Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

giovedì 24 ottobre 2024

I SETTANT’ANNI DEL LICEO SCIENTIFICO: UN VIAGGIO NELLA STORIA ATTRAVERSO QUADERNO E SPETTACOLO

Sabato 5 ottobre, il Teatro Verdi ha ospitato la presentazione della prima pubblicazione della collana "Quaderni del polo Mattei”, dedicata alla storia del liceo scientifico di Fiorenzuola. In occasione del settantesimo anniversario dell'autonomia dal Respighi di Piacenza, avvenuta il 1 ottobre 1954, noi studenti delle classi 5A e B abbiamo dato vita a una rappresentazione teatrale per condividere l’emozione e la curiosità che ci hanno accompagnato durante il processo di ricerca e scrittura del libro. L’idea di questo volume è nata nel 2022 dal dirigente scolastico, prof.ssa Rita Montesissa, e dal quadro appeso in presidenza che ricorda la nascita del liceo: «70 anni sono tanti, molte altre scuole ricordano questi decennali e abbiamo voluto farlo anche noi». Oltre a ciò, però, ci sono anche motivazioni personali che hanno stimolato la realizzazione di questo proposito in quanto sia la dirigente che la prof.ssa Adele Prati, referente di sede del liceo, hanno frequentato questa scuola da studentesse, poi da insegnanti fino al ruolo che hanno acquisito.

Guidati dai nostri insegnanti, Adele Prati, Paola Allegri, Giovanna Bortolotto, Stefano Costi, Paola Dente, Tamara Gandolfi, Paola Varani e Andrea Santi, abbiamo creato autonomamente un dialogo tra due studenti di epoche diverse: uno contemporaneo e l'altro proveniente da momenti significativi della storia del liceo che abbiamo ricostruito. L’obiettivo era quello di rappresentare il colloquio che abbiamo avuto in questi due anni di lavoro con la storia locale «fondamentale per capire da dove veniamo e l'importanza di chi è passato prima di noi», come spiega la prof.ssa Tamara Gandolfi. Abbiamo tracciato un viaggio nel tempo, dagli inizi negli anni ‘40, quando il liceo era sotto il Respighi di Piacenza e l'atmosfera era segnata dalla guerra, fino all’autonomia nel 1954, passando per gli anni della contestazione studentesca del Sessantotto e il trasferimento nel campus di Via Boiardi negli anni Novanta, per concludere con il liceo attuale negli anni 2000. Quella che abbiamo affrontato è stata una traversata emotiva e collettiva nell’abisso di documenti dell’archivio scolastico e comunale «all'inizio un po' disorientante [...] perché ci siamo scontrati con la difficoltà di affrontare documenti, di capirli e di inserirli in un testo finale» come ricorda la prof.ssa Paola Dente. «Si è lavorato nelle classi» - per quanto riguarda la stesura del testo e la ricerca delle immagini - «ma c'è stato anche un grande lavoro di revisione sul libro e correzione delle bozze quest'estate» dichiara la prof.ssa Prati. 


A conclusione del lavoro, fondamentale è stato l’apporto del prof.re Santi «soprattutto nella parte digitale, fornendo alcuni consigli sulla realizzazione estetica del libro» e, in occasione dell'evento del 5 ottobre, «nella gestione delle prenotazioni e dei gadget» che sono stati distribuiti agli iscritti dell’associazione “Amici del liceo scientifico” «per rafforzare il senso di appartenenza e identità all'interno della nostra comunità».


Verso la fine dell’evento, è stata presentata l’associazione “Amici del liceo scientifico” di cui è socio fondatore ancora il prof.re Santi, il quale ha spiegato: «L'idea di creare l'associazione è emersa più di un anno fa, in un contesto particolarmente significativo: il 70° anniversario di autonomia del nostro liceo. La Dirigente scolastica, con la sua visione di valorizzare questo traguardo, mi ha proposto di diventare socio fondatore. Essendo stato sia uno studente che ora un docente di questo stesso liceo, ho sentito immediatamente una connessione profonda con l'iniziativa. Così, ho cominciato a contattare a uno a uno gli ex studenti e, con grande sorpresa, ho notato un entusiasmo incredibile nel desiderio di “tornare” al liceo e contribuire in qualche modo. Molti di loro erano ansiosi di rimanere coinvolti nella comunità scolastica, di condividere le loro esperienze e di dare qualcosa in cambio alla scuola che li aveva formati. Questo spirito di appartenenza e collaborazione mi ha motivato ulteriormente e ha confermato che l'associazione non solo avrebbe reso onore al passato del liceo, ma avrebbe anche creato un ponte tra le generazioni. Per quanto riguarda i progetti futuri dell'associazione, ho già alcune idee che ritengo molto promettenti. Uno degli aspetti fondamentali su cui voglio concentrarmi è la collaborazione tra gli ex studenti, membri dell'associazione, e gli attuali studenti del liceo, in particolare nell'ambito dell'orientamento. Chi meglio di loro può condividere la propria esperienza nel mondo del lavoro o all'università? Ricordo bene quanto sarebbe stato utile per me, da studente, avere l'opportunità di confrontarmi con chi aveva appena terminato il liceo. La loro testimonianza diretta potrebbe fornire preziose informazioni e ispirazione per i nostri ragazzi, aiutandoli a fare scelte più consapevoli per il loro futuro. Inoltre, ci sono altri progetti in cantiere, ideati dagli ex studenti associati, ma per il momento sono ancora top secret. Stiamo infatti lavorando all'insediamento del direttivo, che avrà un ruolo cruciale nel definire e realizzare queste iniziative». 

