Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido (Albert Einstein).

Prima di sprofondare nel grande sonno voglio ascoltare l'urlo della farfalla (Jim Morrison).

Il futuro, significa perdere quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora (Haruki Murakami).

Non sono una donna addomesticabile (Alda Merini).

Il mondo che ti circonda è stato costruito da persone che non erano più intelligenti di te (Steve Jobs).

domenica 8 dicembre 2024

Cinema-Il gladiatore II

 Il Gladiatore II, diretto da Ridley Scott, si colloca 16 anni dopo gli eventi del primo capitolo e introduce un nuovo protagonista: Lucio Vero, figlio di Lucilla e nipote di Commodo.

La trama esplora il percorso di Lucio, cresciuto con il ricordo del generale Massimo Decimo Meridio come modello di virtù e coraggio.

Dopo aver assistito alla tragica morte del venerato eroe Massimo per mano del suo perfido zio, Lucio si troverà costretto a combattere nel Colosseo dopo che la sua patria viene conquistata da due tirannici imperatori: Caracalla e Geta.

La performance di Denzel Washington nei panni dell'usurpatore Macrino  è di certo notevole, così come apprezzabile risulta, a differenza del primo film, il fatto che  la storia si sposti dal piano personale a un livello più collettivo, affrontando temi come la disuguaglianza sociale e le ribellioni dei ceti più bassi nella Roma imperiale .

Anche il ritmo adottato risulta più riflessivo, privilegiando le relazioni e l’introspezione rispetto ai combattimenti frenetici del gladiatore I .

Il film, senza raggiungere la grandiosità  del primo, risulta a nostro parere, 

ugualmente dignitoso e spettacolare per la scenografia , il contesto storico abilmente ricostruito, l'abilità nel trattare tematiche di ordine politico-sociale in una modalità fortemente attuale.

La redazione




“IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA”

Martedì mattina siamo andati al cinema Capitol,qui a Fiorenzuola,a vedere il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”.

Il film racconta la   storia di Andrea Spezzacatena: un quindicenne, studente al liceo scientifico Cavour di Roma,vittima di bullismo e il cyberbullismo,che nel 2012 decise di togliersi la vita.

Oggi Andrea avrebbe 27 anni e fa riflettere il fatto che,come un adolescente qualsiasi, non abbia potuto godere degli anni più belli della sua vita. La sua storia è una delle tante che ci rendono sempre più consapevoli di come i fatti e soprattutto le parole che diciamo possano avere un peso sugli altri, e che bisogna fare attenzione a come si usano. Inoltre, ci lascia anche un messaggio molto importante, ossia che se si e' vittima di bullismo o cyberbullismo, come nel caso di Andrea, non bisogna arrendersi, ma lottare, chiedere aiuto,farsi supportare.

In questo contesto anche il ruolo della famiglia è stato molto importante: la madre di Andrea lo ha sempre supportato, anche se non si era accorta del bullismo di cui era vittima suo figlio; ancora oggi ,raccontando nelle scuole,( e ora anche con il film), la sua storia contribuisce a mentenere vivo il ricordo di Andrea e a redarguire tutti noi.

I social hanno sicuramente avuto un ruolo fondamentale nella storia e hanno aggravato la situazione, anche questo ci fa capire molto di quanto influenzino i giovani d’oggi. L’ultimo aspetto di cui vorrei parlare riguarda l' omologarsi per piacere agli altri, tipico tutti gli adolescenti. Vestirsi o truccarsi come gli altri, fare cose o sport perché lo praticano gli altri, vedere un certo film perché lo hanno guardato gli altri; ma nella maggior parte delle volte magari a noi neanche piace quel vestito o quel film, ma lo mettiamo o lo guardiamo per far colpo sugli altri. Andrea ha fatto finta di essere qualcun altro per evitare il giudizio degli altri, ma questo gli è costato veramente molto molto caro.

Questa storia ci insegna a riflettere sul peso di azioni e parole a cui spesso potremmo dare poco peso, sull'importanza di chiedere aiuto, soprattutto se si e' vittima di episodi come quelli vissuti da Andrea.

Purtroppo molti ragazzi oggi faticano a confidarsi e ad avere punti di riferimento stabili, non vedono soluzioni e credono che l’unica soluzione sia arrendersi, arrivando anche a  togliersi la vita.

Baistrocchi Alice 2 CLSU







Maria Montessori - La Nouvelle Femme-


Il film “La Montessori” narra la storia di Maria Montessori e del suo nuovo metodo educativo, che ha cambiato il modo di insegnare e imparare.

Maria Montessori mirava a dare accesso a tutti i bambini all’istruzione, poichè credeva che ogni bambino avesse il diritto di imparare.

Nel film si vede, in particolare, come la pedagogista accoglie bambini con disabilità, che in passato venivano esclusi dalla scuola. Il suo metodo rispettava i tempi di ogni bambino, permettendo a tutti di crescere senza sentirsi giudicati o esclusi. Questo creava un ambiente in cui ogni bambino si sentiva valorizzato e accettato.

Maria Montessori è un esempio di grande coraggio e da ammirare. È stata una delle prime donne a laurearsi in medicina in Italia, in un periodo in cui era raro che le donne studiassero o lavorassero fuori casa. Nel film, si vede come abbia affrontato molte difficoltà e pregiudizi per seguire la sua passione e le sue convinzioni. La sua storia ispira molte donne a credere in se stesse e a lottare per i propri sogni, dimostrando che, grazie alla tenacia e alla perseveranza, si possono fare grandi cose e avere un impatto importante nella società.

Il film ci mostra come il metodo Montessori incoraggi i bambini a imparare attraverso il gioco, in quanto essi sono liberi di scegliere le attività che preferiscono, invece di seguire lezioni rigide. Questo li aiuta a sviluppare curiosità e amore per l’apprendimento.

Maria Montessori ha creato materiali didattici specifici e particolari , come lettere di legno e puzzle, per aiutare i bambini a imparare in modo pratico. Questi strumenti, ancora oggi, aiutano i bambini a sviluppare le loro abilità manuali e intellettuali. 

