1948, intere
generazioni di palestinesi sono costrette a lasciare la propria terra dopo la
nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di sfollati
“senza patria”.
Mediante una
narrazione frizzante, estremamente drammatica e con un pizzico di tristezza,
Amal, protagonista del romanzo, nipote del patriarca della famiglia
Abuleja, narra l’abbandono, suo e di
tutta la sua famiglia, dalla propria casa, dal proprio paese, per il campo
profughi di Jenin, città palestinese nella Cisgiordania settentrionale; intrecciando la storia della sua famiglia,
simbolo di tutte le famiglie palestinesi dell’epoca, alle vicende storiche
riguardanti la Palestina del 1948, attraverso il racconto di una guerra tragica
che ha portato la fine si uno stato e l’inizio di un altro.
“Guardo la vita stillare dallo squarcio di proiettile di un “esempio” di sedici anni e mi stupisco di cose normalmente innocue come le parole possano diventare crudeli e spietate per rispondere alla sete di potere, a dispetto della ragione o della storia.”
Il campo profughi di Jenin fu fondato nel 1953 dalla Giordania per ospitare i palestinesi sfollati fuggiti o espulsi durante la guerra del 1948, durante questo sfondo di guerra e disperazione Amal accompagnerà il lettore in un viaggio drammatico fatti di grandi tragedie come quella riguardante i fratelli della stessa, separati da bambini per poi ritrovarsi a combattere militarmente su fronti opposti.
Amal nell’opera
racconta la sua storia, a storia della sua ’infanzia, della sua adolescenza, le
sue prime esperienze, i suoi momenti di gioia e tristezza, il matrimonio, la
maternità e, infine, il bisogno di condividere tutto quello che ha vissuto con
la persona più importante della sua vita: sua figlia.
“La guerra era diventata grande come il mare e tutti i suoi pesci. Il dolore nel mio cuore era vasto come l’universo e tutti i suoi pianeti.”
“Ogni mattina a Jenin” è un romanzo di estrema attualità che costringe il lettore ad affrontare uno dei conflitti armati più complessi dei giorni nostri.
La narrazione è frizzante, con incredibili colpi di
scena e inaspettati flashback temporali, il linguaggio è semplice, conciso ma
d’effetto, i personaggi sono descritti in maniera approfondita sia fisicamente
che psicologicamente, ad emergere durante la narrazione dell’opera sono però le
emozioni che ogni personaggio, sia di importanza primaria che secondaria,
prova, esprime o reprime.
Un libro semplice, una lettura non troppo impegnativa ma dai grandi insegnamenti morali.