A conclusione della mattinata, è stata inoltre inaugurata una mostra d'arte allestita dal prof.re Giuseppe Dossena, con la collaborazione di alcuni studenti delle classi quinte «per cercare di valorizzare la scuola e l'operato all'interno proprio del liceo stesso con disegni che, per una breve parentesi temporale, hanno assunto il valore di opere d'arte a sé stanti e hanno avuto una dignità artistica» - come afferma il curatore, continuando poi con la spiegazione del criterio secondo cui è stata decisa la disposizione dei disegni - «sullo scalone sono stati messi i disegni più accattivanti, i più illustrativi, più legati al mondo dell'illustrazione, invece i più architettonici e più ornamentali sono stati messi di sopra. Abbiamo cercato di mettere in vista le cose più attraenti».


Realizzare il libro e mettere in scena lo spettacolo ha comportato sfide che sono servite «a maturare e a trovare il modo per collaborare insieme e per riuscire ad affrontarle»  - spiega la prof.ssa Gandolfi, la quale continua - «la più grande soddisfazione me l'hanno data i miei alunni perché li ho visti impegnarsi in un lavoro in cui magari all'inizio erano un po' confusi e ritrosi ma di cui si sono progressivamente appassionati e hanno trovato il loro apice, la loro realizzazione, proprio nell'ultima sezione dello spettacolo in cui mi sento di dire che hanno veramente collaborato e dato il massimo di sé tirando fuori anche dei talenti e delle qualità che non sempre sono visibili a scuola. Questo lavoro, che mi ha visto all'inizio un po' titubante, è stato dunque significativo nel vedere un pubblico che tace, che è intento e attento a guardare i miei ragazzi che esprimono loro stessi e il frutto del loro lavoro». 

Grande compiacimento anche da parte di tutti gli altri insegnanti delle classi che hanno seguito il processo in modo continuo, come la prof.ssa Paola Allegri, la quale, conclusasi la sua esperienza con la scuola, afferma «per me è stato un piacere, essendo in pensione, aver avuto questo tempo supplementare con voi. Per me è stato il momento più bello, un commiato meraviglioso perché ho avuto una possibilità che non è da tutti», o in modo secondario, come il prof.re Dossena che definisce i ragazzi «geniali. Hanno fatto veramente un grossissimo lavoro anche perché hanno superato impatti emotivi e psicologici».


Le reazioni positive sono arrivate anche dal pubblico: autorità cittadine, rappresentate dal sindaco Romeo Gandolfi, ed ex studenti, i quali hanno dichiarato di essersi emozionati grazie alla rappresentazione poiché quest’ultima «ha fatto ripercorrere le varie tappe del liceo facendoci identificare tutti, quelli di diverse generazioni, con questo dialogo tra lo studente di oggi e lo studente di ieri - come afferma la presentatrice dell’evento Donata Meneghelli continuando - la cosa molto interessante è che non avete fatto un lavoro compilativo ma un lavoro dove, come hanno detto i vostri prof nella prefazione del libro, vi siete lasciati stupire e interrogare da quello che vi incuriosiva di più e questo secondo me è la cosa più grande che date a noi, attraverso il vostro sguardo riviviamo».

 


Di seguito, riportiamo le parole del Dirigente Scolastico, prof.ssa Rita Montesissa, che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare in merito all’evento, in particolare riguardo la genesi di questo progetto, il risultato finale e i progetti futuri della scuola.

Da dove è nata l'idea di creare un libro con la storia del liceo per celebrare il settantesimo?

