Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

martedì 31 dicembre 2024

"Cent'anni di solitudine" di Gabriel García Márquez

 

Il libro  è stato scritto da Gabriel García Márquez, scrittore, giornalista e saggista colombiano naturalizzato messicano,insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1982 .

"Cent'anni di solitudine" è stato pubblicato nel 1967 e si può considerare uno dei più importanti romanzi della letteratura latinoamericana e mondiale, fulcro del movimento letterario chiamato realismo magico, in cui elementi fantastici e surrealistici si intrecciano con la realtà quotidiana.

E’ un'opera che esplora la condizione umana in modo profondo e complesso. Attraverso la storia della famiglia Buendía, García Márquez crea un ritratto di solitudine, speranza, amore e morte, con uno stile che mescola il fantastico e il reale, in una narrazione avvolgente e potente.

Il romanzo racconta la storia della famiglia Buendía, che vive nel remoto paese immaginario di Macondo, un luogo isolato, fondato dal capostipite José Arcadio Buendía. La storia copre diverse generazioni della famiglia Buendía, che si susseguono nell'arco di un secolo, affrontando amori, tradimenti, lotte di potere, eventi straordinari e tragedie.

Il racconto inizia con la morte di  famiglia Buendía, il fondatore di Macondo, che dopo aver sviluppato un'ossessione per l'alchimia e la ricerca di segreti mistici, diventa pazzo. La storia prosegue con la vita dei suoi discendenti, che spesso si trovano a ripetere gli errori del passato, in un ciclo che sembra destinato a ripetersi senza fine.

Ogni generazione della famiglia Buendía è segnata da eventi straordinari, ma anche da un senso di inevitabile solitudine e di tragico destino. I membri della famiglia sono coinvolti in una serie di relazioni incestuose, guerre, rivoluzioni, e morti misteriose, tutte avvolte in un'atmosfera surreale. La storia si intreccia con la realtà politica e sociale della Colombia, riflettendo le sfide storiche e le contraddizioni del paese, come il conflitto tra conservatori e liberali, la violenza, le guerre civili e l'influenza della chiesa.

Il romanzo culmina con la decadenza della famiglia Buendía. L'ultimo membro della famiglia, Aureliano II, scopre che il destino della sua famiglia è stato predetto in un antico manoscritto scritto in sanscrito, che si rivela essere la chiave della fine della saga. La storia si conclude con la distruzione di Macondo, che viene spazzata via da un ciclone, simbolizzando la fine di un'era e il compimento del ciclo della solitudine.

Il tema della solitudine è ricorrente e profondo nel romanzo. Ogni personaggio vive una solitudine esistenziale che lo allontana dagli altri e lo imprigiona in sè stesso. Questa solitudine si manifesta in varie forme: relazioni familiari che non sono mai veramente intime, amori mai ricambiati o distrutti, e una sensazione di alienazione. La solitudine è una condizione universale, che può essere affrontata solo cercando un'autenticità nelle relazioni e imparando a comprendere se stessi prima di cercare un legame profondo con gli altri.

Un altro tema fondamentale è la concezione del tempo, che nel romanzo non è lineare, ma ciclico. Le generazioni dei Buendía si ripetono, con i figli che spesso seguono le stesse traiettorie dei padri e dei nonni, creando una sensazione di predestinazione e di fatalismo. Questo ciclo del tempo sembra inevitabile, e la storia della famiglia Buendía è come una spirale che continua senza possibilità di fuga.

L'amore è un tema che attraversa tutta la trama, ma è spesso problematico, conflittuale e tragico. Uno degli aspetti più emblematici è il tema dell'incesto, che ricorre in diverse generazioni della famiglia Buendía, portando con sé una maledizione di morte e distruzione. Le storie d'amore, anche quando non incestuose, sono sempre segnate da un destino tragico e ineluttabile.

Sebbene il romanzo si svolga in un contesto apparentemente fantastico e isolato, la storia di Macondo e dei Buendía è fortemente influenzata dalla storia sociale e politica della Colombia e dell'America Latina in generale. Ci sono riferimenti a guerre civili, rivoluzioni, la lotta per il potere, e l'arrivo di forze imperialiste straniere (rappresentate simbolicamente dalla compagnia delle banane). Questo rende il romanzo anche una riflessione sulla condizione socio-politica del continente.

Cent'anni di solitudine è un romanzo che offre una riflessione profonda e complessa sulla vita, l'amore, la solitudine, la morte e il destino. Gli insegnamenti che emergono dal testo sono universali e coinvolgono ogni aspetto dell'esperienza umana: dalla necessità di confrontarsi con il passato, alla comprensione del valore della comunicazione e della libertà, fino alla consapevolezza che la vita è segnata da forze spesso incontrollabili. La grandezza del romanzo risiede nel fatto che questi insegnamenti sono presentati attraverso una narrazione affascinante, ricca di immagini poetiche e surreali, che invita il lettore a riflettere su se stesso e sul mondo che lo circonda.

