“Torneremo ad essere quelli di sempre, torneremo ad abbracciarci, a ridere e a stare insieme?”
Quante volte
abbiamo sentito queste parole durante il lockdown e quante volte abbiamo
sperato che tutto ciò sarebbe stato possibile, nonostante la paura che il suono
delle sirene non sarebbe mai cessato e che questa pandemia avrebbe vinto su
tutti noi.
E invece ora, ad ottobre 2020, noi studenti italiani
siamo tornati, da esattamente un mese, su quei banchi che tanto abbiamo
bramato. Pensando solo ad un anno fa molti di noi alla notizia di più di tre
mesi lontani da scuola avrebbe fatto salti di gioia alti due metri e invece durante
il periodo di Dad, dove l’unico contatto con i compagni era lo schermo di un
computer e le ore di lezione erano sostituite da lunghi audio da ascoltare, abbiamo
capito che quella struttura tanto odiata, definita da alcuni addirittura un
carcere, era la cosa che più ci mancava e più desideravamo.
Sentendo anche il parere di altri ragazzi il problema
più grande di quel periodo così buio è stato gestire l’ansia, ma non solo delle
interrogazioni o delle verifiche, ma anche quella di non poter tornare alla quotidianità
che tanto ci apparteneva, ridere durante l’intervallo e correre per i corridoi
pur di non arrivare in ritardo.
Ci chiedevamo, quando tutto questo sarà possibile?
E finalmente è arrivata la tanto attesa conferma: dal
15 settembre si è tornati sui banchi, ma guardiamo anche l’altro lato della
medaglia, con la felicità sono sopraggiunte in molti di noi nuove paure, come
quella di contrarre il virus e attaccarlo ai membri più deboli della propria
famiglia, tant’è che ancora oggi ad un mese di distanza dall’apertura una
dell’ipotesi poste nel nuovo DPCM era quella di tornare alla Dad per paura di
innalzare ancora di più la curva dei contagi. Nonostante ciò si resiste e la
proposta è stata ritirata grazie al piccolo contributo quotidiano di ciascuno
di noi.
Anche io ho avuto varie perplessità e per questo ho
voluto aspettare un mese prima di scrivere questo articolo sul ritorno a scuola:
ne avevamo sentite parecchie dai divisori tra gli studenti a banchi a rotelle, quindi
immaginare cosa ci saremo trovati davanti varcata quella soglia era alquanto
difficile. Ci si aspettava una scuola piena di ansia e paura, ma in realtà
abbiamo trovato tanta tranquillità e voglia di ripartire.
Ho deciso di pubblicare questo articolo solo ora, perché
volevo avere le idee chiare per riuscire ad esprimere al meglio quello che è il
pensiero di molti studenti italiani su questo rientro e spero di averlo fatto
al meglio.
Non so ancora come andrà a finire questo anno scolastico, ma so che se ognuno di noi ci metterà il proprio contributo, tutto andrà per il meglio.
Vi aspetto in un prossimo articolo! Buon anno
scolastico.
Cattani Martina, 4ALSU
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