Ci siamo accorti, perché il quadro è appeso in presidenza, che il primo ottobre 1954 la nostra scuola era diventata autonoma. È appeso, c'è la data, c'è tutto, e quindi non si poteva dimenticare. 70 anni sono tanti, no? È una lunga strada. E quindi ne ho parlato con la professoressa Prati, con qualche altro docente del liceo, per dire «non dimentichiamoci di questa data che sta per arrivare». Quando abbiamo cominciato a parlarne eravamo nel 2022, avevamo davanti molto tempo: «Cosa ne dite se raccogliamo un po' la vita di questi anni? Sembra interessante per chi l'ha vissuta e anche per chi non la conosce». Allora loro hanno detto: «ma sì, è una buona idea» e hanno aggiunto la proposta di far fare un'attività PCTO agli studenti. E visto che c'era l'adesione delle classi e di un po' di professori, ci si è resi conto che si sarebbe potuto realizzare. Poi siccome conoscevamo l'ingegner Bottioni e l’onorevole Migliavacca, che hanno scritto dei libri sulla storia di Fiorenzuola, naturalmente molto più articolati, precisi, scientifici di quello che poi abbiamo scritto noi e che già conoscevano un pezzo di storia del nostro liceo perché l’avevano frequentato e perché avevano scritto questi libri di storia, io e la professoressa Prati abbiamo sentito anche loro per vedere se davano un aiuto. Poi abbiamo aggiunto anche la prof.ssa Torricella che aveva frequentato e fatto la docente qui. Poi so che il grosso del lavoro l’avete fatto con i professori della classe però c’erano anche questi appoggi. L'idea è nata un po' per caso, vedendo il quadro lì. Però 70 anni sono tanti, molte altre scuole ricordano questi decennali, e abbiamo voluto farlo anche noi. Poi a posteriori per fortuna che l’abbiamo fatto no? Le persone sono state contente del vostro lavoro, della vostra presentazione e anche di avere in mano il libro. 


Quali sono le motivazioni che l'hanno portata a insistere per la realizzazione di questo progetto?

Ci sono diverse motivazioni. Una scuola quando arriva a compiere degli anni, così tanti, anche così importanti, è giusto che si soffermi su questa sua storia; questo a carattere generale. Ho anche però dei motivi personali: ho frequentato questa scuola e poi ci ho fatto anche il professore per vent'anni al liceo scientifico; quindi, per me è anche un legame personale. Quello di poter trasmettere nel libro la storia un po’ è un mio restituire per tanto che mi ha dato questa scuola, sia da studente che da professore, che adesso da dirigente. Quindi un po' ho anche insistito su questo. Questa scuola fa parte della mia esperienza di vita: raccogliere nel libro è un modo un po' per raccogliere anche la mia esperienza di vita. Infine, il terzo motivo è quello per il quale quando ci credo in un progetto e mi metto dietro a realizzarlo poi mi piace andare in fondo. Non mi piace piantare le cose via a metà se vedo che si possono realizzare, anche se ci sono delle difficoltà. Un po' di difficoltà ci sono state anche in questo progetto, no? Soprattutto perché non è stato facile trovare gli articoli, selezionare il materiale, poi lavorare in tanti, mettere insieme le cose. C'è stato anche del lavoro sul vostro lavoro quest’estate. Dopo che voi avete finito c'è stato bisogno di rivedere i capitoli, rileggerli, cercare di eliminare gli errori e le differenze di stile. C’era qualche errore dal punto di vista della scrittura ed erano presenti alcune ripetizioni, perché lavorando in modo separato magari alcuni concetti all’interno dei capitoli si ripetevano un po'. Quindi c'è stato bisogno anche di fare questo lavoro. Però abbiamo creduto che era un bel lavoro e che valeva la pena portarlo a termine. Per adesso credo che sia andata bene così; le persone sono state contente. Quello sul quale sono state contente è stata soprattutto la rappresentazione, poiché il libro non è ancora letto. Poi dopo quando lo avranno letto, secondo me, saranno contenti anche di quest’ultimo. Sul libro non potevano essere contenti se non del fatto che sfogliandolo era bello; si aspettavano forse un opuscoletto e invece quando hanno visto la bella copertina, le belle immagini, sono stati soddisfatti da ciò che avevano in mano. 


Il lavoro porterà beneficio alla scuola in termini di pubblicità?

Penso di sì. A Fiorenzuola si sa che c'è il liceo scientifico, è una scuola che c’è da tanto tempo e molti l'hanno frequentata, quindi, non abbiamo bisogno di ricordare alle persone che a Fiorenzuola c'è il liceo scientifico. Però credo che le persone si siano ricordate, guardando voi, come sono bravi gli studenti del liceo scientifico. Quindi, secondo me, oltre a portare a casa il fatto che il liceo scientifico è attivo e mantiene alta la sua tradizione, quello che ha colpito anche di più è stata la bravura degli studenti. Anch'io sono rimasta molto visivamente colpita dal fatto che non leggessero. Quando ne abbiamo parlato con i professori, all'inizio di quest’anno scolastico, dal momento che lo spettacolo è stato preparato in breve, i professori dicevano che i ragazzi avrebbero letto un po’ perché dovevano abituarsi; non è stato così. Farà bene tutto ciò? Eh, penso di sì, perché, in un mondo in cui si pensa che ci siano magari meno competenze rispetto al passato, voi avete dimostrato che i ragazzi sono bravi. Quindi, in questo senso, forse, la gente parlerà bene del liceo scientifico, perché ha visto dei ragazzi in gamba e dei professori che li hanno guidati bene anche.

