedentemente note come Powder), le cui vite sono plasmate da tragedia, lealtà e tradimento. La narrazione inizia con le due ragazze, coinvolte nel conflitto tra le due città. Dopo che una rapina fallita va storta, portando a conseguenze devastanti, le sorelle vengono separate. Vi viene imprigionata, mentre Powder cade sotto l'influenza di uno spietato signore del crimine, Silco, e adotta la caotica personalità di Jinx. Nel frattempo, gli scienziati di Piltover Jayce e Viktor sviluppano l'Hextech, una tecnologia rivoluzionaria che fonde magia e scienza, mirando a migliorare la società ma creando anche tensione e pericoli involontari. La storia esplora gli intrighi politici, le divisioni di classe e le lotte personali mentre Piltover e Zaun sono sull'orlo della guerra.
Lo stile artistico di Arcane è uno degli aspetti più distintivi e celebrati della serie: fonde texture dipinte a mano, animazioni 2D e 3D e luci cinematografiche per creare un'esperienza visivamente sbalorditiva, che sembra un dipinto in movimento. Personalmente penso che sia giunto il momento di iniziare a dare valore all'arte dell'animazione, soprattutto se realizzata con tanta cura, attenzione e creatività. Infatti, in un'epoca in cui l'intelligenza artificiale viene sempre più e preoccupantemente utilizzata al posto degli artisti veri e propri e di conseguenza l'arte di vari artisti viene rubata, è una ventata d'aria fresca vedere un'opera d'arte creata con tanta attenzione ai dettagli e affetto palpabile. Proprio per questo motivo, l’uso di IA è stato totalmente proibito nella creazione di questa serie. 
A differenza della maggior parte delle serie animate CGI, Arcane combina modelli di personaggi 3D con texture ed effetti 2D dipinti a mano, conferendogli un aspetto pittorico. Studio Fortiche, lo studio di animazione francese dietro la serie, ha sviluppato una tecnica ibrida che fonde l'animazione tradizionale con moderni strumenti digitali, creando una sensazione organica e strutturata. 
La storia di Zaun e Piltover è una storia di contrasti: il ricco contro il povero, il rigido contro il fluido, la luce contro l'oscurità. Per fare ciò, gli artisti di Arcane hanno scelto due stili artistici diversi per rappresentare le loro città: l'Art Déco per la città di progresso Piltover e l'Art Nouveau per la città di Zaun.
A prima vista, le differenze visive tra i due stili artistici sono evidenti. L'Art Déco rappresentava lusso, esuberanza e fede nel progresso sociale e tecnologico ed è molto geometrico, con linee rigide, angoli acuti, aerodinamico e pulito ma comunque decorativo, c'è molto oro, argento e avorio. Il suo stile ricco, forte, rigido ma lussuoso è un riflesso della società di Piltover con i suoi consigli, le sue accademie e il suo stile di vita dogmatico ma confortevole. Alcuni esempi di questo stile artistico sono l'Empire State Building, il Chrysler Building e il Paramount Theater.
Al contrario, l'Art Nouveau, che è molto morbido e fluido, ha curve lunghe. È delicato, vibrante e giocoso, ispirato alla xilografia giapponese, al folklore medievale e ai preraffaelliti, ma anche a forme naturali come le curve sinuose di piante e fiori. Zaun è una città al di sotto di Piltover per status, ricchezza e geografia. È la città sotterranea di Piltover e viene trattata come tale nonostante i suoi progressi tecnologici e la sua industria. Gli architetti e i designer tedeschi ricercavano un Gesamtkunstwerk ('opera d'arte totale') spiritualmente edificante, che unificasse l'architettura, l'arredamento e l'arte degli interni in uno stile comune, per elevare e ispirare i residenti. Alcuni esempi di Art Nouveau sono le opere di Gustav Klimt e la Sagrada Familia.
Entrambi gli stili artistici esistevano in una finestra molto piccola di pace e ottimismo e in quel breve periodo di tregua le cose andavano meglio, l'arte e la tecnologia prosperarono solo per essere interrotte da una guerra totale. Quindi, l'uso di questi stili artistici specifici è una tecnica narrativa molto funzionale e il contrasto rafforza visivamente i temi della serie di disuguaglianza e lotta sociale.
Attraverso la sua arte, Arcane non ci mostra solo un mondo diviso tra potere e oppressione, progresso e decadenza, ma ce lo fa percepire in ogni pennellata di colore, in ogni bagliore di neon, in ogni sguardo inespresso. Questo è un mondo in cui arte e narrazione sono inseparabili.


Chaggar Prabhjot Kaur 5BLS



martedì 18 febbraio 2025

Un' esperienza indimenticabile: il corso di sci a Pejo !


Dal 3 al 7 Febbraio  2025 la nostra classe ha partecipato a un’uscita didattica in montagna per svolgere un corso di sci. L’attività si è svolta presso la Val Di Pejo, una valle laterale della Val di Sole, in Trentino.

In questa zona abbiamo potuto accedere a un’area attrezzata con piste di vari livelli di difficoltà. L’obiettivo principale dell’esperienza era non solo imparare o migliorare la tecnica sciistica, ma anche vivere un’esperienza educativa all’aperto, favorendo il lavoro di squadra e la conoscenza dell’ambiente montano.

Dopo la partenza da Fiorenzuola  alle ore 11, siamo arrivati a destinazione verso le 15e30 e abbiamo ritirato l’attrezzatura necessaria, inclusi sci, scarponi e caschi. Successivamente, siamo stati divisi in gruppi in base al nostro livello di esperienza: principianti, intermedi ed esperti. Le lezioni di sci sono iniziate con una breve introduzione teorica da parte dei maestri, seguita da esercizi pratici sulla neve. I principianti hanno imparato le basi, come mantenere l’equilibrio, frenare e fare le prime curve, mentre gli sciatori più esperti hanno affinato la loro tecnica affrontando piste più impegnative. Dopo alcune ore di lezione, era d'obbligo la  pausa per il pranzo in rifugio, dove abbiamo potuto ristorarci  gustando piatti tipici di montagna e chiacchierando con gli insegnanti e gli amici. Nel pomeriggio, si riprendevano le lezioni per cimentarsi in discese più lunghe e divertenti, per poi rientrare in albergo, dove poter riposare un po' e organizzare varie attività per la serata.

L’esperienza del corso di sci è stata estremamente positiva e formativa. Abbiamo trascorso quattro giornate all’aria aperta, imparando nuove abilità e condividendo momenti di divertimento con i compagni e gli insegnanti. Speriamo di poter ripetere presto un’esperienza simile, magari con nuove sfide sulle piste innevate!

Gli alunni della 2BLS