La redazione













La storia di Souleymane al cinema!


Martedì 10 dicembre,  in occasione dell’assemblea d’istituto, il triennio dell’Istituto Mattei si è recato al cinema Capitol per la visione del film “La storia diSouleymane” del regista francese Boris Lojkine.
Il film, uscito nelle sale cinematografiche nell’ultimo anno e premiato al Festival di Cannes, porta
lo spettatore a seguire il protagonista Souleymane durante le sue giornate. Il giovane è emigrato
dalla Guinea in Francia, Paese dove aspetta il colloquio per ricevere il permesso di soggiorno in una
tremenda attesa di qualcosa che non arriva e che forse non arriverà mai. Nel frattempo che si
avvicina il momento di questo fatidico incontro, la narrazione segue il ragazzo sfrecciare per le vie
di Parigi in sella alla sua bicicletta come rider, grazie al subaffitto del profilo di un app specifica, di un suo connazionale.. A Souleymane, infatti, non è permesso lavorare regolarmente e dunque per guadagnarsi qualche spicciolo è costretto a lavorare nell’illegalità per tutta la giornata prima di tornare al dormitorio statale, situazione abitativa precaria a cui sono costrette tantissime persone nella sua stessa vacillante condizione.
Con empatia, il proposito del film è quello di calarsi nella realtà sociale di chi vive questa situazione
dal particolare, ossia la storia individuale di Souleymane, al generale, ritraendo tutti gli altri
immigrati che, come il giovane, vivono in balia della burocrazia e di funzionari che ascolteranno il
racconto del loro passato, di ciò che li ha spinti a scappare dal proprio Paese di origine e
decreteranno infine il loro destino. Questione emblematica rappresentata nella pellicola è anche la
preparazione della storia falsa che queste persone sono spinte a raccontare, da veri e propri truffatori che si spacciano per mentori, a esporre alla maniera scolastica per convincere gli esaminatori a concedere l’agognato permesso di soggiorno. 
 Queste rievocazioni sono uguali per tutti perché architettate nei minimi dettagli dalla stessa persona e la funzionaria, che ormai conosce a memoria le peripezie raccontate, dà la possibilità a Souleymane di esporre veramente il suo vissuto: da qui la riflessione sull’autenticità, più elevata e profonda dell’omologazione.
La pellicola denuncia anche le condizioni dei rider, sfruttati dagli esercizi commerciali e dai clienti:
emblematica è la scena della consegna ad una donna che non accetta il pacco, perché la confezione
esterna era rovinata, senza controllare se effettivamente il prodotto fosse ancora intatto o no. La
signora in questione non si ferma un attimo a pensare a chi ha davanti e alle difficoltà a cui
Souleymane si è trovato di fronte per fare la consegna. Quella dei rider è indubbiamente, anche in
Italia, una forma di sfruttamento legalizzato, a cui tante persone aderiscono non trovando lavori
migliori. Sono realtà poco pubblicizzate perché comode per la società borghese, sempre più
impigrita, e per chi le gestisce che ne trae enorme guadagno. Non sono invece ottimali per chi deve
svolgere questa attività in quanto la retribuzione è bassa, il singolo deve provvedere lui stesso al
mezzo e gli spostamenti, come si vede anche nel film, sono tutt’altro che sicuri, acuiti anche dai
ritmi di consegna che i rider devono tenere.
Ciò che viene rappresentata, soprattutto, è l’attesa interiore che vive il ragazzo, la quale si
contrappone alla notevole frenesia della vita a cui è costretto. È lo stesso stato di suspanse in cui
viene lasciato lo spettatore alla fine del film quando, al termine del colloquio, non viene rivelato se
effettivamente il protagonista ha ricevuto il permesso, in quanto si conclude con un «le faremo
sapere». La scena, come il film tutto, fa sgorgare un sentimento di ansia che consuma interiormente
il protagonista come gli spettatori, i quali vi si immedesimano. Da tutto ciò emerge come l’esistenza di
Souleymane, dall’inizio alla fine, è sospesa in un limbo che lo porta a «un atroce senso di
esclusione» (da Gli occhiali d’oro di Giorgio Bassani) dalla società, a non sentirsi radicato in un
luogo lontano dalla sua patria, dove non è nessuno e non si sa se avrà la possibilità di integrarsi e
vivere una vita migliore. I sentimenti sono quelli esposti nella poesia" In memoria" di Giuseppe
Ungaretti, dove viene ricordato l’amico egiziano Moammed Sceab m orto suicida a Parigi nel 1913
«perché non aveva più/ patria» «e non sapeva più/ vivere/ nella tenda dei suoi» ma allo stesso
tempo non si sentiva radicato in Francia «e non sapeva/ sciogliere/ il canto/ del suo abbandono»,
dunque non ha trovato, a differenza del poeta, un appiglio che lo facesse sopravvivere al dramma
intimo che viveva.
Paola Bravo 5B LS