Lei ha frequentato questo liceo prima da studentessa, poi da insegnante e, infine, da dirigente scolastico. Ripercorrendo questi anni, come pensa sia cambiata la scuola?


Eh, la scuola è cambiata perché il tempo è cambiato, la società è cambiata. Quando io ho frequentato il liceo scientifico, c'erano due sezioni come adesso, quindi questo era uguale, a parte che eravamo di là [sede vecchia di Piazzale Taverna] e non di qua [sede attuale nel campus], anche come professore, un po' siamo stati di là, un po' di qua. È cambiato, soprattutto, il modo di proporre la didattica: se oggi tornassi a fare il professore del liceo scientifico, non lo potrei più fare come lo facevo fino al 2007 perché oggi ci sono degli strumenti di insegnamenti digitali che non c'erano. Io, quando facevo il professore d'inglese, utilizzavo all'inizio le cassette, successivamente i cd, e negli ultimi anni, come avete detto voi quando ricordavate la storia durante lo spettacolo, è nato internet. E quindi io dicevo agli studenti di andare a vedere i giornali stranieri, ma molti non ce l'avevano, anche a scuola c'era un'aula con internet e basta; non c'era neanche la lim. In definitiva c’è stato un cambiamento nelle metodologie didattiche, perché sia quando io facevo la studentessa che mi davano dei ciclostili, sia quando facevo il professore che distribuivo delle fotocopie, siamo anni luce lontano alle metodologie che avete voi adesso; le fonti di apprendimento che fornisce la rete o le metodologie didattiche dei professori sono incomparabili. Anche le esperienze extracurriculari che fate voi - come il PCTO, le uscite didattiche, gli stage linguistici, come quello a Dublino - erano più limitate, soprattutto quando facevo studentessa. Quando invece facevo professoressa non c’era il PCTO però organizzavo le gite, anche all'estero. 

Il lavoro svolto rispecchia la realtà del liceo che ha avuto modo di vivere in questi anni?

Sì, penso che il libro sia stato fedele, non penso ci siano delle esagerazioni. Non è un libro che esalta la scuola; parla anche delle problematiche che ci sono state: ad esempio di quando pioveva dal tetto del liceo, delle proteste che ci sono state da parte degli studenti, delle difficoltà che si sono avute a volte. È un libro, secondo me, molto veritiero da questo punto di vista.

Cosa si aspetta per il liceo di Fiorenzuola negli anni a venire?

Innanzitutto, mi aspetto che si continui da un punto di vista didattico ad andare bene, perché andiamo già molto bene secondo i risultati di Eduscopio. Per quanto riguarda invece il Polo, di cui fa parte anche il liceo scientifico, non vedo l'ora che abbiano costruito la nuova palazzina, nel 2026-2027, così finalmente il Mattei potrà estendersi e molto probabilmente partirà anche un nuovo indirizzo professionale, il socio-sanitario, che abbiamo lanciato questi giorni. Io ho il desiderio che il liceo scientifico, come tutti gli altri indirizzi, continui ad andare molto bene e che i ragazzi scelgano, quando ci sono così tante opportunità, veramente la strada che sentono sia da loro. Vorremmo avere persone che sono contente della scelta che hanno fatto e che sono riuscite a seguire bene il proprio percorso.

Paola Bravo e Prabhjot Kaur Chaggar 5B LS

venerdì 17 maggio 2024

Povere creature!

 “Povere Creature” racconta  delle  vicende di Bella Baxter,un personaggio che prende vita dal  corpo di  una giovane donna suicida e dal  cervello del feto che aveva in grembo;ne esce un delirio controllato di sadismo e creatività, che si trasformano lentamente nel racconto della lotta per liberazione morale e sessuale della donna attraverso i secoli.

Bella, man mano che il cervello si sviluppa, impara a camminare e a conoscere il suo corpo, a gestire problemi e ad avere a che fare con perversi approfittatori.

Il creatore di Bella, Godwin Baxter  è un grottesco dottor Frankeinstein a sua volta abusato e distorto dal sadismo del padre scienziato. E' il primo adulto mancato della storia, mai del tutto cresciuto e colonizzato dalle intrusioni paterne, col destino già inscritto nel nome.