Il film mostra come l’ambiente di apprendimento Montessori sia organizzato per essere accogliente e adatto ai bambini. Gli spazi sono puliti, ordinati e pieni di materiali che stimolano la creatività e l’autonomia dei bambini. Maria Montessori credeva che il ruolo dell’insegnante fosse quello di osservare i bambini senza giudicarli, lasciandoli esplorare liberamente. Questo approccio permetteva ai bambini di sentirsi liberi di esprimersi e di sviluppare la propria personalità. Uno degli obiettivi principali del metodo Montessori è aiutare i bambini a diventare indipendenti. Nel film si vede come i bambini imparano a svolgere piccole attività da soli, come versare acqua o vestirsi, migliorando così la loro fiducia in se stessi.

In conclusione il film mi è piaciuto molto perché mostra la passione e determinazione di una donna che, nonostante la difficile situazione della donna nella società del tempo, sia riuscita a realizzarsi e a creare un suo  metodo educativo efficace.

Sara Di Criscio 3ALSU








Teatro:“Falstaff e le allegre comari di Windsor”

Nel mese di Novembre presso il teatro Verdi di Fiorenzuola è stata messa in scena“Falstaff e le allegre comari di Windsor”opera  di William Shakespeare, caratterizzata da intrighi amorosi, equivoci e situazioni comiche.

La commedia esplora temi come la gelosia, la fedeltà coniugale e l’inganno, il tutto condito da una forte dose di comicità e satira sociale.

La trama è divisa in cinque atti ed è condotta interamente dalle donne, donne simulatrici,scaltre e “vive” che tengono il pubblico attento e partecipe.

Riportiamo brevemente la trama:nel I atto,Sir John Falstaff, un cavaliere caduto in disgrazia e pieno di debiti, decide di corteggiare due ricche donne sposate, Mistress Ford e Mistress Page, per sottrarre loro denaro. Scrive lettere d’amore identiche a entrambe, sperando di conquistare i loro favori. Tuttavia, le due donne scoprono il piano e decidono di vendicarsi.

Nel II atto Mistress Ford e Mistress Page organizzano uno scherzo ai danni di Falstaff: fingono di accettare le sue avances per metterlo in situazioni imbarazzanti. Nel frattempo, Ford, il geloso marito di Mistress Ford, sospettando l’infedeltà della moglie, si traveste e si presenta a Falstaff con il nome di “Brook” per spiarlo e scoprire la verità.Nel III atto Falstaff si reca a casa di Mistress Ford per un appuntamento amoroso. Tuttavia, quando Ford torna inaspettatamente, le donne nascondono Falstaff in un cesto della biancheria sporca e lo fanno scaricare nel fiume. Nonostante l’umiliazione, Falstaff non si arrende.Nel IV atto le donne organizzano un secondo scherzo: invitano Falstaff a un altro incontro, ma questa volta lo travestono da “Vecchia Zia di Brentford”, una figura poco amata da Ford. Quando Ford torna, infuriato, picchia Falstaff, senza riconoscerlo nel travestimento.Nel V atto per il gran finale, le due donne pianificano una burla ancora più elaborata:convincono Falstaff a incontrarle di notte nel bosco, indossando un costume da cacciatore. Qui, un gruppo di amici e familiari, travestiti da fate e folletti, lo spaventa e lo deride. Alla fine, Falstaff capisce di essere stato preso in giro, ma tutti i malintesi si risolvono, e la commedia si chiude con risate e riconciliazioni. Falstaff, pur umiliato, viene perdonato, e la comunità di Windsor ritrova l’armonia.

Grazie a questa rappresentazione Il personaggio di Sir John Falstaff diventerà il più amato della produzione comica shakespeariana ed entrerà, a pieno diritto, nella storia del teatro e nel cuore degli spettatori di tutti i tempi. Falstaff è uno dei personaggi più amati e memorabili alla sua complessità, umanità e irresistibile comicità.

Soprattutto quando si rivolge direttamente agli spettatori e li coinvolge implicitamente nelle sue battute, crea un legame speciale con il  pubblico,  che si sente complice delle sue marachelle e condivide con lui un sorriso, rendendolo un personaggio difficile da non amare.

La redazione








martedì 3 dicembre 2024

Scoperte di Ottobre: nuove Frontiere della Scienza!

 In un mondo in cui le scoperte scientifiche stanno rimodellando la nostra comprensione dell'universo ogni giorno, tenersi informati sui progressi attuali è più importante che mai. Mentre traiamo ispirazione dalle incredibili innovazioni del passato, studiandole e comprendendole negli studi scolastici, è altrettanto fondamentale concentrarsi sui risultati rivoluzionari che stanno avvenendo proprio ora per non rimanere bloccati nello studio puramente teorico e stazionario della conoscenza. 

Ecco alcune delle più importanti nuove scoperte e progressi in vari campi della scienza, realizzati nei mesi precedenti al 2024.

A partire dall'infinita esplorazione dello spazio, abbiamo avuto grandi novità che hanno plasmato il modo in cui vediamo il nostro universo. Nell'ottobre di quest'anno, sono stati rivelati allo IAC, il più grande Congresso astronautico internazionale che si è tenuto a Milano, dal direttore generale dell'Esa Josef Aschbacher e dal direttore scientifico Carole Mundell, alcuni immagini catturate dal telescopio spaziale Euclid dell'Agenzia spaziale europea. Questo telescopio può muoversi più velocemente e osservare un'area molto più grande (100 volte più grande) del famoso JWST della NASA. Quindi, gli astronomi stanno continuamente combinando tutte le immagini catturate per comporre una mappa, un ritratto di famiglia dell'universo conosciuto e osservabile. Per ora è stato costruito soltanto l'un percento della mappa 3D che è stato incaricato di creare. Il mosaico da 208 gigapixel catturato dal dispositivo costituisce quella che gli scienziati chiamano "la prima pagina" del grande atlante cosmico che Euclide creerà nei prossimi sei anni di osservazione. L'area fotografata copre ancora cinquecento volte l'area occupata dalla nostra luna nel cielo notturno comprendendo decine di milioni di stelle nella Via Lattea e circa 14 milioni di galassie distanti oltre la nostra, visibili ingrandendo l'immagine.