lunedì 23 dicembre 2024

Intervista al giornalista Franco Fracassi

 Sabato 30 Novembre 2024, la nostra scuola ha avuto l’onore di ospitare il giornalista Franco Fracassi, noto per il suo impegno nella divulgazione e nell’approfondimento dei temi legati alla veridicità delle notizie.

L’incontro si è svolto nell’Aula Magna e ha coinvolto studenti e docenti interessati a comprendere meglio il mondo dell’informazione e i pericoli delle fake news.
Il giornalista ha iniziato il suo intervento spiegando l’importanza del giornalismo come “guardiano della democrazia”. Ha sottolineato come oggi, nell’era digitale, il flusso di informazioni sia rapidissimo e difficilmente controllabile, rendendo fondamentale lo sviluppo di un senso critico nei lettori.
Fracassi ci ha aiutato a capire come distinguere una notizia vera da una falsa: ha fornito esempi pratici di titoli sensazionalistici e manipolatori, spiegando come verificare le fonti e confrontare diverse testate giornalistiche.
Ha evidenziato i rischi connessi alla diffusione di notizie non verificate attraverso piattaforme come Facebook e Twitter, dove spesso mancano controlli rigorosi.
Ha invitato i presenti a non condividere informazioni senza averle prima analizzate, ribadendo che ognuno di noi può contribuire a combattere la disinformazione.
La parte più coinvolgente dell’incontro è stata la sessione di domande e risposte. Gli studenti hanno posto quesiti interessanti. Tra questi, citiamo: come riconoscere una fake news quando sembra ben documentata?Dove inizia la responsabilità del giornalista e dove quella del cittadino attento alla notizia?Come si può portare avanti la verità nel giornalismo,oggi?Fracassi ha risposto con competenza e passione, stimolando un dibattito vivace e costruttivo tra i ragazzi e gli adulti presenti.L’intervento si è concluso con un invito a essere sempre vigili e curiosi. Il giornalista ha sottolineato che la ricerca della verità è un compito impegnativo, ma necessario per una società più consapevole e libera.

Gli alunni della 5BLSU 


















Visita al Ghetto e al Museo Ebraico di Bologna

 

Mercoledì 18 dicembre abbiamo visitato il Ghetto e il Museo Ebraico di Bologna, immergendoci nella sua ricca storia.

Il Museo Ebraico di Bologna (MEB) è un’importante istituzione culturale situata nel centro storico della città, nel quartiere antico dove sorgeva il ghetto ebraico. Fondato nel 1999, il museo è dedicato alla storia e alla cultura ebraica, con particolare attenzione alla presenza ebraica a Bologna e in Emilia-Romagna.Il MEB è un luogo prezioso per scoprire la ricchezza della tradizione ebraica e riflettere sul dialogo interculturale e sulla memoria storica.

lI museo si trova in Via Valdonica, nel cuore del quartiere medievale, tra vicoli stretti che un tempo ospitavano il ghetto ebraico. La facciata semplice e moderna ci invitava ad entrare, suggerendo che all’interno avremmo trovato un mondo di storie e tradizioni da scoprire.

Appena varcata la soglia, siamo stati accolti da un ambiente luminoso e raccolto, dove una guida ci ha accolto per accompagnarci nella visita.

Siamo stati condotti nella sala della mostra permanente, organizzata in sezioni che raccontano la lunga storia degli ebrei a Bologna e in Emilia-Romagna. Qui, pannelli illustrativi, documenti antichi e oggetti rituali – come menorah, mezuzot e rotoli della Torah – ci hanno guidato alla scoperta delle tradizioni religiose e della vita quotidiana della comunità.

Un toccante momento ha riguardato la sezione dedicata alla Shoah, che raccoglie testimonianze di deportazioni e persecuzioni subite dagli ebrei durante il periodo fascista. Foto, lettere e ricordi personali ci hanno coinvolto emotivamente, invitandoci a riflettere sul peso della memoria storica.

Interessanti tra gli oggetti rituali

• la menorah: il candelabro a sette braccia, simbolo della fede ebraica, è esposto come esempio della centralità della luce nella spiritualità ebraica.

