sabato 22 ottobre 2022

IL VALORE DELLA POESIA


La poesia ha accompagnato l’uomo nel corso della sua evoluzione: è stata utilizzata come strumento per esprimerci e penetrare al di sotto della patina di superficialità che ci circonda. Dalle regole della metrica ai temi più personali e profondi si è andato definendo un perfetto equilibrio tra fonemi, creandosi così un ritmo vitale che rimane impresso nei nostri cuori. Grazie alla poesia l’uomo ha riscoperto i propri sentimento e le parole hanno dato nuovo valore all'insensatezza degli eventi.

Talvolta l’arte poetica è stata sottovalutata e tutt’ora la si crede un lusso per pochi, ma proprio i più dubbiosi, di fronte al dolore di una perdita o di un cuore spezzato, si rifugiano nella letteratura, per trovare consolazione: è proprio quel conforto che ci regala la sensazione che qualcun altro abbia provato le nostre stesse sensazioni, riuscendo ad esprimerle nell’esatto modo in cui le abbiamo provate.

Dietro ogni parola c’è un uomo, il poeta.

Per Baudelaire, scrittore del primo Ottocento, il poeta è una figura isolata: lo paragona a un albatro, un maestoso uccello marino che in volo è padrone dei cieli, mentre sulla terra è deriso dai marinai proprio per le sue grandi ali che lo rendono goffo. Allo stesso modo il poeta è ritratto come un emarginato, inadeguato allo stile di vita dettato dalla società, nella quale riesce a trovare uno spazio per sé solo grazie alla poesia, mentre coloro che non la comprendono lo ridicolizzano.

 Per Pascoli il poeta è un fanciullino, voce puerile che è presente all’interno di ciascuno di noi. Da bambini siamo governati da essa ma crescendo la soffochiamo, finché una volta adulti siamo incapaci di sentirla. Perciò, il poeta è colui che è ancora in contatto con la sua parte più infantile, quella autentica che nonostante la paura non si lascia ingannare dalle apparenze.

Proprio per questa interpretazione, è evidente che siano noi giovani la principale sorgente da cui attingere poesia per l’immensa capacità creativa, che tristemente non riesce ad essere sfruttata a pieno in un mondo in cui è più importante investire su risorse economiche piuttosto che su menti consapevoli e intraprendenti. 

Una domanda sorge spontanea:

“quale valore attribuiscono i giovani alla poesia?”

All’inizio dell'anno scolastico è stato posto a me e ai miei compagni un interrogativo: “Chi è per noi il poeta?”. Ad uno ad uno ci siamo alzati e abbiamo scritto le nostre idee sulla lavagna, il risultato è stato il seguente:  per noi il poeta è colui che riesce a esprimere emozioni, universalmente conosciute, attraverso parole differenti da quelle usate tutti i giorni. Eppure, oggi, troppo spesso a noi ragazzi interessa più ciò che viene concepito come necessario nel nostro quotidiano, fuggendo ogni informazione aggiuntiva.

“Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia e ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita..."

Indaga il valore delle parole per i giovani "L'attimo fuggente", un’opera cinematografica del 1989 .  John Keating è un professore di lettere di un prestigioso collegio maschile del New England, che grazie ai i suoi metodi d’insegnamento anticonvenzionali riesce ad esortare i suoi studenti a perseguire i propri sogni, attribuendo un senso alla propria esistenza. Grazie ai versi di celebri poesie i ragazzi si avvicinano a tale arte e vengono incitati a non essere solo lettori ma anche compositori. Il punto focale della pellicola è difatti  il ribaltamento del comune valore di “fare poesia” nel cuore dei giovani . L'insegnante riesce a rimuovere i preconcetti insiti nei ragazzi regalando loro una nuova interpretazione, non più passiva, ma incitandoli a partecipare al - potente spettacolo della vita - contribuendovi con un verso.

E’ infatti questo il vero valore della poesia: non semplicemente la ricerca di parole sofisticate, ma anche il bisogno di attribuire ad esse un significato, le nostre emozioni più intime, poiché sono i sentimenti alla fine a renderci vivi.


ARIANNA ZILIANI - 2^A LS

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