La capacità di Euclid di visualizzare deboli nubi all'interno della Via Lattea, note come "cirri galattici", e di
catturare strutture intricate come la galassia a spirale ESO 364-G036 situata a 420 milioni di anni luce di distanza,
dimostra il potenziale del telescopio di far luce sui misteri cosmici. È assolutamente incredibile che l'esplorazione
spaziale sia arrivata così lontano da presentare sui nostri piccoli schermi, sulla nostra piccola Terra, la vastità di tutto ciò che ci circonda.
Passando al campo della fisica, la "Royal Swedish Academy of Sciences" ha deciso di assegnare il premio Nobel per la fisica 2024 a John J. Hopfield e Geoffrey Hinton  "per le scoperte e le invenzioni fondamentali che consentono l'apprendimento automatico con reti neurali artificiali”. I due premi Nobel per la fisica di quest'anno hanno utilizzato strumenti della fisica per sviluppare metodi che sono il fondamento del potente apprendimento automatico odierno. John Hopfield ha creato una memoria associativa in grado di archiviare e ricostruire immagini e altri tipi di pattern nei dati. Geoffrey Hinton ha inventato un metodo in grado di trovare autonomamente proprietà nei dati e quindi eseguire attività come l'identificazione di elementi specifici nelle immagini."Il lavoro dei premiati è già stato di grandissimo beneficio. In fisica utilizziamo reti neurali artificiali in una vasta gamma di aree, come lo sviluppo di nuovi materiali con proprietà specifiche", afferma Ellen Moons, presidente del Comitato Nobel per la fisica.
Inoltre, il professor Seokheun "Sean" Choi della Binghamton University e la studentessa di dottorato Maryam Rezaie stanno riutilizzando la loro ricerca sulle biobatterie alimentate da batteri, ingeribili e non, in una nuova idea di piante artificiali che possono nutrirsi di anidride carbonica, rilasciare ossigeno e persino generare un po' di energia. Le piante artificiali utilizzano la luce interna per guidare la fotosintesi, ottenendo una riduzione del 90% dei livelli di anidride carbonica, superando di gran lunga la riduzione del 10% osservata con le piante naturali.


Le scoperte recenti in ambito scientifico dimostrano come l'umanità continui a spingersi oltre i propri limiti, esplorando l'universo, rivoluzionando la tecnologia e cercando soluzioni
innovative per affrontare le sfide globali. Comprendere e valorizzare questi progressi è essenziale per costruire un futuro sempre più sostenibile e ricco di opportunità.
Chaggar Prabhjot Kaur 
5BLS









Imparare l'inglese a Dublino!

 Bentornati cari lettori del Mattei’s blog,
oggi non vi parlerò di musica come sono solito fare, bensì tratterò dello stage linguistico che ho svolto a Dublino, capitale dell’Irlanda, lo scorso mese.
Esso è iniziato domenica 13 ottobre.
Una volta preso l'areo e trascorso il volo, si è raggiunta, tramite la corriera che ha prelevato noi studenti dall’aeroporto, la scuola. 
Lì, dopo aver conosciuto il direttore, ognuno di noi ha ricevuto un badge che avrebbe obliterato prima di usufruire dei mezzi pubblici ( luas=tram, pullman e treni), che avrebbero favorito lo spostamento nella capitale.
Successivamente a ciò, ogni coppia o gruppo di ragazzi è stato condotto, da uno dei membri delle famiglie ospitanti, alla propria casa.
La routine giornaliera da seguire è stata abbastanza semplice.
Terminata la colazione, svoltasi circa un quarto d’ora prima di uscire di casa, ci si è recati a scuola ove le lezioni, intervallate da una pausa di 15 minuti,  iniziavano alle 9:15 ( ora locale in Irlanda) e terminavano alle 12:45.
In tutto erano presenti due classi di alunni i quali sono stati suddivisi per livello di inglese, misurato tramite un esame di collocamento, svoltosi qualche giorno prima della partenza, al Mattei.
Nella mia classe ,durante le prime ore, si sono svolte delle tipiche attività in lingua inglese come listening, speaking, writing e reading, mentre nelle ultime si è discusso di tutto ciò che riguarda la cultura irlandese come il folklore, i cibi, la storia ed anche l’alfabeto, differente dal nostro poiché mancante di alcune lettere come la z o la j.
Poi, dopo aver terminato il pranzo alle 13:30, nei diversi pomeriggi, sono state visitate tutte le principali attrazioni turistiche di Dublino.
Il giorno successivo all’arrivo, ossia il 14 ottobre,è stata percorsa la O'Connell street, dotata di questo imponente monumento di acciaio, chiamato “The Spire”,ed è stata visitata la cattedrale del patrono irlandese, ovvero San Patrizio.
Il 15 ottobre è stato visitato il Trinity College e la “Book of Kells experience", cioè la biblioteca, contenente uno dei libri più antichi al mondo, ossia il “Book of Kells”.
Il 16 ottobre si è vista, insieme al museo “Chester Beatty”, la zona più “moderna” di Dublino,dotata di tantissimi grattacieli i quali si affacciano sul fiume Liffey.
Su quest’ultimo è stato costruito uno dei ponti più noti al mondo, ovvero il “Samuel Beckett’s  bridge”, ispirato al drammaturgo irlandese Samuel Beckett.
Il 17 ottobre è stata ammirata la zona costiera della città, la quale si affaccia sull’Oceano Atlantico. 
Il 18 ottobre sono stati visitati la National Gallery, il monumento dello scrittore Oscar Wilde ed il parco più grande della città, ovvero Saint Stephen’s Green Park.
Tutte le serate sono state trascorse in compagnia o in centro città o al centro commerciale Dundrum.
Infine, l’ultimo giorno, sono stati consegnati ad ognuno di noi studenti gli attestati di frequentazione della scuola, con assegnato il livello di inglese ottenuto.
Fin da quando si è iniziato a parlare dello svolgimento dello stage a gennaio, ho sempre pensato che avrei voluto partecipare.
Innanzitutto perché sono una persona che apprezza, quando possibile, arricchirsi di esperienze, ma anche perché ho potuto rifare un viaggio lontano dall’Italia dopo più di 5 anni dall’ultima volta.
Peraltro questo è stato il mio primo spostamento, svolto in modo totalmente autonomo e con grandi responsabilità da avere come non perdere oggetti essenziali come i documenti personali.
Per cui, per tutte le classi terze che l’anno prossimo potranno svolgere lo stage, invito a leggere la mia esperienza per capire se viverla o lasciarla sfuggire. 
Francesco Maccagni 4BLSU




martedì 26 novembre 2024

Alla scoperta del mondo con Palomar!