• la mezuzah: un piccolo astuccio contenente versi della Torah, tradizionalmente affisso sugli stipiti delle porte delle case ebraiche.

• i rotoli della Torah: testimoniano la lettura pubblica della Torah durante le funzioni religiose, una pratica centrale della liturgia ebraica.

 Interessanti tra  le festività ebraiche

Chanukkah (Festa delle Luci): spiegata attraverso la presenza di chanukkiot (candelabri a otto braccia) e pannelli informativi sul significato storico e spirituale della festa.

Pesach (Pasqua ebraica): testimonianze legate al seder, il pasto rituale, con oggetti come piatti del seder e testi liturgici (Haggadot).

Shabbat: esposti oggetti legati al giorno del riposo settimanale, come i candelabri per l’accensione delle luci e il calice per il Kiddush (benedizione del vino).

Interessanti tra  tra le tradizioni matrimoniali

• la ketubah: contratti matrimoniali decorati, che testimoniano la ricchezza della tradizione ebraica nei matrimoni.

• la chuppah: il baldacchino simbolico sotto cui si celebrano le nozze, rappresentato attraverso descrizioni e immagini

E si potrebbe proseguire all'infinito...visita interessante e consigliatissima!

Gli alunni delle classi seconde del Liceo delle Scienze Umane




















L' amica geniale: Lila e Lenù

 Si è conclusa da poco la quarta e ultima serie tratta dalla tetralogia “L’amica geniale” di Elena Ferrante,un romanzo che cattura con straordinaria intensità il complesso intreccio di amicizia, rivalità e crescita personale di Elena e Lila, cresciute in un rione popolare di Napoli, negli anni ‘50.

L’ambiguità del titolo riflette la natura simbiotica del loro rapporto: Elena e Lila sono al tempo stesso rivali e complementari, spinte a superare se stesse grazie all’influenza dell’altra. In un certo senso, entrambe sono l’“amica geniale” dell’altra, poiché il loro legame le sprona a crescere, a competere e a riflettere su ciò che vogliono davvero dalla vita. 

Il primo volume segue l’ infanzia e l’ adolescenza di Lina e Lenù, esplorando il loro rapporto complesso fatto di affetto e competizione. Lila, brillante e ribelle, è costretta a lasciare la scuola, mentre Elena prosegue gli studi, aprendo un divario sociale e culturale tra le due. La storia si snoda tra sogni di emancipazione e le difficoltà del rione, con un finale che segna il matrimonio di Lila e lascia presagire nuovi conflitti.

Il secondo libro si concentra sulla giovinezza e sul matrimonio infelice di Lila, intrappolata in una relazione oppressiva con Stefano. Intanto, Elena continua i suoi studi alla Normale di Pisa e si allontana dal rione, pur restando legata a Lila. Le vite delle due protagoniste divergono, ma restano indissolubilmente intrecciate.

Nel terzo volume, Elena e Lila affrontano la maturità in un contesto segnato dai conflitti politici e sociali degli anni ’70. Elena pubblica il suo primo libro “Divagazioni” e vive un matrimonio borghese con Pietro Airota, mentre Lila convive con Enzo e  lavora in una fabbrica in condizioni difficili. Sono gli anni delle lotte operaie. In questa parte le due donne si confrontano con le loro scelte, con il ruolo di madre e con le disillusioni della vita adulta.

L’ultimo volume è il più intenso e doloroso. Elena e Lila, ormai adulte, affrontano i traumi, le perdite e le scelte definitive delle loro vite. Tornate a vivere vicine, le loro esistenze si intrecciano ancora una volta, ma la tensione tra loro cresce. Il tema della maternità e la perdita della figlia per Lila segnano profondamente la narrazione. Questo libro chiude la tetralogia con un senso di nostalgia e irrisolutezza, lasciando al lettore un finale enigmatico e profondamente emotivo.

La tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante offre una vasta gamma di insegnamenti e riflessioni, affrontando temi universali attraverso le vite di Elena e Lila. Ecco solo alcuni degli insegnamenti principali:

-la forza dell’amicizia: l’amicizia tra Elena e Lila, seppur complessa e a volte tossica, dimostra come un legame profondo possa influenzare e plasmare la vita di una persona, offrendo sostegno ma anche sfide che spingono a crescere

-l’emancipazione personale: la serie esplora il potere trasformativo dell’istruzione, dell’ambizione e della scrittura come mezzi per superare le barriere sociali e culturali

-il peso delle radici: nonostante i tentativi di allontanarsi dal rione, entrambe le protagoniste sono costantemente richiamate al passato, mostrando come le origini influiscano sulla costruzione dell’identità

-la condizione femminile: la storia riflette le difficoltà affrontate dalle donne in una società patriarcale, tra oppressione, violenza e lotte per affermare la propria autonomia

-la lotta di classe: attraverso il contesto del rione e i conflitti tra i personaggi, si analizzano le disuguaglianze sociali e le dinamiche di potere

-il contrasto tra fuga e appartenenza: attraverso la vita di Elena e Lila si esplora il conflitto tra il desiderio di fuggire da un ambiente opprimente e l’incapacità di separarsene completamente

-la memoria e la narrazione: il racconto, filtrato attraverso i ricordi di Elena, sottolinea l’importanza della memoria e del racconto come strumenti per comprendere il passato e dare senso alla propria esistenza.