In questo film  prevale un inno alla libertà e alla diversità così come alla singolarità, intesi come antitesi della perversione, che livella tutti i rapporti e schiavizza la curiosità.

Nel passaggio dall’essere creata all’essere figlia suo malgrado e infine, faticosamente, soggetto, persona, il film si muove dunque lungo la strada dall’appropriazione di sé, attraversando la lucentezza e lo squallore della vita. 

Film consigliatissimo!

@la redazione



Sulla strada giusta

Grazie alla disponiblità e all' attenzione dell'insegnante , prof. Dovani , diverse classi del Mattei hanno avuro la possibilità di partecipare   progetto/concorso scolastico “Sulla strada giusta”, rivolto ad allievi del triennio delle Scuole secondarie superiore della Provincia di Piacenza.

 Con filmati e approfondimenti i ragazzi hanno sperimentato in prima persona i limiti generali dei sistemi sensoriali di percezione e attenzione ed i rischi connessi alla guida. 

Sempre nella prima fase è stato programmato un incontro di 1 ora circa, rivolto ai genitori degli studenti coinvolti nel progetto in cui è stata  condivisa la formazione già attuata in classe.

 A fine gennaio grazie a un incontro in plenaria di due ore, le classi, in  collaborazione con Fondazione LHS hanno partecipato al progetto di sensibilizzazione alla sicurezza “La linea sottile”: è stato  proiettato il docu-film di Luca Pagliari “Doveva essere una festa” e sono  anche stati presentati alle classi partecipanti i dettagli del Concorso di idee.

 Nella terza fase, in concomitanza con il 6 maggio 2024, giornata europea sulla sicurezza stradale le classi hanno assistito allo spettacolo teatrale “I Vulnerabili” della compagnia teatrale “Zelda” presso il Teatro Municipale di Piacenza , dove sono stati  premiati i vincitori del Concorso di idee.

I ragazzi del Mattei  ringraziano l'Associazione Sonia  Tosi per aver loro permesso di prender parte a un'iniziativa di così grande importanza, per tutti i giovani, ma non solo.

@la redazione




lunedì 8 aprile 2024

Contest di scrittura creativa a Palazzo Farnese

 


Nella provincia di Piacenza, il 14 febbraio si è tenuto un evento speciale: numerosi studenti provenienti da varie scuole della provincia si sono riuniti nel maestoso Palazzo Farnese per partecipare a un emozionante contest di scrittura creativa.   Ogni partecipante si è registrato all'ingresso utilizzando il proprio cognome e ha ricevuto un codice identificativo che gli ha permesso di consegnare il telefono e firmare il proprio foglio senza rivelare la propria identità agli occhi dei futuri lettori. L'evento vero e proprio ha preso il via verso le 10 del mattino, quando è stato reso possibile prendere posto nelle diverse stanze del palazzo, ognuna carica di storia e di opere d'arte che emanavano un'aura di ispirazione e solennità. Prima di iniziare a scrivere, ogni studente ha ricevuto un foglio contenente sei misteriose immagini in bianco e nero. La sfida era scegliere una di queste immagini, interpretarla e costruire un racconto intorno ad essa. Una volta selezionata infatti i partecipanti si sono immersi nel proprio mondo creativo, trascorrendo le ore successive a tessere storie avvincenti e coinvolgenti. Nonostante il numero elevato di partecipanti però il silenzio delle stanze era quasi tangibile; il tempo a disposizione è stato presto scandito dal ticchettio dei tasti dei computer portatili, mentre le parole prendevano vita sullo schermo. In caso di difficoltà il supporto non è mancato. All'interno del palazzo, diversi ragazzi erano pronti ad offrire assistenza e supporto tecnico per garantire che ogni studente potesse dare il meglio di sé nella scrittura. Verso le 12:45, il contest ha preso fine e i partecipanti hanno consegnato i propri racconti salvandoli su una chiavetta comune e sono stati restituiti i telefoni. Il contest di scrittura della Provincia di Piacenza ha previsto anche una premiazione per i racconti più avvincenti ma nonostante i risultati non siano ancora arrivati l’evento in sé è stato un vero trionfo della creatività giovanile, dimostrando ancora una volta che quando si offre uno spazio adeguato e si stimolano le menti creative, i risultati possono essere sorprendenti e indimenticabili.