 Palomar è un romanzo, scritto nel 1983 da Italo Calvino. “Palomar” segue le riflessioni e le osservazioni di un uomo di mezza età ,mentre esplora il mondo che lo circonda e cerca di dare significato alla propria esistenza osservando la natura, l'arte e l'interazione umana. Il libro è’ diviso in tre sezioni: 

LE VACANZE DI PALOMAR: parte che vede Palomar contemplare la natura con una curiosità quasi scientifica, esaminando animali, stelle ed elementi naturali.

 PALOMAR IN CITTA’: parte in cui Palomar si immerge nell'arte e nella percezione, interrogandosi sul significato delle opere d'arte e sull'interpretazione soggettiva della realtà. 

I SILENZI DI PALOMAR: ultima parte in cui si affronta la complessità dell'amore e delle relazioni umane, cercando di comprendere l'intimità e la connessione emotiva.

 

Nel complesso, "Palomar" di Italo Calvino si rivela un'opera affascinante che spinge il lettore a esplorare i confini della conoscenza e dell'esperienza umana. Con la sua struttura articolata e le profonde riflessioni di Palomar, il libro offre uno sguardo intenso sulla bellezza e la complessità del mondo che ci circonda. Attraverso la storia di Palomar, Calvino, secondo me, ci invita a guardare oltre le apparenze e a cogliere la poesia nascosta nella natura, nell'arte e nelle relazioni umane. La capacità dell'autore di mescolare saggezza filosofica con un pizzico di ironia rende la lettura di "Palomar" un'esperienza ricca e piacevole.

All’inizio devo confessare che non ero particolarmente attratta da “Palomar”. La trama apparentemente semplice e la mancanza di dettagli e caratteristiche fisiche del protagonista non mi sembravano così coinvolgenti. Tuttavia, una volta immersa nella lettura ho cambiato gradualmente la mia opinione. Mi sono affascinata dal fatto che Palomar si soffermava anche su oggetti, animali o elementi naturali banali ponendosi domande ed elaborando profonde e filosofiche riflessioni. Consiglio vivamente questo libro a tutti!


Kaur Navveer  1ALS



Un classico sempre attuale: "Il sentiero dei nidi di ragno" di Calvino

"Il sentiero dei nidi di ragno" è stato scritto da Italo Calvino nel 1947 a soli 24 anni ed usato per partecipare al Premio Mondadori. È stato il suo primo libro ad avere successo. Italo Calvino è stato uno scrittore e giornalista. Nato a Santiago de Las Vegas, Cuba, il 15 ottobre 1923, da genitori italiani. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ha partecipato alla Resistenza come partigiano nelle Langhe. Dopo la guerra si stabilisce a Torino, dove nel 1947 si laurea in Lettere. Italo Calvino muore a Siena il 19 settembre del 1985, a causa di un'emorragia cerebrale. Calvino ha voluto raccontare la vita partigiana in Italia durante la seconda guerra mondiale: decide di fornire un punto di vista originale, infatti ha voluto descrivere questa realtà brutale attraverso gli occhi di un bambino di nome Pin. Il protagonista Pin, un bambino di all'incirca 10 anni, orfano non ha avuto un'infanzia normale: non è cresciuto con la madre che morì poco dopo la sua nascita, invece il padre lo abbandonò per avere un'altra famiglia. Viveva con la sorella che però non lo aveva mai curato molto e una volta cresciuta intraprese il lavoro di prostituta. Lei veniva chiamata la Nera di Carrugio Lungo e frequentava spesso i tedeschi senza preoccuparsi della propria reputazione. Pin  è cresciuto in mezzo agli adulti, imparò a parlare come loro e ad incuriosirsi agli argomenti a cui si interessavano loro (armi, donne, guerra …) ma nonostante ciò aveva anche lui alcune piccole abitudini da bambino: amava il sentiero dei nidi di ragno che lo attraeva molto, che era un segreto per tutti a parte che per lui ed era il posto dove poteva giocare come un vero bambino da solo. Provocato dagli adulti a provare la sua fedeltà, Pin sottrae a Frick, un marinaio tedesco amante della sorella, la pistola di servizio, una P38, e la sotterra nel suo posto preferito cioè il sentiero dei nidi di ragno. Pin verrà arrestato e portato in prigione. Qui entra in contatto con il Lupo Rosso, un giovane e coraggioso partigiano, che in prigione subiva interrogatori e violenze da parte dei fascisti. Lupo Rosso aiuta Pin ad evadere dal carcere, ma una volta fuori, abbandona Pin, a girovagare nel bosco da solo, finché non incontra Cugino, un partigiano solitario, alto e grosso . Lui lo condurrà sulle montagne, al gruppo segreto di militanti partigiani a cui appartiene, il distaccamento del Dritto. Lì incontrerà molti antifascisti tra cui Mancino il cuciniere, Giglia la moglie di Mancino, Dritto il comandante ecc. Con questi personaggi condividerà molte avventure. Ho amato la scorrevolezza della narrazione che trasporta dalla prima pagina all'ultima, è un romanzo molto accattivante dove i dialoghi, scritti con un linguaggio quotidiano e a volte volgare si alternano a descrizioni dei personaggi principali e delle loro emozioni. Ho adorato il fatto che la guerra non sia l'unico argomento trattato ma ci siano anche altre tematiche molto interessanti e avvincenti come per esempio l'amicizia, argomento che mi ha trasportato per tutta la lettura. Nel complesso consiglio questo libro a tutti perché è facile da leggere e comprendere,ma tratta, allo stesso tempo, argomenti molto importanti e attuali.