Il romanzo è lettura che passa attraverso una scrittura  ricca, evocativa e cruda, capace di trasportare il lettore nella vivida e contraddittoria realtà del rione. L’amica geniale è un best seller avvincente e profondo, unico e consigliatissimo!

La redazione






Dear Frank...!

 Ben trovati cari lettori del blog, oggi sono qui non solo per parlare di uno spettacolo teatrale e musicale recentemente visto, ma anche per dare un’interpretazione ad alcuni brani che fungono da colonna portante per i cantanti/cantautori.
Al teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda,lo scorso sabato, è stato inscenato un tributo al cantante statunitense Frank Sinatra, da una band musicale, formata da un pianista, un bassista che ha suonato il contrabbasso, un batterista, due sassofonisti, un trombettista,un trombonista ed un chitarrista.
Tra le diverse canzoni eseguite, quelle che hanno mosso fortemente l’animo sono, a parer mio, “Flying to the moon", "For once in my life”, “New York, New York” e“My way”.
Il primo brano riguarda il tema amoroso giacché si nota quanto l’amato sia disposto a fare di tutto per la propria amata, a tal punto da raggiungere la luna.
Ci sono peraltro diverse frasi che simboleggiano la forte sintonia presente tra gli amati come “please be true”, “fill my heart with song” e “hold my hand”.
La seconda canzone, la quale fu scritta da Stevie Wonder e successivamente ripresa da Frank Sinatra, ha un significato verosimile alla prima. 
Infatti parla di un uomo che dichiara di aver trovato una persona affidabile e bisognosa di tanto amore.Inoltre ella lo aiuterà a sopportare il dolore, che non lo farà soffrire come successo in passato.
Il tutto è rappresentato da diverse frasi come “I have someone who needs me”, “I have something I know won’t desert me” e “I’m not alone anymore”.
La terza canzone può essere interpretata come uno sprone a fare di più e a seguire ciò che piace.Infatti, il testo parla di un individuo che vuole vivere un’esperienza non da poco, ovvero costruirsi una vita a New York; qualora esso riuscisse nel suo intento, potrà raggiungere i suoi obiettivi in ogni altro contesto.
Il tutto è esplicitato dalla frase:“You always make it there, you make it anywhere”.
Infine non può mancare la canzone che ha portato Frank Sinatra all’apice del successo, 
ovvero “My way”.
Essa prende spunto da un brano francese, dal titolo “Comme d’Habitude”.
Paul Anka, cantante e compositore canadese, lo riadattò in inglese e, successivamente, ottenuti i diritti d’autore, la sottopose a Frank Sinatra.
Una curiosità molto particolare di questo capolavoro è che Sinatra stesso dichiarò di non gradire ciò che avrebbe consentito il suo futuro successo.
Un uomo, ormai prossimo alla morte, sta valutando la vita passata.
Egli ha vissuto ed affrontato tante esperienze sempre a modo proprio, ignorando ciò che gli altri potrebbero dire di lui.
Il tutto è essenziale poiché lascia,a chiunque ascolti il brano, la possibilità di capire che bisogna vivere senza tenere in considerazione ogni giudizio altrui, specialmente se fatto in modo offensivo o con l’intento di bloccare quella persona in ciò che fa.
Per concludere voglio invitare ogni lettore, come sostiene Frank Sinatra in “My way”, a seguire sempre i propri sogni e ciò che, a modo proprio, piace fare, tralasciando il giudizio delle altre persone.
Francesco Maccagni 4BLSU








domenica 8 dicembre 2024

Cinema-Il gladiatore II

 Il Gladiatore II, diretto da Ridley Scott, si colloca 16 anni dopo gli eventi del primo capitolo e introduce un nuovo protagonista: Lucio Vero, figlio di Lucilla e nipote di Commodo.

La trama esplora il percorso di Lucio, cresciuto con il ricordo del generale Massimo Decimo Meridio come modello di virtù e coraggio.

