Vi
è mai capito di cogliere improvvisamente un’immagine o un suono che non
sembrava essere percettibile?
Se
la vostra risposta è sì, sappiate che voi avete i sensi particolarmente sviluppati
perché – probabilmente – ciò che siete riusciti a cogliere è al di sotto della
soglia percepibile.
In
poche parole avete avuto un incontro ravvicinato con il cosiddetto messaggio
subliminale, ossia la tecnica utilizzata soprattutto nel mondo della pubblicità.
Si tratta, insomma, di un’informazione che il
cervello di un individuo assimila a livello inconscio.
La
parola subliminale deriva dal latino “sub limen”, ossia “sotto la soglia del
limen”. In altri termini abbiamo a che fare con ciò che sta “al confine della
soglia del pensiero”.
Si
cominciò a parlare di messaggi subliminali pubblicamente nel 1957 quando, Vance
Packared, giornalista e sociologo statunitense, pubblicò il saggio intitolato I persuasori occulti”.
Un’opera
intrigante in cui l’autore rivelava al grande pubblico americano e non solo,
che vi era un’alleanza sempre più stretta tra analisi e pubblicità e che vi erano
dei persuasori, appunto occulti, che minacciavano subdolamente ma
scientificamente, la libertà d'opinione su qualsiasi argomento.
Packared,
all’epoca, fu arruolato nella schiera dei più grandi allarmisti, portatore di
panico tra le masse. In effetti, I
persuasori occulti è ancora oggi, a tanti anni di distanza, un testo
urticante con cui fare i conti in un primo bilancio.
È
davvero possibile che qualcuno possa indurci a comprare una marca di cioccolato
anziché un’altra? È davvero possibile che le nostre menti siano così malleabili
ai messaggi subliminali?
In
realtà la domanda è un’altra: i messaggi subliminali esistono o sono solo
frutto di una teoria complottistica?
Siccome
non stiamo preparando una puntata di Voyager
che ama lasciare in sospeso le risposte alle domande, cercheremo di replicare a
questo quesito.
Anzitutto
cerchiamo di capire bene di cosa si tratta.
Il
messaggio è trasmesso attraverso scritte, suoni o immagini che trattano
un argomento che nasconde al suo interno ulteriori frasi o immagini occultate
dal contesto iniziale e che rimarrebbero inconsapevolmente o inconsciamente
nella memoria di chi osserva. Alcuni studi mostrano che questi messaggi
stimolano determinate aree del cervello tuttavia, la maggior parte degli studi
scientifici rivelano che essi non producono alcun effetto marcato o duraturo
nel comportamento dell’uomo.
Essenzialmente
lo scopo di un messaggio subliminale sarebbe di invogliare il consumatore ad acquistare
uno specifico prodotto, oppure di trasmettere pensieri ed ideologie di natura
politica o di qualsiasi altro genere.
Immaginiamo
di essere al cinema e che ogni cinque minuti appaia velocemente, come un interruttore
che si accende e spegne, la scritta: “telefona a tua madre!”.
Cosa
credete che possa accadere?
Secondo
il dipartimento di psicologia sociale dell’università di Milano-Bicocca,
assolutamente niente.
È
stato fatto un esperimento per vedere se, affettivamente, i comportamenti
potevano essere indotti e il risultato è stato negativo (o positivo, a seconda
di cosa si vuole dimostrare). In Canada, infatti,
durante una trasmissione di grande popolarità, venne sparato per circa 300
volte un breve messaggio che invitava la gente a telefonare. L'esperimento
non produsse alcun risultato e al termine del programma fu condotto un
sondaggio per verificare che cosa i telespettatori avessero percepito: le
risposte più diffuse furono fame e sete.
Perché provassero un senso di fame e sete è un altro
bel quesito, ma andiamo avanti.
Anche lo psicoanalista Mauro Cosmai avvalora la tesi
dei suoi colleghi milanesi: "Uno stimolo non distinguibile,
un'informazione non percepita in maniera chiara e obiettiva non viene neppure
codificata a livello cerebrale e di conseguenza non può avere efficacia sul
comportamento".
Significa che il massaggio subliminale è solo una bufala?
E se invece vorrebbero farci credere che non esiste,
per poterci manipolare la nostra mente a loro piacimento?
Sarebbe diabolico!
Anche il neuromarketing è diabolico, eppure pare che
sia la nuova frontiera dello shopping. Un semplice “mettici la faccia” così si
possono sapere in anticipo i gusti del consumatore.
Le tecnologie per il riconoscimento facciale non sono
una novità: già da diversi anni sono impiegate in aeroporti e stazioni per la gestione
della sicurezza. E dalla sicurezza al marketing il passo è breve.
Che dire? Un minority
report non per i possibili criminali (e anche quello era diabolico) semmai
per i futuri acquirenti.
Laura Bersani
3ALSU
In questo video 5 loghi famosi che nasconderebbero dei messaggi subliminali:
https://youtu.be/UzFrx491wks