Kaur Navveer  1ALS



martedì 19 novembre 2024

VISITA DEL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE AL MATTEI

Istituto Mattei, Fiorenzuola , 7 Novembre 2024

In seguito alla rilevanza che hanno ricevuto gli indirizzi di studio del Polo Mattei per diversi progetti realizzati negli ultimi anni, giovedì 7 Novembre 2024  è stato ospite del nostro istituto il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara accompagnato dal Direttore dell’Ufficio scolastico regionale dott. Bruno Di Palma e dal Dirigente dell’Ufficio di Ambito territoriale di Parma e Piacenza dott. Andrea Grossi.
Valditara si è recato inizialmente in Aula Magna dove era in corso la replica dello spettacolo per lacelebrazione dei settant’anni del Liceo Scientifico per il biennio del nostro Liceo e per le classi quinte del Liceo delle Scienze Umane. 
In quest’occasione, dopo l’introduzione della Preside e una breve spiegazione del lavoro svolto da parte di due studentesse delle classi quinte, il Ministro ha potuto osservare una scena dello spettacolo, inerente i giornalini scolastici, da cui poi è scaturito un breve discorso rivolto agli studenti presenti. È seguita poi una domanda posta da uno studente a proposito dell’intelligenza artificiale, strumento a cui il Ministro è risultato favorevole –se guidato – da qui sono sorte da parte nostra  alcune riflessioni sul fatto che sia stato il vietato cellulare in classe fino alla terza media. 
La visita del Ministro è proseguita poi con l’illustrazione di attività svolte da studenti delle classi dell’Istituto Professionale, dell’Istituto Tecnico Tecnologico e del Liceo Scientifico legate al tema della legalità, albero di Falcone e albero della Pace, e dell’ambiente, torri idroponiche e serre,produzione di energia pulita, creazione di bioplastiche da amido di mais, distributori di acqua potabile.
Alla fine della giornata, l’evento ha riportato, tuttavia per alcuni studenti, diversi  elementi  di criticità  tra cui il poco  tempo a disposizione per poter illustrare le tante attività, che ogni giorno ci rendono protagonisti attivi della nostra comunità scolastica.

Paola Bravo 5B LS






lunedì 18 novembre 2024

Progetto di Scambio con l'Olanda per il nostro Liceo Scientifico


Anche quest'anno grazie all'impegno dei docenti e alla partecipazione dei ragazzi ha avuto luogo il progetto di scambio tra i nostri ragazzi e gli studenti olandesi.

Dal 10 al 14 novembre, 23 alunni dell'Isendoorn College di Warnsveld (Olanda) sono stati ospiti degli studenti delle due classi prime del Liceo Scientifico.

I nostri ospiti hanno potuto avvalersi in particolare di un workshop sul tema dell'acqua a scuola, una treasure Hunt a Parma,  un laboratorio al museo della scienza e della tecnica di Milano e una visita in Comune a Fiorenzuola.

Un mix di cultura, divertimento e amicizia che ci porterà ad aprile 2025 a ricambiare la visita in Olanda!   
See you soon, Dutch Friends!





“House of Hunger” di Alexis Henderson

 Quanto la fame guida le azioni di una persona? Quanto il desiderio nauseabondo guida il modo in cui funziona il mondo? E quando la fame si trasforma in ossessione, famelica e insaziabile? Ma, cosa ancora più importante, quanto la fame è un problema sociopolitico? 

“House of Hunger” di Alexis Henderson esplora i concetti complessi di potere e desiderio. Si tratta di un thriller claustrofobico con travolgenti sfumature gotiche sulla decisione di una giovane cameriera di lasciarsi alle spalle la sua vita infernale e di perdersi nei ranghi più alti della società, perdendo non solo il suo sangue ma anche rinunciando lentamente alla sua anima. Il romanzo segue Marion Shaw, una giovane donna di umili origini che si ritrova coinvolta in un mondo oscuro e seducente di sanguinarie d'élite. Queste sanguinarie servono le casate aristocratiche che governano questa società cupa e suggestiva, dando letteralmente linfa vitale ai suoi residenti. Trascinata nel mondo oscuro governato dalla contessa Lisavet, Marion viene rapidamente travolta dal suo fascino e da un desiderio disperato di compiacere a lei. Le mura della casa non riescono a nascondere tutto e quando l'espulsione della capo sanguinaria rivela uno schema di precedenti sanguinarie scomparse, Marion scopre che nel profondo della casa si nasconde qualcosa di veramente miserabile.

Facendo ricorso alla tipica ambientazione inglese della Rivoluzione post-industriale, questo libro si propone di incarnare appieno il romanzo gotico iniziale con le sue opinioni intrinsecamente politiche sulle classi sociali attraverso la grande metafora dell'aristocrazia che succhia il sangue delle povere e sfortunate ragazze della classe inferiore. Infatti, la storia inizia con Marion, intrappolata nella povertà e spinta dalla disperazione della sua vita mondana nel Sud, dove le opportunità sono scarse e i sogni ancora più rari. Nonostante tutto questo, lei desidera ancora una vita migliore, lontana dal fratello violento e dalle lunghe e disumane ore di lavoro. La prima fame che il lettore incontra è quindi quella della povertà e della bramosia di sopravvivenza in ogni condizione. La seconda fame nel libro è sicuramente l'insaziabile brama di potere e di lusso della classe sociale più alta. Con descrizioni vivide e una prosa sontuosa, Alexis Henderson dipinge un quadro affascinante di una casa desolata situata in una tenuta tentacolare e delle famiglie nobili per le quali il sapore del sangue ha ancora un ruolo dominante. I lettori si troveranno allo stesso tempo affascinati e turbati da questo mondo, in cui la classe privilegiata si sostiene e si sazia attraverso lo sfruttamento e il graduale consumo dei propri servi.

Una volta arrivata a casa, Marian diventa ossessionata dall'enigmatica contessa Lisavet, la cui bellezza e carisma esercitano un'attrazione inebriante su Marion. Il romanzo stabilisce rapidamente una tensione tra le due donne ma che porta con sé un sottile sentimento di paura e manipolazione sempre presente. Coinvolta in una seduzione ipnotica con la contessa Lisavet e innescata da una scoperta inquietante, il viaggio di Marion è costellato di disillusione e di una discesa dalla devozione incrollabile alla violenza. 