Dopo aver assistito alla tragica morte del venerato eroe Massimo per mano del suo perfido zio, Lucio si troverà costretto a combattere nel Colosseo dopo che la sua patria viene conquistata da due tirannici imperatori: Caracalla e Geta.

La performance di Denzel Washington nei panni dell'usurpatore Macrino  è di certo notevole, così come apprezzabile risulta, a differenza del primo film, il fatto che  la storia si sposti dal piano personale a un livello più collettivo, affrontando temi come la disuguaglianza sociale e le ribellioni dei ceti più bassi nella Roma imperiale .

Anche il ritmo adottato risulta più riflessivo, privilegiando le relazioni e l’introspezione rispetto ai combattimenti frenetici del gladiatore I .

Il film, senza raggiungere la grandiosità  del primo, risulta a nostro parere, 

ugualmente dignitoso e spettacolare per la scenografia , il contesto storico abilmente ricostruito, l'abilità nel trattare tematiche di ordine politico-sociale in una modalità fortemente attuale.

La redazione




“IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA”

Martedì mattina siamo andati al cinema Capitol,qui a Fiorenzuola,a vedere il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”.

Il film racconta la   storia di Andrea Spezzacatena: un quindicenne, studente al liceo scientifico Cavour di Roma,vittima di bullismo e il cyberbullismo,che nel 2012 decise di togliersi la vita.

Oggi Andrea avrebbe 27 anni e fa riflettere il fatto che,come un adolescente qualsiasi, non abbia potuto godere degli anni più belli della sua vita. La sua storia è una delle tante che ci rendono sempre più consapevoli di come i fatti e soprattutto le parole che diciamo possano avere un peso sugli altri, e che bisogna fare attenzione a come si usano. Inoltre, ci lascia anche un messaggio molto importante, ossia che se si e' vittima di bullismo o cyberbullismo, come nel caso di Andrea, non bisogna arrendersi, ma lottare, chiedere aiuto,farsi supportare.

In questo contesto anche il ruolo della famiglia è stato molto importante: la madre di Andrea lo ha sempre supportato, anche se non si era accorta del bullismo di cui era vittima suo figlio; ancora oggi ,raccontando nelle scuole,( e ora anche con il film), la sua storia contribuisce a mentenere vivo il ricordo di Andrea e a redarguire tutti noi.

I social hanno sicuramente avuto un ruolo fondamentale nella storia e hanno aggravato la situazione, anche questo ci fa capire molto di quanto influenzino i giovani d’oggi. L’ultimo aspetto di cui vorrei parlare riguarda l' omologarsi per piacere agli altri, tipico tutti gli adolescenti. Vestirsi o truccarsi come gli altri, fare cose o sport perché lo praticano gli altri, vedere un certo film perché lo hanno guardato gli altri; ma nella maggior parte delle volte magari a noi neanche piace quel vestito o quel film, ma lo mettiamo o lo guardiamo per far colpo sugli altri. Andrea ha fatto finta di essere qualcun altro per evitare il giudizio degli altri, ma questo gli è costato veramente molto molto caro.

Questa storia ci insegna a riflettere sul peso di azioni e parole a cui spesso potremmo dare poco peso, sull'importanza di chiedere aiuto, soprattutto se si e' vittima di episodi come quelli vissuti da Andrea.

Purtroppo molti ragazzi oggi faticano a confidarsi e ad avere punti di riferimento stabili, non vedono soluzioni e credono che l’unica soluzione sia arrendersi, arrivando anche a  togliersi la vita.

Baistrocchi Alice 2 CLSU







Maria Montessori - La Nouvelle Femme-


Il film “La Montessori” narra la storia di Maria Montessori e del suo nuovo metodo educativo, che ha cambiato il modo di insegnare e imparare.

Maria Montessori mirava a dare accesso a tutti i bambini all’istruzione, poichè credeva che ogni bambino avesse il diritto di imparare.

Nel film si vede, in particolare, come la pedagogista accoglie bambini con disabilità, che in passato venivano esclusi dalla scuola. Il suo metodo rispettava i tempi di ogni bambino, permettendo a tutti di crescere senza sentirsi giudicati o esclusi. Questo creava un ambiente in cui ogni bambino si sentiva valorizzato e accettato.

Maria Montessori è un esempio di grande coraggio e da ammirare. È stata una delle prime donne a laurearsi in medicina in Italia, in un periodo in cui era raro che le donne studiassero o lavorassero fuori casa. Nel film, si vede come abbia affrontato molte difficoltà e pregiudizi per seguire la sua passione e le sue convinzioni. La sua storia ispira molte donne a credere in se stesse e a lottare per i propri sogni, dimostrando che, grazie alla tenacia e alla perseveranza, si possono fare grandi cose e avere un impatto importante nella società.

