Ci troviamo a
Palermo nel 1993; la scuola chiude i battenti per dare il benvenuto all’estate
e i giovani sono pronti a lasciare la loro città per partire, tra di loro c’è
anche Federico che non vede l’ora di partire per l’Inghilterra al fine di
vedere nuovi posti e studiare una nuova lingua, ma c’è qualcosa, o piuttosto,
qualcuno, che gli fa cambiare idea. Sto parlando di Padre Pino Puglisi, un
insegnante di religione, che ama il suo lavoro, ama la sua fede ma soprattutto,
ama i suoi studenti; il suo obiettivo è quello di aiutare i bambini di
Brancaccio, un quartiere malfamato ed abbandonato a se stesso, e Federico gli
darà una mano. Affrontando questa nuova avventura, Federico, scoprirà la vita e
la sofferenza di bambini senza speranza, che non vedono altra via se non quella
tracciata per loro dalla mafia; ma Padre Pino Puglisi cercherà di salvare quei
bambini, quelle giovani vite, togliendoli dalla strada della criminalità,
purtroppo però capirà troppo tardi che l’unico modo per salvare quei bambini è
sottrarli da quel quartiere malfamato. Infatti la mafia, che non lascia scampo
a nessuno, reagirà colpendo per prima, dritta al cuore di Padre Puglisi e dei
suoi studenti.
Il 15 settembre del
1993, quindi 28 anni fa, veniva ucciso Padre Pino Puglisi, uomo onesto e
coraggioso che ha sottratto tantissimi giovani alla malavita e che ha seminato
bellezza e speranza nel quartiere di Brancaccio, zona periferica di Palermo
allora abbandonata da tutte le istituzioni.
Non conoscendo bene
la storia di 3P ho apprezzato molto il modo delicato e discreto di raccontare
ancora una volta un omicidio per mano della Mafia, inoltre mi sono interessata
al personaggio e voglio approfondirlo meglio, magari leggendo altri titoli che
parlano dello stesso personaggio.
“Ciascuno di noi è custode
di chi ha accanto: per parentela, per amicizia,
per lavoro,
per vicinato.
Ciascuno di noi è affidato ad altri e altri sono affidati a noi, perché Dio
muove tutto per spingerci ad amare di più ed essere
amati di più.”
Ho letto molto poco
di Alessandro D’Avenia e per ora ho apprezzato molto i suoi libri, per il loro
contenuto e per il modo in cui l’autore scrive; ma quello che non apprezzo dei
suoi libri è lo stile non continuo della storia, ci sono continui salti
temporali e cambi di personaggi che raccontano la storia e non viene mai detto
quando accade, quindi il lettore deve stare molto attento alla storia perché da
un momento all’altro tutto può cambiare. Proprio per questo motivo la storia è
per adulti e non per i giovanissimi, cosa che mi fa piangere il cuore perché è
un libro che dovrebbero leggere tutti.
Nonostante questo,
il libro è un piccolo gioiello, che tutti dovrebbero leggere perché ha la
capacità di insegnare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, che non sempre la
vita è facile e giusta, ma piuttosto difficile ed ingiusta, che c’è sempre
qualcuno che cercherà di farti del male e di abbatterti ma tu devi avere la forza
di tirati su, e mi ha anche insegnato una lezione importante che i bambini sono
fragili ma allo stesso tempo forti.
E voi avete letto
#ciòcheinfernononè ? Quali altri libri di questo autore avete letto?
MARTINA SIGNORILE