Il personaggio di Marion è scritto con un'intensa miscela di vulnerabilità e resilienza, e la sua relazione con Lisavet si dipana come un gioco stratificato e seducente di fiducia e tradimento. L'ingenuità iniziale di Marion viene rapidamente temperata dalle brutali realtà del suo nuovo ruolo, e il suo viaggio diventa quello di navigare per sopravvivere in un sistema progettato per prosciugarla sia fisicamente che mentalmente. Il suo arco narrativo solleva domande su cosa si è disposti a sacrificare per sicurezza, amore e un senso di appartenenza. Henderson non si tira indietro dal descrivere gli aspetti raccapriccianti di questo accordo, rivelando la violenza che sostiene la bellezza, il lusso e il potere.



CHAGGAR PRABHJOTKAUR








giovedì 24 ottobre 2024

I SETTANT’ANNI DEL LICEO SCIENTIFICO: UN VIAGGIO NELLA STORIA ATTRAVERSO QUADERNO E SPETTACOLO

Sabato 5 ottobre, il Teatro Verdi ha ospitato la presentazione della prima pubblicazione della collana "Quaderni del polo Mattei”, dedicata alla storia del liceo scientifico di Fiorenzuola. In occasione del settantesimo anniversario dell'autonomia dal Respighi di Piacenza, avvenuta il 1 ottobre 1954, noi studenti delle classi 5A e B abbiamo dato vita a una rappresentazione teatrale per condividere l’emozione e la curiosità che ci hanno accompagnato durante il processo di ricerca e scrittura del libro. L’idea di questo volume è nata nel 2022 dal dirigente scolastico, prof.ssa Rita Montesissa, e dal quadro appeso in presidenza che ricorda la nascita del liceo: «70 anni sono tanti, molte altre scuole ricordano questi decennali e abbiamo voluto farlo anche noi». Oltre a ciò, però, ci sono anche motivazioni personali che hanno stimolato la realizzazione di questo proposito in quanto sia la dirigente che la prof.ssa Adele Prati, referente di sede del liceo, hanno frequentato questa scuola da studentesse, poi da insegnanti fino al ruolo che hanno acquisito.

Guidati dai nostri insegnanti, Adele Prati, Paola Allegri, Giovanna Bortolotto, Stefano Costi, Paola Dente, Tamara Gandolfi, Paola Varani e Andrea Santi, abbiamo creato autonomamente un dialogo tra due studenti di epoche diverse: uno contemporaneo e l'altro proveniente da momenti significativi della storia del liceo che abbiamo ricostruito. L’obiettivo era quello di rappresentare il colloquio che abbiamo avuto in questi due anni di lavoro con la storia locale «fondamentale per capire da dove veniamo e l'importanza di chi è passato prima di noi», come spiega la prof.ssa Tamara Gandolfi. Abbiamo tracciato un viaggio nel tempo, dagli inizi negli anni ‘40, quando il liceo era sotto il Respighi di Piacenza e l'atmosfera era segnata dalla guerra, fino all’autonomia nel 1954, passando per gli anni della contestazione studentesca del Sessantotto e il trasferimento nel campus di Via Boiardi negli anni Novanta, per concludere con il liceo attuale negli anni 2000. Quella che abbiamo affrontato è stata una traversata emotiva e collettiva nell’abisso di documenti dell’archivio scolastico e comunale «all'inizio un po' disorientante [...] perché ci siamo scontrati con la difficoltà di affrontare documenti, di capirli e di inserirli in un testo finale» come ricorda la prof.ssa Paola Dente. «Si è lavorato nelle classi» - per quanto riguarda la stesura del testo e la ricerca delle immagini - «ma c'è stato anche un grande lavoro di revisione sul libro e correzione delle bozze quest'estate» dichiara la prof.ssa Prati. 


A conclusione del lavoro, fondamentale è stato l’apporto del prof.re Santi «soprattutto nella parte digitale, fornendo alcuni consigli sulla realizzazione estetica del libro» e, in occasione dell'evento del 5 ottobre, «nella gestione delle prenotazioni e dei gadget» che sono stati distribuiti agli iscritti dell’associazione “Amici del liceo scientifico” «per rafforzare il senso di appartenenza e identità all'interno della nostra comunità».


Verso la fine dell’evento, è stata presentata l’associazione “Amici del liceo scientifico” di cui è socio fondatore ancora il prof.re Santi, il quale ha spiegato: «L'idea di creare l'associazione è emersa più di un anno fa, in un contesto particolarmente significativo: il 70° anniversario di autonomia del nostro liceo. La Dirigente scolastica, con la sua visione di valorizzare questo traguardo, mi ha proposto di diventare socio fondatore. Essendo stato sia uno studente che ora un docente di questo stesso liceo, ho sentito immediatamente una connessione profonda con l'iniziativa. Così, ho cominciato a contattare a uno a uno gli ex studenti e, con grande sorpresa, ho notato un entusiasmo incredibile nel desiderio di “tornare” al liceo e contribuire in qualche modo. Molti di loro erano ansiosi di rimanere coinvolti nella comunità scolastica, di condividere le loro esperienze e di dare qualcosa in cambio alla scuola che li aveva formati. Questo spirito di appartenenza e collaborazione mi ha motivato ulteriormente e ha confermato che l'associazione non solo avrebbe reso onore al passato del liceo, ma avrebbe anche creato un ponte tra le generazioni. Per quanto riguarda i progetti futuri dell'associazione, ho già alcune idee che ritengo molto promettenti. Uno degli aspetti fondamentali su cui voglio concentrarmi è la collaborazione tra gli ex studenti, membri dell'associazione, e gli attuali studenti del liceo, in particolare nell'ambito dell'orientamento. Chi meglio di loro può condividere la propria esperienza nel mondo del lavoro o all'università? Ricordo bene quanto sarebbe stato utile per me, da studente, avere l'opportunità di confrontarmi con chi aveva appena terminato il liceo. La loro testimonianza diretta potrebbe fornire preziose informazioni e ispirazione per i nostri ragazzi, aiutandoli a fare scelte più consapevoli per il loro futuro. Inoltre, ci sono altri progetti in cantiere, ideati dagli ex studenti associati, ma per il momento sono ancora top secret. Stiamo infatti lavorando all'insediamento del direttivo, che avrà un ruolo cruciale nel definire e realizzare queste iniziative». 

