Nelle ultime
settimane, e negli ultimi giorni in particolare, la parola d'ordine per
suscitare l'attenzione di qualcuno o semplicemente l'argomento più diffuso di
cui poter parlare è sempre lo stesso: il Coronavirus. In questo
articolo, proveremo a far conoscere maggiormente la natura e le tappe in cui si
è imposto questo virus, che è ormai sulla bocca di tutti ma che realmente poche
persone ne conoscono effettivamente cause e conseguenze. L'epidemia da
Coronavirus riguarda un ceppo influenzale, il Covid-19, ancora sconosciuto, che
quindi non permette di capire quale sia la vera natura di questo contagio. I primi casi sono
avvenuti in Cina, nel dicembre del 2019, più precisamente nella città di Wuhan,
dove si sono verificati diversi ricoveri di persone colpite da una forma di
polmonite molto contagiosa: i primi report infatti degli ospedali parlano di
contagi che derivano da un virus sconosciuto. Il 7 gennaio
2020 le autorità di Pechino, che fino a qualche giorno prima negavano la realtà
di questo nuovo ceppo influenzale, riconoscono ufficialmente il virus, facente.
Cominciano dunque i primi studi e le prime ricerche per conoscere meglio questo
ceppo. Diagnosi: pur non essendo aggressivo in sé, il virus ha delle sue
capacità di diffusione molto elevate da qui le precauzioni igieniche diventano di
fondamentale importanza per evitare che chi, anche in modo asintomatico, possa
contagiare soprattutto i soggetti a rischio vita. Nonostante i vademecum di
come comportarsi in pubblico i contagi hanno raggiunto cifre vertiginose. Per
questo motivo la Cina decide di fermare ogni attività: chiuse industrie,
scuole, università, servizi di trasporto pubblico, vengono imposti rigidi
controlli negli aeroporti e vengono annullati i festeggiamenti per il Capodanno
cinese. Il 25
gennaio, il Presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, parla per
la prima volta dell'emergenza dettata dal coronavirus, diffondendo quindi la
notizia del virus anche nei paesi non ancora colpiti e dove se ne era parlato
meno. Nel
frattempo, cominciano a verificarsi i primi contagi (che in seguito
diventeranno molto numerosi) al di fuori della Cina, in particolare nei paesi
della stessa area geografica, quali Thailandia, Corea del Sud e Giappone, dove
addirittura viene imposta la quarantena su una nave da crociera, sulla quale
vengono scoperti alcuni casi di persone colpite dal virus.
Il 21
febbraio, l'Italia viene svegliata dalla notizia dell'arrivo del Coronavirus:
risulta infatti colpito un uomo di 38 anni di Codogno. Inizia la ricerca del
paziente 0. Inizialmente, si pensava a un suo amico imprenditore, da poco
tornato dalla Cina, ma quest'ultimo risulterà poi essere negativo ai controlli. Oltre
all'uomo di Codogno, il cosiddetto paziente 1, risulteranno contagiati anche la
moglie e un amico. Lo stesso giorno vengono scoperti due casi anche in
provincia di Padova. I casi
accertati aumentano in modo esponenziale: sono più di cento dopo i primi due
giorni, e questo porta alla delimitazione di un'area rossa in provincia di Lodi
(comprendente dieci comuni), la zona cioè che risulta più colpita, insieme,
seppur in modo minore, ad Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Ma non è solo
il virus a colpire le persone: a terrorizzare i cittadini italiani è anche la
psicosi di fronte a questa epidemia: episodi significativi di questa psicosi
sono gli assalti ai supermercati di Milano, per paura di possibili attuamenti
di quarantene, e le "razzie" di mascherine e accessori per l'igiene.
Il
Coronavirus ha avuto e sta avendo e sicuramente avrà (non si sa ancora,
ovviamente, per quale lasso di tempo) conseguenze notevoli e significative per
il nostro paese, sia per questioni meno importanti, come l'annullamento di
eventi sportivi, sia per questioni fondamentali e di vitale importanza, come la
chiusura di scuole di ogni ordine e grado, i problemi legati all'economia, ai
trasporti.
La cosa più
importante è rimanere sempre informati sull'evolversi della situazione e non creare, e crearsi, falsi allarmismi.
Keep calm
Mattia
Pellegrini 5ALSU
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