Il film ci mostra come il metodo Montessori incoraggi i bambini a imparare attraverso il gioco, in quanto essi sono liberi di scegliere le attività che preferiscono, invece di seguire lezioni rigide. Questo li aiuta a sviluppare curiosità e amore per l’apprendimento.

Maria Montessori ha creato materiali didattici specifici e particolari , come lettere di legno e puzzle, per aiutare i bambini a imparare in modo pratico. Questi strumenti, ancora oggi, aiutano i bambini a sviluppare le loro abilità manuali e intellettuali. 

Il film mostra come l’ambiente di apprendimento Montessori sia organizzato per essere accogliente e adatto ai bambini. Gli spazi sono puliti, ordinati e pieni di materiali che stimolano la creatività e l’autonomia dei bambini. Maria Montessori credeva che il ruolo dell’insegnante fosse quello di osservare i bambini senza giudicarli, lasciandoli esplorare liberamente. Questo approccio permetteva ai bambini di sentirsi liberi di esprimersi e di sviluppare la propria personalità. Uno degli obiettivi principali del metodo Montessori è aiutare i bambini a diventare indipendenti. Nel film si vede come i bambini imparano a svolgere piccole attività da soli, come versare acqua o vestirsi, migliorando così la loro fiducia in se stessi.

In conclusione il film mi è piaciuto molto perché mostra la passione e determinazione di una donna che, nonostante la difficile situazione della donna nella società del tempo, sia riuscita a realizzarsi e a creare un suo  metodo educativo efficace.

Sara Di Criscio 3ALSU








Teatro:“Falstaff e le allegre comari di Windsor”

Nel mese di Novembre presso il teatro Verdi di Fiorenzuola è stata messa in scena“Falstaff e le allegre comari di Windsor”opera  di William Shakespeare, caratterizzata da intrighi amorosi, equivoci e situazioni comiche.

La commedia esplora temi come la gelosia, la fedeltà coniugale e l’inganno, il tutto condito da una forte dose di comicità e satira sociale.

La trama è divisa in cinque atti ed è condotta interamente dalle donne, donne simulatrici,scaltre e “vive” che tengono il pubblico attento e partecipe.

Riportiamo brevemente la trama:nel I atto,Sir John Falstaff, un cavaliere caduto in disgrazia e pieno di debiti, decide di corteggiare due ricche donne sposate, Mistress Ford e Mistress Page, per sottrarre loro denaro. Scrive lettere d’amore identiche a entrambe, sperando di conquistare i loro favori. Tuttavia, le due donne scoprono il piano e decidono di vendicarsi.

Nel II atto Mistress Ford e Mistress Page organizzano uno scherzo ai danni di Falstaff: fingono di accettare le sue avances per metterlo in situazioni imbarazzanti. Nel frattempo, Ford, il geloso marito di Mistress Ford, sospettando l’infedeltà della moglie, si traveste e si presenta a Falstaff con il nome di “Brook” per spiarlo e scoprire la verità.Nel III atto Falstaff si reca a casa di Mistress Ford per un appuntamento amoroso. Tuttavia, quando Ford torna inaspettatamente, le donne nascondono Falstaff in un cesto della biancheria sporca e lo fanno scaricare nel fiume. Nonostante l’umiliazione, Falstaff non si arrende.Nel IV atto le donne organizzano un secondo scherzo: invitano Falstaff a un altro incontro, ma questa volta lo travestono da “Vecchia Zia di Brentford”, una figura poco amata da Ford. Quando Ford torna, infuriato, picchia Falstaff, senza riconoscerlo nel travestimento.Nel V atto per il gran finale, le due donne pianificano una burla ancora più elaborata:convincono Falstaff a incontrarle di notte nel bosco, indossando un costume da cacciatore. Qui, un gruppo di amici e familiari, travestiti da fate e folletti, lo spaventa e lo deride. Alla fine, Falstaff capisce di essere stato preso in giro, ma tutti i malintesi si risolvono, e la commedia si chiude con risate e riconciliazioni. Falstaff, pur umiliato, viene perdonato, e la comunità di Windsor ritrova l’armonia.

Grazie a questa rappresentazione Il personaggio di Sir John Falstaff diventerà il più amato della produzione comica shakespeariana ed entrerà, a pieno diritto, nella storia del teatro e nel cuore degli spettatori di tutti i tempi. Falstaff è uno dei personaggi più amati e memorabili alla sua complessità, umanità e irresistibile comicità.

Soprattutto quando si rivolge direttamente agli spettatori e li coinvolge implicitamente nelle sue battute, crea un legame speciale con il  pubblico,  che si sente complice delle sue marachelle e condivide con lui un sorriso, rendendolo un personaggio difficile da non amare.

