Nel contesto storico del dopoguerra, che la sceneggiatrice fotografa abilmente attravero l’uso del bianco e nero, viene narrata la storia di Delia.
La donna è sposata con un uomo che la maltratta, intanto bada alla casa,alla famiglia e vive in uno stato costante di sottomissione.
Delia tira avanti tra mille lavoretti, in una famiglia con tre figli, con la maggiore che sembra destinata a un matrimonio più ricco e dunque apparentemente a un futuro migliore.
È una storia popolare, che ci ricorda le nostre nonne, quelle donne che nel Dopoguerra si arrabattavano per tirare avanti e subivano le discriminazioni di genere senza neanche sapere che cosa fossero, perché così girava il mondo e pertanto tutto questo sembrava “normale”.
La tematica principale risulta così l’emancipazione della donna che rivendica un proprio ruolo nella famiglia,nel posto di lavoro,nella società.
Uno degli strati che riveste l’emancipazione è proprio il rapporto inter e intrapersonale tra le donne e il lavoro. La protagonista, infatti, impegnata in diversi lavori per sottostare al regime coniugale, vede calpestati anche i diritti di lavoratrice.
–
Ma
se po’ sape’ perchè questo al primo giorno pijia più de me?
–
Quello
è omo, no?
In
questo contesto il 10 marzo 1946 rappresenta una data fondamentale,
in quanto per la prima volta in Italia le donne ottengono il diritto
di votare e di essere elette.
Dalla
visione di questo film è nato il nostro lavoro di educazione civica
che ci ha visti impegnati nella ricerca dei diritti delle donne a
livello storico,lavorativo,legislativo,sociale...per poi soffermarci su alcune donne speciali, donne che hanno fatto la
differenza.
E
vi possiamo assicurare che la cernita è stata molto difficile perchè ne abbiamo trovate tantissime!
Gli
alunni della 2ALSU
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