ARIANNA ZILIANI 3LS

mercoledì 27 marzo 2024

Elena di Sparta al teatro Verdi


Sola e abbandonata in una casa fatiscente è come viene ritratta, durante lo spettacolo svoltosi il 16
marzo 2024 al Teatro Verdi di Fiorenzuola, quella che un tempo era considerata la bella Elena,
ossia la regina spartana che, con il suo fascino, stregò Paride a tal punto da far scoppiare la guerra di Troia. 
Uno degli aspetti sottolineati durante la rappresentazione è proprio il ricordo della grande bellezza passata, in quanto è ciò che trasmette la donna – ormai sfiorita e prossima alla vecchiaia – provocando in lei un profondo senso di vuoto e di solitudine.
 La figura di Elena messa in scena da Silvia Prioririsulta in questo modo più complessa di come viene
 ricordata e descritta in relazione agli eventi storici.
La narrazione inizia dalla fine della guerra di Troia quando Odisseo, durante il suo tormentato viaggio di ritorno verso Itaca, incontra la regina ormai decaduta. Da qui parte l’analessi, attraverso cui si vuole ribaltare il mito, dove Elena ripercorre i momenti che l’hanno resa una delle figure più note dell’antichità ma che, allo stesso tempo, le hanno causato grande dolore e l’hanno portata alla sua rovina.
L’obbligo a sposare Menelao, la fuga di Elena dopo che Paride l’ha sedotta e lo scoppio della guerra per ricondurre in patria la regina sono gli eventi che plasmano la protagonista dello spettacolo e mediante cui si scoprono i lati più nascosti della sua interiorità. Elena, caratterizzata da un’anima tormentata e soffocata dalle decisioni e dai giochi politici intrapresi da uomini al di sopra di lei che non si sono curati di ascoltarla e di fare la sua felicità, non è però, purtroppo, la sola che subisce ciò nel corso della storia. Anche nella nostra contemporaneità, sono ancora tante le donne che rimangono anonime, ma che subiscono i soprusi psicologici che ha dovuto affrontare la regina spartana. Come lei resistono e sperano in futuro migliore, rimanendo però nell’amara rinuncia di una libertà che dovrebbe essere concessa a tutti. Uno spettacolo, dunque, di estrema attualità che – attraverso la recitazione di Silvia Priori, le danze orientali ad opera della ballerina Selene Franceschini e le musiche epiche – spinge alla riflessione sulle battaglie ancora non concluse che animano ancora oggi la nostra società. La rivisitazione è stata un’occasione per ricordare che i miti classici hanno sempre qualcosa da insegnarci se compresi e calati nell' odierna società.

Paola Bravo 4B LS



domenica 17 marzo 2024

PRIMO ESAME DI MATEMATICA ALL’UNIVERSITA’ !

Sabato 09 marzo 39 studenti del Mattei, Liceo scientifico, ITE, ITT, hanno sostenuto l’esame CORDA  di Matematica presso il dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Parma. I nostri ragazzi si sono  ritrovati con loro coetanei provenienti dagli istituti secondari di secondo grado di tutta la provincia di Parma  e dalle province di Reggio Emilia, Cremona, Mantova, Massa Carrara e Piacenza.  

La prova, della durata di due ore, viene preparata dai docenti di Analisi Matematica del dipartimento di  ingegneria e verte sui contenuti fondanti la matematica dei primi quattro anni della scuola superiore. Le  prove scritte vengono corrette dai docenti dell’università, ogni studente riceverà una lettera che descrive  l’esito della propria prova. Una precoce comunicazione, da parte di un interlocutore esterno e qualificato  quale l’Università di Parma, della presenza (o assenza) di carenze fondamentali può essere quindi utilizzata  dallo studente o per un riorientamento delle proprie scelte, o per una riconferma, o come stimolo per sanare  la propria situazione su argomenti mirati. Chi supera con un punteggio elevato la prova finale del progetto  CORDA ha diritto a un bonus di uno o due punti all’atto del superamento di un esame di materia matematica  in un Corso di Studi dell’Università di Parma. Inoltre i dieci studenti col punteggio più alto hanno diritto al  premio di studio. 

Il progetto CORDA, nasce nel 2001 come iniziativa di orientamento per gli studenti degli ultimi due anni di  Scuola Superiore. Le scuole aderenti erogano un corso apposito, di concerto con l’Università di Parma, e gli  studenti frequentanti che lo desiderano accedono all’ esame finale di orientamento, con benefici e premi in  caso di superamento. Nella nostra scuola quest’anno hanno aderito al progetto CORDA 52 studenti delle  classi quarte e quinte degli indirizzi Liceo Scienze Umane, Liceo Scientifico, ITE, ITT. Sono stati pertanto  attivati due corsi pomeridiani della durata ciascuno di 42 ore tenuti dai docenti di matematica: Andrea Santi 

e Paola Varani. 

Attendiamo fiduciosi gli esiti dei nostri ragazzi!

