mercoledì 24 marzo 2021

97%


“Indossavo un grembiulino rosso, delle scarpette numero 19 con delle striscette ai lati che si illuminavano ad ogni passo. Avevo 9 anni, una vita semplice e felice, delle domeniche passate in famiglia e dei lunedì trascorsi con mio padre.

Avevo 9 anni quando uno di quei lunedì entrai a far parte del 97%”

“Sono entrata a far parte del 97% quando, tornando a casa sola, un giovane in bici mi ha voluto obbligatoriamente accompagnare a casa. Avevo paura, non mi toccò ma continuava a fare domande che, nonostante la mia tenera età, capivo essere inopportune”.

“Un ragazzo mi ha dato della troia senza motivazione”

“Faccio parte del 97% da quanto mi hanno toccato contro la mia volontà”

97%, agli occhi degli ignoranti – da ignora – ossia coloro che non sanno cosa vuol dire essere dentro questa percentuale, è solo un numero, ma per chi sa, per chi ci è passato è una percentuale che stringe il cuore.

Con essa viene indicata la percentuale di donne che ha subito abusi, che è stata vittima di stupri, di catcalling, di immagini pornografiche ricevute senza alcuna richiesta. Ho cercato delle statistiche ed è emerso che in America una donna su sei è vittima di stupro, in Italia le ragazze che hanno subito qualsiasi tipo di violenza sono 2 milioni 435 mila solo negli ultimi 5 anni.

Il falso mito di essere esposte al pericolo di violenze solo quando ci si avventura fuori dalle mura domestiche, quando si ha qualsiasi contatto con un estraneo, con uno considerato pazzo, è tutt’altro che vero poiché aprendo un minimo gli occhi e accettando la realtà si può ribadire chiaramente che una gran parte delle violenze avviene proprio da coloro che definiamo ‘”di famiglia”.

Un colpo alle spalle, un tradimento che ferisce in tanti modi.

E bisogna andare oltre all'immagine dello stupratore seriale, probabilmente asociale, che attacca casualmente le vittime, perché si tratta solo di un falso di cronaca. La maggior parte degli abusi avvengono da persone che la società reputa normali, gente a posto, amici o parenti della vittima. Non ci si deve fermare solo alla superficialità di ognuno, poiché il ceto sociale non è nient’altro che una maschera inutile, per mezzo della quale molto spesso un carnefice diventa innocente automaticamente.

“Ma no signora, lui è un avvocato, come potrebbe fare una cosa del genere? piuttosto guardi quel disadattato sociale che molto probabilmente si è sniffato qualcosa stamattina”.

Magari per bravo e integerrimo avvocato ha abusato di una minorenne.

“Mio marito non farebbe mai del male a nostra figlia, si starà inventando tutto per attirare l'attenzione”.

Magari la figlia ha messo anni prima di raccontare la verità. Che badate non è la sua verità, semmai l’unica verità.  

Maschere…

“Not all men, but all women”

Non tutti gli uomini, ma tutte le donne…

Cosa vorrebbe dire?

Significa che generalizzare è sbagliato, oltre che inutile.

Non tutti gli uomini sono dei mostri, così come non tutte le donne sono delle vittime. Non tutti gli uomini mancano di rispetto verso l’altro genere, non tutti i ragazzi credono che la colpa sia della donna, ma ci sono anche gli altri, quelli che invece ritengono che il loro potere si eserciti con la violenza.

“E’ colpa sua…”

Della donna… perché si è vestita in modo provocante, sconveniente.

Sconveniente per chi?

Perché la donna dovrebbe vestirsi comoda e con abiti lunghi per la sua sicurezza, perché una ragazza dovrebbe trovarsi un ragazzo e basare le sue uscite su chi la può accompagnare a casa?

Svegliatevi e imparate a usare la ragione e la logica: la provocazione la vede chi vuole essere provocato. Non esiste abito sicuro, perché il mostro troverà sempre un motivo per giustificare il suo pensiero, la sua azione.

Piuttosto insegnate ai ragazzi come ci si comporta. Insegnate loro che un mini abito non è l’equivalente di un consenso, che non ci si deve approfittare di una ragazza ubriaca. Non si deve apostrofare una ragazza con termini inappropriati.

Quelli sono inappropriati.

Non generalizziamo, va bene. Ma se dentro una scatola di cioccolatini vi capita di trovarne uno marcio, riuscirete a fidarvi - un’altra volta - di una scatola di cioccolatini assortiti?

Credo di no.

È una questione di fiducia, ma la fiducia si costruisce passo dopo passo. Cultura dopo cultura. Attraverso la crescita sociale.

Se agli uomini esorto a non far di quel muccio avariato, alle donne dico di usare la voce, la forza, il coraggio della denuncia verso tali abusi perché se il silenzio porta all’indifferenza: la voce della giustizia porta alla repressione di tale ingiustizia.

I social pian piano stanno trattando di queste tematiche, la solidarietà femminile stanno diventando forti abbastanza da permetterci di abbassare la percentuale di cui sopra.

Noi non siamo contro una battaglia di genere, uomo e donna in conflitto, perché sotto c’è qualcosa di più grave, il nostro nemico non è l’uomo, ma chiunque compia abusi.

 Alice Passioni, 3Blsu

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