A conclusione della mattinata, è stata inoltre inaugurata una mostra d'arte allestita dal prof.re Giuseppe Dossena, con la collaborazione di alcuni studenti delle classi quinte «per cercare di valorizzare la scuola e l'operato all'interno proprio del liceo stesso con disegni che, per una breve parentesi temporale, hanno assunto il valore di opere d'arte a sé stanti e hanno avuto una dignità artistica» - come afferma il curatore, continuando poi con la spiegazione del criterio secondo cui è stata decisa la disposizione dei disegni - «sullo scalone sono stati messi i disegni più accattivanti, i più illustrativi, più legati al mondo dell'illustrazione, invece i più architettonici e più ornamentali sono stati messi di sopra. Abbiamo cercato di mettere in vista le cose più attraenti».


Realizzare il libro e mettere in scena lo spettacolo ha comportato sfide che sono servite «a maturare e a trovare il modo per collaborare insieme e per riuscire ad affrontarle»  - spiega la prof.ssa Gandolfi, la quale continua - «la più grande soddisfazione me l'hanno data i miei alunni perché li ho visti impegnarsi in un lavoro in cui magari all'inizio erano un po' confusi e ritrosi ma di cui si sono progressivamente appassionati e hanno trovato il loro apice, la loro realizzazione, proprio nell'ultima sezione dello spettacolo in cui mi sento di dire che hanno veramente collaborato e dato il massimo di sé tirando fuori anche dei talenti e delle qualità che non sempre sono visibili a scuola. Questo lavoro, che mi ha visto all'inizio un po' titubante, è stato dunque significativo nel vedere un pubblico che tace, che è intento e attento a guardare i miei ragazzi che esprimono loro stessi e il frutto del loro lavoro». 

Grande compiacimento anche da parte di tutti gli altri insegnanti delle classi che hanno seguito il processo in modo continuo, come la prof.ssa Paola Allegri, la quale, conclusasi la sua esperienza con la scuola, afferma «per me è stato un piacere, essendo in pensione, aver avuto questo tempo supplementare con voi. Per me è stato il momento più bello, un commiato meraviglioso perché ho avuto una possibilità che non è da tutti», o in modo secondario, come il prof.re Dossena che definisce i ragazzi «geniali. Hanno fatto veramente un grossissimo lavoro anche perché hanno superato impatti emotivi e psicologici».


Le reazioni positive sono arrivate anche dal pubblico: autorità cittadine, rappresentate dal sindaco Romeo Gandolfi, ed ex studenti, i quali hanno dichiarato di essersi emozionati grazie alla rappresentazione poiché quest’ultima «ha fatto ripercorrere le varie tappe del liceo facendoci identificare tutti, quelli di diverse generazioni, con questo dialogo tra lo studente di oggi e lo studente di ieri - come afferma la presentatrice dell’evento Donata Meneghelli continuando - la cosa molto interessante è che non avete fatto un lavoro compilativo ma un lavoro dove, come hanno detto i vostri prof nella prefazione del libro, vi siete lasciati stupire e interrogare da quello che vi incuriosiva di più e questo secondo me è la cosa più grande che date a noi, attraverso il vostro sguardo riviviamo».

 


Di seguito, riportiamo le parole del Dirigente Scolastico, prof.ssa Rita Montesissa, che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare in merito all’evento, in particolare riguardo la genesi di questo progetto, il risultato finale e i progetti futuri della scuola.

Da dove è nata l'idea di creare un libro con la storia del liceo per celebrare il settantesimo?

Ci siamo accorti, perché il quadro è appeso in presidenza, che il primo ottobre 1954 la nostra scuola era diventata autonoma. È appeso, c'è la data, c'è tutto, e quindi non si poteva dimenticare. 70 anni sono tanti, no? È una lunga strada. E quindi ne ho parlato con la professoressa Prati, con qualche altro docente del liceo, per dire «non dimentichiamoci di questa data che sta per arrivare». Quando abbiamo cominciato a parlarne eravamo nel 2022, avevamo davanti molto tempo: «Cosa ne dite se raccogliamo un po' la vita di questi anni? Sembra interessante per chi l'ha vissuta e anche per chi non la conosce». Allora loro hanno detto: «ma sì, è una buona idea» e hanno aggiunto la proposta di far fare un'attività PCTO agli studenti. E visto che c'era l'adesione delle classi e di un po' di professori, ci si è resi conto che si sarebbe potuto realizzare. Poi siccome conoscevamo l'ingegner Bottioni e l’onorevole Migliavacca, che hanno scritto dei libri sulla storia di Fiorenzuola, naturalmente molto più articolati, precisi, scientifici di quello che poi abbiamo scritto noi e che già conoscevano un pezzo di storia del nostro liceo perché l’avevano frequentato e perché avevano scritto questi libri di storia, io e la professoressa Prati abbiamo sentito anche loro per vedere se davano un aiuto. Poi abbiamo aggiunto anche la prof.ssa Torricella che aveva frequentato e fatto la docente qui. Poi so che il grosso del lavoro l’avete fatto con i professori della classe però c’erano anche questi appoggi. L'idea è nata un po' per caso, vedendo il quadro lì. Però 70 anni sono tanti, molte altre scuole ricordano questi decennali, e abbiamo voluto farlo anche noi. Poi a posteriori per fortuna che l’abbiamo fatto no? Le persone sono state contente del vostro lavoro, della vostra presentazione e anche di avere in mano il libro. 


Quali sono le motivazioni che l'hanno portata a insistere per la realizzazione di questo progetto?