La redazione








martedì 3 dicembre 2024

Scoperte di Ottobre: nuove Frontiere della Scienza!

 In un mondo in cui le scoperte scientifiche stanno rimodellando la nostra comprensione dell'universo ogni giorno, tenersi informati sui progressi attuali è più importante che mai. Mentre traiamo ispirazione dalle incredibili innovazioni del passato, studiandole e comprendendole negli studi scolastici, è altrettanto fondamentale concentrarsi sui risultati rivoluzionari che stanno avvenendo proprio ora per non rimanere bloccati nello studio puramente teorico e stazionario della conoscenza. 

Ecco alcune delle più importanti nuove scoperte e progressi in vari campi della scienza, realizzati nei mesi precedenti al 2024.

A partire dall'infinita esplorazione dello spazio, abbiamo avuto grandi novità che hanno plasmato il modo in cui vediamo il nostro universo. Nell'ottobre di quest'anno, sono stati rivelati allo IAC, il più grande Congresso astronautico internazionale che si è tenuto a Milano, dal direttore generale dell'Esa Josef Aschbacher e dal direttore scientifico Carole Mundell, alcuni immagini catturate dal telescopio spaziale Euclid dell'Agenzia spaziale europea. Questo telescopio può muoversi più velocemente e osservare un'area molto più grande (100 volte più grande) del famoso JWST della NASA. Quindi, gli astronomi stanno continuamente combinando tutte le immagini catturate per comporre una mappa, un ritratto di famiglia dell'universo conosciuto e osservabile. Per ora è stato costruito soltanto l'un percento della mappa 3D che è stato incaricato di creare. Il mosaico da 208 gigapixel catturato dal dispositivo costituisce quella che gli scienziati chiamano "la prima pagina" del grande atlante cosmico che Euclide creerà nei prossimi sei anni di osservazione. L'area fotografata copre ancora cinquecento volte l'area occupata dalla nostra luna nel cielo notturno comprendendo decine di milioni di stelle nella Via Lattea e circa 14 milioni di galassie distanti oltre la nostra, visibili ingrandendo l'immagine.


La capacità di Euclid di visualizzare deboli nubi all'interno della Via Lattea, note come "cirri galattici", e di
catturare strutture intricate come la galassia a spirale ESO 364-G036 situata a 420 milioni di anni luce di distanza,
dimostra il potenziale del telescopio di far luce sui misteri cosmici. È assolutamente incredibile che l'esplorazione
spaziale sia arrivata così lontano da presentare sui nostri piccoli schermi, sulla nostra piccola Terra, la vastità di tutto ciò che ci circonda.
Passando al campo della fisica, la "Royal Swedish Academy of Sciences" ha deciso di assegnare il premio Nobel per la fisica 2024 a John J. Hopfield e Geoffrey Hinton  "per le scoperte e le invenzioni fondamentali che consentono l'apprendimento automatico con reti neurali artificiali”. I due premi Nobel per la fisica di quest'anno hanno utilizzato strumenti della fisica per sviluppare metodi che sono il fondamento del potente apprendimento automatico odierno. John Hopfield ha creato una memoria associativa in grado di archiviare e ricostruire immagini e altri tipi di pattern nei dati. Geoffrey Hinton ha inventato un metodo in grado di trovare autonomamente proprietà nei dati e quindi eseguire attività come l'identificazione di elementi specifici nelle immagini."Il lavoro dei premiati è già stato di grandissimo beneficio. In fisica utilizziamo reti neurali artificiali in una vasta gamma di aree, come lo sviluppo di nuovi materiali con proprietà specifiche", afferma Ellen Moons, presidente del Comitato Nobel per la fisica.
Inoltre, il professor Seokheun "Sean" Choi della Binghamton University e la studentessa di dottorato Maryam Rezaie stanno riutilizzando la loro ricerca sulle biobatterie alimentate da batteri, ingeribili e non, in una nuova idea di piante artificiali che possono nutrirsi di anidride carbonica, rilasciare ossigeno e persino generare un po' di energia. Le piante artificiali utilizzano la luce interna per guidare la fotosintesi, ottenendo una riduzione del 90% dei livelli di anidride carbonica, superando di gran lunga la riduzione del 10% osservata con le piante naturali.


Le scoperte recenti in ambito scientifico dimostrano come l'umanità continui a spingersi oltre i propri limiti, esplorando l'universo, rivoluzionando la tecnologia e cercando soluzioni
innovative per affrontare le sfide globali. Comprendere e valorizzare questi progressi è essenziale per costruire un futuro sempre più sostenibile e ricco di opportunità.
Chaggar Prabhjot Kaur 
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