@la redazione




domenica 10 marzo 2024

“Cassandra o dell’ inganno"







Continuando il filone storico e letterario della stagione teatrale del Teatro Verdi di Fiorenzuola, il 2
marzo 2024 è andato in scena lo spettacolo “Cassandra o dell’inganno” con Elisabetta Pozzi.
 Ad inaugurare il mese dedicato alle donne è stata  la profetessa troiana, a cui Apollo aveva
dato il potere di prevedere il futuro e allo stesso tempo la condanna di non essere ascoltata e
creduta.
Attraverso l’avvincente drammaturgia di Elisabetta Pozzi, la figura della sacerdotessa ha preso
nuovamente vita, uscendo per una sera dall’oblio in cui è caduta, nel corso della storia, insieme alle
altre figure previdenti presenti in tutte le epoche dell’esistenza umana ma quasi sempre dimenticate.
Sul palcoscenico è emersa chiaramente la solitudine e l’impotenza della profetessa di fronte ai suoi
concittadini che l’hanno allontanata, come succede a chiunque osa sfidare le opinioni comuni con la
conoscenza; gli uomini tendono infatti a ignorare e deridere le verità scomode o considerate
stravaganti e a denominare come pazzo chi le sostiene.
L’attrice ha tracciato un percorso penetrante e coinvolgente, partendo dall’inganno del cavallo di
Troia, lucidamente presentito dalla veggente Cassandra, fino a rompere la barriera presente tra mito
e realtà, arrivando alla contemporaneità di una civiltà orfana, di cui si prefigura un futuro incerto
che «ha le radici nel passato ma il seme nel presente». Risulta invero che la società moderna, oltre
ad aver perso i valori portati avanti dai miti, dà prova di essere incapace di intuire le conseguenze
future delle sue azioni passate e presenti perché, come scrive José Saramago nel suo celebre
romanzo “Cecità”, siamo «Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono».
A rendere più forte l’immedesimazione e dunque la riflessione sono state sicuramente la recitazione
di Elisabetta Pozzi, un’attrice formatasi a Genova e durante la sua carriera insignita di vari premi, -
la quale sfrutta la sua versatilità interpretativa-, la scenografia e l’integrazione alle parole
dell’attrice delle musiche di Daniele d’Angelo. Un elemento insolito è stata l’entrata in scena, e
analogamente l’uscita, dell’attrice a partire dalla platea, come una comune spettatrice.
Paola Bravo 4B LS

lunedì 26 febbraio 2024

"Le Idi di Marzo" di William Shakespeare

Al Teatro Verdi di Fiorenzuola, nella serata del 22 febbraio 2024,  è andata in scena la rappresentazione
 “Le Idi di Marzo”, tratta da alcuni frammenti dell’opera “Giulio Cesare” di William Shakespeare. 
Lo spettacolo si inserisce all’interno della stagione teatrale del Verdi dal titolo “Ritorno a Itaca” che, come spiega il direttore artistico del teatro Mino Manni, è un viaggio metaforico, attraverso le opere rappresentate, mediante cui il pubblico riscopre l’arte e la cultura occidentale da cui proviene. Il teatro diviene dunque in questo senso uno strumento per ritrovare e indagare se stessi, analizzando in modo più consapevole lacontemporaneità.
Anche tramite il monologo di Alessandro Preziosi sulla tragica morte di Giulio Cesare, è stato
possibile estrapolare una riflessione sull’Ambizione e sul concetto di Bene e di Male, attraverso i
punti di vista chiaroscurali dei quattro personaggi portati in scena: Cesare, Marcantonio, Cassio e
Bruto.
La narrazione ha avuto inizio con l’orazione di Marcantonio, con cui vengono ripercorsi i momenti
salienti della vita del dittatore anche attraverso le figure di chi gli fu fedele o, al contrario,
cospiratore. Gli spettatori si trovano a contatto con personaggi ambigui che non agiscono né in
modo completamente positivo, né in modo completamente negativo; solo guidati dall’Ambizione
che porta loro a prendere decisioni senza scrupoli, seguendo solo il vantaggio personale che tali
azioni avrebbero comportato. Bruto e Cassio appaiono manovrati dal Senato per eliminare Cesare,
che aveva concentrato nelle sue mani troppo potere ma emerge anche rancore e insoddisfazione
generalizzata del popolo nei confronti di colui che aveva guidato l’impero fino a quel momento.
Marcantonio si mostra come il leale amico di Cesare, ma risulta anche un grande oratore che riesce,
dunque, a manipolare il popolo in un momento difficile della storia romana. Così, grazie al testamento
di Cesare in cui quest’ultimo nomina suoi eredi tutti i cittadini romani, Marcantonio riconquista il
popolo che lo esalta e si schiera contro chi ha voluto la morte del celebre dittatore.
Tutti i personaggi risultano quindi agire, spesso non in modo lecito – arrivando alle Idi di Marzo–,
per il Potere secondo il concetto per cui il fine giustifica i mezzi, comunemente attribuito, seppur
erroneamente, a Niccolò Machiavelli.
Le musiche di Giacomo Vezzani e l’utilizzo funzionale delle luci sul palco e in platea hanno,
inoltre, evocato drammaticità allo spettacolo in determinati attimi ricchi di tensione, accrescendo,
indirettamente, il coinvolgimento del pubblico in un’opera non propriamente scorrevole ma di
grande valore, grazie soprattutto alla recitazione magistrale di Preziosi.
Paola Bravo 4B LS