Ci sono diverse motivazioni. Una scuola quando arriva a compiere degli anni, così tanti, anche così importanti, è giusto che si soffermi su questa sua storia; questo a carattere generale. Ho anche però dei motivi personali: ho frequentato questa scuola e poi ci ho fatto anche il professore per vent'anni al liceo scientifico; quindi, per me è anche un legame personale. Quello di poter trasmettere nel libro la storia un po’ è un mio restituire per tanto che mi ha dato questa scuola, sia da studente che da professore, che adesso da dirigente. Quindi un po' ho anche insistito su questo. Questa scuola fa parte della mia esperienza di vita: raccogliere nel libro è un modo un po' per raccogliere anche la mia esperienza di vita. Infine, il terzo motivo è quello per il quale quando ci credo in un progetto e mi metto dietro a realizzarlo poi mi piace andare in fondo. Non mi piace piantare le cose via a metà se vedo che si possono realizzare, anche se ci sono delle difficoltà. Un po' di difficoltà ci sono state anche in questo progetto, no? Soprattutto perché non è stato facile trovare gli articoli, selezionare il materiale, poi lavorare in tanti, mettere insieme le cose. C'è stato anche del lavoro sul vostro lavoro quest’estate. Dopo che voi avete finito c'è stato bisogno di rivedere i capitoli, rileggerli, cercare di eliminare gli errori e le differenze di stile. C’era qualche errore dal punto di vista della scrittura ed erano presenti alcune ripetizioni, perché lavorando in modo separato magari alcuni concetti all’interno dei capitoli si ripetevano un po'. Quindi c'è stato bisogno anche di fare questo lavoro. Però abbiamo creduto che era un bel lavoro e che valeva la pena portarlo a termine. Per adesso credo che sia andata bene così; le persone sono state contente. Quello sul quale sono state contente è stata soprattutto la rappresentazione, poiché il libro non è ancora letto. Poi dopo quando lo avranno letto, secondo me, saranno contenti anche di quest’ultimo. Sul libro non potevano essere contenti se non del fatto che sfogliandolo era bello; si aspettavano forse un opuscoletto e invece quando hanno visto la bella copertina, le belle immagini, sono stati soddisfatti da ciò che avevano in mano. 


Il lavoro porterà beneficio alla scuola in termini di pubblicità?

Penso di sì. A Fiorenzuola si sa che c'è il liceo scientifico, è una scuola che c’è da tanto tempo e molti l'hanno frequentata, quindi, non abbiamo bisogno di ricordare alle persone che a Fiorenzuola c'è il liceo scientifico. Però credo che le persone si siano ricordate, guardando voi, come sono bravi gli studenti del liceo scientifico. Quindi, secondo me, oltre a portare a casa il fatto che il liceo scientifico è attivo e mantiene alta la sua tradizione, quello che ha colpito anche di più è stata la bravura degli studenti. Anch'io sono rimasta molto visivamente colpita dal fatto che non leggessero. Quando ne abbiamo parlato con i professori, all'inizio di quest’anno scolastico, dal momento che lo spettacolo è stato preparato in breve, i professori dicevano che i ragazzi avrebbero letto un po’ perché dovevano abituarsi; non è stato così. Farà bene tutto ciò? Eh, penso di sì, perché, in un mondo in cui si pensa che ci siano magari meno competenze rispetto al passato, voi avete dimostrato che i ragazzi sono bravi. Quindi, in questo senso, forse, la gente parlerà bene del liceo scientifico, perché ha visto dei ragazzi in gamba e dei professori che li hanno guidati bene anche.

Lei ha frequentato questo liceo prima da studentessa, poi da insegnante e, infine, da dirigente scolastico. Ripercorrendo questi anni, come pensa sia cambiata la scuola?


Eh, la scuola è cambiata perché il tempo è cambiato, la società è cambiata. Quando io ho frequentato il liceo scientifico, c'erano due sezioni come adesso, quindi questo era uguale, a parte che eravamo di là [sede vecchia di Piazzale Taverna] e non di qua [sede attuale nel campus], anche come professore, un po' siamo stati di là, un po' di qua. È cambiato, soprattutto, il modo di proporre la didattica: se oggi tornassi a fare il professore del liceo scientifico, non lo potrei più fare come lo facevo fino al 2007 perché oggi ci sono degli strumenti di insegnamenti digitali che non c'erano. Io, quando facevo il professore d'inglese, utilizzavo all'inizio le cassette, successivamente i cd, e negli ultimi anni, come avete detto voi quando ricordavate la storia durante lo spettacolo, è nato internet. E quindi io dicevo agli studenti di andare a vedere i giornali stranieri, ma molti non ce l'avevano, anche a scuola c'era un'aula con internet e basta; non c'era neanche la lim. In definitiva c’è stato un cambiamento nelle metodologie didattiche, perché sia quando io facevo la studentessa che mi davano dei ciclostili, sia quando facevo il professore che distribuivo delle fotocopie, siamo anni luce lontano alle metodologie che avete voi adesso; le fonti di apprendimento che fornisce la rete o le metodologie didattiche dei professori sono incomparabili. Anche le esperienze extracurriculari che fate voi - come il PCTO, le uscite didattiche, gli stage linguistici, come quello a Dublino - erano più limitate, soprattutto quando facevo studentessa. Quando invece facevo professoressa non c’era il PCTO però organizzavo le gite, anche all'estero. 

Il lavoro svolto rispecchia la realtà del liceo che ha avuto modo di vivere in questi anni?

Sì, penso che il libro sia stato fedele, non penso ci siano delle esagerazioni. Non è un libro che esalta la scuola; parla anche delle problematiche che ci sono state: ad esempio di quando pioveva dal tetto del liceo, delle proteste che ci sono state da parte degli studenti, delle difficoltà che si sono avute a volte. È un libro, secondo me, molto veritiero da questo punto di vista.

Cosa si aspetta per il liceo di Fiorenzuola negli anni a venire?

Innanzitutto, mi aspetto che si continui da un punto di vista didattico ad andare bene, perché andiamo già molto bene secondo i risultati di Eduscopio. Per quanto riguarda invece il Polo, di cui fa parte anche il liceo scientifico, non vedo l'ora che abbiano costruito la nuova palazzina, nel 2026-2027, così finalmente il Mattei potrà estendersi e molto probabilmente partirà anche un nuovo indirizzo professionale, il socio-sanitario, che abbiamo lanciato questi giorni. Io ho il desiderio che il liceo scientifico, come tutti gli altri indirizzi, continui ad andare molto bene e che i ragazzi scelgano, quando ci sono così tante opportunità, veramente la strada che sentono sia da loro. Vorremmo avere persone che sono contente della scelta che hanno fatto e che sono riuscite a seguire bene il proprio percorso.

Paola Bravo e Prabhjot Kaur Chaggar 5B LS