Lo spettacolo ha scelto di comunicare più attraverso il corpo che con le parole e i danzatori hanno trasformato il palcoscenico in un luogo di confronto tra uomo e macchina, tra spontaneità e controllo, tra emozione e razionalità. In un momento dello spettacolo un attore ha chiesto al pubblico: “Uomo o macchina?”.
Questa domanda ha fatto riflettere molto perché ha aperto a spunti sul rapporto tra umanità, tecnologia e libertà personale.
Non tutti gli spettatori hanno interpretato allo stesso modo ciò che accadeva sul palco: alcuni studenti sono rimasti profondamente colpiti dal linguaggio simbolico della danza, mentre altri hanno trovato difficile coglierne il significato. Tuttavia, la forza visiva e la carica emotiva dello spettacolo hanno lasciato il segno, invitando ciascuno a interrogarsi sul proprio modo di essere libero, ribelle e autentico.
Marwa Moussafir e Matteo Anferri (3C LSU)







bravissimi
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