domenica 25 febbraio 2024

Il Mattei e il Rodari... perchè giocando si impara

 Da anni, anche prima che esistesse la Pcto, l'Istituto e Mattei e il comprensivo di Fiorenzuola hanno creato una sinergia di intenti didattici importanti. 

I nostri ragazzi fanno stage da alla primaria o all'infanzia, ma è molto più che uno stage, è un'esperienza di vita. 

Quest'anno alcune delle Ragazze della 4blsu sono andate al Rodari e hanno portato un gioco creato da loro.

Hanno giocato con i bimbi che si sono divertiti molto.

Un grazie speciale alla Maestra Fortunata che ha girato questo bellissimo video a memoria dell'esperienza vissuta.

@laredazione






mercoledì 14 febbraio 2024

"Il diario di Anne Frank" in versione teatrale



 Giovedì 25 gennaio numerose classi dell'Istituto Mattei si sono recate al Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda per vedere lo spettacolo “il Diario di Anna Frank”.

Quest’ultimo ha trattato del biennio (1942-1944) in cui Anne ,con la sua famiglia, si è rifugiata per evitare la cattura nazista.

Il 5 luglio 1942 la sorella di Anne, Margot, riceve una chiamata per lavorare in Germania; i genitori non si fidano ed il giorno successivo tutta la famiglia  si nasconde nel retro dell’edificio nel quale lavora il padre Otto Frank.

In questi due anni vengono accolte altre quattro persone nel rifugio, ovvero Peter, August ed Hermann Van Pels ed il dentista Fritz Pfeffer.

Anne, ragazza molto vivace, matura ma contemporaneamente consapevole di sbagliare spesso, stringe buoni rapporti con tutti e soprattutto con Peter.

All’inizio Anne lo definisce permaloso e pigro ma,con il tempo, egli diventa più attivo e, nell’aprile 1944, arrivano due baci.

Il primo viene dato sulla guancia, sui capelli e sull’orecchio ed il secondo sulle labbra.

Pochi mesi dopo, il 4 agosto 1944, la famiglia Frank, Van Pels ed il dentista Pfeffer, vengono arrestati e deportati.

Io da questo spettacolo ho compreso quanto ,nei momenti di paura e difficoltà, sia importante avere contatti con qualcuno.

Sentirsi compresi e felici con gli altri può permettere a tutti di espiare ogni turbamento in una situazione difficile.

I Frank infatti, essendosi nascosti per sfuggire alla cattura, hanno perso contatti con chiunque eccezion fatta per la famiglia Van Pels e per il dentista Pfeffer.

Proprio grazie a queste persone essi sono riusciti a trascorrere degli attimi felici in un momento difficile.

Inoltre, vedendo Anna parlare delle proprie pagine di diario, ho anche capito quanto scrivere sia utile a far trascorrere il tempo e soprattutto ad aprire il cuore.

Anne lo riporta proprio in una delle sue citazioni, ovvero: “Per una come me, scrivere un diario fa un curioso effetto. Non soltanto perché non ho mai scritto, ma perché mi sembra che più tardi né io né altri potremo trovare interessanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. Però, a dire il vero, non è di questo che si tratta; a me piace scrivere e soprattutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente.”

Ella nel suo diario, considerato una delle più importanti testimonianze storiche della seconda guerra mondiale, parla anche dello svolgimento della guerra, dell’obbligo di rimanere in silenzio e di non uscire , della paura della cattura e soprattutto dei suoi sogni e della speranza.

Per concludere voglio trascrivere alcune frasi celebri del diario, ovvero: “Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà. È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo”, “Non ci è permesso di avere opinioni. Le persone possono dirti di tenere la bocca chiusa, ma non possono impedirti di avere un’opinione. Anche se si è ancora molto giovani, non dovrebbero impedirti di dire quello che pensi. 

È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità.”

e “Una cosa però l’ho imparata: per conoscere bene la gente bisogna averci litigato seriamente almeno una volta. Solo allora puoi giudicarne il carattere.”

Francesco Maccagni 3BLSU